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CAPITOLO XI.

- Piacere, sono Denki Kaminari-.

- Melissa Shield-.

Stringo la mano alla ragazza di fronte a me.

Si, Mineta inizierebbe decisamente a sbavare davanti ad una come lei.

Devo trovare il modo di farli conoscere, anche se non saprei come.

- Jirou mi ha già spiegato la situazione; fammi pure vedere la chitarra-.

Le porgo lo strumento, poi mi volto verso l'altra ragazza.

Dal suo sguardo, capisco che quella che le ha raccontato non è la vera situazione; ma se non se la sente di raccontare cosa stiamo facendo, rispetterò la sua scelta.

- Mhhh capisco... Be', non è messa male, è solo molto inutilizzata. Impiegherò poco a sistemarla- afferma.

Sorrido.

- Grazie mille-.

- Vado a preparare del tè intanto- afferma Jirou, uscendo dalla stanza.

Mi guardo intorno; questa casa è veramente enorme, non me l'aspettavo.

Tutte le sue amiche sono fuori, così ne stiamo approfittando per usare la stanza insonorizzata in casa sua.

Però... Non pensavo fosse così bella!

- Sei il ragazzo di Jirou?- mi chiede ad un certo punto Melissa.

Sposto lo sguardo su di lei.

- Magari. Ci sto lavorando- rispondo con un sorriso.

- Ma è grandioso! Ecco perché sembrava così raggiante negli ultimi tempi. Sono felice di conoscerti- afferma.

- Di solito era triste?- chiedo.

Lei esita un attimo.

- Non proprio triste ma... Sembrava avere paura. Jirou è sempre stata una ragazza coraggiosa, ma la musica ed i ragazzi sono argomenti delicati per lei- spiega.

- Ha avuto brutte esperienze in passato?- indago.

- Mi dispiace ma io non so niente. La conosco perché il ragazzo di Uraraka ha come capo un amico di mio padre, ed una cosa tira l'altra mi sono ritrovata ad essere loro amica. Ma anche se frequento molti corsi con Jirou, non si è mai aperta troppo con me-.

- Capisco...- mormoro.

- Però penso sia perché è una ragazza insicura. Nessun ragazzo si è mai interessato a lei, da quando la conosco, e probabilmente si sente inferiore per via del suo fisico-.

- Ma se ha un fisico perfet... Ah- mi blocco, notando che Melissa si sta indicando il seno.

Lei sorride.

- È una cosa che, vedendo Jirou, non si direbbe le interessi; però a lungo potrebbe averle creato dei complessi di inferiorità, soprattutto vista la sua amicizia con Momo-.

- Mhhh... Capisco- mormoro.

- È molto timida anche in amicizia. Per questo sono felice che tu sia qui; sei un ragazzo spontaneo e divertente, potresti aiutarla ad aprirsi- afferma.

Sorrido.

- Lo spero tanto; ci tengo a lei-.

- E non hai paura ad ammetterlo! Mi piaci, Denki Kaminari-.

- Me lo dicono in molte, ma al momento sono occupato mi spiace-.

Lei scoppia a ridere ed io sorrido.

In quel momento, Jirou torna nella stanza con un vassoio con sopra tre tazze di tè e dei pasticcini.

- Ti abbiamo preso un po' di dolci della pasticceria di Sato, per ringraziarti del tuo lavoro- afferma.

- Direi che non dovevate ma... Amo quei dolci!- esclama la ragazza.

Jirou sorride ed appoggia il vassoio su un tavolino.

Mi guarda per un attimo, come se volesse chiedermi qualcosa, ma poi ci rinuncia e si siede.

- Questa è a posto; prova a suonarla-.

Prendo la chitarra e la collego all'amplificatore, poi provo a fare qualche accordo e sorrido.

- È una bomba! Grazie mille-.

- Di niente! Avete bisogno di altro?-.

- No grazie, il resto è tutto a posto- risponde Jirou.

- Perfetto; allora vi rubo un paio di dolci e vado. Papà ha bisogno di una mano in officina-.

- Prendi pure quelli che vuoi- afferma Jirou.

La ragazza prende un paio di pasticcini, poi beve velocemente il tè e si alza.

- È stato un piacere conoscerti; ci vediamo al prossimo concerto delle ragazze!-.

- A presto!- la saluto.

Jirou la accompagna alla porta, poi torna in stanza.

- Vuoi iniziare a provare?- le chiedo.

Lei annuisce.

- Però prima dimmi cosa ti tormenta; mi sembri strana-.

- Non è niente- mormora, abbassando la testa e andando verso il suo basso.

- E io sono una ballerina francese...- borbotto.

Lei ridacchia.

- Devi essere concentrata se vogliamo provare. Quindi meglio liberarti prima no?- le faccio notare.

- Di cosa... Stavate parlando prima?- mormora.

- Io e Melissa? Di te-.

Il suo sguardo scatta su di me.

- Non mentirmi. Stavate ridendo- mi fa notare.

- Si, perché mi ha detto che le sto simpatico ma le ho ricordato che sono impegnato- racconto.

- E con chi?-.

- Con te-.

- Noi non stiamo insieme-.

- Ma sei la mia compagna di canto, no?- le ricordo, sorridendo.

Lei annuisce, leggermente imbarazzata.

- A proposito, quando vuoi esibirti?- le chiedo.

Ci pensa un attimo.

- Martedì sera. Mercoledì io non ho lezioni, e quella sera Hagakure lavora fino a tardi, Mina ha delle lezioni supplementari, Uraraka e Tsuyu il giorno dopo hanno un esame quindi andranno a letto presto e... Momo sarà con Todoroki per il loro anniversario-.

L'allegria che sembrava avere per aver scelto la data svanisce alla sua ultima frase.

Sospiro; ho capito da tempo che a Jirou piaceva Momo.

Dopotutto, me l'ha praticamente detto la prima volta che ci siamo visti.

Però penso anche che nel tempo i suoi sentimenti abbiano iniziato a cambiare; solo che lei non se n'è ancora resa conto.

- E sarà anche la prima volta che suoneremo ufficialmente insieme!- esclamo, passando il plettro sulla chitarra e producendo un suono molto forte.

Lei sorride.

- Hai ragione: è il momento di suonare!-.

Per qualche motivo, io e Jirou ci troviamo subito bene a suonare insieme; i suoi arrangiamenti sono perfetti, e impariamo tutto a memoria in poche prove.

Ci incontriamo anche un paio di volte a casa mia; avevo paura che Bakugou ci uccidesse per il casino, ma il suo commento è stato "se sei impegnato con lei non romperai le scatole a me".

Quindi, in qualche modo strano, Jirou si è guadagnata l'approvazione di Bakugou più in fretta di quanto abbia fatto io.

Che ancora non sono certo di averla; probabilmente sono in vita solo perché Kiri non lo perdonerebbe mai se mi uccidesse.

Ma non importa: mi basta essere vivo.

E arrivo vivo anche il giorno del concerto, durante l'ultima prova a casa mia.

- Jirou, stai calma. Ti sta uscendo bene- provo a rassicurare la ragazza, che sta camminando in giro per la stanza da venti minuti.

Indossa un vestito viola, corto, che le sta benissimo; è veramente sexy.

Lei si ferma e mi guarda in un modo che potrebbe incenerire chiunque.

- Potrei sbagliare una nota. O potrebbe scivolarmi il dito. O potrebbe crollare il palco. Tutto può succedere!- esclama, spalancando le braccia.

- Jirou, il bello di essere al LOV è che qualsiasi cosa accadrà, rimarrà solo tra noi. Li nessuno si sognerebbe mai di insultarti, deriderti o simili, lo sai- affermo, alzandomi.

Vado di fronte a lei.

- E tu sei bravissima, perciò sono certo che andrà tutto bene- aggiungo.

Vedo qualche lacrima accumularsi ai lati delle sue guance.

- Ho paura. Continuo a sentire nella mia testa voci che dicono che non sono all'altezza, che falliró come in qualsiasi altra cosa, che sbaglierò e deluderò le aspettative di tutti, e non potrò mai realizzare il mio sogno-.

Un paio di lacrime rigano le sue guance.

Alzo le mani e gliele appoggio sulle orecchie.

- E allora tu non ascoltare quelle voci. Ascolta me-.

La mia voglia di baciarla sta raggiungendo livelli massimi, ma non è il momento.

- Tu sei brava. Anzi, bravissima. Lo sai che non sono un ragazzo che nasconde quello che pensa. Dalla prima volta che ti ho visto, la tua musica mi ha completamente rapito. È da quel giorno che non riesco a smettere di pensare a te, ai tuoi occhi, al tuo viso, al tuo corpo, e al modo in cui suoni. La tua musica ha il potere di colpire le persone dritto nel cuore; con me è stato così. Ma questo perché tu hai talento, e ci tieni ad esprimerlo attraverso le tue note; per questo sei così speciale-.

Sposto la mano destra sulla sua guancia, asciugandole una lacrima con il dito, e lei si appoggia leggermente su essa.

- Tu sei fantastica Jirou. Non pensare a quello che dicono gli altri e credi solo in te stessa: canta per te. Canta per noi. Canta per me, se vuoi. Ma l'importante è che tu faccia ciò che ti rende felice-.

Lei annuisce debolmente, continuando a fissarmi negli occhi.

Dio se è bellissima... Non riesco più a trattenermi.

- Ma che cazzo fai idiota? Non può mica salire sul palco in questo stato!-.

Mi stacco leggermente, voltandomi verso Bakugou, che è appena uscito dalla sua stanza.

- Ma veramente...-.

Lui sbuffa ed afferra Jirou per un braccio.

- Vediamo di rimediare ai danni di questo idiota- borbotta, trascinandola nella sua stanza, dalla quale intanto esce Kiri.

- Ma che...- mormoro, mentre il rosso mi affianca.

- È meglio così amico; se foste saliti sul palco con delle tensioni, avreste potuto fare un casino- mi dice.

Annuisco; so anch'io che baciarla adesso sarebbe stata la scelta sbagliata, però...

- Cosa le sta facendo?- chiedo.

- Hai presente quando la mamma di Bakugou stava accettando che suo figlio fosse gay e ci faceva tanti regali?-.

- Si...-.

- Ecco, ci ha preso anche dei trucchi... Compresi di tutorial su come metterli-.

Scoppio a ridere.

- Bakugou barbie truccatrice!- esclamo.

- Taci elettricista! E tu capelli di merda, vieni a darmi una mano!-.

Kiri alza gli occhi al cielo, ma sorride e va verso la camera.

- Da quando sei tornato a farti chiamare capelli di merda?- gli chiedo.

Pensavo avessero ormai superato la fase degli insulti, ma ultimamente mi sembrano aumentati.

- Da quando ha detto che vorrebbe un figlio con i miei capelli- afferma, sparendo poi nella stanza.

Sorrido; so che è geneticamente impossibile, ma sono felice che siano arrivati a parlare di questo.

Meritano di essere felici insieme, soprattutto Kiri.

- Che è successo?- mi chiede Sero, uscendo dalla stanza.

- Panico pre-concerto. Gli strumenti sono a posto?-.

- Si, mi sono fatto aiutare da Kiri e li ho portati là oggi. È tutto pronto- afferma.

Sorrido.

- Perfetto; grazie amico-.

- Eccoci-.

I tre escono dalla stanza ed osservo Jirou; non so cos'abbia fatto Bakugou, ma ha funzionato: non c'è più alcuna traccia delle lacrime o dell'insicurezza di prima.

- Perfetto; possiamo andare!- esclamo.

- Muoviamoci; non voglio arrivare troppo tardi- risponde lei, seguendomi fuori dall'appartamento.

- Tranquilla; tanto non c'è un orario-.

Lei annuisce.

Parliamo tranquillamente per tutto il tragitto, e sono felice che si stia rilassando; devo ringraziare Kiri e Sero, che la stanno distraendo.

Una volta arrivati al locale, Twice ci dà le maschere e ci dividiamo; i ragazzi vanno a prendere qualcosa da bere, mentre noi ci avviamo verso il palco.

- Sicura di non volere un drink?- le chiedo.

Lei scuote la testa.

- Voglio essere sobria- afferma.

- Va bene- rispondo.

D'un tratto, lei si gira verso di me.

- Grazie- dice.

- Per cosa?- le chiedo.

- Per... Tutto- afferma, allargando le braccia.

- Mi sono sempre sentita inferiore, però da quando ti ho conosciuto... Be', ho iniziato a ritrovare un po' di fiducia- ammette.

Sorrido.

- Allora sono felice di essere stato così insistente- affermo.

- E stalker- borbotta lei.

Ridacchio.

- Forza; andiamo a suonare!-.

- Plus ultra!- esclama lei.

La fisso e Jirou arrossisce.

- È un grido d'incoraggiamento che uso con le ragazze; l'ho lanciato senza pensarci- mormora.

- Mi piace, è figo!- esclamo e lei scoppia a ridere.

- E che plus ultra sia- affermo, indicando i nostri strumenti che stanno venendo posizionati sul palco.

Jirou fa un respiro profondo e sale; la seguo e prendo la mia chitarra tra le mani.

Avevo iniziato a suonarla qualche anno fa, per divertimento; ma sono felice che mi stia tornando utile.

Mi posiziono davanti ad uno dei microfoni, mentre Jirou prende il basso e si mette di fronte all'altro.

La guardo e annuisco: inizia quando vuoi.

Lei fa un respiro profondo, poi inizia a suonare.

La prima strofa è la mia.

Tell me somethin', girl
Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?

Se tu cerchi qualcosa in questo mondo, qualcosa di più, farò di tutto per aiutarti a trovarlo.

I'm fallin'
In all the good times I find myself longin' for change
And in the bad times, I fear myself

Sono sempre stata una di quelle persone che segue il corso della vita così com'è; però ora ho trovato un vero obiettivo.

Voglio stare con Jirou; voglio aiutarla quando sta male, farla ridere, asciugarle le lacrime quando piange.

Voglio sentirla cantare per il resto della mia vita.

Voglio stare con lei e basta.

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