21. UN PESO IN MENO SULLE SPALLE
Levi guidò verso casa sua, superando ampiamente il limite di velocità. La sua mano sulla mia tastava delicatamente la sbucciatura sulle nocche. Non avevo fasciato la mano sinistra perché non era ridotta male come quella destra. Presi un respiro cadenzato, ancora sconvolto per essere in macchina con lui. Se non fosse stato per il suo profumo nelle narici avrei stentato a crederci. C'erano così tante cose che mi frullavano in testa mentre Levi guidava in silenzio e concentrato, riversando l'agitazione sugli altri veicoli davanti a noi.
"E levati, stronzo! Fottuti camionisti che pensano sempre di avere la strada tutta per loro." Il familiare schiocco della lingua concluse la sua breve imprecazione. Lo guardai e lui scattò su di me.
"Ti ho fatto una promessa e ho intenzione di mantenerla, Eren." Disse con gli occhi colmi di un conflitto interiore. Era così struggente che mi sentii morire. Non sapevo cosa aspettarmi dal suo weekend con Farlan e il solo pensiero mi faceva precipitare. Sentii la sua mano stringere di più la mia. Mi limitai a guardarlo, ammutolito. "Ho preso accordi con i miei professori e i miei compagni. Tornerò ad Harvard dopo il Ringraziamento. Recupererò con gli appunti le lezioni che sto saltando."
Gelai. La decisione di abbandonare i corsi per più di un mese superava di gran lunga la mia partenza improvvisa per andare da lui cinque giorni. Avevo saltato i compiti, certo; ma Levi avrebbe perso delle intere sessioni di studio.
"Le – Levi, non... Non dovevi. Cioè, posso cavarmela. È dura, ma posso farcela. Io-"
"No, Eren, evidentemente non puoi." Levi mi rispose dolcemente. "Forse non lo capisci, ma non me ne frega niente del mio rendimento se ho delle mancanze nei tuoi confronti. Ti ho messo troppo da parte e ne sono enormemente dispiaciuto. Ho risolto parecchie questioni e voglio rendertene partecipe."
Levi parcheggiò con aria seria di fronte a casa. L'ansia si fece strada nel mio petto. Il suo viso ombroso non poteva che impensierirmi. Annuii.
"Dovremmo parlare in casa, ma-"
"In casa ci saranno Petra e mia madre con Poppy. Possiamo salutarla e lasciare il resto a dopo." Mi costò tutto proporre una cosa del genere, ma in un certo senso volevo solo ritardare la conversazione. Avevo paura di dover affrontare ulteriori delusioni e non sopportavo di vedere Levi così contrito. Tuttavia, il corvino si fece risoluto e mi fissò.
"Ho già sentito tua madre. Le ho chiesto di tenere Poppy fino a domani e di farsi dare una mano da Petra. Adoro mia figlia, ma, come ti ho detto, devo risolvere la situazione tra noi due. E lo farò, ma ho bisogno di chiederti una cosa, Eren."
"Okay." Risposi in fretta. Levi stava combattendo dei demoni nella sua testa. Lo vedevo dallo sguardo vigile, ma assente al contempo. Potevo sentire la tensione saturare nell'abitacolo della macchina di Petra. Eravamo un fascio di nervi ed io ero troppo preoccupato di sapere il motivo di tanta agitazione. "Cosa mi devi chiedere?" parlai seriamente, ignorando il cuore che si fermò in apprensione. C'era una luce strana nei suoi occhi. Una rigidità che gli impregnava il viso. Il silenzio mi stava uccidendo. "Levi." Dissi a vcoe un po' troppo alta. Il corvino tornò sull'attenti, come se mi vedesse di nuovo dopo un minuto di assenza. La paura vivida nello sguardo.
" Eren... Hai... Hai qualche dubbio su di noi?" Levi sospirò. "Sii sincero. Ho bisogno di saperlo."
"Io..Uh..Beh, forse. È solo che ho paura di così tante cose. E mi sei mancato da morire. Voglio solo essere abbastanza per te, ma a volte penso che non ci riuscirò mai. E capisco che tutta la situazione con Isabel e Farlan sia stata dura e che siete molto legati, ma... Non so cosa fare per tenerti qui e convincerti a non lasciarmi per lui." confessai. Sentii la mia voce annichilita dalle paranoie che avevo covato dalla nostra litigata. E qualcosa si spezzò nello sguardo accigliato di Levi. Il suo viso era contratto nella più vivida delle disperazioni. Fu come se avesse preso un pugno in faccia.
"Eren, non ho mai avuto intenzione di lasciarti per lui né per nessun altro. Non ho intenzione di lasciarti mai. Te lo giuro dal profondo del mio cuore." Mi disse, implorandomi con lo sguardo di credergli.
"Lo dici sempre, ma io non riesco a non preoccuparmi. Tu e Farlan avete un passato. Avete condiviso tanto insieme. Cose che tu a volte neanche mi vuoi raccontare. Vorrei solo che ci fosse un modo per essere sicuro che non mi lascerei mai per lui."
"Tesoro, stammi a sentire. Tra me e Farlan non c'è niente. È già da due anni che non c'è più nulla. Era tutto finito ancora prima che andassi ad Asheville. Non importa quello che ha voluto farti credere. Lui era una persona migliore prima di me e Isabel. È cambiato a causa nostra e per questo mi sento obbligato ad aiutarlo, a non chiuderlo fuori, ma non lo amo, Eren. Io amo te e te soltanto. E credimi, gli ho fatto chiaramente capire che non potrà mai avermi."
"Per-Perché... Ha provato a fare qualcosa?" mi sentii svenire quando Levi annuì, scocciato.
"Sì, mi ha chiesto di prendere Poppy e andare a vivere con lui in German-"
"Cosa?!" esclamai. Levi mi afferrò la mano e la tenne tra le sue, fermando la mia esplosione sul nascere.
"Calmati, tesoro. Quando gli ho detto di no, mi ha chiesto di passare la notte con lui. Gli ho detto che non volevo e che se non avesse imparato a rispettarti si sarebbe potuto scordare anche il mio sostegno morale. Ho dato di matto, Eren. Gli ho detto che non volevo più vederlo e che doveva mettersi in testa che io sono solo tuo. L'ho visto solo venerdì quando ti ho chiamato. Sapevo che aveva l'aereo sabato pomeriggio, ma non sono stato con lui. Avrei tanto voluto che fosse stato con te come era stato con me, quando l'ho conosciuto. Era felice, gentile e di buon cuore. Mi spiace che ti abbia trattato così male. Che abbia provato a farti soffrire quando tu con lui sei stato così buono, Eren. Credevo davvero che tenendo a me, tenesse anche a te. Che avesse capito che per me sei la cosa più importante, ma va bene così. Superiamolo e andiamo avanti, Eren. Ora mi importa solo che tu capisca che non c'è nessun altro. Che mai ci sarà." Levi fece una pausa. Guardò le nostre mani unite e fece un respiro profondo prima di rigettarsi nei miei occhi affranti. "Che se tu mai mi lascerai, io non continuerò a vivere."
"Levi, no. Non dirlo neanche per scherzo. Sono io che non potrei mai stare senza di te." Non riuscii a dire altro senza essere minacciato dal magone in gola.
"Allora dimmi che non hai dubbi, Eren. Dimmi che vuoi sposarmi e che ti fidi di me." mi implorò.
"Levi, è ovvio. Non ho mai avuto dubbi su questo. Credevo solo di non fare abbastanza per te. Ti prego, non pensare mai più certe cose. Ne morirei." Lo supplicai a mia volta, stringendogli le mani e avvicinandomi di più a lui, fino a far toccare le nostre fronti. La situazione era ancora troppo tesa perché avessimo voglia di un contatto più intimo, ma la nostra bolla era ancora intatta. Noi eravamo ancora noi.
"Bene, perché ti amo da morire e sono serio quando dico che voglio starti accanto per sempre." mi disse, seriamente. Gli risposi con un sorriso, ignorando la sensazione di essere stato tradito dal suo migliore amico che ero pronto a trattare come un familiare. Mi beai del suo calore, ma non riuscii a rilassarmi alla sua espressione ancora sofferente.
"Sei pronto a sposarmi?" bisbigliò con un fil di voce. Gli occhi tormentati nei miei.
"Sì, Levi. Lo sono dalla prima volta in cui ti ho detto che ti amavo." Sospirai.
"Bene, perché credo che tu non abbia capito di cosa ho bisogno da te." sospirò. D'un tratto l'aria intorno divenne più calda. La sua voce più bassa. Sentii una strana sensazione allo stomaco.
"Cosa, Levi? Voglio darti tutto quello di cui hai bisogno." parlai senza forze. Uno strano stordimento mi fece quasi girare la testa mentre Levi si mordeva il labbro, penetrandomi con gli occhi ammalianti.
"Voglio che mi scopi, Eren. Voglio che mi fotti fino a farmi implorare di smettere." Levi mi confessò tutto con voce roca e lussuriosa. Mi sentii decisamente svenire. Avevo preso in mano la situazione solo quella volta durante la nostra gita in Colorado e non mi era dispiaciuto tornare a farmi dominare da lui. Eppure, dopo tutti quei dubbi e quelle paranoie, sentivo il bisogno di averlo mio. Volevo il controllo. Volevo che si donasse a me come non aveva mai fatto con nessuno. Levi sapeva che era l'unico modo per farmi essere sicuro di noi due. Me lo stava offrendo ed io non ero nelle condizioni di essere gentile e rifiutare. Tutta la paura di prevaricarlo, quella che avevo avuto alla nostra prima volta a ruoli inversi, era scomparsa. Sentivo solo un insano desiderio di possederlo per sempre e subito. Gli strinsi i fianchi senza un minimo di delicatezza e avvicinai le nostre bocche. Lo guardai negli occhi come non avevo mai fatto. Ero sicuro di essere quasi più inquietante di lui, ma Levi si limitò ad un ghigno fugace che lasciò in favore di uno sguardo serio. "Scopami, Eren."
Levi mi cinse la guancia con la mano ci coinvolse in un bacio. Tastai la sua lingua con la mia per qualche istante prima che si staccasse di nuovo. Le nostre labbra umide a pochi respiri di distanza. "Devi farmi a pezzi. Devi starmi dentro finché non riesco più a camminare. Puoi farlo per me, Eren? Puoi farmi male?" la sua voce aveva un non so che di debole e bisognoso che mi sconvolse. Tremai alle sue parole e ai baci che mi lasciò sul collo; appena sotto alla mascella.
"Sì, ti farò tutto quello che vuoi." annaspai. Il solo sentirlo respirare affaticato contro alla mia pelle mi mandò in estasi. L'aria sapeva ancora di pioggia quando scendemmo frettolosamente dall'auto. Corremmo a casa e mi eccitai al solo vederlo aprire la porta e rinchiuderci al sicuro, dove nessuno avrebbe potuto vederci e soprattutto fermarci.
Quando lo incollai alla parete del suo soggiorno, Levi aveva già un erezione pulsante a deformargli i pantaloni. Gli infilai
la lingua in bocca senza nessuna grazia. Gliela succhiai tra i denti, beandomi dei suoi mugolii mentre mi lasciava fare. Lo sentii spingersi contro di me quando schiantai il mio bacino contro al suo, strofinando insieme i nostri membri duri ricoperti dai jeans. Leccai tutta la sua bocca e lo feci sussultare, mordendogli forte le labbra. I suoi polsi incastrati dalle mie mani rovinate. Riuscivo a sopraffarlo facilmente. In parte perché era lui a lasciarmelo fare, ma dovevo ammettere che era semplice maneggiare il suo bellissimo corpo
minuto.
"Eren." sospirò, aumentando le spinte contro alla mia intimità, in cerca di più frizione.
"Ti scoperò finché non ti ricorderai più il tuo nome, Levi." gli bisbigliai nell'orecchio, liberando i suoi polsi solo per agganciargli le cosce e sollevarlo da terra. Gli morsi forte il collo mentre si attaccava con le gambe alla mia vita e con le braccia alle mie spalle. Ascoltai i suoi mugolii mentre camminavo con lui in braccio sul divano.
"Ah! Eren." Levi gemette mentre lo mettevo giù, incapace di mostrare un altro briciolo di autocontrollo. Lo misi a sedere sul bracciolo del divano, tirandogli via la giacca di pelle e la maglietta mentre lui strappava la mia con foga. Le sue gambe ancora agganciate alla mia vita mi tenevano attaccato a lui. Mi artigliò le scapole mentre con la lingua leccava i miei addominali. "Sei bellissimo." bisbigliò mentre iniziavo a sbottonargli i pantaloni. Infilai la mano dentro, tastando la sua erezione ricoperta dai boxer. Con l'altra mano gli afferrai i capelli lunghi e gli tirai indietro il viso. Non l'avevo mai visto così. Ad ansimare lascivo con le pupille interamente iniettate di nero. Aprì le gambe ai miei tocchi decisi e sentii la pressione rinvigorire la mia erezione.
"Al primo turno ti prendo da dietro." affermai con voce ferma; ammantato del nuovo potere che sentivo di avere. Levi era un disastro. Non l'avevo mai visto così sottomesso prima.
"Ah... Eren... N- Non hai idea di quante volte mi sono toccato pensando a questo." ansimò quando gli strizzai i capezzoli. Non riuscii a trattenere un gemito alle sue parole e alla
spinta con cui si inarcò quando glielo
presi bocca, succhiando avidamente la membrana sensibile.
"Ah! Cazzo!" Levi grugnì, spingendosi tutto dentro di me fino a toccarmi la gola. Gli affondai le unghie nelle cosce dopo avergli sfilato i pantaloni e mi godetti le sue imprecazioni quando mi tolsi i miei, attento a non sfilarmi da lui. Una volta nudo, guardai i suoi occhi spalancarsi alla vista del mio membro eretto. Lasciai il suo di malavoglia, pronto solo a farlo godere di più. "Adesso girati, puttana." sbottai. L'eccitazione nella mia voce crebbe insieme al rossore sulle guance di Levi.
"Non sono io la puttana qui, Eren. Sei tu." Levi ansimò, voltandosi. Premette il viso sul cuscino del divano, sostenendosi sulle ginocchia e sui gomiti.
"Non oggi." sibilai, piegandomi su di lui per lasciargli un bacio sul retro del collo. Decisi di fare qualcosa che non si sarebbe mai aspettato. Gli aprii i glutei sodi e infilai nella sua apertura la punta della lingua. Se c'era un vantaggio nelle sue manie di igiene, era sapere che stavo leccando la parte più pulita del suo corpo. Il suono del respiro che Levi non riuscì a prendere fu abbastanza per incitarmi e farmi spingere la lingua più in là, superando il primo cerchio del suo anello di muscoli.
"Eren! Che caz- Oh! Oh, Cristo!" Levi pianse, affondando le unghie nel divano e allungando il suo corpo in avanti con un altro gemito acuto. "Eren!" continuai a scoparlo con la lingua, aggiungendo anche un dito mentre con la mano libera avvolgevo la sua asta già umida. "Cazzo, Eren. Dove diavolo le hai imparate queste cose?!" Levi ringhiò disperato.
Io non potevo rispondere a voce, ma infilai un secondo dito dentro di lui, aprendo le sue pareti e stuzzicandole in cerca della prostata. Tolsi la lingua solo al terzo dito, iniziando a scoparlo con la mano mentre con l'altra continuavo a fargli una sega.
"Dio- Ah! Di più!" la voce sconvolta di Levi si infranse su tutte le pareti di casa sua. Sentii il mio stomaco stringersi quando trovai la sua prostata. "Amore... Ti prego" mi implorò mentre stimolavo il suo punto debole. "Ti prego." pianse, facendo un sospiro più acuto prima che mi spingessi a tutta potenza contro ai suoi nervi sensibili. "Ah, cazzo! Cazzo! Eren!"
Togliendo la mano dal suo pene, lubrificai il mio con il suo liquido preseminale, pompandomi un paio di volte per poi liberare la sua entrata dalle mie dita e coprirla con la mia asta, impaziente di riempirlo. Lentamente, mi spinsi dentro di lui. Le nostre voci si sciolsero insieme mentre mi spingevo più in profondità. Gli presi le anche e le portai verso le mie, così da essergli dentro del tutto in una mossa sola. Il suo corpo tremava violentemente ad ogni respiro che prendeva.
"Ah... T- Ti... Ti sento ovunque." lo sentii dire a bassa voce, quasi come se parlasse tra sé e sé. Mi tirai fuori da lui per tornargli dentro e presi subito il ritmo delle spinte cadenzate, senza neanche dargli il tempo di adattarsi. "Cazzo!" Levi imprecò, spingendosi su di me ogni volta che io mi infilavo dentro di lui, fottendosi da solo sul mio pene.
A marcia ingranata, gli presi i capelli. Lo tirai indietro verso di me tanto da arrivare al collo per poterlo mordere e leccare come se non mangiassi da un mese. Tra i baci e i morsi con cui costellavo la sua pelle arrivai al
suo orecchio. "Come mi chiamo, tesoro?" gli sussurrai, assistendo a tutte le convulsioni di cui il suo corpo era vittima a causa del
ritmo sostenuto con cui lo scopavo.
"E- Eren." annaspò. Era bello essere più alto di lui perché potevo avvolgerlo per intero, stringendolo completamente mentre mi sbattevo dentro di lui.
"Dillo per me." gli ordinai con la bocca nell'incavo del suo collo. Lo ascoltai gemere quando mi ripresi in mano la sua virilità. Dapprima lo vezzeggiai con pompate lente e sensuali, ma aumentai presto il
ritmo, facendolo combaciare con quello delle mie spinte dentro di lui. Il suo corpo prese a muoversi ancora più rapido su di me. Ero coperto di sudore. Piccole gocce rotolavano giù dal mio petto per finire sulla schiena altrettanto umida di Levi.
"Eren- ah!" ansimò. Si aggrappò con una mano al bracciolo del divano dietro di noi e con l'altra alla mia nuca, inarcandosi fino a far aderire del tutto i nostri corpi.
"Gridalo per me." chiesi affaticato, riducendo i miei colpi per cercare la sua prostata. Levi inarcò la schiena, strozzandosi con i suoi stessi respiri quando la trovai. Potevo sentire i suoi muscoli stringersi attorno al mio pene e tirai più forte i suoi capelli.
"Eren!" pianse. La sua voce fu vicina ad un urlo. Non l'avevo mai sentito così. Era disperato. Mi implorava di scoparlo mentre insistevo senza pietà sulla sua prostata. Continuava a ripetere il mio nome come se non conoscesse altre parole.
"Come ti chiami, tesoro?" gli chiesi, quando ormai eravamo al limite. Un brivido sinistro mi sconvolse mentre raggiungevo l'apice.
"Ah- Le- Eren! Vengo, cazzo. Vengo!" gridò forte, scopandosi il mio pene con mosse imprecise finché non arrivò al massimo, inondando la pelle nera del divano con il suo seme caldo.
"Come pensavo." sibilai contro alla sua pelle, tenendo il suo corpo stanco in piedi, utilizzando la presa sui suoi capelli finché non venni anche io. Lo riempii, urlando forte il suo nome per poi farci cadere entrambi sul divano.
Quando riacquistai la forza minima per
muovermi, pulii il suo corpo e il divano con la mia maglietta.
"Dio... Eren..." Levi mormorò, guardandomi assorto; totalmente privo di parole per qualche minuto finché non gli sorrisi. "Secondo round?" Ridacchiai al suo ghigno saccente, stendendomi sopra di lui per baciarlo con passione.
"Ti amo." lo sentii sussurrare nella mia bocca prima di intrecciare la sua lingua alla mia. I nostri petti ancora a corto di fiato.
"Anche io. Sempre e per sempre." gli risposi, poco prima di perdere di nuovo la ragione a causa dei suoi tocchi libidinosi.
NOTA: Il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Quindi ci vediamo domani con la fine della storia :)
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