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Ventuno

21.

Mi rigirai nel letto più volte tentando di riaddormentarmi. Quando aprii leggermente gli occhi sobbalzai, rendendomi conto di non essere in camera mia. mi girai dall'altra parte scorgendo Justin profondamente addormentato, e non potei fare a meno di sorridere davanti a quello spettacolo, ricordando ciò che era successo quella sera.

Sembrava un bambino innocente mentre dormiva, e non mi trattenni dall'accarezzare la sua guancia liscia. Aprì gli occhi guardandosi intorno disorientato, prima di sorridermi avvolgendomi tra le sue braccia.
-buongiorno- sussurrai baciando il suo petto.
-buongiorno a te- mormorò in risposta mordicchiando il lobo del mio orecchio.

Chiusi gli occhi sorridendo felice.
Non riuscivo ancora a credere a quel miracolo, all'averlo ancora lì con me, vivo. Aggrottai la fronte chiedendomi per quale motivo mio fratello mi avesse fatto tutto quello, sapendo che mi avrebbe ucciso.

Strinsi le mani in due pugni mentre sentivo il mio corpo irrigidirsi.
Justin smise di baciarmi il collo, prima di farmi girare e sedere sulle sue gambe.

Mi coprii con il lenzuolo arrossendo quando notai di essere completamente nuda.
Ridacchiò -Piccola, non è niente che io non abbia già visto- disse tentando di levarmi le coperte di dosso. Rotolai dall'altra parte portandomi dietro le coperte, cercando sul pavimento qualcosa con cui coprirmi.

Trovai la maglietta di Justin, così la infilai senza esitare prima di mettermi anche le mutande.
Mi girai verso di lui prima di coprirmi gli occhi lanciando un urlo -sei nudo cazzo, rivestiti!- quasi gridai, arrossendo violentemente.
Lo sentii ridere mentre mi tirava verso di lui.

Sentii il suo membro premere sulla mia schiena, e questo non aiutava di certo il mio tentativo di rilassarmi.
-Ellen, si può sapere che ti prende?- chiese baciando il mio collo più volte, facendomi rabbrividire.

Scossi la testa avvampando ulteriormente, così nascosi il mio viso coprendolo con le mie mani.
Lo sentii sospirare e muoversi lontano da me. Lanciai un rapido sguardo nella sua direzione notando che aveva seguito il mio consiglio mettendosi un paio di boxer puliti.

Mi girai verso di lui sorridendo soddisfatta.
-Così va meglio?- domandò sarcasticamente.
Annuii mentre il mio sorriso si allargava -molto meglio- concordai.

Sbuffò avvicinandosi nuovamente a me, facendomi nuovamente sedere sulle sue gambe. Inchiodò i suoi occhi color caramello nei miei, prima di accarezzare delicatamente la mia schiena.

-adesso mi spieghi per quale motivo ti vergogni di farti vedere nuda? Dopo ieri sera non penso dovresti provare imbarazzo.. o forse dovrei rinfrescarti la memoria..- disse sorridendomi maliziosamente.

Arrossii di nuovo imprecando tra me e me, prima di muovermi incontrollatamente sopra le sue gambe.

Fece una smorfia emettendo un gemito -piccola, mi sto già trattenendo dal non farlo qui in questo momento, se fai così non mi aiuti- disse ad occhi chiusi facendo un sorriso sghembo.

Spalancai la bocca mortificata, prima di immobilizzarmi al mio posto -scusa- bofonchiai grattandomi la testa e facendolo ridere.
-comunque, non hai risposto alla mia domanda- mi fece notare tornando a guardarmi.
Sospirai -lo so che abbiamo fatto sesso, ma è comunque imbarazzante. Mi serve del tempo- parlai ridacchiando nervosamente, mentre lui si tratteneva dallo scoppiare a ridermi in faccia.

Gli lanciai un'occhiataccia facendolo tornare immediatamente serio.

-Per prima cosa, non hai nulla di cui vergognarti visto che sei bellissima- disse guardandomi negli occhi.
Arrossi violentemente spostando il mio sguardo sulle lenzuola dorate.

-e poi io e te non abbiamo fatto sesso, abbiamo fatto l'amore- mi corresse alitando sul mio collo, causando dei piccoli brividi lungo tutta la mia schiena.

-e cosa c'è diverso?- riuscii a mormorare ad occhi chiusi.
-E' tutto diverso- rispose baciandomi la spalla, tirando leggermente il collo della maglietta.
Mi morsi il labbro - scusa, non sono molto esperta in queste cose- mi giustificai con tono di voce nervoso, che lui notò.
Si fermò per guardarmi negli occhi -neanche io. Ho fatto sesso tante volte, ma questa è stata un'esperienza nuova anche per me- disse senza un minimo di imbarazzo.

Quando realizzai ciò che aveva detto non potei fare a meno di sorridere, appagata e felice come non mai.
Ritrovai le sue labbra sulle mie, e subito iniziarono a muoversi in sincronia.
Quando sentii la sua mano salire lungo la mia coscia rotolai via ridacchiando.

-Adesso penso che andrò a fare una doccia- dissi più a me stessa che a lui, che sorrise maliziosamente.
-Se vuoi posso venire ad aiutarti- propose alzandosi, ma lo fermai con un'occhiata inteneritrice.

Alzò le mani in segno di resa, prima di tornare a sdraiarsi sul letto incrociando le braccia davanti al petto ancora scoperto. Deglutii rumorosamente imponendomi di smettere di ammirarlo con un sorrisetto da ebete, e mi alzai cominciando a camminare spensieratamente, quando un dolore lancinante mi fece piegare in due mentre mi inginocchiavo a terra.

-Ellen?- chiese preoccupato correndo verso di me.
-cazzo- mormorai riprendendo fiato.
Cominciò a ridere per smettere subito quando gli lanciai un'occhiataccia.
-Non si ride delle disgrazie altrui- lo rimproverai con un tono da nonna.
Finse un'espressione dispiaciuta facendo spallucce.

Tentai di rialzarmi, ma dopo pochi passi fui costretta a fermarmi per aggrapparmi alla ringhiera di ferro del letto.
Non riuscivo a muovermi.
Justin mi raggiunse posando le sue mani sulle mie spalle.
-Mi dici cosa ti prende o devo usare le maniere forti?- chiese fingendosi minaccioso, il che mi fece ridere poiché ripensai che qualche tempo fa lo avrebbe davvero fatto.

Mi morsi il labbro - in verità è piuttosto imbarazzante- risposi ridacchiando nervosamente.
Mi lanciò un' occhiataccia - sono il tuo ragazzo piccola, parla e basta- incalzò baciando la mia fronte.
Annuii -mi fa male tutto- dissi indicando le mie parti basse prima di arrossire vistosamente.

Ridacchiò ravvivandosi i capelli con una mano, prima di prendermi in braccio e dirigersi a passo spedito verso il piccolo bagno all'interno della sua camera. Mi posò su uno sgabello prima di riempire la vasca con del'acqua calda, aggiungendoci della schiuma.
-Rosa?- domandai ridendo alludendo al colore di quest'ultima.
fece spallucce - era l'unica rimasta- si giustificò ridacchiando.
Quando la vasca fu pronta mi alzai tentennante, guardando Justin come ad invitarlo ad uscire.
Sorrise - Sicura che non ti serve una mano?- domandò indicandomi.
Scossi la testa -ce la posso fare- risposi cercando di autoconvincermi.
-non c'è niente di male piccola, è normale che ti faccia male. E' stata la tua prima volta- disse illuminandosi di un sorriso enorme all'ultima frase.
Ridacchiai nervosamente - sbaglio o questa cosa ti rende alquanto allegro?- lo presi in giro incrociando le braccia davanti al petto.
Tornò immediatamente serio -non ti sbagli, solo l'idea di qualcun altro a toccare il tuo corpo mi fa impazzire- sussurrò avvicinandosi pericolosamente a me.

Abbassai lo sguardo improvvisamente a corto di parole. Quando sentii la porta sbattere mi resi conto di essere rimasta sola.
Sospirai sfilandomi la sua maglietta e le mutande, prima di infilarmi cautamente nella vasca.

Dopo gemiti di dolore e imprecazioni riuscii nell'impresa, e mi godetti l'acqua calda unita al profumo della schiuma.
Chiusi gli occhi rilassando tutti i miei muscoli, restando in quel Paradiso per un tempo che sperai non finisse mai. Quando mi resi conto che probabilmente tra poco Justin si sarebbe precipitato in bagno pensando alla mia morte o a qualche altra disgrazia, mi costrinsi ad uscire avvolgendomi nell'asciugamano.

Aprii la porta del bagno lanciando un rapido sguardo alla camera, notando di essere sola. Uscii soddisfatta scrutando i miei vestiti, prima di indossarli facendo una smorfia.
Non mi era mai piaciuto avere gli stessi vestiti per due giorni di seguito.

Scesi le scale silenziosamente, ma mi bloccai quando sentii delle risate provenire dalla cucina.
Sbirciai da dietro la porta, notando sei ragazzi intenti a parlare animatamente. Tra questi riconobbi Chaz, Ryan e Derek, e poi altri tre di cui non conoscevo il nome. Di Justin neanche l'ombra.

Quando sentii lo sguardo di Ryan addosso indietreggiai terrorizzata, fino a scontrarmi addosso a qualcuno. Mi girai trovando Justin, così mi nascosi rapidamente dietro di lui tremando dalla paura.

Lui si girò verso di me abbracciandomi -Loro sanno tutto, stai tranquilla, non ti faranno del male- mi tranquillizzò accarezzandomi i capelli.
Gli lanciai uno sguardo perplesso, ma prima che potessi chiedere spiegazioni mi bloccò.
-Pensano che io sia matto ad aver rischiato così tanto, ma accettano la cosa e sono pronti a conoscerti- disse come se mi avesse letto nel pensiero.
Mi tirò delicatamente verso la porta, ma rimasi ferma guardando quei sei ragazzi con timore.
-e se non dovessi piacergli?- chiesi guardando con aria innocente Justin, che mi sorrise dolcemente stampandomi un bacio in fronte.
- non potresti non piacergli- rispose facendomi sorridere, prima di farmi entrare nella cucina illuminata dalla luce del sole.

-Ciao- salutai in imbarazzo quei ragazzi che mi fissavano, sentendo qualcuno avvolgere il braccio intorno alle mie spalle.
Trovai un Chaz sorridente che mi tirò fino ad una sedia vicino a lui e, con mio grande orrore, a Ryan.
-mi dispiace- mormorò quest'ultimo in imbarazzo.
Mi morsi il labbro annuendo prima di distogliere lo sguardo.
-insomma, io non ne sapevo nulla.. altrimenti non avrei mai.. vabbè hai capito- bofonchiò tornando a mangiare la sua fetta biscottata, strappandomi persino un sorriso.

Quei ragazzi non sembravano così cattivi visti da quel punto di vista, erano un po' come Justin, che sotto sotto era dolce e premuroso.

-Signori e signori, vi presento la mia ragazza!- esclamò giocosamente Chaz indicandomi davanti a tutti. Lo guardai perplessa mentre Justin si avvicinava guardandolo minacciosamente - come hai detto?- domandò portandosi una mano dietro all'orecchio e avanzando in sua direzione a passi lenti.
Chaz stette al gioco andandogli incontro, fino a quando non si incontrarono squadrandosi prima di iniziare a spingersi a vicenda. Scattai in piedi terrorizzata, ma un ragazzo mi fermò -Tranquilla, scherzano, fanno sempre così. Io sono Steve- si presentò sorridendo. Era carino, aveva i capelli scuri e gli occhi verdi.

Ricambiai il sorriso -Ellen- risposi guardando il tavolo pieno di roba.
-Puoi mangiare, non è avvelenato- scherzò un altro ragazzo del quale non sapevo il nome.
-Sono Chris- si presentò immediatamente portando due dita vicino al capo imitando un saluto militare.
Imitai il suo gesto ripetendo il mio nome.

L'unico ragazzo di cui non sapevo il nome si girò verso di me passandomi il caffè -Paul- disse con un sorriso.
Ricambiai versandolo nella tazza che mi aveva appena dato Justin.
Quei ragazzi mangiavano come maiali, sembravano dei pozzi senza fondo. E Justin non era da meno, dato che stava per prendere il quarto, o forse quinto, pezzo di torta al cioccolato.

Ridacchiai scuotendo la testa attirando l'attenzione di tutti.
-che c'è? - domandò Chaz a bocca piena, mentre si affrettava ad accaparrarsi l'ultima fetta di crostata.
-Niente, niente- mormorai trattenendomi dallo scoppiare a ridere.
Sentii Justin sbuffare -ci risiamo- disse avvicinandosi a me con uno sguardo da mettere i brividi.
Scatta in piedi allarmata -Justin..- lo chiamai per fare in modo che mi guardasse. Gli altri ci guardavano in silenzio, con un'espressione divertita sul volto.
Lo vidi piegarsi in avanti, con un sorrisetto malizioso.

-non ci pensare neanche- esclamai intuendo il suo gesto, ma era troppo tardi visto che mi sollevò senza alcuno sforzo da terra, posandomi sulla sua spalla prima di cominciare a camminare avanti e indietro per tutta la cucina.
-Mollami!- urlai prendendolo a pugni, ma lui si limitò a fischiettare.
-Così si fa bro, fatti rispettare!- ululò Ryan battendo un pugno sul tavolo. Gli lanciai un'occhiataccia mentre sbuffavo arrendendomi al volere di Justin.
-parla ora o taci per sempre- scherzò dandomi una pacca sul sedere, facendo illuminare gli occhi di tutti i presenti. Sgranai gli occhi in imbarazzo - sei un coglione- mormorai al suo orecchio cercando di usare un tono intimidatorio.
Ridacchiò sfacciatamente -scusa, l'abitudine- sussurrò in risposta scaricandomi nuovamente sulla sedia.

Mi girava la testa.

Fulminai tutti, facendoli smettere di ridere come degli scemi arrapati.

-Vi siete divertiti questa notte?- domandò all'improvviso Chaz facendomi avvampare. Pensavo fossimo soli a casa la sera prima, ne ero più che sicura. Dovevano essere rientrati mentre io e Justin.. Dio che imbarazzo.
-stai zitto- ordinò Justin sedendosi al mio fianco.

Tutti risero quando notarono il rossore del mio viso.

-Spero non abbiate distrutto nulla- disse ridacchiando Derek, che in quel momento aveva perso quell'aria minacciosa che si portava sempre dietro. Mi era sembrato quasi un tipo apposto, ma dopo quella frase cancellai la mia benevolenza nei suoi confronti.
-Smettetela- bofonchiai nascondendo il mio viso con le mani, facendo solo aumentare le risate di quei coglioni. Sgranai gli occhi quando scorsi Justin che rideva come un pollo. Gli lanciai un'occhiataccia.
-scusa piccola- mormorò tra una risata e l'altra.
- sei morto- lo minacciai assottigliando gli occhi.
-qualcuno si prenderà delle botte- cantilenò Chris facendosi aria con un tovagliolo.
-O forse qualcos'altro- continuò Paul facendo tornare tutti a ridere.
-Vabbene, la cosa si fa' imbarazzante, io vado- mi congedai saltando giù dallo sgabello prima di sfrecciare via dalla casa. Mi fermai quando realizzai di essere arrivata lì con la macchina di Chaz.

Sentii la porta di casa aprirsi e spuntò fuori Justin, che rideva ancora.
Lo fulminai impegnando tutti i miei neuroni per non mettermi ad ammirarlo come sempre.
-Sei arrabbiata?- domandò dirigendosi verso il garage, tornando serio.
Feci spallucce - diciamo che parlare di certe cose con dei ragazzi eccitati non è proprio il massimo. E' stato imbarazzante- risposi sinceramente salendo al posto del passeggero.
Justin mise in moto la macchina soppesando le mie parole.
-non avevo pensato che per te potesse essere imbarazzante, per noi ragazzi è normale parlarne- disse lanciandomi una rapida occhiata.

Sbiancai al pensiero che Justin avrebbe potuto raccontargli di ciò che noi facevamo o non facevamo al letto.
Notò la mia espressione di terrore -Ovviamente manterrò la mia privacy- mi tranquillizzò facendomi l'occhiolino. Tornai a respirare rilassandomi contro il sedile della sua Range rover grigia.
Chiusi gli occhi sospirando, fino a quando non sentii la macchina fermarsi. Aprii gli occhi notando con orrore di essere arrivata davanti casa mia, il posto che in quel momento temevo di più.

Scesi con cautela dalla macchina muovendomi con calma per evitare il dolore in mezzo alle gambe, mentre Justin ridacchiava.
-Allora ci vediamo domani- lo salutai mordendomi il labbro.
Lui annuì sorridendomi serenamente, prima di incupirsi guardando in direzione di casa mia. strinse le mani al volante fino a quando le sue nocche non divennero biancastre.
-Domani ti devo parlare- disse in modo freddo prima di mettere in moto la macchina.

Quel suo tono mi mandò nel panico, così cominciai a spostare il peso da una gamba all'altra guardandolo nervosamente. Quando si girò di me notando la mia ansia si addolcì. Si sporse verso il finestrino abbassato, invitandomi a fare lo stesso. Mi avvicinai a lui baciandolo sulle labbra.
-Ti amo- sussurrò guardandomi negli occhi.
-anche io- risposi prima di girarmi e aprire il cancello di casa.

Aspettai che la macchina sparisse, preparandomi psicologicamente ad affrontare mio fratello, consapevole che quella non sarebbe stata una semplice litigata come le altre.

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