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Chapter 9.


"Oggi pizza?" urlò Freddie dal salotto.

Il bassista al suo fianco annuì non staccando gli occhi dal libro che stava leggendo.
Brian dalla cucina gridò un "Sì" mentre il batterista sorrise alla sola parola "pizza".

Amava mangiare, la pizza poi era quello che preferiva.
Ogni estate andava in Italia ed era lì che aveva imparato ad amare quel piatto.
A Londra la pizza era alquanto gommosa  ma bastava per renderlo felice.

Insomma, la pizza è la pizza anche se della stessa consistenza di uno pneumatico.

"Rog, vieni un attimo in cucina?" il chitarrista gridó.

Roger si alzó dalla sedia ma si bloccó immediatamente.

Brian non lo chiamava mi "Rog".
Qualcosa non andava.
Lui era "Roggie" o "Tesoro", non "Rog".

Si sentì immediatamente vuoto e strano.

''Andiamo, non è successo nulla.
Come sei paranoico Roger.'' si disse.

Il ragazzo entró in cucina e sorrise alla vista di Brian intento a guardare intensamente l'acqua bollire.

"Oh ciao!"

Oh ciao.

Non c'era l'aggiunta di "caro" o "Tesoro" o ancora "Roggie".
Brian non stava neanche cercando un contatto fisico con il minore.
Era tutto tremendamente strano per il biondo.

"Volevo chiederti... Preferisci il tè verde o il tè alla pesca? A Freddie e a John faccio il solito alla pesca tu quale vorresti, Roger?"

Il volto del chitarrista era serio, non sorrideva, non cercava di metterlo a proprio agio come faceva sempre.

"T-tè verde" taglió corto il batterista deluso.
                      

                          ooooooooo

"No lei non ha capito... UNA VEGETARIANA, solo una... Esattamente...
Una salame,prosciutto,funghi,patate, pancetta e zucchine...
No... NON VOGLIO UN SUCCO DI MELA BIOLOGICO IN OMAGGIO SE LO TENGA LEI."

Freddie stava ordinando, a modo suo.

John si stava sbellicando dalle risate
ma Roger non riusciva a divertirsi.
Si sentiva strano, il riccio era strano.
Quantomeno con lui.

"John oggi tocca a te apparecchiare, tesoro." disse Brian rivolgendosi al bassista.

No.
Roger a quel punto si sentì frantumare in mille pezzi.
Il chitarrista aveva chiamato tesoro John.

Perchè John sì e lui no?
Perchè gli aveva sorriso?

Il biondo si alzó dal divano violentemente e andó verso il bagno per calmarsi.

Brian lo seguì con lo sguardo, sentendosi improvvisamente in colpa.
Ma lo stava aiutando.
O almeno, stava cercando di aiutarlo.

Il batterista si lavó il viso nervosamente.
Si guardó per un attimo allo specchio.

Il suo cerotto sul collo, i segni di morsi ancora evidenti, i suoi occhi lucidi ed il suo volto stanco.
Provó improvvisamente una terribile nausea.

Tornó nella sala, leggermente piú rilassato, trovando la tavola apparecchiata e le pizze sul tavolo.

"A tavola!" annunció Freddie entusiasta.
Il biondo si sedette per primo, mentre al suo fianco si posizionó il cantante.

Brian era dall'altra parte del tavolo e sembrava molto felice.

Solitamente, pur di stare al fianco del batterista il riccio buttava a terra Freddie facendolo spostare con la forza.
Questa volta, era indifferente.

Roger sentì un groppo alla gola e il cibo davanti ai suoi occhi non gli andava piú.
Guardó la pizza e inizió a giocherellare con la forchetta.

I ragazzi si stavano divertendo, stavano ridendo e scherzando, ma lui non si sentiva minimamente a proprio agio e Brian lo aveva notato.

Lui voleva solo lasciarlo riflettere e lasciargli suoi spazi.
Nulla in piú.
Solo che... Il batterista non sembrava rilassato o felice.
E questo lo preoccupava.

"I-io non ho fame." dichiaró Roger alzandosi dalla sedia.
"N-non mi sento bene"

In quel momento il chitarrista si sentì male.
"Cosa c'è che non va Roger?" chiese cercando di sembrare il piú dolce possibile.

Il biondo lo guardó dritto negli occhi.
Una volta incontrati quelli castani si sentì leggermente meglio.

"H-ho solo un po' d-di mal di testa"

Il chitarrista annuì, lasciando andare Roger in camera sua.

"Cazzo Brian, l'ha presa malissimo" sbottó Freddie una volta scomparso il batterista.

Il riccio portó il bicchiere d'acqua alla bocca, guardando il cantante tristemente.
"Lo so... Ho esagerato.
L'ho praticamente ignorato..."

La tensione era persistente nella stanza e la coscienza lo stava letteralmente uccidendo.

                       oooooooo

Il biondo si buttò sul letto lasciando uscire un singhiozzo dalle sue labbra.
Era distrutto, deluso, solo.

Come prima.

Affondó la sua testa tra i cuscini e urló per sfogarsi.
Ne uscì un suono strozzato.

Si tolse la canottiera di Brian e la lanció in un angolo della stanza.

Perchè era così arrabbiato e deluso?
Il chitarrista poteva fare quello che voleva, infondo, lui era solo un semplice amico.

Un semplice amico.

Si mise sotto le coperte non trovando il minimo conforto.
Aveva bisogno di un abbraccio, di contatto fisico.

Ma non contatto fisico con una persona a caso, ma aveva bisogno di Brian.

Non trovava una motivazione per cui voleva il riccio lì.
Forse era l'unico che gli dimostrava veramente affetto.

Era andato via di casa giá a 16 anni e non aveva mai avuto qualcuno che lo trattava in quel modo.

Baci, abbracci, carezze...

Si raggomitoló stringendo le ginocchia al petto.

Si mise dalla parte in cui solitamente dormiva il chitarrista, calmandosi quando l'inebriante profumo di Brian arrivó alle sue narici.

Il suo cuscino aveva l'odore di quei riccissimi e bellissimi capelli.

Sì, per Roger quei capelli erano divini, perfetti.
Li adorava.

Lasció scorrere delle lacrime dalle sue guance e pianse, lasciando i suoi sentimenti andare.
Aveva bisogno di Brian.

Lui voleva Brian.

La testa gli iniziò a girare terribilmente.

Due braccia lo tenevano bloccato.

Il suo polso venne contorto dolorosamente.

No non di nuovo.

Roger sentì la sua testa scoppiare.
Si alzó dal letto e fece qualche passo per dirigersi al piano inferiore.

"Brian!" cercava di urlare con le lacrime agli occhi.
"B-Bri..."

Il biondo si scontró con un tavolino.

Il suono di un vetro rotto lo fece sobbalzare.
Il panico e la paura lo stavano letteralmente tormentando.
                          ooooooo

"Per me è SPAVENTAPASSERI!" urló John trionfante.

Era l'ennesimo gioco stupido che stavano facendo, ma Brian non era felice e non partecipava con entusiasmo.

La sua mente era altrove.

Il solo pensiero di Roger solo lo rendeva triste.

Si sentiva male ogni volta che il piú piccolo lo guardava deluso e malinconico.

Era colpa sua.
Doveva rimediare.

Crack
Il suono di qualcosa di rotto lo sveglió dai suoi pensieri.
Veniva dalla sua camera.

Oh no.

Corse velocemente per le scale e arrivó nella camera.

Trovó il biondo in un angolo della stanza piangere ininterrottamente con le ginocchia al petto.

Il suo cuore si spezzó.
Ecco l'ennesima cazzata fatta.

"Oh tesoro, respira"  lo pregó il chitarrista accarezzandogli la schiena dolcemente.

Al solo tocco, Roger aprì gli occhi.
Cercó subito quelli del maggiore e una volta trovati si lasció completamente andare.

"Oh, amore mio, cosa ti è successo, cosa ho fatto" mormorava il riccio stringendolo tra le sue braccia.

Asciugó le lacrime del batterista e lo trasportó sul letto.
Il biondo appoggiò la testa sul petto del riccio e si lasció cullare dalle sue carezze.
Non ne poteva fare a meno.

"Cosa è successo, tesoro?" domandó il maggiore dolcemente accarezzandogli il collo.

Per quanto potesse essere strano, toccare e calmare Roger lo faceva sentire bene, lo adorava.

"P-potrei chiedere la stessa cosa a te."

Il biondo appariva molto serio e si stava mordicchiava il labbro inferiore nervosamente.

"Roggie, io lo stavo facendo per te...
Forse tu volevi i tuoi spazi, i-io non sono così, io-"

Al solo Roggie il batterista sentì dentro di sè un sollievo enorme.
Quanto amava quel Roggie.

Si giró improvvisamente e lo guardó dritto negli occhi.
Brian avrebbe voluto dirgli quanto li trovava belli e quanto lo trovava bello.

Il viso del biondo si avvicinó timidamente a quello del chitarrista senza mai separare i suoi occhi da quelli castani.

A lui piacevano le ragazze.
Non era così?
Aveva mentito a sè stesso da una vita?

Il riccio non osava dire nulla, quella vicinanza lo stava facendo impazzire.

Roger si avvicinó alla bocca di Brian lentamente, sempre con lo sguardo incollato al suo.

Il maggiore sentì qualcosa bruciare dentro di sé, voleva assolutamente assaggiare quelle sue dolcissime labbra.
Ma doveva stare fermo, purtroppo.

Il batterista si sporse un po' di piú.

Improvvisamente quelle labbra si sfiorarono.















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