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Capitolo 6

SERA :) PERDONATEMI PER QUALSIASI ERRORE, FRA POCO CORREGGERÒ, SPERO VI PIACCIA QUESTO CAPITOLO. BUONA LETTURA xx

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"Basta, basta ti prego o mi sentirò male." Rideva il bambino sul prato. "E allora tu dimmi che mi vuoi bene." Disse la piccola bambina facendogli il solletico. "D'accordo, ti voglio beneee." Urló il piccolo e la bambina smise di solleticarlo e si alzò. "Ti voglio bene anche io Mike." E lo abbracciò.

"Tu mi vuoi bene?" Un ragazzo era seduto sotto un albero e una ragazza era accanto a lui. "E adesso cosa c'entra questo Michael?!" Rispose duramente lei. "Come cambiano le cose eh. Io prima ero Mike, il tuo miglior amico. Quello a cui facevi il solletico per sentirti dire un semplice 'ti voglio bene'. Più passa il tempo, più sento che ti sto perdendo." La ragazza si era alzata per andare via, sembrava arrabbiata. "No, non andare via Noe." La rincorse. "Non sono più Noe e tu non sei più Mike. Siamo cresciuti, fattene una ragione. Non posso avervi entrambi." Rispose lei. "E perciò scegli quello lí. Il ragazzo che ti ha imposto di fare una scelta. Lui o il tuo migliore amico." Urló il ragazzo. "Noi non siamo più migliori amici. E si, ho scelto lui. Avrei sempre scelto lui." E andò via, lasciando il ragazzo su quel prato.

Mi ero svegliata di colpo ed ero tutta sudata. Erano le quattro del mattino e la mia testa elaborava tutte queste cose troppo in fretta.

Avevo dimenticato di questa nostra ultima conversazione. Fu il giorno prima della sua partenza ed io gli spezzai il cuore. Karma! Ecco cos'era. Il karma mi stava ripagando per tutte quelle volte che avevo fatto del male a Michael.

Il mio telefono era invaso di chiamate da Abby e Calum. Certo, adesso mi cercavano. Potevano farlo qualche ora prima, magari durante la festa.

Non aveva senso rimanere sveglia ma addormentarsi era peggio. Tutti quei ricordi, uno dopo l'altro mi facevano sentire un mostro.

"Noe, tesoro, è tardi. Devi andare a scuola." Mamma mi stava sussurrando queste parole all'orecchio ma non riuscivo proprio a svegliarmi. Non volevo parlare con Calum, nè dirgli di non passare a prendermi. "Calum era passato ma tu dormivi ancora, quindi gli ho detto che ti avrei portata io." Ah, un po' di fortuna.

Mi ero alzata e in qualche modo ero riuscita ad uscire dal mio caldo pigiama. Avevo dei jeans, una maglietta con una giacca pesante e gli UGG. Erano così caldi e morbidi e in queste giornate erano perfetti. Anche se era il quattro di settembre il freddo non tardava ad arrivare.

"Noelle, stai bene?" Probabilmente mi ero lasciata con Calum, un ragazzo mi stava per mettere le mani addosso, la mia migliore amica mi aveva praticamente snobbata e Micheal mi odiava. "Sisi, benissimo." Lei mi sorrise. "Sai che puoi dirmi tutto." Solita frase. "Ma tu non eri arrabbiata con me?" Cambiai argomento. "Beh si ma, non posso esserlo per sempre e prima o poi vorrò delle spiegazioni." Meglio poi. "D'accordo..adesso scendo. Ciao mamma." Finsi un sorriso ed uscii dall'auto. "Buona giornata tesoro." Ovvio, non immaginava nemmeno che giornata mi stesse aspettando.

La lezione del professor Moore era davvero una palla. Per mia fortuna nessuno dei miei amici aveva scelto questo corso così potevo annoiarmi da sola.

Spesso guardare fuori dalla finestra mi faceva star male. Vedere che il mondo procedeva, lentamente e tranquillamente, senza preoccuparsi dei problemi intorno. Però allo stesso tempo mi rasserenava. Una cosa strana, lo so. Insomma, tutto procedeva senza intoppi. Gli uccellini canticchiavano felici, gli scoiattoli correvano sugli alberi, le nuvole stavano lì in cielo, i cagnolini si rincorrevano e Calum era con una ragazza. Aspetta cosa?! Chi era quella tipa? Che stronzo! Non appena lo avrei preso gli avrei staccato il collo. Lo avrei fatto pentire di avermi tradita, per di più con quella lì. "Credo che anche la signorina Carter la pensi come me, giusto?" Merda. "Eh? Si, esattamente come lei." Che cazzo aveva detto?! "E allora può benissimo uscire fuori, non crede?" No, non potevo uscire fuori. Mia mamma mi avrebbe uccisa se avessi portato un'altra nota. "Professor Moore, mi dispiace tantissimo ma non sto molto bene. La prego non mi mandi fuori." Mentii. "Deve stare più attenta. Se la trovo distratta un'altra volta, non si scomodi a tornare in questo corso." Odioso, come sempre.

"Stupido armadietto." Diedi un colpo forte. "Ehi ehi, se lo prendi a pugni non si aprirà di certo." Mi girai e Louis odioso Tomlinson era dietro di me. "Strano, oggi non sei ubriaco." Commentai sarcasticamente. "Perdonami per l'altra sera ma, avevo bevuto un bicchiere di troppo." Che novità! "Si, avevo notato. Mi spieghi che ci vieni a fare qui se vai al college?" Era la seconda volta che veniva in orario di lezione. Oddio, ero così impegnata a picchiare l'armadietto che mi ero dimenticata della lezione con la Hill. Tanto valeva non andare più, non mi avrebbe fatta entrare. "E tu mi spieghi perché sei sempre in giro per i corridoi invece di essere in classe?" Touchè. "Ho perso la lezione, questo armadietto non si apre!!" Risposi. "E mai si aprirà." Lo guardai stranita. "Noelle, questo non è il tuo armadietto." Come faceva a sapere che non era il mio? "E tu che ne sai?" Chiesi. "Ho visto mentre posavi i libri l'altra volta." Ero così soprappensiero da non accorgermi che il mio era il terzo e non il secondo. Posai i libri e andai via. "Vedere Calum insieme a quella ragazza ti ha davvero dato fastidio." Non risposi e continuai a camminare. "Vai da Cox?" Mi girai e lo guardai. "Quando c'è la Hill in classe, sei sempre da lui, immaginavo che..." Lo bloccai. "Chi sei?" Non mi quadravano i conti. "Louis Tomlinson." Rispose ridendo come per sfottermi. "No, intendo, come fai a sapere tutte queste cose?" Era un pazzo maniaco? "Segreto." Lo avrei ucciso. Se non me ne fossi andata, avrebbe rischiato la morte.

"Ti stavo aspettando. Stavo cominciando a credere che avevi finalmente partecipato ad una lezione della Hill." Disse Cox facendo spazio. "Oh no, uno stupido mi stava trattenendo." Risposi. "E chi è?" Magari lo avrebbe cacciato. "Un ragazzo odioso, nel vero senso della parola. Ovunque io sia c'è anche lui. E conosce cose su di me che nessuno sa. È bello ma così arrogante. Dovrebbe scomparire!" Non appena finii di insultarlo lo vidi camminare verso noi. "Eccolo. È quel tipo." Dissi indicandolo. "Avevo ragione allora." Commentò soddisfatto. "Cox, lui è.." Dissi. "Sa già chi sono." E ti pareva. "Louis è mio nipote." Cosa? "Cioè aspetta, quindi tu saresti suo zio.." Dissi incredula. "Esattamente." Che figura di merda.

"E quindi tu mi hai insultato davanti a mio zio?" Chiese ridendo come un cretino. "Potevo pensare che un tipo arrogante come te fosse il nipote dell'unica persona che non detesto in questa scuola?" Lui continuò a ridere. "Louis, vedi che se la importuni, te la dovrai vedere con me." Disse Cox scherzando.

"Noelle, io devo andare in presidenza, non è che potresti accompagnarlo nella sala dei dipendenti?" Beh l'ora stava per finire, me ne sarei liberata di qui a poco. "Certo." Risposi con un sorriso.

"Ecco, siamo arrivati. Adesso vado o perderò anche la prossima lezione." Finalmente avevo fotografia. Amavo quel corso e anche la professoressa. "Noelle, mi dispiace davvero per essermi comportato da coglione." Disse subito Louis. "Non devi darmi spiegazioni." Lui prese il mio polso. "E comunque, quella ragazza che hai visto con Calum è solo una vecchia amica, non preoccuparti." Non ero preoccupata, incazzata si, con tanta voglio di picchiarlo ma, non ero assolutamente preoccupata. "Certo, un'amica. All'inizio siamo sempre tutti amici.." Lui mollò la presa ed io andai verso la classe.

Con me c'era Diana che sembrava del tutto confusa. "Ehi, hai capito cosa devi fare?" Chiesi gentilmente. "Perché ho scelto questo corso? Lo odio." Si lamentò.

"Diana, vuoi venire a farci vedere il tuo lavoro?" Chiese la professoressa Pattinson. "Ehm io veramente.." Diana era nel panico. Non aveva fatto nulla. "Professoressa, potrei venire io? Non sono certa di aver fatto nel modo giusto." Cercai la prima scusa. Lei annuì.

La lezione era finita ed era ora di pranzo. La professoressa mi aveva fatto i complimenti. "Noelle, tu hai davvero talento per la fotografia, che ne diresti di venire a questo corso il pomeriggio?" Mi porse un depliant. "Mh, ci penserò. Grazie prof." Sorrisi.
"Fammi sapere." Raccolse le sue cose ed entrambe uscimmo dall'aula.

Avevo intenzione di evitare tutti. Ero molto nervosa. Così mentre gli altri erano al solito tavolo io mi ero seduta da un'altra parte. "Come mai tutta sola?" Di nuovo lui. "Non mi va di stare con loro. E se lo vuoi sapere nemmeno con te." Risposi duramente. "Ma cosa ti avrò mai fatto?" In realtà nulla di così tremendo ma, qualcosa mi portava a non sopportarlo. "Ciao Louis." Mi alzai ed uscì dalla mensa.

"Non accetto un ciao come risposta." Ovviamente mi aveva seguita. "Louis senti è una giornata storta ok? Tu non mi vai a genio e ti chiedo di starmi lontano." Risposi. Mise una mano contro il muro per non farmi passare. "Sei testarda." Certo, io ero testarda. "Lasciami in pace oh.." Lui spostò il braccio e mi fece passare. Ma ovviamente, imbranata per come ero, inciampai nel suo piede e lui mi prese. "Io ti lascio in pace però tu continui a cadermi fra le braccia." Mi sorrise e tenne fissi i suoi occhi nei miei. Era la prima volta in cui mi accorgevo di quanto bello fosse il suo sorriso e quanto i suoi occhi fossero difficili da evitare. Louis poteva essere un rompiscatole ma nel complesso, era un bellissimo ragazzo e io stavo lì, immobile.. "Che fai, pensi di scendere dalle mie braccia o preferisci rimanere qui a contemplare il mio viso?" ..a fare la mia ennesima figura di merda.

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