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34. Corsa a perdifiato

La corsa verso la stanza 499 fu silenziosa e piena di aspettativa. Lyllian sentiva di star perdendo il fiato a ogni passo ma, come tutti gli altri, decise che non era il momento di lamentarsi e ingoiò un'altra boccata d'aria, mentre le gambe la imploravano di fermarsi e i polmoni iniziavano a bruciarle.

Anche Gideon si era aggregato a loro e correva a perdifiato proprio dietro la spalla di Alyssa, come se la questione riguardasse anche lui.

Effettivamente la questione riguardava anche lui.

L’insegnante di Den sembrava fluttuare, da quanto era silenziosa, Lyl a malapena riusciva a sentirla respirare, era alquanto surreale, ma si disse che probabilmente il rumore del suo respiro affannato stava coprendo anche molti dei rumori intorno a lei.

Quando il legno prese a scricchiolare sotto i loro piedi, Lyllian potè costatare che erano ufficialmente vicini alla loro stanza.

L’arredamento pacchiano e la polvere pesante creavano uno strano quadro, e la fioca luce che filtrava dalla finestra in fondo al corridoio le fece notare che stava ancora piovendo lì fuori.

Probabilmente perfino il cielo si stava disperando per quello che stava succedendo.

Per quanto avrebbe piovuto ancora?

Giunsero davanti alla sua stanza che il cuore le stava uscendo dalla gola. Anche tutti gli altri sembravano più o meno nelle sue stesse condizioni e, tra ansimi e fiatone, nessuno riuscì ad aprire la porta in fretta.

Il primo a riprendersi fu proprio Gideon, che si rialzò dalla sua posizione accucciata e bussò tre volte alla porta, sospendendo il tempo per qualche istante.

Silenzio.

Nessuno rispose dall’altro capo della porta.

Lyllian si scambiò un’occhiata con Den e poi Gideon bussò di nuovo, aggrottando leggermente le sopracciglia e occhieggiando Alyssa per qualche secondo.

Ma i tonfi sulla porta rimbombarono nel corridoio e nessuno aprì per accoglierli.

Lyl si costrinse ad alzarsi e ignorare i polmoni squarciati e si affrettò a spingere la maniglia e entrare nella stanza.

Ma i suoi occhi si posarono sui letti sfatti, sulle finestre aperte e sui comodini in legno che le ricordavano quelli dei conventi.

Nessuna traccia di Juno.

«Probabilmente è ancora in riunione con Tiana» ipotizzò Alyssa, con una strana espressione sul volto, come se perfino lei stentasse a credere a ciò che le era appena uscito dalla bocca.

Finn avanzò di qualche passo e si guardò intorno stringendo la mascella e provando a scansionare meglio la zona.

«Io non sento nessun battito, qui non c’è di sicuro» decretò poi.

Qualcuno sbuffò una risata e poi Den parlò dietro di loro.

«Grazie, Fnnick, se non ce lo avessi detto avremmo sicuramente pensato che si fosse mimetizzata contro le pareti. Che ne sai, magari ha anche il potere del camaleonte! E’ un camaleonte veggente.»

Lyl si costrinse a trattenere il sorriso che minacciava di affiorarle sulle labbra. Non era il momento per quelle sciocchezze, dov’era Juno?

Finnick non rispose, ma Gideon sembrava avergli lanciato un’occhiata divertita di nascosto.

«Fa’ quella cosa, Lyllian» le suggerì il suo migliore amico, voltandosi verso di lei e annuendo leggermente con il capo.

Le ci volle qualche secondo per capire cosa intendesse con quella cosa ma poi, quando gli occhi scuri di Finn iniziarono a farsi più eloquenti, lei annuì e seppe esattamente cosa doveva fare.

Avrebbe preferito andarci piano, in realta. Aveva ancora paura di quello che era stata capace di fare in precedenza e di quello che sarebbe sicuramente riuscita a fare in futuro.

Ma Juno era una di loro e, nonostante fosse difficile da credere, il gruppo aveva bisogno di lei. Come aveva bisogno di tutti gli altri membri.

«Va bene. Posso farlo.» Aggiunse, più a sé stessa che al ragazzo in piedi di fianco a lei.

E così chiuse gli occhi e si concentrò.

Un secondo dopo, una colata calda le avvolse il petto, si espanse e scese lungo le sue gambe. Poi lei divenne quell’energia e lasciò che si radicasse sotto di lei come le radici di un albero invisibile.

Le lingue di potere si infiltrarono nel pavimento e toccarono gli ospiti della stanza.

A quel punto le loro auree le sembrarono addirittura tangibili e modellabili, sapeva che ad un suo ordine il loro umore sarebbe potuto cambiare, ma non se ne curò e andò oltre.

Mentre la sua energia si infilava in tutte le stanze della villa, Lyllian incontrò l’aura di Logan, di Tiana e del comandante dei Ranger, tutti nelle rispettive stanze, intenti a svolgere i loro compiti.

Ma in quel momento si accorse che la sua corsa stava rallentando, le sue radici di potere avevano iniziato a far fatica ad avanzare e la testa iniziava a farle male.

Non si era mai allenata abbastanza da imparare ad andare lontano con quella strana capacità, quindi iniziava a stancarsi.

Poi riuscì a toccare il perimetro della villa e si affrettò a ritirare le sue radici.

Quando aprì nuovamente gli occhi ebbe un capogiro e Finnick le fu subito accanto per sostenerla sulle sue gambe.

Aveva bisogno di sdraiarsi.

Non le servì dirlo ad alta voce, il suo migliore amico se la trascinò verso il primo materasso libero e lasciò che lei ci si adagiasse sopra.

«Che hai visto?» chiese una voce femminile ai piedi del suo letto.

Lyllian non dovette abbassare lo sguardo per capire che si trattava proprio di Ai Lin, l’insegnante di Den.

Ma non rispose subito, aveva bisogno di un attimo di tempo per rimettere a posto la tormenta che le stava scombussolando la testa.

«Non c’è. Juno non c’è» annunciò infine, facendo una gran fatica a spingere via quelle poche parole.

«L’oracolo ha levato le tende?» domandò Gideon, ridacchiando subito dopo.

Non ebbe bisogno di vedere Finnick lanciargli un’occhitaccia, sapeva che lo stava facendo. Probabilmente anche Den e Alyssa se ne stavano occupando.

«Dobbiamo parlare con Tiana. Subito.» Disse Ai Lin, con un tono particolarmente urgente nella voce.

Lyllian riuscì a riaprire gli occhi e la fissò.

I suoi occhi a mandorla erano scuri come la notte e i capelli neri le ricadevano come pioggia sulle spalle.

Era minuta, ma sembrava avere qualcosa dentro che la rendeva tutt’altro che innoqua.

Den la guardò con la fronte aggrottata.

«Perché?»

«Tiana l’ha sicuramente cacciata, dobbiamo farle delle domande. In più voi avete bisogno del suo aiuto, che voi lo vogliate o no.» rispose la ragazza, puntando gli occhi su tutti i presenti in quella stanza.

La testa aveva iniziato a farle meno male e adesso riusciva finalmente a tenere gli occhi aperti senza che un conato di vomito le si stringesse in gola.

Così decise di mettersi a sedere e poi provò ad alzarsi, restando aggrappata a Finnick.

«Va bene» aggiunse poi. «Andiamo.»

In pochi secondi si stavano chiudendo la porta alle spalle e si stavano nuovamente addentrando nel corridoio centrale.

Non corsero, non ce l’avrebbe fatta a tenere il loro passo, quindi impiegarono un po’ di tempo prima di riuscire a raggiungere l’ufficio di Tiana, il capo di tutta quella baracca.

Lyllian non era mai stata in quell’ala della villa. Nessuno l’aveva mai richiamata e lei aveva preferito tenersi alla larga da qualsiasi tipo guaio.

Aveva già i suoi pensieri a cui pensare, non gliene servivano degli altri.

Fu Den il primo a bussare, subito dopo anche Alyssa iniziò ad accanirsi sulla porta con urgenza.

Il corridoio sembrava farsi sempre più stretto e soffocante, perfino le finestre sembravano starsi rimpicciolendo.

Poi Tiana aprì con un’ espressione tutt’altro che felice.

«Che volete qui?» tuonò fulminandoli con gli occhi.

«Dov’è Juno?» domandò Finn, con la voce di un cane rabbioso pronto all’attacco.

Anche Donovan e Alyssa sembravano nelle sue stesse condizioni. Tiana avrebbe fatto meglio a ponderare le sue parole…

«L’ho mandata via.» rispose lei candidamente, come se la cosa non potesse far altro che renderla felice e spensierata.

Lyllian si sentì improvvisamente sveglia e in pieno possesso delle sue forze. Sentiva addirittura la sua aura invadere prepotentemente la sua percezione.

«Cosa?!» strepitò poi, sganciandosi dal suo migliore amico e avanzando verso l’essere più viscido sulla faccia della terra.

Ma prima che l’altra potesse rispondere, Ai Lin si introdusse tra loro due e si rivolse al capo della villa.

«Tiana, ti prego, questi ragazzi hanno bisogno di te e tu lo sai» disse poi, scatenando il disgusto in quasi tutti i presenti.

Lyllian avrebbe preferito morire piuttosto che farsi aiutare da lei.

La ragazza rimase immobile con lo sguardo fisso su Ai Lin.

«Tu eri l’unica figlia di Anakin, tu sai tutto quello che tuo padre aveva imparato negli anni. Ti prego...»

E in quel momento, mentre il silenzio assoluto piombava sopra di loro, Lyl si rese conto di tre cose:

Uno, Juno li aveva abbandonati.

Due, le cose stavano prendendo un’orribile piega.

Tre, sarebbero sicuramente morti.

•••Angolo Autrice

Zan ZAN ZAAA!!!

Sisì, non fate caso a me, vado via tra pochissimo. Giuro.

Quindi, cosa ne pensate della scomparsa della nostra Juno?

E cosa pensate, invece, dei poteri di Lyllian?
Non ve lo aspettavate, eh!

Ragazzi, prima di lasciarvi andare liberi per i campi incolti volevo solo dirvi che, per chi fosse interessato ad un romanzo rosa che di rosa ha ben poco io sto scrivendo un'altra storia: Inspire Me.

Tecnicamente questa sarebbe pubblicità non richiesta ma sticazzi, questa è casa mia.

(Sono una persona per bene. Giuro)

Se il capitolo vi è piaciuto vi invito a lasciare una sbrilluccicante stellina (che mi aiuta tanto tanto) e un commento per comunicarmi i vostri pareri EHEHEHHEHE

Jen🍻

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