Capitolo 31
Donovan
Lui, Lyllian e Finnick erano rimasti da soli.
Juno era stata convocata da Tiana e non era ancora tornata, Alyssa si era dileguata senza dare alcuna spiegazione.
Avevano tentato di farla parlare, ma non c'era stato verso, aveva solo ripetuto che andava tutto bene e che doveva parlare al più presto con Gideon. Ma nessuno era riuscito a capire chi cosa volesse parlargli.
Tuttavia avevano comunque deciso di accompagnarla, ma lei aveva troncato la cosa insistendo per andare da sola e aggiungendo che aveva bisogno di pensare.
Den la capiva. Anche lui avrebbe voluto chiudersi in una stanza vuota, accucciarsi contro un angolo e mettersi a urlare; ma non poteva lasciare Finn e Lyl da soli, entrambi sembravano ancora piuttosto scossi e lui non li avrebbe abbandonati.
Non sapevano che fare.
Anakin era morto e nessuno poteva aiutarli a capire qualcosa di loro stessi e del loro talento.
Erano persi e il tempo stringeva.
Un enorme clessidra vorticava sulle loro teste. Ogni secondo era un granello che si aggiungeva al mucchio e Den aveva l'impressione che stessero solo sprecando minuti preziosi.
Erano nella camera numero 500, quella appartenente a Donovan e Finnick, e regnava un silenzio tombale, così fitto che persino respirare appariva faticoso.
La finestra poco distante da lui gettava deboli luci azzurrine sul pavimento e sulle lenzuola sfatte. Tutto sembrava essere fermo, ma tutto stava andando così veloce.
Oltre il vetro, le nuvole avevano iniziato ad aggrumarsi e formare cumuli di pioggia imminente, solo qualche spiraglio di luce filtrava tra una nube e l'altra.
Era appena passato mezzogiorno, eppure sembrava già notte.
Finnick sospirò rumorosamente e strinse la mascella, rivolgendo il suo sguardo oltre la finestra che stava fissando Donovan da qualche minuto.
Si sentiva così vuoto.
Si sentiva così inutile.
Si sentiva alla fine.
La sua testa era un groviglio di pezzetti di carta strappati e l'atmosfera che stagnava intorno a loro era completamente ghiacciata.
Ma poi Lyl si alzò in piedi e rimase per qualche istante in mezzo alla stanza, con lo sguardo attento e puntato su di loro.
I suoi occhi castani saltavano da lui a Finnick, da Finnick a lui.
Finché non si fu stufata di quell'eccessiva tensione.
«Dobbiamo fare qualcosa» decretò con la voce di una che non ammette repliche.
Finn si voltò a guardarla e Donovan sospirò sconsolato.
«E cosa vorresti fare, precisamente? Alyssa e Juno sono sparite e noi non possiamo fare un gran ché senza di loro.»
Lei lo puntò con un dito e gli si avvicinò con uno strano sorriso stampato in faccia.
«E perché no? Possiamo benissimo cercare informazioni in giro per il Rifugio.»
Piantò le mani sui fianchi e guardò il suo migliore amico fissarla in silenzio.
«Andiamo, ci sarà pure qualcuno in grado di darci qualche informazione in questa dannatissima villa!»
Donovan rimase a fissarla per qualche istante.
Lyllian si eregeva immobile e determinata in mezzo alla stanza. Trasudava speranza e, per qualche secondo, la sua testa la collegò ad una piccola lampadina immersa nel buio più totale.
«Va bene» disse Finnick, alzandosi in piedi e affiancandola come un bodyguard.
Rimasero fermi ad aspettarlo e poi, anche lui, decise di sollevarsi dal suo letto e unirsi a loro.
«Possiamo provare a parlare con la ragazza che si allena con me e con il capo dei Ranger.» aggiunse, passandosi una mano tra i capelli biondi.
A quel punto, tutti sembravano d'accordo con quel piano. In un modo o nell'altro sarebbero riusciti a trovare qualcosa di utile per la loro ricerca.
Qualcosa che li aiutasse a non morire nell'arco di una settimana, almeno.
I corridoi della villa erano deserti. Dopo il loro ritorno nessuno si era più azzardato a fare altre domande, probabilmente qualcuno aveva intimato loro di tornare a lavoro e lasciarli stare.
I loro passi risuonavano tristemente tra le pareti troppo adornate e i quadri sembravano seguirli con gli occhi.
Scesero le scale scricchiolanti e cercarono di ricordare quale fosse la strada giusta da prendere per andare nei laboratori. Tutti quei corridoi li confondevano ma, fortunatamente, si ritrovarono a percorrere il corridoio giusto. La porta di metallo era lì, davanti a loro.
«E ora?» chiese, Finnick, palesemente in difficoltà.
Den si guardò intorno, passandosi una mano sulla faccia e poi sotto il mento.
Bene...
Lyllian stava fissando la porta davanti a loro come se potesse bucarla con la forza del pensiero.
«Ci penso io.» Aggiunse poi. «Non posso sbloccare la serratura ma so chi potrebbe farlo...»
Donovan e Finnick rimasero a guardarla, non sapendo che fare, ma lei chiuse gli occhi e inspirò a fondo, risucchiando qualsiasi rumore presente.
Aspettarono.
Gli occhi della ragazza guizzavano a destra e a sinistra sotto le palpebre e una strana elettricità si era diffusa intorno a loro, come se fosse la fonte di qualcosa di più.
Un attimo dopo la porta si aprì e un uomo sulla cinquantina rimase per qualche istante fermo con il dito su un bottone laterale. Poi si guardò intorno con aria confusa e scosse la testa, tornando a immergersi nel Centro di addestramento.
Finn guardò la ragazza con occhi sgranati e poi posò il suo sguardo su Den e sul signore che stava andando via grattandosi la testa e parlottando tra sé e sé.
«E quello cos'era?»
La sua voce sconvolta descriveva la sua espressione incredula. Anche Donovan non sapeva cosa fosse appena accaduto.
Lyl prese a camminare e si fece strada lungo la strada che conduceva all'ascensore.
«E' una cosa che so fare da quando ho ucciso quei due uomini...» Li guardò, sperando che non la giudicassero, poi le porte di vetro si aprirono dietro di lei e ci si infilò dentro.
«Sapevo che c'era qualcosa di strano in me, ma poi mi sono accorta di saper fare delle cose.»
Finnick si passò una mano tra i capelli e lanciò un'occhiata eloquente a Donovan. Non sapeva cosa dire.
Lyllian uscì dall'ascensore e proseguì il suo discorso: «Potevo fare cose che prima non avevo mai neanche immaginato»
«E ora che cosa hai fatto? Perché quell'uomo è venuto ad aprirci?» chiese il suo migliore amico, indicando un punto impreciso con il dito.
La ragazza sospirò e scansò una signora che le stava venendo contro.
«Ho scoperto di essere in grado di modificare le emozioni della gente intorno a me.»
Un secondo dopo si sentì svenire. Voleva scappare da lì e il cuore aveva preso a battergli nel petto come una mitragliatrice.
Sarebbero morti. Sarebbero morti. Sarebbero morti sicuramente.
Poi tutto svanì e Lyl li schioccò la lingua sul palato.
«Quell'uomo, ha solo seguito l'istinto che lo spingeva ad andare via e ha aperto la porta per fuggire.»
«Poi hai fatto in modo che l'effetto svanisse e lui è tornato indietro.» Concluse Finn, grattandosi la barba che si stava riformando dopo l'ultima rasatura.
La ragazza annuì, ma non aggiunse altro.
Den riconobbe il luogo dove si era allenato con Ai Lin e sperò di trovarci la ragazza, magari intenta ad allenarsi con qualcun altro.
Ma, invece, la camera dalle pareti trasparenti era completamente vuota e di lei non c'era alcuna traccia.
Si guardò intorno per qualche istante, rendendosi conto di aver solo sprecato il suo tempo, e poi riprese a camminare, sperando che gli altri due lo seguissero. Ma non accadde e fu costretto a voltarsi per richiamarli.
Si bloccò.
Lyllian stava nuovamente facendo qualcosa con i suoi poteri. Aveva posato le mani sulla maniglia e aveva chiuso gli occhi.
Un secondo dopo li aveva riaperti e si era inoltrata nel corridoio opposto a quello in cui si era infilato Den.
Finn lo guardò confuso e fece spallucce, poi le andò dietro senza fiatare.
Proseguirono per qualche metro e poi svoltarono tre volte.
Infine Ai Lin era lì, intenta a meditare insieme ad altre cinque persone, tutti con gli occhi chiusi e le espressioni rilassate.
«Una stanza del silenzio...» annunciò Finnick, guardando l'interno di quella camera.
Den si rese conto di non esserci mai stato lì. Nessuno gli aveva detto quando andare a meditare e lui non sapeva neanche come farlo. Doveva semplicemente sedersi e iniziare a dire "Ohmmm..."? Forse avrebbe fatto meglio a non emettere alcun verso, oppure lo avrebbero preso per pazzo.
«Entriamo?» chiese Lyl, guardando entrambi con aria dubbiosa.
«Forse possiamo semplicemente bussare...» propose Den, poggiando il suo sguardo sulla ragazza dai tratti orientali, seduta su un pavimento che aveva tutta l'aria di essere molto morbido.
Ma, prima che potessero anche solo battere le ciglia, Ai Lin aprì gli occhi e iniziò a fissarli.
Finn lo guardò e poi cercò aiuto nello sguardo di Lyl.
«Le hai fatto qualcosa?»
Ma la ragazza negò con la testa e rimase ferma a osservare i movimenti della ragazza orientale.
Quella si alzò e uscì dalla stanza in completo silenzio, venendogli in contro.
«Ciao Donovan, è bello rivederti» pronunciò, muovendo quelle labbra rosee e facendo volare lo sguardo sugli altri due presenti.
Den ricordava il suo potere. Ricordava il dolore che gli aveva provocato e avrebbe fatto di tutto per non subirlo di nuovo. La statura minuta della ragazza poteva ingannare parecchio, ma lui aveva avuto l'onore di assaggiare le sue potenzialità.
Ai Lin si presentò anche agli altri due ragazzi e poi aspettò che qualcuno parlasse.
Donovan guardò i suoi amici e poi decise di prendere la parola per non sprecare altro tempo.
«Senti, tu sai qualcosa in più a proposito dei nostri poteri?»
Lei lo guardò stranita e poi scosse la testa. «Non ho capito dove tu voglia arrivare, spiegati meglio»
Il ragazzo si portò una mano tra i capelli biondi e poi si strofinò una mano sulla fronte, soppesando le parole e provando a spiegare il concette nel modo più facile e diretto possibile.
«Ci è stato detto che le nostre capacità sono molto più vaste di ciò che crediamo, ma non abbiamo avuto l'opportunità di capire meglio questo concetto.»
Ai Lin parve improvvisamente a disagio, si guardò intorno e poi li spinse verso un corridoio secondario e privo di qualsiasi porta.
«Ragazzi, chi vi ha detto queste cose?»
Finn la guardò per qualche secondo e poi aggrottò le sopracciglia.
«Un uomo che è morto subito dopo averlo detto»
La ragazza rimase zitta per qualche secondo. Le sue labbra si muovevano, silenziose e non emetteva alcun suono. Poi parlò: «Anakin.» Disse solo, e tutti capirono che lei dovesse sapere qualcosa in più.
«Ragazzi, andate in biblioteca, vi raggiungerò lì. Prima devo parlare con una persona»
E così facendo sparì lungo i corridoi.
•••Angolo Autrice
Ciao a tutti, pronti per il weekend?
Io assolutamente sì, spero tanto di riuscire a scrivere il prossimo capitolo in tempo per pubblicarlo martedì prossimo. Vedremo...
Ma parliamo del capitolo qui presente, cosa ne pensate?
Ai Lin sarà d'aiuto per la nostra squadra di poveri disperati?
Vi aspettavate un suo ritorno?
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina!
Se volete condividere con me i vostri pensieri non esitate a lasciare un commento, adoro chiacchierare con voi!
Ma se la storia vi sta piacendo tanto tanto tanto vi suggerisco anche di condividerla su scala mondiale!
Okay, magari con parsimonia...
Jen🍻
HO FATTO IL CAST!!!
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