Quarantatré
43.
Scesi dalla macchina per poi girarmi verso mio fratello, impegnato a fumare una sigaretta.
-Tu non vieni?- chiesi con la fronte aggrottata, sperando in un si.
Dan si girò verso di me per lanciarmi un piccolo sorriso -Devo portare i soldi a casa di Mike, lì saranno al sicuro, dopo ti prometto che torno qua- promise facendomi l'occhiolino mentre metteva nuovamente in moto la macchina.
Annuii sospirando -A dopo- lo salutai prima di avviarmi verso l'entrata di casa mia e delle ragazze. Stavo per entrare quando decisi di andare da Justin.
Mi avvicinai alla porta di casa dei ragazzi, e iniziai a bussare fino a quando non mi aprì Chaz, come sempre in mutande.
-Ma porca troia, cosa diavolo avete contro i pantaloni?- urlai coprendomi gli occhi mentre lui ridacchiava.
-Aspetta un secondo- mormorò chiudendomi la porta in faccia per ricomparire qualche minuto dopo, stavolta con dei pantaloni della tuta.
Mi sorrise -Meglio?- domandò sarcasticamente.
Io annuii -Decisamente- risposi con tono deciso, senza trattenere una piccola risata -Justin?- domandai lanciando una rapida occhiata alle sue spalle, per poi riportare la mai attenzione su Chaz.
-E' uscito con Derek per.. tu sai cosa- disse grattandosi la testa.
Rimasi leggermente sorpresa, ma mi ricomposi sforzando un sorriso -Vabbene. A dopo allora- mi congedai con un cenno del capo, per tornare a casa.
Aprii la porta e rimasi inchiodata al mio posto davanti a quello spettacolo assurdo.
Olivia correva per tutta casa urlando mentre Jenna, Abby e Alex non facevano altro che mettere canzoni di Natale a palla, nonostante fosse solo il quattro Dicembre e mancassero ancora più di venti giorni alla vigilia.
-Mi sono persa qualcosa?- domandai divertita lasciando il mio zaino di scuola sul pavimento, avvicinandomi a loro mentre Olivia si fermava per riprendere fiato.
-Stiamo creando la playlist con le canzone di Natale da mettere alla vigilia- esclamò Abby con aria euforica.
-Lo sapete che è solo il quattro vero?- chiesi incrociando le braccia davanti al petto, mentre loro mi guardavano come se avessi lanciato una bestemmia.
-Appunto! Non possiamo organizzare tutto in venti giorni, contando la scuola e il nostro.. lavoro- ribadì Olivia alzando gli occhi al cielo.
Non trattenni una risata mentre squadravo quelle quattro che si spremevano le meningi con aria disperata -Voi siete pazze- farfugliai buttandomi sul divano per poi accendere la televisione.
Alex si alzò e spense la televisione, guardandomi con aria infuriata.
-Cosa cazzo fai?- domandai incredula alzando le braccia al cielo.
Mi guardò con gli occhi fuori dalle orbite -Come possiamo sentire bene le canzoni con la televisione accesa?- chiese di rimando con fare ovvio.
Sbuffai incrociando le braccia davanti al petto, mentre la canzone "Santa Claus is coming to town" rimbombava nella mia testa.
Avevo sempre amato il Natale, nonostante fossi una criminale-assassina-psicopatica patentata ero pur sempre una ragazza e, andiamo, quale ragazza non ama il Natale?
Ciò nonostante trovavo inutile il dover preparare tutto venti giorni prima, era una pazzia. Capivo gli impegni e la nostra vita imprevedibile, ma quelle quattro avevano bisogno di rivedere le proprie priorità.
Mi alzai dal divano dirigendomi alla finestra, scrutando il cielo grigio e gli alberi spogli.
-Io mi faccio una cioccolata calda, volete?- chiesi attirando la loro attenzione.
Alzarono tutte e quattro le mani, facendomi ridere. Sembravano delle ragazzine. Preparai la cioccolata mentre mi chiedevo dove diavolo fosse finito Justin, erano le sei di sera e ancora non era tornato. Tornai in sala con un vassoio con le tazze fumanti di cioccolata calda, facendo brillare gli occhi a quelle quattro che abbandonarono il computer per prendere ognuna la propria tazza.
In quel momento qualcuno suonò alla porta. Mi avvicinai per aprirla e spuntò fuori Mike, che mi abbracciò.
-Anche io sono felice di vederti- mormorai cercando di respirare. -Mi stai facendo soffocare- aggiunsi facendolo ridacchiare.
-Scusa- disse dandomi un buffetto sulla testa, per poi notare che non eravamo soli.
-ciao ragazze- le salutò sorridendo, sembrava perfettamente a suo agio e questo mi fece sorridere a mia volta. Mike era sempre stato così, e in tutti questi anni non era cambiato minimamente. La pelle olivastra, i capelli e gli occhi scuri e i muscoli scolpiti, quel sorriso scherzoso che contagiava chiunque.
Le ragazze ricambiarono il saluto, e dai loro sguardi potei capire che Mike gli piaceva.
-Amo le canzoni di Natale- esclamò Mike all'improvviso, avvicinandosi al computer.
-Stiamo creando la playlist per la vigilia- disse Jenna sorridendo, mentre lui si sedeva sulla poltrona avvicinandola a loro.
-Vi aiuto- mormorò avvicinando il viso allo schermo, mentre io alzavo gli occhi al cielo.
Dove diavolo ero finita? Erano peggio della casa di Agrifoglia, la bambina del cartone del fantasmino Casper con i genitori ossessionati dal Natale.
-Dov'è Dan?- chiesi aggrottando la fronte e attirando l'attenzione di Mike.
-Si stava facendo una doccia- rispose distrattamente per riportare subito l'attenzione al computer, che poco dopo spostò su Jenna che si girò verso di lui per poi abbassare lo sguardo e arrossire. Sorrisi automaticamente, per poi girarmi verso la finestra.
Vidi la macchina di Derek fermarsi. Sentii il mio cuore aumentare i battiti quando scorsi Justin aprire lo sportello per uscire. Aveva il cappuccio della felpa alzato sulla testa, nonostante questo riuscivo a scorgere i capelli biondo scuro perfettamente alzati nel solito ciuffo.
La catena con la croce dorata ondeggiò mentre camminava lentamente verso la porta di casa.
L'aprii precedendolo, facendolo sorridere -Mi leggi nel pensiero?- domandò sollevando un sopracciglio.
Risi poggiandomi allo stipite della porta -No, però ho una finestra- risposi sarcasticamente.
Ridacchiò annuendo -Posso entrare o devo rimanere qui a congelare?- chiese stringendosi nella felpa pesante.
Aprii di più la porta facendolo entrare, per poi richiuderla.
Lo vidi irrigidirsi quando vide Mike. Il suo braccio strinse la mia vita, attirandomi possessivamente a sé.
Vidi la sua mascella contratta, la vena sul suo collo pulsare mentre Mike alzava lo sguardo su di noi.
-Buonasera- disse senza smettere di sorridere, per tornare subito a parlare con le ragazze che non ci avevano degnato di un solo sguardo, visto che erano troppo concentrate sulle canzoni natalizie.
Justin non aprì bocca, si limitò a fulminarlo stringendo ulteriormente il mio fianco. Sentivo che tra poco la mia costola si sarebbe rotta.
-Andiamo di sopra- dissi rivolta agli altri che non ascoltarono minimamente le mie parole.
Spinsi Justin verso le scale costringendolo a salirle, visto che sembrava paralizzato.
-Si può sapere che ti prende?- sbottai quando entrammo in camera mia. lui sospirò rilassandomi -Non mi piace quello lì- ringhiò.
Alzai gli occhi al cielo -Quello lì ha un nome, ed è mio amico- gli feci notare incrociando le braccia al petto.
Si irrigidì nuovamente, stringendo le mani in due pugni -Meglio per lui se tiene le mani lontano da te- borbottò abbassando lo sguardo.
Sorrisi davanti alla sua reazione, era davvero dolce. Mi avvicinai a lui saltellando, per poi abbracciarlo.
-Aw, qualcuno è geloso- canticchiai guardandolo mentre si mordeva il labbro.
-non sono geloso- mentì evitando il mio sguardo, facendo allargare il mio sorriso.
-Ovvio Bieber, ti credo- lo presi in giro prima di strizzargli una guancia -Che cucciolo- dissi imitando la voce di una bambina piccola.
Lui mi fulminò - Smettila subito- ordinò imbronciato, ma ciò lo rese solo ancora più tenero.
-Sei proprio dolce- continuai strizzandogli l'altra guancia.
Lui sbuffò per poi lanciarmi un'occhiataccia -l'hai voluto tu- mormorò avvicinandosi a passi lenti a me, mentre indietreggiavo.
A sorpresa scattò in avanti sollevandomi da terra, per poi buttarmi sul letto.
Si mise a cavalcioni su di me, per poi avvicinare il suo viso al mio. Pensai volesse baciarmi, invece si ritrasse iniziando a farmi il solletico. Mi contorsi ridendo sempre più forte, mentre cercavo di riprendere fiato -Oddio.. ti prego.. lasciami- riuscii a dire tra una risata all'altra, mentre lui continuava a farmi il solletico.
-Solo se dici che sono il ragazzo più sexy del pianeta e che tu sei la mia schiava- disse fermandosi.
Sgranai gli occhi -Scordatelo- esclamai facendolo sorridere mentre tornava a farmi il solletico.
-Vabbene.. vabbene- urlai ridendo, con le lacrime agli occhi. Lui ridacchiò -Dillo e la smetto- disse continuando a farmi il solletico. Mi mancava l'aria. -Justin Bieber, sei il ragazzo più sexy del pianeta e io sono la tua schiava- mormorai. Smise di farmi il solletico per poi farmi l'occhiolino. -Brava bimba- disse sorridendo sornione.
-Ma sei anche troppo dolce- aggiunsi sorridendo.
Lui sorrise di rimando, avvicinandosi al mio viso, stavolta per baciarmi -Solo per te piccola- mormorò guardandomi negli occhi, mentre sentivo il mio cuore fare una capriola. Ammirai la sua sfacciata perfezione, fino a quando Justin non aprì la bocca per sparare una delle sue solite cazzate -Ricordati di respirare mentre mi spogli con gli occhi- disse alzandosi dal letto, mentre io facevo lo stesso. Alzai gli occhi al cielo -Stupido- borbottai aggiustando la mia felpa.
Lui ridacchiò -In teoria dovrei chiederti una cosa- disse sedendosi sulla mia scrivania, prima di passarsi una mano tra i capelli. Potrei morire in questo momento, era incredibile quanto riuscisse a mandarmi in iperventilazione con un semplice movimento.
-Dimmi- lo incitai sedendomi sul bordo del letto.
Lui annuì -Cosa siete andati a fare tu e tuo fratello oggi?- chiese inchiodando i suoi occhi nei miei, con un'espressione indecifrabile in volto.
Sospirai preparandomi a spiegarli la situazione -Non è una bella storia. In poche parole dopo la morte dei miei genitori abbiamo scoperto che mio padre era pieno di debiti, aveva chiesto enormi prestiti per potersi permettere le medicine che servivano a mia madre. La banca ci ha tolto tutti i soldi e la casa, così ora mio fratello e io siamo costretti a svolgere dei.. piccoli lavoretti- risposi per poi abbassare lo sguardo.
Quando lo guardai vidi un'espressione dispiaciuta e sorpresa sul suo volto magnifico.
-Avresti potuto dirmelo, non c'è bisogno di andare a rapinare i negozi, ti avrei dato io i soldi che servivano a te e tuo fratello- disse.
Scossi la testa -Non se ne parla Justin, in più sai com'è fatto mio fratello, non lo accetterebbe mai. E poi.. come fai a sapere che siamo andati a rapinare un negozio?- domandai aggrottando la fronte, confusa.
Lui si morse il labbro, abbassando lo sguardo. Mi accorsi che si stava trattenendo dallo scoppiare a ridere.
-Justin?- lo richiamai attirando la sua attenzione.
Lui tirò fuori dalla tasca un bracciale, che mi tirò.
Lo esaminai per poi irrigidirmi. Era il mio, l'avevo perso durante la rapina.
Alzai lo sguardo su di lui, che sorrise.
-Diciamo che uno dei nostri clienti di oggi era Mark Stevens, il ragazzo che tu e tuo fratello avete fottuto- spiegò ridacchiando.
Mi morsi il labbro -Cazzo- mormorai grattandomi la testa.
Lui annuì senza smettere di ridere.
-Come vi ha pagato la droga se non aveva i soldi?- domandai vedendolo tornare serio
.
Sospirò -In teoria i soldi che avete rubato erano quelli che lui mi doveva per la droga- mormorò cercando il mio sguardo.
Mi alzai dal letto -Ora chiamo mio fratello e gli spiego tutto, così ti riporta i soldi- farfugliai cercando il cellulare, ma fui bloccata da Justin che mi abbracciò da dietro.
-Piccola non se ne parla. Non mi interessa dei soldi, davvero.- mormorò baciando il mio collo, facendomi rabbrividire.
-sul serio Justin, i soldi sono tuoi e quindi è giusto che te li restituiamo- insistei cercando di levarmelo di dosso, ma fallii miseramente.
-Ellen.. è colpa di quel coglione se si è fatto fottere, i soldi ve li siete meritati e davvero piccola, non è importante- ripetè.
Sospirai -Va bene- mi arresi girandomi per poterlo guardare negli occhi.
-Ora però mi devi spiegare cosa intendeva Mark con il fatto che tu lo stessi distraendo- disse mentre io arrossivo.
-Niente di cui tu debba preoccuparti- ribattei sorridendogli maliziosamente.
Lui assottigliò gli occhi -Mi sa che devo rimarcare un po' il territorio, tanto per ricordarti che tu sei mia.- sussurrò al mio orecchio indietreggiando verso il letto.
-Si, mi sa che devi- lo assecondai baciandolo mentre mi sdraiavo sul letto. Stavo per sfilargli la felpa, quando la porta si aprì ed entrò mio fratello.
-Porca puttana levati da mia sorella!- urlò fulminando Justin che si alzò per poi sbuffare.
-Non ti hanno insegnato a bussare, Jenksey?- domandò irritato mentre Dan lo fulminava.
-Io e te dobbiamo parlare Bieber e tu- disse indicandomi -devo farti un bel discorsetto- concluse lanciandomi un'occhiataccia. Sentivo la mia pelle bruciare, non mi serviva guardarmi allo specchio per capire quanto fossi rossa in quel momento.
Justin alzò gli occhi al cielo, per poi avvicinarsi a Dan che strinse la mani in due pugni -Mi sto trattenendo dal prenderti a pugni. Cazzo!- urlò mentre Justin si tratteneva per non scoppiare a ridere. Non capivo come facesse a restare così calmo, io mi sarei voluta sotterrare.
-Usate le precauzioni, vero?- domandò girandosi verso di me. Se possibile, arrossii ancora di più -Dan!- esclamai fulminandolo, ma lui mi ignorò.
-Ascoltami bene signorina, adesso parlo con il Don Giovanni qua vicino, poi io e te ci facciamo una bella chiacchierata- disse con un tono che non ammetteva repliche, prima di girarsi verso Justin.
-Tu- lo indicò parlando con aria minacciosa -azzardati a torcere un capello a mia sorella e giuro che ti uccido. E prova a farla rimanere incinta e ti giuro che ti taglio l'amico lì sotto e poi ti impicco all'albero nel cortile della scuola- lo minacciò. -Ricevuto?- domandò alzando il tono della voce.
Justin annuì -ricevuto- rispose annuendo.
Mio fratello annuì -Bene- mormorò girandosi verso di me.
Ecco, la mia fina è giunta ora.
-Rispondi alla domanda che ti ho fatto prima- mi ordinò.
Sospirai -Si Dan, prendiamo le precauzioni- dissi aprendo il cassetto per mostrargli una scatola di pillole anticoncezione. Lui annuì -Ti ha fatto male?- chiese preoccupato.
Era troppo.
-Smettila cazzo! Mi stai facendo sentire male, ora vattene, ti prego. Sei imbarazzante- cominciai a lagnarmi come una bambina, facendo ridere sia Dan che Justin. Gli lanciai un'occhiataccia -Traditore- lo accusai mentre lui smetteva di ridere. -scusa piccola- farfugliò soffocando una risata.
Poco dopo la porta si aprì ed entrò Fleur che saltellò verso di me per abbracciarmi -Ma non si bussa più?- urlai alzando gli occhi al cielo, facendola ridere.
Quando notò Dan sorrise, avvicinandosi a lui per baciarlo. Feci una smorfia quando la mano di mio fratello scese giù sul suo sedere. -Che schifo!- gridai girandomi verso Justin che si avvicinò a me.
-Porca troia fratello, dici a me e poi slinguazzi con Fleur davanti a noi- urlai gesticolando come una matta, mentre Fleur diventava dello stesso colore delle coperte rosse sul mio letto.
Dan sbuffò -Tu sei la mia sorellina e sei una femmina. E' diverso e penso di essere stato chiaro con il tuo amico. Meglio che tiene a bada gli ormoni- disse lanciandogli un'occhiataccia.
Justin sbuffò -Non dobbiamo mica scopare davanti a te- ribadì facendo sgranare gli occhi a mio fratello. rischiava una crisi respiratoria.
Gli diedi una gomitata -Justin- lo ammonii mentre Fleur si avvicinava a me.
-Dopo dobbiamo parlare- sussurrò al mio orecchio facendomi l'occhiolino. Annuii sorridendo, sapevo già di cosa volesse parlare.
Per la prima volta fui grata al mio cellulare quando squillò, sciogliendo la tensione. Era uno sconosciuto, ma decisi di rispondere lo stesso.
-pronto?- risposi mentre Justin, Dan e Fleur mi guardavano.
-Ciao bambola,ti sono mancato?- domandò la voce di quel lurido bastardo.
Sentii una scarica di adrenalina in tutto il corpo.
-osi ancora chiamarmi? Sei un coglione, se hai le palle fatti vedere così posso ammazzarti con le mie mani- urlai perdendo il controllo, mentre sentivo la rabbia impossessarsi del mio corpo. sia Justin che Dan scattarono in avanti, capendo al volo e facendomi segno di passargli il telefono.
Li ignorai -Bellezza, se vuoi che mi faccia vedere basta che giri la tua testa- iniziò -Proprio da questa parte- mormorò mentre mi giravo verso la finestra., mentre tutti gli altri seguivano il mio sguardo per trovarlo a farci l'occhiolino dal finestrino abbassato della sua macchina, parcheggiata sulla strada.
Senza pensarci due volte attaccai, mentre tutti quanti scendevamo di corsa le scale.
Le ragazze e Mike alzarono la testa di scatto, ma prima che potessero fare qualsiasi domanda fu Justin a parlare - Andson è qui- disse.
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