Capitolo 2
Hope
Molte persone si sarebbero stancate dopo mezz'ora, ma non io. Sono passate due ore da quando siamo entrati nel negozio.
«Bene, ragazzi. Penso che comprerò questo vinile» dico, mostrando il prodotto della mia difficile scelta.
Alec scuote la testa. «No, tu non comprerai proprio niente. È il tuo compleanno e offriamo noi, vero Lilla?»
«Certo. È il minimo!»
Non so perché Alec chiami Camilla "Lilla", ma mi piace, anche se io non la chiamerei mai così.
«Che facciamo ora?» esclamo una volta fuori dal negozio.
«Che ne dite di vedere un film?» propone Alec. «A casa di chi?»
«Da me no», dico. «Crystal fa una festa stasera per il suo compleanno e mi ha gentilmente informata di stare lontana dai piedi.»
«Da me va bene», dice Camilla. «Tanto sapete che i miei non sono mai a casa ultimamente.»
Mi giro per abbracciarla, perché so quanto le dia fastidio che i suoi la lascino sempre sola, e mi sorprendo vedendo che Alec mi ha preceduto. Non che sia strano vedere i due così vicini e se fossi stata al suo posto Alec mi avrebbe abbracciata e consolata allo stesso modo. Probabilmente sto leggendo troppo in quell'abbraccio.
«Sto bene, dai» dice Cami, liberandosi dalla stretta.
Le sue guance sono rosse, non so se per l'imbarazzo o la vicinanza di Alec. Non che la possa biasimare, in ogni caso. Camilla è una ragazza davvero carina, anche se sembra più piccola dei suoi quasi diciassette anni, con il suo faccino da bambolina e i riccioli neri. Non è molto alta e lo sembra ancora meno fra le braccia di Alec, ma in qualche modo sembrava... giusto. Ma come ho già detto, probabilmente è solo nella mia testa.
«Andiamo.»
Ci mettiamo parecchio tempo a tornare a casa a causa di qualche problema tecnico. Ovvero, ci siamo persi. Non che io abbia qualche colpa, visto che non sapevo nemmeno dell'esistenza di quel negozio.
Comunque, dopo un lungo giro arriviamo sani e salvi e ci avventiamo tutti e tre sull'enorme divano di Camilla.
«Allora», dico, «voi siete pronti per un nuovo anno?»
«L'ultimo anno» chiarisce Alec.
«Mica tanto» dice Cami.
Penso per alcuni secondi, poi chiedo: «Volete fare un gioco?»
«Certo.»
«Ognuno dice una cosa bella e una brutta dell'inizio della scuola. Inizio io! La cosa bella potrebbe essere... che potrò stare con voi tutto il giorno. Quella brutta... che dovrò svegliarmi presto e fare i compiti... e vedere Crystal a scuola.»
«Tocca a te, Camilla.»
La osservo mentre si morde il labbro inferiore nel tentativo di concentrarsi e penso che sia molto carina quando fa così, anche se lei non lo sa.
«Quella bella è che non dovrò passare tanto tempo da sola in questa casa. Quella brutta è che sono all'ultimo anno e non ho mai avuto un ragazzo. Con chi andrò al ballo?»
Ops, non ci avevo mai pensato. Neanch'io ho mai avuto un ragazzo, ma il ballo è lontano e può succedere di tutto.
Ora guardiamo Alec, impazienti. «La cosa bella è che potrò tornare ad andare alle feste con il resto della squadra di nuoto, quella brutta è che mia mamma inizierà a starmi dietro per i voti.»
«Oh, Mister Festaiolo. Come hai fatto questi mesi senza ubriacarti e appartarti con qualche ragazza?» lo prendo in giro.
«È stata dura», scherza. «Per fortuna la compagnia era ottima.»
Non ho mai giudicato Alec per quello che fa quando non è con noi, come andare alle feste o cambiare spesso ragazze. Non fa male a nessuno ed è abbastanza grande da cavarsela da solo. Chi sono io per giudicare?
Camilla non dice nulla, assorta, con lo sguardo rivolto verso la tv.
«Cosa c'è, Cami?» chiedo.
Prima che possa rispondere, uno squillo ci interrompe. Sono arrivate le pizze.
Camilla
«Cosa c'è?»
Per fortuna l'arrivo delle pizze mi salva. Cosa c'è? C'è che ho una stupida cotta per Alec da anni e lui non ricambierà mai.
Non voglio dirlo a Hope. Si preoccuperebbe e se poi per caso anche a lei piacesse Alec? Cioè, sono amici da sempre e io mi sono messa in mezzo. Non voglio perdere la loro amicizia. Comunque, Hope avrebbe molte più chance di me con lui. Basta guardarla. Lei è alta, bionda, magra, simpatica e sempre gentile con tutti. Io sono bassa e riccia, con i capelli neri e gli occhi pure. Sono terribilmente timida e ogni volta che decido di raccogliere il coraggio di dirlo ad Alec, lo vedo sempre con un'altra o lo sento parlare di come gli piacciono questa o quella festa. Ovviamente quelle feste sono piene di ragazze come Crystal, la sorella gemella di Hope. Nonostante sia fidanzata con la stella del football della Central Park East High School, Carter Hale, non manca di mandare certe occhiate ad Alec. E tutti sanno come sono i ragazzi a questa età. Quando hanno davanti la scelta fra una relazione seria e un'avventura senza complicazioni scelgono sempre la seconda. Soprattutto se sono come Alec e possono permetterselo.
«La cena è pronta!» esclama Hope.
Ci sediamo tutti in cucina e iniziamo a mangiare in silenzio. Una volta messi da parte i miei stupidi sentimenti, non posso che essere felice di avere due amici che effettivamente si interessano a me. E oggi Alec mi ha abbracciata. È stato imbarazzante, ma anche fantastico. Non ero mai stata così vicina, tanto da sentire il suo profumo, la perfezione del suo corpo contro il mio, il suo respiro sulla pelle. Non significa niente, mi ripeto, perché non era altro che un abbraccio fra amici. Lui non ha sentito la terra sotto ai piedi tremare, la testa girare e le farfalle nello stomaco. Ma io ho sentito tutto questo e molto altro. Molto molto altro.
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