|| καιρός ||
"Alice «Per quanto tempo è 'per sempre'?»
Bianconiglio «A volte, solo un secondo»"
Lewis Carroll - Alice in wonderland
Qualcuno deve aver scritto da qualche parte, su qualche libro, una frase molto simile a «il tempo serve, ma non esiste» come ricordo di un qualcosa che siamo costretti a creare quando non sappiamo dare una forma all'indefinito intorno a noi.
Prendiamo così atto che la nostra vita è rappresentata da una lunga linea di eventi, come una retta che ha un inizio e una fine, ma in realtà è solo un segmento di qualcosa di più grande, di più indefinito, di cui non conosciamo l'inizio e tanto meno la fine; oppure l'attribuiamo a momenti fittizi in un dato punto dove forse qualcuno che è fuori da questa linea temporale ha deciso di crearla.
Se ci concentriamo, però, sulla nostra linea ci accorgiamo che abbiamo il potere e la capacità di sospenderla nel tempo lasciando una traccia nella storia come Achille, oppure possiamo farcela scivolare tra le dita lasciandola diventare un ricordo che sbiadisce lentamente.
Eppure, se prendiamo in considerazione l'idea per cui il tempo non esiste, ma è solo una nostra invenzione, una maniera effimera di organizzare la nostra vita, ogni nostra percezione di qualcosa che è stato o di qualcosa che sarà decade ed esiste solo l'attimo.
La nostra linea temporale si spezza diventando un groviglio di sensazioni, emozioni e caos che ci appare così poco ordinato, ma altrettanto vero come noi.
E, se nel mezzo di quel caos dobbiamo ricercare un momento particolare e preciso facciamo fatica a trovarlo perché, nell'ordinare la linea troviamo così tante emozioni da non saperle definire o comprendere appieno.
Kairos non aveva mai riavvolto il nastro, il passato era qualcosa a cui non aveva mai dato realmente importanza. L'occasione, però, si era presentata all'improvviso quando un bambino sul tram aveva chiesto, ad alta voce «Mamma, quando si diventa grandi?». E la donna, sorridendo, aveva risposto «Quando la magia lascia i tuoi occhi» seminando dubbi nella sua mente.
Ci aveva pensato per tutto il tragitto, guardando fuori dal finestrino, mentre gli alberi scorrevano e si confondevano con i palazzi. Cosa intendeva per magia? C'era un momento preciso oppure era un processo graduale?
Avrebbe voluto chiederlo, ma poteva solo ricercare tra i suoi ricordi quell'istante in cui la sua infanzia era stata strappata via dai suoi occhi.
Sapeva di essere una persona adulta, non c'era nessun dubbio su quello, ma non aveva mai pensato a com'era potuto accedere. Non aveva mai voluto diventare grande, perdere la sua innocenza per trasformarla in conoscenza di un mondo crudo, freddo e buio. Era più facile quando dipingeva con i colori ogni forma che incontrava ridisegnandola con quella immaginazione che aveva sempre fatto da colonna sonora nella sua vita.
Aveva perso tutto questo, senza nemmeno saperlo, eppure infondo al suo cuore sentiva ancora quel fanciullino gridare e cercare con tutte le sue forze di uscire per regalare ancora a Kairos un attimo di pace, di gioia e spensieratezza.
I problemi avevano iniziato a prendere forma solo una volta che la sua mente era riuscita a comprenderli, decifrarli, conoscerli.
La morte era stata il primo passo verso la consapevolezza di una fine, di un buio eterno capace di avvolgere anche l'anima di chi resta.
Un dolore atroce che era partito dal petto e non aveva mai smesso di espandersi avvelenando ogni singola giornata.
In contrapposizione a quel corpo pallido e senza vita c'era il calore di quella persona, la sola con cui aveva fatto scontrare ogni piccola parte della sua pelle e del suo cuore pensando di ricevere lo stesso dall'altra parte. Eppure, un altro dolore aveva invaso Kairos lasciando scivolare lontano il sonno, mentre la mente si occupava di pensieri e il cuore non smetteva di battere forte sul suo petto.
La magia si era spenta, per sempre, ma non attraverso un momento, bensì grazie ad un'emozione. Il dolore.
Facendosi male, cadendo ed inciampando, aveva capito che il mondo non era ciò che sognava, ma un posto cupo e freddo.
Eppure, ancora oggi, fuori da quel finestrino guarda distrattamente il paesaggio rifugiandosi nel fanciullino dentro il suo cuore, liberandolo per trovare ancora quella magia.
O almeno provarci.
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