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Chapter 12.


Brian aprì gli occhi lentamente cercando subito con lo sguardo il batterista.

Oh, eccolo.

Sorrise alla vista del suo braccio intorno alla vita del piú piccolo.

Lo aveva tenuto stretto a sè tutta la notte.

Ancora poteva sentire quella voce terrorizzata dire:
"Non lasciarmi mai, ti prego"

D'istinto avvicinó ulteriormente il corpo del biondo a sè e gli bació i capelli dolcemente.

Il viso del minore era nascosto nel petto Brian e le sue mani erano tra i capelli del riccio.

Se si fosse svegliato, sarebbe arrossito tremendamente e avrebbe chiesto un timido scusa.
Al solo pensiero il chitarrista si morse il labbro sorridendo.

Amava l'innocenza ma allo stesso tempo la sensualitá del ragazzo.

Fece scivolare una mano sul fianco del batterista disegnando cerchi immaginari con le sue lunghe dita.

Poi si fermó.

Roger odiava essere toccato in quelle zone.

Si ricordó di come si spavenetasse e respirasse affannosamente quando accadeva.

Solo una persona, un mostro, una merda umana aveva osato toccare il suo sedere, i suoi fianchi e le sue cosce.

Brian sentì il sangue ribollirgli nelle vene e un senso di gelosia pervadergli il corpo.

Come aveva potuto permettere quello che era successo?
Come aveva potuto far soffrire quel piccolo angelo così tanto?

I rimorsi lo fecero sentire improvvisamente male.

Inizió a baciare il collo del biondo cercando di calmarsi e trovare conforto nella sua pelle candida.

Un mugolio uscì dalle labbra del ragazzo ancora addormentato.

Le labbra del riccio, morbide e dolci, vagavano per il collo del minore lasciando baci attenti e pieni d'amore.

Quella sensazione sembró piacere al batterista che spostó la testa volendo di piú.

Il minore lasció uscire un gemito approvatorio mettendo inconsciamente le mani sotto la camicia di Brian.

Il respiro del chitarrista si fece improvvisamente piú affannoso e sentì che doveva assolutamente cercare di trattenere la sua eccitazione.

Le mani delicate del batterista accarezzavano il petto pieno di riccioli scuri, arricciandoli tra le sue dita affusolate.

Il maggiore sentì il desiderio improvviso di mordergli il collo, fargli sentire quanto fosse attratto da lui.

Fermati.
Fermati, Brian.
Controllati.

Si staccó velocemente maledicendo se stesso per aver preso l'iniziativa.

Poi guardó gli occhi azzurri del biondo.
Si sentì letteralmente sciogliere.
"Buongiorno tesoro"

"G-giorno"

In meno di un secondo il batterista si rigettó tra le braccia del maggiore lamentandosi.

Il chitarrista capì che c'era qualcosa che non andava.

Lasció un altro bacio sulla sua testa  avvicinandosi al suo orecchio.

"Cosa succede Roggie?"

Non ci fu risposta, le braccia del piú piccolo strinsero ulteriormente la vita di Brian.

"Amore, parlami" lo incoraggió il riccio alzandogli il viso con due dita e gurdandolo preoccupato.

"I-io" balbettó il batterista "L-lui è qui.?"

Quelle parole fecero piangere il cuore del chitarrista.

La sera prima, quel coglione di Freddie lo aveva turbato così tanto da fargli perdere la ragione.

Dio se l'avrebbe ucciso.

"No tesoro, non c'è nessuno.
Ci sono io, ci sei tu.
Ci siamo solo noi."

Il corpo del minore rimaneva ugualmente teso.

Brian gli prese il viso tra le mani baciandogli la fronte dolcemente.

"Va tutto bene,piccolo, va tutto bene."

                              ooooo

Passarono la mattinata a letto, coccolandosi e non separando mai le loro mani e i loro sguardi.

Roger si mise una grossa felpa del chitarrista e dei jeans decisamente troppo stretti per lui e scese le scale tenendo la mano del maggiore.

Il suo corpo era tremante.

"R-Roger!" una voce urló avvicinandosi al battetista.

Freddie  cercó immediatamente di abbracciarlo.

"Non toccarlo Mercury, non azzardarti." ringhió il riccio spingendolo e mettendosi davanti al piú piccolo.

"Non permetterti mai piú.
Se lo sfiori io ti faccio a pezzi, hai capito?" mormoró minaccioso non separando la sua mano da quella del batterista.

"Io- Brian, ascoltami"

"Io non ascolto un cazzo!
Ti ho avvertito Mercury, toccalo con un dito e ti pentirai di essere nato."

La voce del chitarrista era seria ed autoritaria, il suo sguardo micidiale.

"Brian-"

"ANCORA?"

Il riccio spinse il cantante verso il muro e lo tenne fermo con una mano.

Roger era visibilmente confuso e spaventato da tutto ció.
Prese delicatamente il braccio del maggiore e lo strinse a sè.

"B-Bri, c-cosa succede?
C-cos'ha fatto F-Freddie?
Lascialo." mormoró staccandoli.

Non ricordava nulla, veramente?

Il chitarrista mise una mano sulla sua spalla e gli sorrise dolcemente.

"Niente, tesoro, è un coglione...
Dobbiamo solo... Chiarire una cosa"

Nel volto del minore c'era un'espressione enigmatica che turbava il ragazzo piú alto.

"Davvero, non è nulla, caro."

Roger aggrottó la fronte e si sedette sul divano cercando di capire il problema.

Perchè era sempre colpa sua?

                                 oooo

"CHE CAZZO TI SALTA IN MENTE?" urló Freddie appena il riccio chiuse la porta della cucina alle loro spalle.

"SONO IO CHE DEVO ESSERE INCAZZATO QUI."

"Bri, io non l'ho fatta apposta.
Davvero-"

"NON L'HAI FATTO APPOSTA?
Ma tu sai almeno cos'ha passato tutta LA NOTTE?
Eri lì mentre piangeva e pregava di non essere ferito?
Eh Mercury?"

Un silenzio tombale riempì la stanza.

Il chitarrista respiró profondamente chiudendo gli occhi.

"T-tremava ed era convinto che lui lo stesse cercando...
Ha pianto tutta la notte e-
Tu non potevi vedere il terrore nei suoi occhi e Roger-"

La voce del chitarrista si spezzó per un momento al ricordo del biondo spaventato tra le sue braccia.

"Brian" il cantante cercó di abbracciarlo per consolarlo.

"Non toccarmi."

Silenzio.

Improvvisamente Brian si ricordó del bassista assente.
"Dov'è John?" cercó di cambiare argomento.

"A prendere un appuntamento dal dottore."

"Sta male?"

"No.
È per Roger."

"Lui non vuole andare a vedere un dottore ha detto-"

"Brian, hai mai pensato alla sua salute?
A questo hai mai pensato?
Sai quante malattie puó-" disse serio Freddie.

"Non è vero, Roger sta bene."

"Hai mai sentito parlare di AIDS, Brian?
Le persone ci muoiono di AIDS.
Vuoi che Roger muoia?
Vuoi questo?" urló Freddie scuotendo il piú alto.

Quelle parole ferirono il chitarrista.

I suoi occhi si appannarono.

Roger non ha nulla.

Lacrime salate gli bagnarono le guance.

Roger non ha nulla.

Perchè non ci aveva pensato?
Perchè?
Si sentì improvvisamente troppo debole per affrontare tutto.

Roger non ha nulla.

                                ooooo

Venerdì

Fatidico giorno in cui dovevano esibirsi.
Brian aveva insistito sul fatto che
Roger non fosse pronto a un pubblico o un locale.

Ma il biondo voleva farlo.
La musica era la sua vita e la sua amata batteria l'avrebbe aiutato a stare meglio, forse.

Poi John gli aveva spiegato la situazione della band.

Avevano bisogno di soldi.

E il batterista non avrebbe rallentato i loro guadagni.
Non voleva dare anche quel disturbo.

"Tutto ok, amore?" chiese dolcemente Brian non facendosi vedere dagli altri.
"Andrá tutto bene"

Il biondo sorrise e si mise i vestiti gentilmente offerti dal maggiore.

Il riccio aveva insistito sul fatto che dovesse
mettersi quegli abiti scelti per lui.

Per quanto stretti e appariscenti fossero, Roger li ha amati.
Insomma, erano di Brian.

Davanti allo specchio il batterista si guardó ridendo.
Era uno stile così diverso dal suo ma bellissimo.

Quasi si piaceva, quasi.

Improvvisamente due braccia gli circondarono la vita da dietro.

Per un momento il ragazzo si spaventó ma poi capì.

Brian.

"Sei bellissimo, amore.
Guarda come sei sexy con i miei vestiti." sussurró al suo orecchio spostando le ciocche bionde.

Il viso di Roger andó letteralmente in fiamme e poteva sentire le sue gambe cedere.
Si giró e lasció un bacio sulle labbra morbide del riccio guadagnandosi un suo sorriso.

                          ooooooo

Pubblico, tanto pubblico.

Il locale era molto grande e le persone erano impazienti di sentire di cosa erano capaci i Queen.

Il chitarrista accordó la sua Red Special e lanció uno sguardo verso il minore.

Roger sembrava felice davanti al suo strumento.

Si stava riscaldando allegramente.
Brian sorrise voltandosi nuovamente verso il pubblico.

Roger è felice.

Freddie prese il microfono attirando l'attenzione.
"COME BUTTA BELLISSIMA GENTE!
PRONTI PER DEL BUON ROCK'N' ROLL?" 

                            ooooo

Keep Yourself Alive,
Liar.

Canzoni che fecero saltare in aria il Club.
Trasmettevano un'energia unica.

Ma erano due tra le tante.
Ogni pezzo era qualcosa di unico.

Dopo il concerto i ragazzi erano distrutti.
L'adrenalina li aveva sfiniti ma nei loro occhi c'era una luce, l'orgoglio.

Dalla stanchezza, si permisero di stare un po' lì e prendere qualcosa da bere.

Il biondo aveva approvato, sapeva che il chitarrista non l'avrebbe lasciato solo.

Gli occhi di Brian erano vigili e attenti a ogni movimento estraneo.

Si sedettero ad un tavolo ed ordinarono.

"Cosa prendi tu, tesoro?" chiese il riccio al batterista.

"I-io... Una birra"

La confusione e l'odore forte di alcool lo spaventavano leggermente ma il sorriso dolce del maggiore lo calmava.

Da lontano, tre ragazze li guardavano e non tardarono a raggiungere il tavolo.

Brian le guardó male dal primo momento.
Troppo vicine a Roger.

"Hey! Ma tu sei Roger Taylor!"

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