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3 - Non disperare.


Da quando Noelle e Louis sono entrati in contatto, i due hanno senz'altro avuto modo di conoscersi meglio. Passano ore e ore, giorni e giorni - lavoro permettendo - a scriversi su messenger. La rossa ringrazia ogni giorno l'errore della sorellina Lizzie, che le ha portato senz'altro fortuna. Al lavoro, poi, è più allegra che mai.

Ogni qual volta la porta del locale si apre lei è lì, che si sporge dalla cassa o dal bancone, che lascia le tazze riempire fino all'orlo, che non sente una parola di quello che le dicono i clienti pur di scovare il suo poliziotto preferito. Quando sente delle sirene, poi, si avvicina alle finestre e scruta eccitata l'orizzonte.

Ma di Louis non c'è ancora traccia, e dopo ben tre settimane dal loro primo incontro non ha ancora avuto modo di rivederlo.

" Basta, Noelle. Non verrà più."

Sbotta una mattina il suo collega Jacob, irritato fino al midollo, servendo un caffè al bancone.

" Se sapevo quel giorno non lo servivo..."

" Chiudi il becco. Verrà, ne sono sicura."

" Ah, sì? Talmente sicura? Magari è un tipo che prende un caffè un po' dappertutto, non necessariamente frequenta locali come questo..."

Jacob fa di tutto per dissuaderla, ma Noelle è fermamente convinta che lo vedrà entrare da quella porta prima o poi. Sa anche che sta mandando a rotoli i suoi turni lavorativi, confondendosi prima con gli ordini della clientela, poi dimenticando di chiudere la cassa alla fine della giornata. Il suo capo, inoltre, lo ha notato e glielo ha reso chiaro giorni fa, quando l'ha convocata con urgenza per un colloquio.

" Stai facendo un disastro, ragazza mia. Io ti ho assunto per un motivo, perché mi facevi pietà e perché mi ricordi mia nipote. Ma sono stufo di ripulire ogni volta che la fai fuori dal vaso... Se non ti dai una regolata ti manderò a casa a calci. Sono stato chiaro?"

A quelle parole Noelle aveva annuito e basta, ed ora cerca di lavorare con i piedi per terra. Il pensiero, però, è inevitabile.

" Dai, Jacob, è tutta la settimana che mi porti sfiga. Lui non verrà perché sei tu che non lo fai venire! Le energie si percepiscono e qui c'è tanta energia negativa."

" Tesoro, fosse questo il problema!"

Le risponde sarcastico il collega, mentre la osserva con attenzione; sta versando un intero tegamino di latte per la base di un cappuccino, non prestando minimamente attenzione alla tazza, che sta strabordando.

" Piuttosto stai attenta!"

Jacob interviene prontamente, togliendole di mano il tegamino. Lei si risveglia come da un sogno. Stava ancora fissando la porta. Inconsciamente, questa volta.

" Mi cacceranno, non è vero?"

" Se non ti togli dalla testa quell'uomo, temo di sì."

Noelle sospira, passando uno straccio sopra al bancone pieno di latte caduto.

" Il fatto è che lui me l'aveva detto che sarebbe tornato... Perché allora non si fa vivo?"

Il collega alza gli occhi al cielo, passando la tazza di cappuccino alla donna che l'aveva ordinato. Quest'ultima gira i tacchi e si accomoda ad un tavolo, mentre lui torna alla cassa.

" Andiamo, Noelle! Pensaci. Credi che lui stia morendo dalla voglia di rivederti? Io non penso. Sta andando avanti con la sua vita, ed è quello che dovresti fare anche tu."

" Ma noi parliamo, ci troviamo bene, ed i suoi messaggi sono davvero carini... Tu sei troppo pessimista!"

" Illusa, non bastano le chat! Se avesse voluto rivederti sarebbe corso qui il giorno dopo il primo caffè. Ora siamo quasi a fine mese... Fai un po' tu. — Il prossimo, prego."

Le parole del ragazzo la lasciano un po' perplessa ed intimorita, e si allontana sul retro, desiderando di stare per un momento da sola. È tentata di scrivere a Louis, di confessargli tutte le sue paure, ma poi si ricorda che non lo conosce ancora così bene e che potrebbe essersi seriamente illusa. Magari lui non sta cercando niente di serio, non dopo quella tragedia familiare. Tragedia di cui, per la cronaca, Louis non le ha ancora accennato.
È così, pensa, forse vuole solo giocare.

Dalla rabbia Noelle tira un calcio ad uno scatolone, facendolo rotolare sull'asfalto e spaventando dei piccioni che beccavano lì vicino. Lì, sul retro, può sempre sfogarsi; sa per certo che nessuno le verrà mai a dare fastidio. Eccetto per questa volta.

" Noelle..."

Ad affiancarla c'è Jacob, con un pacchetto di sigarette in una mano ed un accendino nell'altra. Se questo è il suo modo per fare pace, il collega ha fatto centro.

" Sei uno stronzo, lo sai?"

Il biondo ride, passandole una sigaretta e l'accendino. Noelle se la porta alle labbra, facendo spazio all'amico sul gradino su cui è seduta, poi l'accende. Ripassa l'accendino, e fa un primo tiro.

" Lo so. Il mio ragazzo non mi sopporta per questo... Dico le cose in faccia così come stanno, ma non a tutti può far piacere. Che vuoi farci, sono trasparente."

" No, no... Mi hai fatto riflettere. Forse non gli piaccio sul serio."

Jacob scuote la testa, mentre si accende la sigaretta.

" No, tesoro, ora non darti per vinta. È probabile che tu gli piaccia, anzi, è sicuro. Solo, non accontentarti delle briciole, perché tu meriti l'intera pagnotta. Ergo, va bene aspettare che sia lui a fare qualcosa, e va anche bene sperare che venga a trovarti... Ciò che non va bene è l'ossessione; non devi assolutamente pensarci, non sempre, perlomeno, altrimenti è peggio."

Noelle sospira, appoggiando la testa sulla spalla del collega. La sigaretta pende dalle sue labbra, malinconica, mentre delle nuvole coprono improvvisamente il sole.

" Io... vorrei un appoggio, capisci? Una persona sulla quale contare. Per tutto questo tempo Louis mi è sembrato perfetto, sapeva esattamente cosa scrivere e quando rispondere, mi è parso un vero gentiluomo. Cortese, simpatico, con tutte quelle faccine, poi! Te l'ho detto che mi ha mandato anche delle gif?"

" Arriva al punto, sorella."

A Noelle sfugge un sorriso, poi fa un altro tiro.

" Il punto è che, come ti dicevo, mi sembrava quello giusto. Ma so anche che è passato troppo poco tempo, e che essermi basata solo su dei messaggi è stato un errore. Non voleva più venire qui, o forse non poteva. In ogni caso, non mi va di perdere il posto di lavoro per un americano fuori sede. Quindi ti do ragione, Jay Jay, e non ne parlerò più... Non con te."

" Non solo con me, amore, non devi proprio più parlarne! Con nessuno!!"

I due scoppiano a ridere, una sigaretta condivisa ed una strana serenità. La rossa, deve ammetterlo, si sente sollevata, e per la prima volta in tre settimane si scopre più libera. Jacob questo lo percepisce, e la stringe forte a se.

" Stai tranquilla, comunque. Ora sparisci, non rispondere più ai messaggi e fatti trovare sempre impegnata. Spegni il telefono, stacca Facebook, e fai di tutto per diventare un fantasma. Pensa solo a te! Tra un po' di tempo mi ringrazierai."

" Ti ringrazio già adesso, Jay. Per tutto."

Sussurra, spegnendo la sigaretta e buttandola a terra. La calpesta con un piede, poi si stringe all'amico. È grata di avere Jacob, ed è ancora più grata di esser riuscita a stringere con lui un rapporto bellissimo. Le prime volte non si sopportavano, e addirittura nei primi turni insieme facevano a gara a chi serviva più caffè. Si odiavano. A vederli oggi, si direbbe che le cose sono senz'altro cambiate.

" Ma figurati, cara. Lo sai che io sono e sarò sempre con te."

Rimangono in pausa ancora un altro po', prima che una collega venga a richiamarli e sono costretti a rialzarsi. Mentre rientrano nel locale, Jacob prende Noelle per un braccio. Lei si ferma istintivamente.

" Noelle... Per quanto io ti abbia detto di non parlarne, voglio comunque essere aggiornato... Mi farai sapere come va?"

Lei sorride, mentre l'amico la lascia andare.

" Certo. D' altronde, come potrei non soddisfare la tua natura di pettegolo?"

" Hey! Brutta stronza!"

Rientrano nella sala ridendo, posizionandosi poi nelle rispettive postazioni. Noelle inizia a fare l'ennesimo caffè, Jacob serve alla cassa. Mentre i due lavorano senza problemi, all'improvviso si sentono delle sirene. Jacob si volta verso Noelle, ma lei non si gira.

Ha chiuso con le distrazioni.

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