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Capitolo 16

La notte non ha scuse, non ha limiti, non ha ripensamenti. Non si preoccupa di ciò che potrebbe accadere, arriva impetuosa e porta con sé tutto ciò che il giorno cela. La notte non è per tutti, la notte non è mai stata per me. Non sono abbastanza forte per dimenticare, per far finta di niente. A volte mi fa anche paura perché risveglia quei fantasmi del passato che credevo fossero ancora lì, chiusi in un lontano ricordo, accartocciati da qualche parte, lontano dal cuore.

Aprii la porta e lui stava seduto sul vialetto di casa mia con in mano una bottiglia di Jack Daniel's. Lentamente mi avvicinai e sentii i suoi singhiozzi farsi sempre più intensi. "Louis, va tutto bene?" Al tocco della mia mano sulla sua spalla qualcosa si risvegliò in lui. "No...Noelle.." Era talmente ubriaco che quando cercò di alzarsi cadde per terra. "Louis, guardami." Cercai di sollevarlo e stabilire un contatto visivo ma i suoi occhi erano così rossi che sembravano quasi le porte dell'inferno. "Noelle, sei tu?" Borbottò piegando la testa. "Si, si sono io." Accarezzai il suo viso. "Scusami Noelle, perdonami, non volevo farti questo." La sua voce sembrava quella di un bimbo. Appoggiò la testa sulla mia spalla e continuò a piangere. "Tranquillo, va tutto bene, ci sono io qui." Continuai ad accarezzargli i capelli, cercando di calmarlo. "Io ti capisco se.." Cominciò a vomitare. Più vomitava più piangeva ed io mi sentivo impotente, non sapevo come aiutarlo. "Basta, non ce la faccio più." Non potevo sopportarlo, non riuscivo a vederlo piangere così. Lui era sempre stato così forte, o almeno così mi aveva fatto credere. "Noelle ho paura." Paura di cosa? "Non devi, ci sono io con te." Aveva di nuovo la testa sulla mia spalla. "Ci sei adesso, ma domani? Io ti voglio sempre con me, non solo la notte, quando io sono così vulnerabile e tu così bella da farmi star male." Cercai di trattenere le lacrime. "Io non voglio farti del male, per questo cerco di starti lontano, ma tu, tu mi mandi in confusione ed io..." Smise di parlare e un brivido di paura percorse la mia schiena. Presi il suo viso fra le mani. "Louis, svegliati, su, guardami negli occhi, non addormentarti ok?!" Cercai di sollevarlo. "Avanti vieni, andiamo dentro." Lui cominciò ad agitare la testa. "No, no, no, no. Tu non capisci, non voglio." Non sapevo cosa fare. "Di cosa parli?" Avevo bisogno di capire anche se nelle sue condizioni era difficile farlo. "Lascia stare, tu non puoi capire." Urlò. "Sta zitto, o sveglierai tutti." Misi una mano sulla sua bocca e me ne pentii subito dopo, quando uno schiaffo mi fece bruciare il viso. Lui mi guardò sconvolto e una lacrima mi cadde sulla guancia. "Perdonami, perdonami Noelle." Mi alzai per andare via ma lui prese il mio polso. "Non lasciarmi, ti prego." Mi misi accanto a lui e mi accarezzò la guancia. "Sono talmente tanto ubriaco da non capire più niente, ma sono certo di una cosa, tu mi fai sentire come non mi sono mai sentito e ho paura, non mi piace avere a che fare con qualcosa che non conosco, eppure..." Cadde di nuovo. "Ehi, non ti distrarre, continua a guardarmi." I suoi occhi erano ancora rossi ma così profondi. "Io...ehm cosa stavo dicendo? Ah si.. Dunque.." Faceva lunghe pause e la sua testa oscillava lentamente. "Dimmi Louis, parla.." Dissi dolcemente. "Noelle, io...io ho..bisogno di..di un letto..." E si accasciò. Lo presi e con tutte le mie forze lo portai dentro casa. Al piano di sotto c'era una stanza per gli ospiti, lo misi sul letto, dormiva già. Cercai di fare piano ma non appena aprii la porta lui si svegliò. "Dove vai?" Mi chiese. "A dormire, è tardi Louis." Fece cenno di no con la testa. "Dormi qui con me." Mi misi accanto a lui e si mise seduto, appoggiandosi alla spalliera. "Sei così bella Noelle." Disse accennando un sorriso. La luce fioca della luna entrava dalla finestra illuminando leggermente il suo viso. Prese le mie mani ed io lo guardai, e giuro, non mi innamorai mai dei suoi occhi come quella notte. Si avvicinò lentamente, prendendo il mio viso fra le mani. "Sarebbe troppo scontato baciarti adesso?" Era ubriaco, non si sarebbe ricordato più nulla domani. "Probabilmente si.." Sussurrai. Mi fissò per poi abbracciarmi. Lentamente chiuse gli occhi e ci addormentammo così.

Il mattino dopo, al mio risveglio, lui non c'era più. Probabilmente era già tornato a casa. Non trovai nulla, nemmeno un misero biglietto. Ma cosa potevo mai aspettarmi da un ubriaco? Probabilmente questa era la prima casa che gli era passata per la mente ieri notte.

Mi alzai e andai al piano di sopra per fare una doccia e prepararmi per la lunga mattinata.

Misi come al solito un jeans e una felpa, mi truccai leggermente, legai i capelli in una lunga coda e scesi in cucina.

"Buongiorno principessa." Mio papà mi diede un bacio sulla guancia. "Buongiorno." Sorrisi e presi la colazione. "Io vado o rischio di perdere la prima ora." Salutai tutti, presi lo zaino e andai via.

"Noelle Carter, non puoi scomparire così." Abby piombò alle mie spalle. "Oh si scusa ma ieri sera ero troppo stanca." Inventai una scusa. "Ti ho riempita di messaggi dopo essere tornata a casa, potevi almeno fingere che ti importasse e rispondere." Di mattina non avevo voglia di parlare, soprattutto dopo una notte come quella di ieri. "Si scusa, ma te l'ho detto ero stanca e sono andata subito a dormire." Risposi. "D'accordo..andiamo a lezione?" Cambiò argomento. "Si, meglio andare."

Eravamo tutti a pranzo in mensa, quando le porte si aprirono ed entrarono Louis e Jack. Si avvicinarono a noi e si sedettero al nostro tavolo. "Ormai lui fa parte di questa scuola?" Chiese Holly ridendo. "Sai non è male tornare qui qualche volta." Rispose ridacchiando. "Louis a proposito, ieri sera, che fine hai fatto?" Guardò Jack, poi me e distolse subito lo sguardo. "Oh un giretto e poi a casa." Si, la mia.

Parlarono tutto il tempo di sport, ragazze e le solite cazzate da maschi. Qualche volta incrociava i miei occhi ma distoglieva subito lo sguardo, come se si vergognasse. "Io vado." Mi alzai dal tavolo e presi lo zaino. "Perché? Non siamo di compagnia?" Chiese Calum. Quanto lo odiavo quando usava quel tono. "No, sono semplicemente stanca." Risposi. "Uhh nottata insonne?!" Continuò il cretino "Più o meno." Gettai un'occhiata a Louis e poi andai via.

"Sapevo che eri qui." Cosa voleva adesso? "Se sei venuto qui a chiedermi di tenere la bocca chiusa, tranquillo non dirò nulla." Louis si avvicinò. "Non sono qui per questo." Rispose. "E allora perché sei qui? C'è qualcosa che vorresti dirmi? Qualcosa che ieri notte hai dimenticato di fare?" Chiesi. "Noelle ascolta, tu saprai meglio di me che agli ubriachi non si deve mai dar conto. Non fanno altro che farneticare idiozie." Cosa stava cercando di dirmi? "Non ho ancora capito cosa vuoi." Dissi guardandolo negli occhi. "Quello che è successo ieri notte, dimenticalo. Io stavo solo delirando, se non fossi stato ubriaco non avrei mai detto quelle cose." Ecco, in quel momento, avrei preferito avere anche io in mano una bottiglia di Whiskey per dimenticare tutto. "Quindi tutte quelle parole dolci, le lacrime, il fatto che stavi quasi per baciarmi, e l'aver dormito abbracciati nello stesso letto, era tutta una bugia? Sei venuto a casa mia a quell'ora per riempirmi la testa di bugie?" Non rispose, rimase impalato a fissarmi. "Va via!" Urlai. Non se lo fece ripetere due volte.

Saltai le lezioni successive e rimasi qui, a piangermi addosso. Non gli credevo ma allo stesso tempo, qualcosa mi diceva che stava dicendo la verità. Perché doveva interessarsi a me? Non ero poi così speciale, non ero la ragazza adatta a lui. Ma di solito gli ubriachi dicono la verità. O forse solo alcuni. Forse non lui. Louis Tomlinson era riuscito a sconfiggere la mia corazza e uccidermi, pugnalandomi ogni singola e fottutissima volta.

"Noelle apri!! Noelle." Ero in camera mia quando sentii bussare alla porta, era Abby. "Noelle, perché hai saltato le lezioni?" Mi chiese quasi arrabbiata. "Non stavo bene." Risposi. "Smettila di mentirmi. Ieri sera eri stanca, stamattina ti sei sentita male. Credi che non abbia notato tutte quelle occhiatine con Louis?! Credi che non vi abbia sentiti parlare su in terrazzo?! Credi davvero che io sia così stupida?! L'ho capito che ti piace Louis ma, lascia perdere, perché ti farà solo del male." Disse quasi urlando. "Nessuno ti ha chiesto di venire qui, di farmi da strizza cervelli. Nessuno ti ha chiesto di giocare al detective per scoprire cosa succede nelle deprimenti giornate della mia ormai inutile esistenza. Questa è la mia vita e la gestisco io. Non ho bisogno che tu mi faccia da madre, non ho bisogno di nessuno!" Urlai sfinita. Lei mi guardò, i suoi occhi erano rosso fuoco. "Bene, allora se è così, quando quell'idiota ti farà star male, vallo a dire ad un'altra perché io d'ora in poi non ci sarò più." Girò i tacchi e andò via sbattendo la porta. In quel preciso istante, Louis mi chiamò. "Noelle possiamo parlare?" Chiese. "Fottiti stronzo." E attaccai.

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