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Capitolo 41

Bella's pov

Io e Grayson ci parlammo per una settimana, ma accaddero tantissime cose in quel periodo. Lui mandava ogni giorno uno dei ragazzi fuori casa mia, mi offrivano un fiore diverso, si assicuravano che stesi bene e poi andavano via. Cameron era stato portato in ospedale e gli era stato detto di stare a riposo, di tanto in tanto andavo da lui per potermi assicurare che stesse bene e gli ricordavo di prendere gli antidolorifici.

Tuttavia ci furono altri eventi durante quella settimana che si collegavano ad una sola cosa: un nuovo lato di Grayson.

Iniziò tutto il secondo giorno che venne Stassie-sabato mattina, lei fu la prima a venire, mentre domenica fu il turno di Jacob. Pensai di vedere o Demi o Sammy, ma ritornò lei-e mio padre le diede una pacca sulla spalla in maniera amichevole. Forse perché non sapeva che lei lavorasse per Grayson e credette che fosse una mia compagnia di scuola. Comunque non fu l'azione in per sé a scatenare tutto, ma la reazione della ragazza che si irrigidì, diventando completamente pallida. L'aiutai a sedersi, notando che stesse avendo un attacco di panico, e provai a farla bere.

-Stassie...Respira con me.-avevo sussurrato, abbassandomi davanti a lei per poter guardare bene il suo volto. Prese dei respiri profondi e poi trovò un pò di forza per parlare.

-Canta...aiuta.-aveva mormorato. Avevo intonato le parole di Lego House, la prima canzone che mi era venuta in mente, forse perché stavo ascoltando Ed Sheeran mente tornavo a casa. Comunque, proprio come aveva detto, cantare la aiutò tantissimo. Le avevo fatto bere dell'acqua, sorridendole in maniera rassicurante ma le mie mani tremolanti, mi tradirono.

-Grazie.-aveva detto, sorridendo

-Stai bene? Cosa ti é successo?- avevo chiesto provando ad accarezzare il suo braccio, ma avevo fermato la mia mano prima che potessi toccare.

-Odio essere toccata dagli uomini, tu puoi farlo.-aveva spiegato dolcemente, permettendomi di posare la mano sulla sua.

-Come facevi a sapere che cantare ti aiutava? E' già successo in passato?-avevo chiesto. Per un qualche motivo, l'idea che questa ragazza così dolce e solare fosse stata male in passato, mi faceva provare un forte dolore al petto.

-Grayson canta per me ogni volta che succede, quindi si, già é successo in passato.-aveva detto. Le avevo dato il tempo per calmarsi, mentre tra di noi calava un silenzio rilassante. Mio padre era in camera sua e quindi non aveva assistito alla scena. Fu proprio lei a rompere il silenzio-Quando ero piccola, i miei genitori avevano dei debiti con un uomo. Lui si si occupava di prostituzione minorile, e disse ai miei che potevano vendermi per saldare il debito. Loro lo fecero.-. Spalancai gli occhi a quelle parole, fissandola sconvolta.-Ero troppo piccola per capire cosa stesse succedendo, ma ero abbastanza grande per sapere che quello non era nessun zio Jordan. Gli uomini di quel posto persero la testa quando videro la novità, e Jordan guadagnò tantissimi soldi a causa mia. Erano tutti lavori orali, ed io mi sentivo sporca e disgustata da me stessa e da tutti gli altri. A sedici anni, un uomo offrì un mucchio di soldi per la mia verginità. La prima volta fa sempre male, ma lui fu molto rude e violento con me. Se fare i lavori orali mi faceva provare vergogna per me stessa, quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Tentai il suicidio.-aveva detto, mostrandomi il su polso coperto da tantissimi bracciali. Una grossa cicatrice sposava la sua pelle, era dritta ed era quattro o cinque centimetri.-Fu una delle donne di Jordan a trovarmi, mi portò in ospedale lasciandomi lì. Quando mi svegliai, un ragazzo dormiva al mio fianco, un totale sconosciuto. Lo svegliai, siccome ero spaventata dalla sua presenza. Aveva diciasette o diciotto anni, ma era molto intimidatorio. Mi disse che aveva accompagnato suo fratello in ospedale perché si era fatto male, e che quando i medici erano entrati con la mia barella, l'avevo guardato. Lui aveva sentito di dovermi aiutare.- Il cuore iniziò a battermi con forza nel petto.-Grayson mi accolse in casa sua come se fossi sua sorella più piccola, e da quel giorno mi tratta come tale. Un anno dopo il mio arrivo, venni a sapere che l'uomo che mi aveva stuprata aveva fatto un incidente ed era morto sul colpo. Avrei creduto alla storia dell'incidente se non avessi saputo che il suo pene era stato trovato sepolto sotto terra, nei boschi dove l'auto era uscito fuori strada. Grayson non mi ha mai forzato a fare qualcosa che non volessi fare e dopotutto, gli devo la mia vita.

***

Il secondo a parlare fu Sammy. Lo vidi una volta solo quella settimana, ma si aprì subito con me.

-I miei genitori erano appena arrivati in America dal Messico, non avevano un lavoro ma fortunatamente un nostro parente decise di ospitarci. Nessuno voleva far lavorare degli emigrati che parlavano a malapena l'inglese, quindi i miei genitori erano sempre più disperati. Vidi un uomo una mattina, era vestito in maniera elegante e possedeva una Lamborghini, e lo feci prima di penarci: lo derubai. Ma lui era William Dolan; mi inseguì e mi bloccò in un angolo. Sembrai piacergli e mi propose di lavorare con lui, quindi per aiutare i miei accettai. Grayson e io legammo subito perché la vedevamo nella stessa maniera.

***

Dopo, fu il turno di Jacob.

-Le persone per cui lavoravo prima di Grayson si occupavano di film porno, ma le ragazze dei video non erano mai state consenzienti. Inizia a temere che potessero pubblicare quei video nel deep web, quindi entrai nel computer del regista. Non avrebbero caricato video, ma avevano intenzione di girare video pedopornografici, il loro contatto era un uomo di nome Jordan...ma adesso mi sfugge il cognome. Stavo per parlare, denunciarli alla polizia, ma loro mi scoprirono. In quel periodo io sapevo guidare solo la moto e quindi fu facile per loro mandare una macchina che mi si schiantasse addosso. Feci un volo di parecchi metri e trovarono la mia gamba sinistra a più di dodici metri dal mio corpo.-aveva detto, toccandosi la gamba. Aveva poi alzato i jeans, per permettermi di vedere la protesi.-L'Alfa era già famoso e decisi di chiedergli aiuto. Gli raccontai quello che sapevo e lui mandò un suo amico poliziotto a farli arrestare: quando arrivò la polizia stavano per girare il primo video con un bambino. Da quel giorno decisi di aiutare Grayson e lavorare per lui. Lo aiuto semplicemente hackerando alcune cose, ma é stato lui a vietarmi di uccidere o inseguire qualcuno. Per quanto gli abbia detto di che posso fare tutto quello che facevo prima, ha paura che possa affaticarmi troppo. Comunque devo la mia vita a Grayson, senza di lui, quei uomini sarebbero tornati per finire il loro lavoro.

***

Per far parlare Demi, trovai un pò di difficoltà. Non ero stata io a dirle di parlarmi, ma già lei quella mattina, quando mi portò il fiore, era distante nei miei confronti.

-Adesso vuoi che ti racconti la mia storia?-mi aveva chiesto, e mi erano venuti i brividi per il tono freddo che aveva usato.

-Solo se vuoi, non sei costretta.-le avevo risposto

-Credi di conoscere il male?

-Non capisco di cosa stai parlando.

-Sinceramente bella, pensi di sapere cos'è il male solo perché tuo padre ti ha portato via dalla tua vita peretta con i tuoi amici perfetti?

Non sapevo che cosa la facesse parlare così, l'avevo vista solo due volte e entrambe le volte mi era sembrata dolce e tranquilla. Non capivo chi fosse la donna fredda e distaccata che mi parlava, ma riconoscevo quello sguardo: lo sguardo di chi ha perso qualcuno.

-Chi?-le avevo chiesto semplicemente.-Tuo fratello? Tua sorella? I tuoi genitori? Magari un fidanzato...

-Mia figlia. Ho perso mia figlia.-aveva detto, e poi le parole erano venute fuori da sole.-Quando avevo sedici anni, uno dei migliori amici di Grayson, Carter Reynolds, iniziò ad essere interessato a me. Lui era carino, si, era il cattivo ragazzo di cui erano innamorate tutte, ma io ero cotta di Grayson. Non siamo mai andati a letto insieme, poi era una cotta stupida. Tuttavia, una sera lo vidi con una ragazza e venni colpita dalla gelosia. Andai a letto con Carter ma non usammo protezioni. Non volle mai sapere nulla della bambina, così come i miei genitori che mi cacciarono di casa. Sai chi mi accolse in casa sua? Grayson.-aveva detto, persa nei suoi pensieri. Sembrava quasi che non fosse più con me, ma da un'altra parte.-Carter e Grayson parlarono e lui sembrò averlo messo sulla buona strada. Quando nacque, lui veniva a vedere la bambina di tanto in tanto, ci giocava e le diceva di volerle bene. Mi disse addirittura che voleva provare a costruire una famiglia con me. Però dei nemici di lui, vennero a sapere della bambina e la uccisero davanti ai miei occhi. Sai chi mi vide piangere per mesi? Grayson, lo stesso uomo che mi aiutò a trovare la forza di andare avanti. Sono convinta che senza di lui, sarei persa o morta.-mi aveva rivelato, con un dolore fortissimo nella sua voce.

Tutti loro veneravano Grayson, non perché desse a loro soldi o una casa in cui vivere, ma perché aveva salvato la loro vita. E forse in un certo senso, Grayson aveva salvato anche la mia.

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