7- Sguardi
T/N 's POV
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Mi avvicinai a Kathrine afferrandole fortemente le mani. Stava tremando.
<I-io...> annaspò.
<Eiei tranquilla, io sono qui...non ho nessuna fretta.> la rassicurai portandola dolcemente a sedere nel letto.
[...]
La mia migliore amica appoggiò cautamente la tisana che le avevo precedentemente offerto.
Lo sapevo: il momento era arrivato.
Infatti, come appena previsto Kathrine iniziò a parlare.
<T/N... parto con il presupposto che, anche se lo avrai già capito, mi dispiace tantissimo. Ti avevo promesso tante di quelle cose da fare qui in Corea e mi si spezza il cuore al pensiero che non riuscirò a mantenerne quasi nessuna-> le si spezzò la voce.
La intimai a continuare appoggiandole una mano sulla spalla.
<È-è successa una cosa terribile a mia nonna, giù in Italia. Sta veramente tanto male e sai benissimo quanto io sia legata a lei; è proprio per q-questo che io v-vorrei...>
<Non importa, sul serio.> la interruppi.
<C-cosa?> chiese spalancando leggermente gli occhi.
<Pensavi veramente che mi sarei arrabbiata? Sciocca...>
KATRINE 's POV
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Gli occhi mi ritornarono nuovamente lucidi.
Come poteva avere un cuore così gentile?
Come faceva a non odiarmi?
<M-ma questo vorrà dire che per i prossimi mesi tu dovrai rimanere qui da s-sola...>
La sua mano prese ad accarezzarmi la schiena.
<Ehi, non sono una bambina di 5 anni... posso vivere lo stesso - ridacchiò - avrò imparato il coreano per qualche motivo uh?>
A quelle parole mi feci coraggio, asciugandomi le lacrime che solcavano il mio viso; era inaccettabile il fatto che in quella situazione fossi io la più debole tra le due.
<E comunque - echeggiò stridulamente la mia voce mentre T/N mi osservavano curiosamente - ti ho fatto un'altra sorpresa!>
<Eh? Ancora?! Non bastavano i soldi che hai spes->
Con un cenno la zittii.
<Questo è un regalo per scusarmi di questa situazione.>
Un sorrisetto apparve nel suo pallido viso: <Beh, almeno questa volta non cadrò in panico come quando mi avevi dato i biglietti per il concerto dei BTS, giusto?>
Un ghigno divertito distorse il mio sorriso.
<G-giusto?> balbettò rabbuiandosi.
Mi conosceva decisamente troppo bene.
<Beh beh... -sghignazzai porgendole un altro dei miei fantomatici "pezzi di carta" - questo me lo dovrai dire tu.>
Non lo avessi mai fatto.
Delle urla, susseguite da un tonfo, riecheggiarono orribilmente in tutto l'hotel.
T/N 's POV
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[...]
Con le mani fredde e appiccicaticce mi sistemai per la medesima volta i capelli, guardandomi attraverso la fotocamera interna del mio vecchio iPhone.
Gesù sostienimi.
Se avessi continuato a farmi dominare così tanto dall'ansia e dalla tensione mi sarei ritrovata di certo svenuta a terra come l'altro giorno e no, non ci tenevo a fare una figura peggiore di quella fatta con Katrine (avevo fatto prendere un tale colpo a coloro che alloggiavano nella stanza d'hotel vicino alla mia, che un'addetta alla reception era stata chiamata da quest'ultimi, piombando successivamente nella mia camera per accertarsi che nessuno fosse morto).
Scossi fortemente la testa per scacciare quei brutti ricordi.
T/N sei una ragazza forte, puoi farcela.
Non feci nemmeno in tempo a concludere mentalmente quello specie di incoraggiamento che tutte le ragazze e ragazzi che in quel momento mi stavano circondando iniziarono ad urlare e a sventolare cartelloni affannosamente.
Deglutendo decisi di voltarmi anche io: ed eccoli lì.
Dalle due grandi porte centrali i sette giovani ragazzi fecero il loro maestoso ingresso, raggiungendo rapidamente il grande tavolo posizionato alla fine del corridoio.
<Annyeonghaseyo bellezze!> urlecchiò Hoseok unendo le mani a forma di cuore.
<Mi siete mancate piccole worldwide handsome!>
<Testuggine di uno Hyung! "Handsome" è un termine che si usa solo con i ragazzi!> ridacchiò Namjoon ottenendo un piccolo sguardo imbronciato dal più vecchio.
Erano così simpatici che per un momento tutta la mia instabilità emotiva era magicamente svanita; ma ad occhio non era una sensazione destinata a durare a lungo perché proprio in quel momento decise di prendere parola lui.
<Su su, non facciamo perdere tempo alle nostre army! Iniziamo!!> esultò.
[...]
Le ore passavano e la fila piano piano si accorciava sempre di più. Per mia sfortuna ero stata una delle ultime ad arrivare e oltre a dover aspettare il mio turno per un tempo apparentemente interminabile, non avevo fatto in tempo a stringere amicizia con nessuna delle/degli army presenti.
Quindi, presa dalla solitudine e dall'incapacità di stare calma, accesi il telefono per scrivere prima a Katrine e poi al famoso "hyung" che da ieri pomeriggio mi aveva detto di punto in bianco di chiamarlo Tae.
<Stai morendo d'ansia anche tu, eh?> mi sussurrò improvvisamente all'orecchio una voce sconosciuta, facendomi sussultare.
Il telefono mi cadde dalle mani dallo spavento.
<O-oh scusa!! Non volevo->
Un ragazzo, probabilmente della mia età, mi prese l'iPhone da terra per poi restituirmelo.
<Stavo dicendo, non volevo farti prendere un tale colpo - si fermò per poi scrutarmi attentamente - aish, non sei coreana! Well, I w-was saying...>
<Tranquillo, me la cavo parecchio con il coreano! -sorrisi- Comunque non preoccuparti, ho fatto tutto io...> brontolai colpendomi con il palmo della mano la testa.
<Wow!! Un'occidentale che parla coreano? Sei il mio nuovo idolo~>
Entrambi ridemmo rumorosamente per poi presentarci a vicenda.
<Piacere, io sono T/N!> esclamai facendo un vivace inchino.
<Io sono Jack, piacere!>
<Jack...?> borbottai inclinando la testa di lato.
<Lo so, lo so... i miei genitori hanno sempre avuto una particolare fissa con gli attori americani, e...giá.>
<Titanic?>
I suoi piccoli occhi si illuminarono <Astuta la ragazza!>
<Naah.> negai per poi riscoppiare a ridere come una cretina assieme a quello simpatico sconosciuto.
La felicità che provavo nell'aver finalmente conosciuto qualcuno con cui poter parlare, capace di alleggerire la situazione, era qualcosa di indescrivibile.
Tuttavia di punto in bianco la sua espressione mutò inspiegabilmente.
<T-T/N! -annaspò- V ci sta->
Non fece in tempo a terminare la frase che la mia testa schizzò verso la direzione del mio bias.
Tremai dalla testa ai piedi, accertandomi più volte che ci stesse veramente guardando...e sì: teneva il telefono in mano e la sua espressione sembrava apparentemente quella di un pazzo omicida.
<A-abbiamo fatto qualcosa di male?>
<Non p-penso.> farfugliai mentre l'idol ci toglieva gli occhi di dosso.
[...]
<Signorina? -richiamò la mia attenzione una voce femminile- È il suo turno>
Con un debole cenno salutai Jack per poi inoltrarmi verso quel famoso tavolo con i piedi più pesanti di quelli di un elefante e la gola più secca del deserto del Sahara.
EHILÀ!
AIUT- CI TENGO PARECCHIO AL PROSSIMO CAPITOLO, QUINDI SPERO DI ESSERE IN GRADO DI SCRIVERLO BENE (a differenza di questo capitolo di passaggio che sembra essere scritto con i piedi 🙂)
GRAZIE MILLE PER LE 700 VISUALIZZAZIONI!!💖😩
Al prossimo capitolo ^^
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