Chapter 32.
"A Natale scarterai il mio pacco.
T."
Roger guardó con orrore il foglio tra le sue mani.
Come...Come era finito nel loro soggiorno?
Cosa ci faceva lì?
Il batterista sentì la sua testa girare e si appoggiò al muro, stringendo in un pugno il pezzo di carta.
"Girati fammi vedere il-"
"Oh Blondie..."
"Non ti faccio nulla avevi qualcosa tra i capelli-"
"Oh, Roggie, sei in piedi"
Brian.
Il ragazzo mise il biglietto in tasca velocemente sorridendo al maggiore.
Il riccio lo attiró in bacio sfiorandogli con il pollice una guancia.
Notó peró il corpo magro teso contro il suo.
"Cosa c'è, tesoro? Tutto bene?"
Il biondo annuì freneticamente forzando un sorriso.
"Fa...Solo freddo" si giustificó.
Il chitarrista annuì.
"John non ha accesso il riscaldamento...
Congelerai così, corri a vestirti" mormoró al minore lasciandogli un bacio sulla fronte.
Roger sorrise correndo su per le scale.
Non voleva dirglielo.
Brian si sarebbe preoccupato e questo era l'ultimo giorno prima che andasse dai suoi genitori per Natale.
Doveva essere tutto perfetto.
Si infiló un maglione del suo ragazzo, cercando un paio di pantaloni.
Purtroppo, non ne trovó un paio pulito, e arrivó alla conclusione di stare solo con quell'enorme maglia.
Gli arrivava a metá coscia, ed era calda.
Poi, Freddie e John dovevano riprendersi dalla sbronza del giorno prima, si sarebbero svegliati tardi.
Pettinó i capelli con cura e si guardó allo specchio.
Non era particolarmente attraente quel giorno.
Scrolló le spalle irritato ma ridacchió dopo poco.
Aveva detto al riccio che aveva freddo e girava mezzo nudo per casa.
Beh, Brian non si sarebbe di certo lamentato.
Scese le scale sentendo l'aria fredda gelargli la pelle.
Arrivó in soggiorno notando il maggiore che leggeva seduto sul divano a gambe incrociate.
Il chitarrista alzó gli occhi dal giornale sorridendo, per poi guardare il ragazzo avvolto nel suo maglione giallo.
"Oh..." sospiró alzandosi.
Si avvicinó al minore spostando i suoi capelli e osservando meglio le gambe nude.
"Bello..." mormorò.
"Non avevi freddo, piccolo demonio?"
Roger rise circondando il collo del maggiore con le braccia.
"Non ho trovato altro..."
"Oh, non ho detto che non mi piaceva mh..."
Il biondo rivolse un sorriso compiaciuto ma la sua fronte si corrugó poco dopo.
"Sta bruciando qualcosa?"
"Il mio cuore, la mia anima e ogni parte di me va in fiamme quando mi regali uno sguardo o-"
"I TOAST!" urló il batterista correndo verso la cucina.
Brian rimase solo nella stanza, con le labbre imbronciate.
Niente Romanticismo, May.
Raggiunse il ragazzo, che nel panico girava intorno al tostapane saltellando.
Era carino, vederlo impazzire per le piccole cose.
"Ehi ehi ehi, piccolo leprotto, rilassati, ci penso io" lo calmó il riccio tirando fuori il pane carbonizzato con fermezza.
Roger annuì, sedendosi sul bancone e osservando il suo ragazzo rimetterci del pane per fare dei toast.
"Quando l-li hai messi?"
"Appena sei salito tu, dio che disastro..."
"Bri" lo tiró per un braccio il biondo.
"Mangeremo cereali... Forza lascia stare"
Il chitarrista scosse il capo.
"Tra qualche minuto saranno pronti, tesoro." mormoró appoggiando le mani sul bancone, ai lati dei fianchi del minore.
"Sei così luminoso oggi, angelo..." sussurró contro un suo orecchio.
"È perchè me ne vado?"
Roger teneva gli occhi chiusi assaporando il calore di Brian contro di lui.
"N-no... Tu...Mi mancherai"
Il riccio sorrise prendendo il mento con l'indice.
"Fa sapere a ogni singolo umano che ti si avvicina, che hai un ragazzo tremendamente geloso..."
Il batterista si morse un labbra, baciandolo dolcemente.
"Non staró con altri se non Freddie e Deaky..."
"Ed è questo che mi preoccupa!"
Una risata abbellì il viso del biondo che vedeva intanto il maggiore tirare fuori il pane tostato.
Si occupó poi di apparecchiare la tavola, mettendo burro, marmellata, succo d'arancia e piccole schifezze che Roger amava.
Una volta pronto tutto, rivolse uno sguardo per rimproverare il biondo.
"Signor Taylor!" disse serio.
"Non le è stato insegnato come sedersi?"
Roger arrossì ricordando il modo in cui le sue gambe erano divaricate e il maglione fosse relativamente corto.
"Io... "
Il chitarrista afferró il viso del suo ragazzo, incontrando gli occhi blu mare.
"Tu mi farai diventare matto, maledetto angelo."
Il biondo abbassó lo sguardo, nascondendo poi il viso nell'incavo del collo del riccio.
Brian circondó la sua vita, baciandogli i capelli.
"Ti prego, vieni con me domani.
Non riuscirei a stare così lontano da te..."
Il minore posó un bacio sulla sua guancia sorridendo.
"Ci penseremo dopo, mh?
Ho fame ora Bri..."
Il riccio rise aiutando a far scendere il batterista dal bancone.
Si sedettero entrambi a tavola, ancora guardandandosi teneramente.
"Sono un ragazzo così fortunato..." sorrise il biondo mentre il maggiore gli afferrava una mano.
"Questo ed altro per te, mio dolce tesoro..." rispose Brian.
"Ora come dicono i francesi...
Bon appétit, mon amour" mormoró baciando il dorso della mano di Roger.
Il batterista arrossì.
"Sai p-pure il francese?"
Il riccio alzó le spalle.
"Le basi...
Je t'aime..." sussurró contro l'orecchio del batterista che chiuse gli occhi respirando lentamente.
"Ma chérie... Beau garçon..." continuó facendo passare le sue dita sulla coscia del ragazzo.
"J'ai la Tour Eiffel dans les pantalons..."
Roger si godette il tocco delicato prima di capire e schiaffeggiargli il braccio.
"Brian!" rise rosso in viso.
"Je suis désolé!"
"Smettila! Rivoglio il mio gentleman inglese..." mormoró il batterista.
"Oh, conosco tantissime parole che-"
Il ragazzo fu interrotto da una figura sulla porta.
John.
Il suo viso era stanco e i suoi capelli in disordine.
"Ehi Deaky, giá sveglio?" chiese il chitarrista.
Il bassista sbuffó andando verso il frigo.
" Freddie suona il maledetto pianoforte alle 9 di mattina.
Ho dormito 3 ore."
Il biondo trattenne una risata, guardando John mettendo del formaggio sul pane.
"I come from London town, I'm just an ordinary guy..."
Il castano sbattè una mano sul tavolo.
"CHIUDI IL BECCO MOZART DEI MIEI COGLIONI"
Roger rise mentre dal piano superiore la voce di Freddie si faceva piú potente.
"CRISTO!" urló il bassista.
Il chitarrista si godette semplicemente le risate del suo amato, mentre mangiava allegramente.
Il suono del piano cessó e dei passi svelti sulle scale fecero borbottare il bassista.
"Buongiorno miei tesori!" si annunció il cantante.
"Tu, prova di nuovo a svegliarmi così presto in queste condizioni e ti attacco al muro." minacció il minore.
Freddie rotoló gli occhi indietro.
"Oh sì, ti prego Johnny..."
"DATEMI UNA KATANA, VI SCONGIURO!"
Roger continuó a ridere, appoggiandosi al riccio che lo guardava semplicemente innamorato.
Lo voleva sempre così.
Sempre.
Oooo
Dopo un'ora circa, una volta terminate liti e colazione.
I ragazzi decisero di fare l'albero.
In casa Mercury-May-Deacon (ed ora Taylor) era tradizione addobbarlo qulache giorno prima di Natale.
Tutti si impegnavano al massimo, mettendo palline, stelle e varie decorazioni.
Poi arrivó il momento di mettere la stella in cima.
Putiferio.
"Roggie, è tuo dovere posarla lassú.
Forza, amore" lo incoraggió Brian.
Roger guardó la cima con sopracciglia corrugate.
Poi si schiarì la gola.
"P-puoi abbassarti... Io..."
Il riccio sorrise prendendo il minore in spalla.
Sul viso del biondo regnava un adorabile sorriso infantile.
Messa in cima la stella dorata, Freddie inevitabilmente inizió a sbuffare.
"Volevo farlo io... Non è giusto...
Solo perchè è biondo."
John sbuffó
"Andiamo bambinone, rimettila..."
Sollevó il maggiore permettendogli di fare il suo volere.
"Ora, compagni, lo studio ci attende!
Muoviamoci!"
Il batterista, ancora sulle spalle del suo ragazzo, intrecció le dita tra i capelli ricci e battè le gambe.
"Andiamo mio destriero!" ridacchió.
"Ahi, Roger attento, Roger!"
Il chitarrista arrivó con il minore nella loro camera da letto.
"Ora, che ne dici di scendere, mh?
Dovremo andare, meraviglia"
Il biondo si lamentó stringendo le gambe intorno al suo ragazzo.
"Tirami giú se ci riesci!"
Brian ridacchió.
Roger sapeva essere tremendamente infantile e dolce.
"Siamo giocosi oggi?" domandó solleticandogli il suo collo.
Il batterista si contorceva ridendo, fecendoli sbilanciare in avanti.
Caddero entrambi sul letto, uno sopra all'altro.
Il minore guardó con i suoi occhi blu il chitarrista che lo stava sovrastando con il suo corpo.
Incredibile, come da un semplice gioco, erano arrivati a tali posizioni.
"Siami timidi ora eh, Roggie?" chiese il riccio baciandogli il collo e trascinando le mani verso il basso.
"Bri...Dobbiamo andare" mormoró il batterista cercando di alzarsi ma non riuscendoci.
"Dopo..."
"Se non andremo in studio, s-saremo costretti a trovare un altro lavoro..."
"Andremo a vivere dai miei, andiamo..."
Il biondo rise.
"N-non possiamo vivere lì abusivamente... Cosa mangeremo?"
Brian poggió i gomiti sopra la testa del suo ragazzo e lo guardó negli occhi.
"Beh, c'è qualcosa di gratis che posso produrre pro-"
"BRIAN!" un leggero rossore abbellì il suo viso.
Oooo
"Piú. Alto."
Roger sbuffó.
Erano ore, che la sua voce veniva abusata.
Brian e John erano sdraiati su un divanetto, guardando il povero biondo impazzire.
"Non ce la faccio piú... Insomma Fred, andava bene..." si lamentó il batterista bevendo l'ennesima bottiglia d'acqua.
"In The Lap Of The Gods ha un testo sublime.
Pretendo i miei acuti."
La voce del minore era naturalmente molto alta.
Il cantante adorava usarlo come sua cavia per le canzoni.
Acuti di qua, acuti di lá...
"Io ho m-mal di gola..." mormoró il ragazzo massaggiandosi il collo.
"Ah-ah non fare la vittima non mi impietosisci.
Piú, alto"
Il batterista piagnucoló qualcosa avvicinandosi al microfono.
Si schiarì la gola e un altissimo suono sorprese i presenti.
Il riccio chiuse gli occhi al suono angelico.
Era incredibilmente bello.
"Ce l'abbiamo fatta!
Dopo quaranta tentativi eccoci!" il cantante applaudì.
"In questo album, ognuno avrá il suo spazio, Brian e te canterete una qualche canzone, io anche.
E Deaky... La scrive."
"Oh beh, mi sembra ovvio!" disse ironico il bassista.
"Vogliamo qualcosa di innovativo!
Illuminaci Deaks" gli suggerì il maggiore.
Il castano annuì.
"Ho una vaga idea..."
Il chitarrista sorrise intanto al suo ragazzo, che aveva mimato un com'era?
Ovviamente la risposta fu un eccezionale amore.
Non capitava spesso di provare così presto, ma quando accadeva era una gioia.
Andare in studio alle 2 di notte era orribile ed improponibile.
"Quindi, per ora abbiamo
In the Lap Of The Gods,
Brighton Rock,
Killer Queen e Stone Cold Creazy?" chiese il cantante.
"Esattamente, per ora almeno, sono queste." rispose John lucidando con cura il suo basso.
"Roger...?" chiamó poi l'attenzione Freddie.
"Dimmi"
"Ne facciamo un' altra?"
Oooooo
Il pomeriggio passó veloce, tra acuti, riff di chitarra, di basso e bottiglie, bacchette e tamburi lanciati (nella direzione di Freddie nell'90%)
Roger era disintegrato e si era buttato sul divano lamentandosi.
Le sue braccia facevano male e le sue gambe lo stesso.
Si muoveva troppo alla batteria.
Il riccio gli stava portando qualcosa da mangiare visto che non avevano pranzato.
"Dobbiamo fare la spesa, in questo frigorifero ci sono mezzo limone e della maionese!" borbottó John chiudendolo violentemente.
Freddie mise le mani avanti.
"Tocca a Brian!"
Il chitarrista non era troppo attento a rispondergli.
Era occupato a dare qualcosa di nutriente al suo ragazzo.
Missione impossibile,insomma.
Prese del pane con del formaggio e un po' di prosciutto e si diresse verso il soggiorno.
"Ehi piccolo, stai poco bene?"
Il biondo mugoló.
"Ho mal di testa e... Non riesco a stare in piedi..."
Il maggiore aggrottó la fronte.
"È perchè non mangi.
Devi assumere piú calorie, tesoro.
Salti troppi pasti."
Roger scosse la testa.
"È la stanchezza, v-va tutto bene" mormoró levandosi a sedere.
Si appoggió immediatamente al suo ragazzo, quando vide tutto girargli.
"Roger, amore...
Ora mangiamo e poi ti porto a riposare, va bene?" domandó il riccio accarezzandogli la mascella con il pollice.
Il minore annuì prendendo piccoli pezzi di pane con formaggio e prosciutto.
Non si sentiva particolarmente in forma, ma non voleva dar dispiacere a Brian.
Se ne sarebbe andato, tra alcune ore.
Finito di mangiare, fu trasportato sul letto morbido.
Lì, finalmente a suo agio il ragazzo sospiró sollevato.
Fu coperto con amore dal chitarrista che si sedette al suo fianco per confortarlo.
Faceva passare le sue dita tra le ciocche bionde, mentre canticchiava qualcosa.
Era un'atmosfera tranquilla e dolce.
Semplicemente adorabile per la giovane coppia.
Poi Brian fece smettere alle dita di fare quei dolci movimenti circolari.
Roger ovviamente protestó ma il riccio gli sorrise.
"Non verrai con me, allora?" gli domandó.
Il minore abbassó lo sguardo.
"Non saprei Bri...
N-non saprei cosa dire o fare o come comportarmi..."
"Sii te stesso, per favore.
Staremo insieme, ci divertiremo"
Il biondo sorrise appoggiandosi al maggiore.
"Forse... La p-prossima volta?"
Il ragazzo sospiró.
"Va bene... Capisco, la prossima"
Roger si sentì in colpa nel deludere il suo ragazzo e gli si sedette in grembo, guardandolo in viso.
"Mi dispiace d-deluderti... I-io"
Brian lo zittì con un dito sulle sue labbra.
"Va bene, amore.
Davvero."
Poi, un bacio dolce li fece entrambi rilassare.
E il chitarrista sorrise a sè stesso.
"Io... Volevo darti una cosa prima di andare" mormoró frugando nel cassetto.
"Non potevo aspettare il mio ritorno..."
"Cos'è Bri?" chiese incuriosito il minore sporgendosi.
"Attendi solo un secondo..."
Il riccio prese un oggetto dal cassetto e se lo nascose dietro la schiena.
"Io... Ci tenevo che tu lo avessi.
Io ti amo, e non mi importa se la gente non lo vuole o altro..."
Ed ecco apparire davanti ai suoi occhi una scatoletta con un anello al suo interno.
Era grigio, probabilmente d'argento e in sè molto semplice.
Ma a quella vista gli occhi blu si illuminarono all'istante.
"Brian..." la sua voce era flebile e commossa.
"So che noi non potremo mai essere fidanzati o sposati davanti alla legge ma non mi importa perchè io-"
"Brian." lo interruppe il minore prendendogli il colletto della camicia chiara.
"Ti amo."
Il ragazzo si fiondó verso le sue labbra assaporandole.
Un lungo bacio, che sembrava voler far capire i sentimenti che provavano a vicenda, fece estasiare entrambi.
"Non vogliamo lasciarlo nella scatola, vero?"
Roger si affrettó a mettersi al dito l'anello, con mani tremanti.
Si ammiró poi la mano sorridendo.
"Bello..." mormoró il maggiore con occhi luccicanti.
Solo pochi istanti dopo, il minore vide delle lettere incise.
B. H. M.
Con orgoglio, guardó meglio il suo anello e suo padre, sua madre e tutto sembrava essere irrilevante.
Tutto era irrilevante ora che stava con Brian.
Ooo
Roger si era addormentato tra le braccia del suo amato, che al suo risveglio non c'era.
Cercó con la mano il corpo caldo ma non lo trovò.
Fu stupito e alquanto deluso di ció.
Si levó a sedere sul letto guardandosi intorno.
Troppo silenzio.
L'unico rumore era il ticchettio dell'orologio.
Il biondo scese pigramente le scale.
La casa era vuota.
Non c'era letteralmente nessuno.
Nessuno.
Controlló in cucina, prima di sentire squillare il telefono.
panico.
Le uniche volte in cui aveva risposto era sempre lui: Tim.
Ma non poteva essere lui anchr questa volta no?
Roger si avvicinó al telefono insicuro ed alzó la cornetta.
"Pr-Pronto?"
"Oh, ciao." un voce estranea lo salutó.
"Vorrei parlare con Brian..."
Il biondo aggrottó la fronte.
"L-Lui non è in casa, m-mi dispiace."
"Oh allora digli che Paul lo saluta e vuole e riprovare una piacevole esperienza passata." disse l'uomo.
"Oh...uhm... Va bene.
Arrivederci...Paul"
"Arrivederci Roger"
Il ragazzo sussultó.
Come faceva lui a sapere il suo nome?
Erano estranei.
O no?
Il batterista rimase a pensare intensamente per un po'.
Poi Brian entró dalla porta principale.
"Eccoti, Roggie!
Eravamo qui fuori ad aiutare il vicino a portare via degli scatoloni e-"
"Bri, chi è Paul?"
oooooooooooooooooooooooooooooo
MA EHI BELLEZZE!
COME VA?
nuovo capitolo eh?
Che ve ne pare, miei creampuff?
Oggi un po' piú tranquillo del solito eh?
La Torre Eiffel?
BASTA LA SMETTO.
niente ve amo tantixximo.
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