12. SILENZIO
Le lezioni passarono senza incidenti. Feci una fatica enorme a prendere appunti dato che la mano destra era quella ammanettata. In più ogni volta che dovevo prendere qualcosa trascinavo la mano di Levi con me. Mi allungai allo zaino ai miei piedi. La mano di Levi mi accompagnò e nel risalire stuzzicò la cucitura interna dei miei pantaloni, premendo lievemente sulla coscia. Gli rifilai un'occhiata ammonitrice e continuai a fare le mie cose, scongiurando a stento un'erezione. Dopo quella che sembrò un'eternità, la scuola giunse finalmente al termine. Tornammo ai nostri dormitori, sistemandoci nella sala comune. Levi gettò le gambe sul bracciolo del divano, stendendosi fino a sfiorare la mia gamba con la testa. Jean e un altro studente, Marco, entrarono nella stanza prendendo posto sul divano di fronte al nostro. Jean non perse tempo. Incrociò le braccia al petto e sollevò il mento, improvvisando un fare da duro.
"State a sentire, so cosa c'è tra di voi." Jean ci informò con tono calmo, spiando l'entrata per assicurarsi che non ci fossero orecchi indiscreti nei paraggi.
Decisi di fare il finto tonto. "Che intendi?"
"Dacci un taglio, Jaeger. Lo so che scopate." trasalì alla sua schiettezza. Levi si tirò su in un batter d'occhio, trapassando Jean con un'occhiata mortale. "E se vi state chiedendo come faccio a saperlo, vi informo che le pareti delle docce sono sottili. E poi non crediate che non abbia riconosciuto la camminata di Jaeger." diventai più rosso di un pomodoro.
"E a te che importa?" Levi si sistemò con le gambe accavallate e la braccia conserte, tale e quale a un boss della Mafia. Avrebbe potuto schioccare le dita e i suoi scagnozzi si sarebbero materializzati nella lounge e avrebbero fatto fuori i nostri ricattatori.
"Volevo solo dirvi di non farvi beccare. Se qualcuno venisse a saperlo inizierebbero ad indagare e finirebbero per scoprire anche noi." Jean prese la mano di Marco e capii a quel punto perché Marco era venuto con lui. Annuii.
"D'accordo." dissi. "Sì, poss-"
"Zitto, Jaeger. Mai acconsentire così facilmente. Devi sempre pretendere qualcosa in cambio per pararti il culo. Gli tapperò la bocca alla prossima sveltina, ma ti costerà, Kirschstein." Levi seguì per filo e per segno il copione del suo personaggio.
"Non era solo Jaeger a fare versi interessanti." Jean ammiccò e Levi alzò gli occhi. "E cosa ti devo in cambio?"
"Dipende." Levi si piegò in avanti, sondando con gli occhi assottigliati l'espressione guardinga del suo interlocutore. "Quanto tieni al tuo moccioso lentigginoso?"
"Tanto." Jean si girò verso Marco con un'espressione carica d'amore e calore che non gli avevo mai visto addosso. "Lo am-"
"Risparmiami le stronzate da fidanzatini. Stiamo negoziando. Non mi serve un riassunto di Le pagine della nostra cazzo di vita. Tienici Sean fuori dai piedi e abbiamo un accordo." Levi contrattò. "Se tu e quell'altro date ancora fastidio ad Eren salta tutto e la prossima volta che me lo scopo in doccia, lo farò urlare come una ragazzina in preda ad una tempesta ormonale."
"Per me va bene." Jean acconsentì, stringendo la mano di Marco le cui guance si tinsero di un rosa acceso, mettendo in risalto le lentiggini. La mano di Levi si posò sulla mia gamba e un rossore abbinato a quello di Marco mi salì dal viso fino alle orecchie. Jean e Levi si scambiarono uno sguardo complice.
"Bel lavoro, Faccia da Cavallo." Levi fece un cenno compiaciuto. Un piccolo segno di congratulazioni a Jean. "Da quanto va avanti?"
"Da quanto va avanti cosa?" Annie chiese, appoggiata allo stipite della porta d'ingresso a braccia incrociate. Gli occhi gelidi sondarono indifferenti i nostri volti sorpresi. Cazzo. Levi e Jean levarono subito le mani da me e Marco.
"Un mio progetto per geografia." Jean la informò con nonchalance. La sua risposta pronta aveva appena salvato quattro teste.
"Oh, okay, ma Eren e Levi non possono parlare con nessuno, quindi come pensate che debba punirvi per aver violato le regole?"
"Potresti imporci la regola del silenzio per un'ora." Marco suggerì. Levi annuì di rimando. Sembrava abbastanza blanda come penitenza per cui acconsentii anche io.
"Okay, niente male. Siete sotto silenzio da questo preciso istante."
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