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5. CAMPING


Viaggiavamo sulla West Coast mentre Levi digitava veloce la password del suo cellulare per esaudire la mia curiosità. Capii che aveva trovato ciò che cercava quando accostò a lato della strada, sulla sporgenza della scogliera che aveva fatto da sfondo alle nostre confidenze da viaggio. Abbassai il finestrino per catturare con le dita la calda aria marina che soffiava sulle nostre emozioni cangianti. Tutta la pesantezza e il tormento erano spariti quando Levi si rivolse a me. Lo sguardo animato da un'incredula felicità nel cedermi il telefono, felice che fossi ancora lì con lui. Solo in quel momento compresi davvero quanta avesse seriamente temuto che l'avrei lasciato. Se solo avessi potuto esprimergli a parole la connessione che sentivo già con quelle immagini datate che mi apprestavo ad analizzare...

"Wow. Siete così carini, Levi. E lei ti somiglia tantissimo. Mio Dio, eri così piccolo." commentai, scrutando assorto un giovane Levi steso a letto con sua figlia in braccio. La piccolina aveva la stesse pelle diafana che avevo ammirato tante volte. Le ciocche corvine annodate in due codini si mischiavano al taglio sempre ordinato di suo padre. Il mio fidanzato in quella foto indossava già i cerchi violacei che erano il suo marchio di fabbrica. Persino i loro volti erano due specchi. Con le stesse labbra fini e gli zigomi alti a creare quell'aria raffinata di cui mi ero innamorato.

"Isabel ha scattato quella foto al ritorno di un suo turno notturno. Poppy aveva un anno. Io ne avevo 15 e Isabel 18. È stata l'ultima volta che ho tenuto Poppy tra le braccia. Poco dopo Isabel ha lasciato New York con lei e Farlan, distruggendo il mio cuore spezzato. Da allora l'ho vista solo in videochiamata." Levi si concentrò sul sorriso che non ne voleva proprio sapere di sparire mentre mi immergevo in quel ricordo vivido. La sua voce intrisa di sentimento mi guidò direttamente in quel momento in cui io ancora non esistevo.

"È stupenda, Levi. Guarda che manine che ha." mi sentii commentare con la voce più alta e assottigliata dalla tenerezza di quel piccolo fagotto che ora si trovava in Colorado.

"Lo so! Quando è nata l'infermiera me la mise in braccio. Poppy avvolse quelle ditina rosa intorno al mio indice e ti giuro che è stata la cosa più assurda che avessi mai provato fino ad allora." Levi esclamò. Un ghigno esaltato ad ammorbidire i suoi lineamenti rigidi. "Eren, ero completamente andato. Mi sembrava di essere in Paradiso."

"Ci credo." enfatizzai, frenetico. La mia attenzione cadde ancora sul viso di Poppy. Sul naso perfettamente affilato e su quel sorriso a bocca chiusa che le solcava le guance con due tenere fossette. Probabilmente l'unico tratto genetico che non aveva preso da Levi. "Voglio conoscerla." sputai d'un fiato l'unico pensiero che mi attraversò limpido la mente. Non ero mai stato un patito dei bambini, ma mi sentivo già così legato a lei. La sola idea che fosse parte del dna del ragazzo che amavo mi riempiva di un'emozione unica e nuova. Anche Levi doveva essere spiazzato dalla mia iniziativa. Una scintilla di genuina felicità illuminò il suo viso ombroso. Fu come se tutto il grigiore lasciato dalla sua ricaduta e dai suoi ricordi pesanti venisse rischiarato da una luce nuova. Raramente l'avevo visto così rilassato nel guardarmi. Nell'osservare tutte le sfumature nei miei occhi addolciti, accettando di lasciar appannare i suoi con lacrime serene.

"E la incontrerai, Eren. Se lo vuoi, ti porterò con me in Colorado per il suo compleanno.  Sono sicuro che ti adorerà. Non parla tanto se non con me, Isabel e Farlan. È un po' schiva e anche con Farlan si trattiene. Gli vuole bene, ma sono l'unico che chiama papà. Poppy non ha mai smesso di considerarmi il suo unico padre. Isabel mi ha detto che dorme tutte le notti con una mia foto. Farlan è un po' risentito per questo, ma sono certo che tu saprai entrarle dentro. Arriverai al suo cuore come hai fatto con il mio. E non vedo l'ora che possa conoscerti e vedere che persona fantastica è al fianco di suo padre." Levi smorzò il suo sorriso per pressare insieme le labbra. Non ci sarebbe stato niente di male nel vederlo piangere di gioia, ma capivo che avesse già dato tanto e volesse ritrovare la sua fidata stabilità apparente. Gli strinsi la mano, saggiando la pelle fredda e morbida con il polpastrello.

"Sono contento che Poppy riesca a renderti così felice."

"Anche io, Eren. Voi due siete tutto per me. Vi amo così tanto che è quasi troppo." Levi si bloccò. Gli occhi si ammantarono dell'acqua salata che cercava così tanto di rimandare giù. Non resistetti. Baciai velocemente le sue labbra tremanti per donargli un po' del calore che sentivo avvolgermi il cuore. "Cosa c'è, tesoro?"

"È che... Mi manca così tanto. Ed è la prima volta che ne parlo con qualcuno e mi dispiace se non l'ho fatto prima. Non so come ho fatto a pensare che non l'avresti accettato. E mi spiace per tutto." Levi si asciugò gli occhi con un gesto veloce della mano. Un respiro calcolato gli fece ritrovare fermezza nella voce. Si inchiodò nel mio sguardo intenerito. La risolutezza riluceva sotto allo strato di risentimento che doveva ancora elaborare del tutto. "Voglio smettere, Eren. Devo piantarla con quella merda. Devo essere un buon esempio. Devo diventare un bravo fidanzato e un buon padre. Non credevo di poterlo essere per lei, ma adesso che ci sei tu so che posso. Voglio."

Gli strinsi la mano più forte, mischiando la sua volontà alla mia. Sapevo che poteva farcela ed io non l'avrei mai lasciato. Per la prima volta da quando ci eravamo conosciuti, sentii che eravamo finalmente arrivati ad un punto di svolta. Noi due insieme avremmo battuto i nostri demoni e saremmo stati finalmente liberi. Noi due insieme saremmo stati imbattibili.

Viaggiando leggeri per il resto della giornata con un assordante musica rap ad accompagnarci, io e Levi ci godemmo il resto della nostra gita segreta. Non scambiammo una parola di più sul suo passato difficile o sulla sera precedente. Imparai dettagli essenziali su Poppy. Come giocava con Levi alle principesse, facendogli indossare un ridicolo tutu, o come non rivolgesse mai la parola agli sconosciuti, riconfermandosi sangue del sangue del corvino. Era ormai scesa la sera quando Levi si fermò in un punto qualunque di una fitta foresta, decidendo che ne aveva abbastanza di guidare. Gli alberi alti e maestosi ci immergevano nell'oscurità, spezzata solo dalla luna alta nel cielo. Uno scenario che ricordava fin troppo i tempi dell'istituto e le nostre litigate nel bel mezzo della vegetazione in cui ci trascinavano per le attività di gruppo. La macchina ballò in preda ai movimenti decisi di Levi, che si aggrappò con forza al retro dei sedili per spostarsi in quelli posteriori.

"Hai intenzione di passare la notte qui?" chiesi, distratto dall'abilità sinuosa con cui si muoveva nell'abitacolo.

"Questa era l'idea. A meno che tu non voglia cercare un hotel." mi voltai verso di lui, già accomodato dietro, e scossi fervente la testa. Non volevo altro se non fingere che fossimo noi due al mondo, come mi era sembrato per tutto il giorno.

"Vieni qui con me." mi chiamò con voce e occhi a dir poco suadenti. Un misto di tenerezza e malizia a giocare nelle iridi plumbee. Non me lo feci ripetere due volte e, attirato da quelle promesse argentee, strisciai dietro con lui, posizionandomi tra le sue gambe. Non appena iniziai a cercare un po' di frizione con gesti apparentemente innocui, avvertii Levi irrigidirsi e distendersi pigramente. Una chiara nota di eccitazione nella voce vibrante.

"Mmm, so cosa stai cercando di fare." esalò un respiro dolcemente sofferto che mi spinse a scorrere più in su sul suo corpo. Le mani mi finirono lascive sul suo petto mentre mi facevo più vicino al suo viso distorto dal piacere. "Credevo ce l'avessi con me." sussurrò, cercando di mantenere un contegno. Risi mentalmente quando si abbandonò ad un mio bacio provocatore. Mi assicurai di far schioccare le labbra sul suo collo immacolato prima di bisbigliargli nell'orecchio.

"Lo ero, ma non lo sono più perché so che è stato un episodio isolato e che per e per Poppy diventerai l'uomo migliore che si possa desiderare. E poi adesso siamo in vacanza ed è da troppo tempo che non ci concediamo una scopata come si deve. Sempre di fretta, sempre nascosti." leccai il lobo del suo orecchio nel momento in cui la sua bocca si schiuse per lasciare un sospiro trattenuto. Continuai a miagolare senza pudore le mie voglie, conscio di scatenare le sue, altrettanto pressanti. "Adesso che siamo finalmente soli, dovremmo scopare fino a scoppiare. Che ne dici, Levi? Vuoi fottermi fino a farmi morire?"

Levi si morse il labbro. Le sue dita mi affondarono bramose nei fianchi che scoprì dalla maglietta. Giurai di poter sentire la sua eccitazione in ogni sillaba fremente che mi sussurrò a mezzo centimetro dal viso. "Ci sto, Jaeger. Tanti auguri a camminare domani." Levi si mosse velocemente. In un attimo mi ritrovai steso sui sedili con lui accucciato sui miei pantaloni. Le dita affusolate impegnate a scartarmi dalla stoffa superflua. L'aria fresca sferzo' la mia pelle nuda poco prima che Levi si spogliasse a sua volta, unendo le nostre carnagioni. La sola sensazione dei nostri corpi in fusione mi provocò un gemito strozzato. Era un po' imbarazzante cedere così lascivamente al piacere, ma non poteva importarmene di meno. Tutto ciò che volevo era sentire Levi dentro di me.

Il corvino si insinuò sotto alla mia schiena fino ad avvilupparmi il sedere. Mi inarcai, sospirando dolorosamente. Il modo in cui mi toccava era semplicemente troppo. Quando schiusi le labbra, ne approfittò per far scivolare la sua lingua sulla mia. La macchina si riempì degli schiocchi dei nostri baci bagnati, mentre Levi esplorava la mia bocca come se fosse la prima volta. Mormorava di piacere ad ogni lappata, riempiendomi le labbra con quegli apprezzamenti soffocati dalla nostra fusione. Le nostre mani danzavano avide l'uno sull'altro. Un sottile strato di sudore rivestiva già i nostri corpi che si muovevano frenetici per unirsi fino a diventare un tutt'uno. Inspirai forte quando il corvino permette la sua erezione sulla mia. C'era un'urgenza malsana nei suoi occhi che bevevano i miei singulti incontrollati. Il desiderio che ci dominava era oltre l'inimmaginabile. "Dio, amore. Sei già così duro per me?" Levi chiese, arrogante e provocatorio. La voce distorta in un ringhio basso e ferino che sparava brividi di lussuria lungo la mia schiena artigliata dalle sue mani.

"Levi." fu tutto ciò che riuscì ad ansimare, ma fu abbastanza per intimarlo a continuare.

"Ti voglio da morire." Levi esclamò. La crescente eccitazione nella voce mentre afferrava tra le dita la mia erezione esigente. La vezzeggiò con pompate di una lentezza straziante, determinato a godersi ogni mio gemito sofferto e impuro.
"Sei mio, chiaro? Mio." ruggì, inveendo sul mio membro pulsante. Aveva il controllo della situazione e lo adoravo, ma era chiaro che anche lui fosse al limite della ragione. Si muoveva avanti e indietro, con la sua virilità a stuzzicare la mia entrata bisognosa. Nello sguardo predatorio il bisogno intenso di possedermi. E non volevo altro se non essere totalmente assuefatto da lui. Gemetti un verso acuto al suo dito premuto sulla punta del mio membro fremente.

"Ca - Cazzo... Levi!" Levi mi ficcò di nuovo la lingua in bocca, succhiandola forte tra i denti. Mi inarcai sotto di lui, spingendomi sulla sua asta premuta tra le mie natiche. Il verso animalesco che mi riversò in bocca mi mandò in estasi. Avevo bisogno di sentire quanto lui mi desiderasse. Mi lasciai andare ad una serie di mugugni striminziti alla sensazione del suo pene che stava per penetrarmi. Allargai oscenamente le gambe e vidi la sua espressione seria vacillare e lasciare il posto ad un volto sconvolto dalla promessa del piacere. Un sussulto lo agitò e un respiro agonizzante gli sconvolse il petto quando gli parlai. "Non prepararmi, Levi."

I suoi occhi argentei si sgranarono e ansimò prima di ridurli di nuovo a due fessure e spingersi lentamente dentro di me. Le pareti che si dilatavano senza lubrificazione facevano male, ma era così dannatamente meraviglioso sentirlo dentro.

"Cristo, dobbiamo scopare di più. Non puoi sempre essere stretto come una verginella, cazzo. Mi farai morire." si bruciò sulle ultime parole, emettendo un acuto stridulo per la lussuria. Non potevo attendere oltre. Iniziai a farmi da solo, agitandomi sulla sua asta mentre lui stava fermo per darmi il tempo di adattarmi. "Oh... Cristo... Moccioso arrapato." quasi venne nel dirmelo, provocandomi l'ennesimo eccesso di godimento. Gemetti forte insieme a lui. I nostri petti sconvolti dai respiri ansanti.

"Ti prego." piansi nel buio, arrossendo mentre lo imploravo di fottermi. "Scopami, Levi. Ti prego. Scopami."

Levi scattò alle mie parole. Sgranò gli occhi per piantarli nei miei e finalmente si tirò indietro solo per entrarmi dentro, fino in fondo; finché non sentii nient'altro che lui. Mi provocò un singhiozzo all'intensa sensazione di piacere e dolore che mi fece provare. Iniziò a sbattersi dentro di me ad un ritmo sostenuto. Mi coinvolse in un bacio umido e libidinoso mentre usava tutto il suo corpo per sprofondarmi dentro. Il suo membro era gonfio e caldo contro alle mie pareti sensibili. "Levi!" esclamai con uno stridio nella voce quando toccò la mia prostata. "Cazzo!"

"Oh... Eren..." mormorò con il fiato spezzato contro al mio collo. Inalò tutto il mio profumo mentre gli artigliavo la schiena con le unghie e lui mi sollevava il sedere per spingersi più a fondo, per farmi godere di più.

"Dio." Levi sussurrò ancora, aggiustando il tiro dei suoi colpi dritti sul mio cumulo di nervi sensibili. Quando mi morse, succhiando impaziente la pelle del mio collo, sentii chiaramente l'orgasmo annidarsi nel mio basso ventre.

"Le - Levi, vengo." mormorai. Lui si staccò solo per spostarsi sul mio orecchio. Mi leccò bramoso, riempiendomi i timpani con le sue fusa scandalose. La sua gola era un ammasso di suoni rochi e annaspati che si mischiavano ai miei, più acuti e sofferenti.

"Va bene così, tesoro. Non trattenerti." bisbigliò affaticato contro al mio viso. "Vieni per me." la sua richiesta suadente ci avvolse in un caldo surreale. Sentii il mio corpo tramutare in gelatina, alla completa mercé delle sue attenzioni ormai fuori controllo. Non l'avevo mai visto muoversi così rapido e smanioso. Così perso dentro di me. E quello fu il mio limite.

"Ti amo." orgasmai nel liberarmi violentemente nella sua mano che ancora stringeva la mia asta umida e dolente. Sporcai i nostri petti con quel liquido bianco per poi indolenzirmi del tutto. A Levi bastò quello per andare totalmente fuori. Si gettò a capofitto dentro di me, scivolando sul seme che ci impregnava. Sbatté la fronte sulla mia e si inchiodò nei miei occhi ammaliati. Lo sentii inturgidirsi nel mio anello di muscoli fino a riempirmi. Mentre si svuotava, stremato, mi sconvolse la mente con un sussurro dolce e urgente.

"Dio, sposami." lo sentii mormorare. Era stato così flebile che non ero neanche sicuro di aver capito bene, ma il batticuore mi diede ragione. Dopo un battito perso, lo shock durò pochissimo. In un istante mi ritrovai quasi a gridare sul suo viso accaldato.

"Oddio, Levi, sì! Cazzo, sì! Ti sposo, amore. Sposiamoci." la mia risata agitata si mise tra di noi. Il volto di Levi sfigurato dallo stupore lasciò posto ad un sorriso trasognato.

"Cazzo, l'ho davvero detto ad alta voce?" crollò su di me e mi avvolse con le braccia stanche. I nostri sguardi languidi a cercarsi e a giocare, complici di quella nuova promessa.

"Mi spiace non avere un anello e aver fatto tutto di corsa, ma è tutto valido. Oh mio Dio, siamo fidanzati!" realizzò tra i vari sorrisi. Fu una delle rare volte in cui fece uno di quei sorrisi entusiasti, di quelli che mostravano anche i suoi meravigliosi denti bianchi. Alcune lacrime luccicarono nei suoi occhi quando intravide la stessa patina salina nei miei.

"Sì, siamo fidanzati e questo è il giorno più bello della mia vita!" esclamai tra i singhiozzi, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. Levi mi strinse forte e ci addormentammo insieme, cullati dai suoni della foresta e dei nostri respiri esaltati dalla notizia. Ci abbandonammo nelle braccia l'uno dell'altro, non più come una semplice coppia, ma come due futuri sposi.

NOTA: Ok, soldatini... Domani parto per cui mi sono dat* da fare in questi giorni per non lasciarvi a secco... Eheh. Non assicuro che domani riuscirò a pubblicare e non credo mi lasceranno tempo nel weekend. Da lunedì sarò di nuovo qui anyway. Intanto buona lettura :)

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