Capitolo 14
Il mio corpo era ancora premuto contro quello di Grayson e il muro, i miei occhi lo fissavano intensamente e mi chiedevo per quale motivo mi sentivo così strana guardando quelle due pietre preziose che si ritrovava al posto dei occhi. Abbassai lo sguardo, posandolo sul mio polso ancora stretto nella sua mano. Lo allontanai bruscamente, ricordando che era solo a causa sua se adesso avevo un livido.
Le sue parole parole mi ritornano in mente. E' davvero così facile?
-Mio padre...se ti dico che voglio andarmene, gli farai del male?-chiesi
Lui si lecca le labbra, sbatté le palpebre velocemente e poi i suoi occhi si posarono stupiti su di me. Sembrava quasi che avesse capito solo in quel guaio in cui mi ero cacciata, era solo per assicurarmi che lui fosse al sicuro.
Quando scosse la testa in maniera negativa, tirai un sospiro di sollievo , ma poi mi accigliai.
-Come faccio ad esserne sicura?
-Hai la mia parola.-disse allontanandosi da me.
Mi stupii quando lo vidi allontanarsi, mise le mani in tasca e non riuscii a togliere gli occhi dalla sua schiena.
-Dove vai?
-Mi sembra ovvio che tu non voglia.-disse senza nemmeno fermarsi.
Lo guardai con la bocca spalancata, lo sentii ridacchiare e poi svanì voltando l'angolo.
Non so per quanto tempo fissai il punto in cui era sparito, sapevo solo che nel mio corpo c'era un mix di emozioni
Uno come lui non lo avrebbe mai fatto, quindi che cosa c'era sotto?
Grayson's pov
Ci avevo pensato dalla sera della festa, lo progettavo da quando avevo visto i suoi occhi terrorizzati mentre stringevo con forza non necessaria i suoi fianchi. Sapevo che dovevo farlo, qualcosa nella mia testa mi diceva che andava fatto.
Avevo provato a mantenere il controllo, solo perché non volevo che avesse ancora più paura di me. Quando avevo visto i suoi occhi quella sera, avevo avuto la sensazione che avesse pensato di aver visto il peggio di me...ovviamente non sa quanto pericoloso fossi per davvero. Non immaginava che quello che era accaduto a lei, era la cosa meno grave che avessi potuto farle.
Anche dopo aver fumato una sigaretta, che di solito mi tranquillizzava, sentivo lo stesso fastidio. Diedi un pugno al muro, le nocchie iniziarono subito a bruciare, il sangue sporcò il muro.
Lentamente tornai a camminare, avevo detto a Jacob di tornare a casa quindi sapevo che non mi aspettava fuori scuola. Approfittai del fatto che il tragitto fosse lungo per schiarirmi le idee. Lungo il marciapiede passavano una ragazzina con la sua sorella più piccola, lei non poteva avere più di 12 o 13 anni, la piccola probabilmente 3 o 4.
Appena la più grande capì chi fosse, sussurrò all'orecchio dell'altra ed attraversarono la strada andando dall'altra parte. Scoppiai a ridere, una risata isterica quasi...maniacale.
Quando arrivai a casa, capii con mio grande sollievo che avevano già finito di pranzare. Non mi andava il terzo grado da qualcuno.
Passai la mano sotto il getto di acqua fredda, con le dita dell'altra mano, iniziai a lavare vi il sangue. Aprii l'anta di un mobile, presi la bottiglia di vodka e sempre con una sola mano, la versai in un bicchiere.
Chiusi gli occhi, sentendo come l'alcol bruciava la mia gola. Avrei volentieri fumato una sigaretta, ma avrei sicuramente trovato difficoltà ad accenderla.
-Stai bene?-chiese Stassie fermandosi sulla soglia della porta.
-Sto bene.
-Hai picchiato qualcuno?
-Un muro.
-Bella?
Posai con forza il bicchiere nel lavandino e mi stupii nel vedere che non si era rotto.
-Calma...dimmi che succede.
-Le ho detto che poteva decidere se andarsene o meno, se ne é andata.
-Grayson, mi...uhm...di...-stava per dire, ma io la interruppi
-Proprio come avevo progettato.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro