Chapter 8.
"Oh guarda, pensavo che un asteroide ti avesse ucciso!
Non ti si vedeva da decenni!" recitó Freddie alla vista del chitarrista alla porta.
"Veramente Mercury? Tu pensi?" rispose il riccio.
Il dibattito stava per ricominciare quando Brian notó il batterista seduto su una sedia.
"Ciao tesoro, fa molto male?" domandó premurosamente il riccio accarezzandogli una spalla.
Il batterista scosse la testa sorridendo, facendo sorridere a sua volta il maggiore.
Brian si sedette vicino a Freddie sbuffando.
"Ce l'ho ancora con te, testa di minchia."
"Mh... Linguaggio dantesco eh?" lo riprese Freddie.
"Poi, il tuo gioiellino è tornato come prima, il mio no."
Gli occhi del chitarrista si illuminarono.
"In-in che senso?" chiese eccitato.
"Rog, porta qui la chitarra" ordinó con fare da regina Freddie.
Timidamente, il batterista portó lo strumento tra le mani del suo creatore.
Le labbra del riccio si incurvarono in un sorriso ed i suoi occhi sprizzarono di felicitá a quella vista.
"Oh mio Dio" mormoró accarezzando la superficie liscia e rossa della sua chitarra.
Sembrava quasi commosso.
"Chi è stato? Chiunque sia lo ameró tutta la vita e... Oh Cristo, pensavo che la mia Red Special fosse stata persa per sempre!"
"Ah... Parla con il nostro batterista... Ha impiegato ore a farla tornare così!" dichiaró Freddie andandosene velocemente.
Roger si sentì arrossire ma era orgoglioso di quel che aveva fatto.
Sentiva tutta la stanchezza volare improvvisamente via.
"Oh tesoro...Come hai fatto e perchè lo hai fatto?"
"T-tu eri triste ed i-io volevo farti felice" mormoró il biondo con la testa abbassata.
Il chitarrista alzó il volto di Roger con due dita e sorrise dolcemente.
"Come hai fatto, caro? I-io sono così contento!"
Il batterista non parló, se avesse mostrato la condizione delle sue unghie, Brian si sarebbe preoccupato nuovamente.
"Immagino che tu non abbia usato l'acqua perchè sei intelligente a differenza di quei due" ipotizzó il riccio accarezzandogli i capelli dolcemente.
Improvvisamente il sorriso del chitarrista scomparve, cosa che terrorizzó il biondo.
Brian notó il modo in cui il minore nascondeva le unghie.
"Roggie, fammi vedere la mani" chiese accarezzandogli il collo.
Silenzio.
"Roger." disse serio togliendo la mano.
Senza rendersene conto il biondo aggrottó la fronte e fece uscire un lamento dalle sue labbra.
Amava quel tocco, e l'improvvisa scomparsa della mano di Brian dal suo collo lo rattristó.
Il chitarrista sorrise alla vista di quel Roger insoddisfatto ma cercó di tornare serio.
"Dammi la mano tesoro, sai che puoi fidarti di me, o no?"
Aspetta.
No.
Non poteva fidarsi piú di lui.
Lo aveva colpito e ferito, non si poteva fidare.
Merda.
Timidamente mostró le dita.
"Oh, Roggie"
Le sue mani erano rovinate, le unghie spezzate e verdi, il palmo ricco di graffietti.
"Perchè l'hai fatto, guardati tesoro.
Perchè devi sempre farti del male a causa mia?"
Il batterista ritiró velocemente la mano.
"N-non è successo nulla, l-l'importante è che ora sei felice"
Il riccio sorrise a quelle dolcissime parole.
"Ah sì? Come posso essere io felice se tu ti sei ridotto così?" domandó il maggiore abbracciando Roger.
"Vieni qui, forza"
Il riccio aprì le braccia e le gambe, per farlo sedere su di lui.
Roger non avrebbe fatto una cosa del genere con nessun altro.
Solo con Brian.
Ma a lui piacevano le ragazze.
O forse no?
Le erano sempre piaciute o forse... non era mai stato così?
Stava mentendo a sè stesso da anni?
Quei pensieri lo resero improvvisamente triste e Brian non tardó a capirlo.
"Cosa c'è, tesoro?"
"N-nulla" taglió corto il batterista.
"Non mentirmi, Roger."
"Ecco... V-volevo chiederti..." prese coraggio il ragazzo.
"Come hai capito di e-essere... G-gay?
NON CHE CI SIA NULLA DI MALE" disse Roger quasi urlando le ultime parole.
"Beh... Fino ai 14 anni pensavo mi piacessero le ragazze..." inizió il chitarrista intrecciando le sue dita tra i capelli biondi.
"In realtá ho sempre mentito a me stesso...
Non è facile accettarsi, Roggie.
Ma... A me piaceva il cazzo e dovevo ammetterlo" finì ovvio Brian sorridendo.
"Perchè me lo chiedi, tesoro?"
Roger inizió a mordersi l'interno guancia nervosamente.
"N-nulla, S-solo si puó diventare... G-gay per una p-persona?"
La bomba l'aveva sganciata.
Brian lo guardó pensante, corrugando la fronte.
"Mi stai sorprendendo, caro.
Ma... Non saprei , bisogna essere veramente attirati da una persona per cambiare orientamento da un giorno all'altro."
Il biondo annuì.
Era troppo confuso.
La mattina dopo, Brian si sveglió prima del solito.
Ovviamente aveva dormito con il batterista.
Roger aveva rifiutato educatamente e aveva detto che non voleva ancora disturbarlo.
Ma il chitarrista, non poteva minimamente pensare di lasciare da solo il biondo e lo costrinse a stare lì.
Nei suoi occhi c'era ancora la paura di stare da solo, le sue mani tremavano ancora.
Il riccio era concentrato a guardare il viso beato e rilassato del batterista.
I capelli erano in disordine e le sue labbra socchiuse.
Il minore stava giocando con i capelli del chitarrista.
Lo faceva senza accorgersene, era ancora mezzo addormentato e i suoi occhi erano leggermente aperti.
Semplicemente giocava con le ciocche ricce intrecciandole tra le sue dita.
E,stranamente, a Brian non dispiaceva.
Nessuno poteva toccargli i capelli.
Si indemoniava.
Ma le dita sottili di Roger erano diverse da quelle luride degli altri.
Improvvisamente quegli occhi celesti si aprirono incontrando quelli color nocciola.
"Buongiorno!" mormoró il chitarrista mettendo una mano tra i capelli biondi.
"Giorno" sorrise il piú piccolo.
"S-sei sveglio da molto?"
"Abbastanza"
Lo sguardo di Roger si posó sulla sua mano.
Era tra i capelli di Brian.
"Oh... I-io" disse tirando la mano indietro "S-scusa"
"Non mi dava fastidio tesoro"
A letto il tempo per Roger sembrava volare.
Si sedette e chiese timidamente al maggiore cosa poteva mettersi.
Il riccio lo trascinó davanti al suo armadio.
Era veramente enorme.
Cercare qualcosa di sobrio era impossibile, semplicemente impossibile.
I jeans di Brian erano incredibilmente stretti e la stessa cosa valeva per le magliette.
Scelse una canottiera nera, enorme per lui ma che gli piacque molto.
ooooooooooo
"No Freddie."
La voce di John si sentiva dalla cima delle scale.
"Ma io non l'ho fatto apposta!"
"SAPEVI BENISSIMO CHE MI STAVO LAVANDO.
NON TI HANNO INSEGNATO CHE SI BUSSA PRIMA DI ENTRARE CAZZO?"
Il cantante fece spallucce continuando a scusarsi inutilemente.
Brian fu il primo a scendere e li guardó ridacchiando.
"Calma bambini, non uccidetevi."
"Quando tu e questo vi stavate ammazzando io non ho detto nulla, quindi stai zitto" lo interruppe il bassista seccato.
Il riccio scosse la testa.
John era un ragazzo calmo e riservato, ma quando doveva farsi valere, lo faceva nel migliore dei modi.
"Roger come sta?" chiese Freddie per cambiare discorso.
"Bene... È solo strano" disse il chitarrista ricordandosi la notte precedente.
Il cantante lo guardó confuso sedendosi a tavola con Brian.
"Mi fa domande strane, non parla mai in questo modo." continuó il riccio versandosi il latte in un bicchiere.
"Del tipo?" domandó il maggiore ancora confuso.
"Tipo...
"Si puó diventare gay per una persona?" e cose del genere." chiarì.
Freddie lo guardó per un attimo poi aprì la bocca per parlare.
"Bri, penso che sia colpa tua."
Brian corrugó la fronte spostandosi i capelli, quasi offeso.
"Cosa intendi?"
Il cantante mise entrambe le mani sul tavolo e lo guardó dritto negli occhi.
"Il modo in cui gli parli, lo tocchi, ti rivolgi a lui forse lo sta confondendo.
Siete sempre vicini e forse... Beh...
Due amici non dormono, non si "coccolano" come fate voi.
Abbiamo mai dormito insieme noi due?
No Brian, ma siamo amici"
Il volto del chitarrista si indurì e non tardó a rispondergli.
"Roger è un ragazzo molto sensibile.
Ha solo bisogno di me perchè sono l'unico che riesce a calmarlo.
Quindi, chiudi quella cazzo di bocca e lascialo in pace." terminó il ragazzo alquanto innervosito.
Ma, se fosse vero?
Se Brian lo stesse confondendo con le sue attenzioni?
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro