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Cap. 26: Proposta di modifica del piano di emergenza

Le probabilità che entrambi si imbattessero in una radio, che questa funzionasse, che uno dei due trovasse la frequenza giusta per contattare l'altro scegliendole casualmente tra quelle disponibili e che tutto questo avvenisse prima che uscissero dai rispettivi raggi d'azione erano infinitesimali.

Ciononostante, Ben era dall'altro lato della linea, e in quel momento stava ridendo davvero di gusto.

- Cazzo! Amico, sei vivo!-

- Io... sì. Anche tu, direi.- rispose Jessie, facendo del proprio meglio per non svenire. Si sentiva di nuovo le ginocchia molli - Dio... sei riuscito a cavartela!-

- Beh, la roba che mi hai detto è servita a qualcosa.- rispose Ben - Quindi sei arrivato? Hai trovato la tua amica?-

- Sì, è... è qui accanto.- rispose, gettando un'occhiata a Madison, in silenzio poco lontano - E ci sono un po' di persone, anche. Credi che i tuoi amici possano aiutarci a venir fuori da qui?-

Seguì un attimo di silenzio, poi il soldato di poco prima parlò di nuovo.

- Jessie? Sono Brown.- disse - Intanto, complimenti. Da quello che mi dice Ben sei uno affidabile, quindi so di parlare con qualcuno che capisce. Purtroppo non siamo nelle condizioni di aiutare nessuno, al momento. Siamo rimasti in pochi, le cose non sono andate molto bene. Non so se lo sai, ma anche gli animali sono pericolosi... la malattia li ha trasformati in mostri.-

- Già, ma non mi dire...- commentò Maddie.

- Sì... abbiamo avuto i nostri problemi, qui.- rispose Jessie - Ad ogni modo, pensavamo di dirigerci verso la costa e da lì raggiungere un'isola. Ho motivo di credere che i morti viventi non sappiano attraversare l'acqua, e comunque sarebbe più facile tenerli a bada. Voi dove vi state dirigendo? Avete un piano?-

- Certamente. Siamo diretti nel Montana.- disse Brown - Lì c'è un'installazione militare d'emergenza, durante le operazioni di evacuazione è stata allestita per accogliere chi è ancora vivo. È solo uno dei centri di raccolta sparsi nel Paese, ma è il più vicino.-

Jessie esitò: una fortezza militare nel Montana aveva i suoi vantaggi, tutto sommato, specie se l'esercito era ancora in grado di garantire un minimo di sicurezza. Il problema era che, in futuro, le cose sarebbero potute cambiare, e non in meglio. Anzi, era il suo timore più grande.

Tuttavia, come destinazione sarebbe stata decisamente più vicina della costa est.

- Allora l'esercito è ancora organizzato?- chiese - Siete in grado di gestire la situazione?-

- Non ti mentirò, figliolo... ma no, non siamo in grado, non come vorremmo.- ammise Brown - Non più tardi di qualche ora fa ho dovuto abbandonare una dei miei, che era stata infettata. Altri sono morti lungo la strada. E parlo solo della mia squadra. Il Presidente è morto, lo stato maggiore anche, quel che resta della catena di comando fa del suo meglio. Lo stesso vale per il CDC, ridotto all'osso. So che un paio di medici studiano una soluzione alla base in cui ci stiamo recando, comunque.-

- Va bene... ne parleremo tra noi più tardi e decideremo tutti insieme.- garantì, riflettendo nel contempo sulle informazioni appena ricevute - Mi può ripassare Ben?-

Seguì di nuovo un po' di silenzio, poi sentì l'amico rispondere alla radio.

- Ehi, che c'è?-

- Volevo sapere di Meg e dei ragazzi.- disse - Ce l'hai fatta? Li hai trovati?-

- Ah... no, non ancora.- ammise lui - Li ho mancati di poco, mi hanno preceduto alla base, li sto raggiungendo. Dovreste venire anche voi, se non altro saremo parte di un gruppo più numeroso.-

- Non è il numero che mi preoccupa... dimmi comunque come arrivare, nel caso non ci risentissimo.-

Ben ripassò il microfono a Brown, che dettò una serie di coordinate (prontamente appuntate da Alex) prima di augurare loro buona fortuna e chiudere la comunicazione.

- Bene... quindi ora abbiamo più opzioni.- disse Alex, osservando soddisfatto il foglio che aveva in mano - Ma non ti vedo convinto.- aggiunse, guardando Jessie.

- Presidente e stato maggiore morto, catena di comando frammentata... tu hai detto di essere stato un soldato, giusto?-

Alex annuì.

- E lo sei stato a lungo?-

- Per più di quanto mi piaccia ammettere.- rispose - Ho smesso per occuparmi di Amy.-

- Qual è il problema?- chiese Carol.

- Voglio solo fare una domanda.- disse Jessie - Nella tua esperienza, quanto è sicuro affidarsi a una catena di comando compromessa?-

Alex esitò un momento, guardandolo negli occhi, per poi lasciarsi scappare un sospiro rassegnato, distogliendo lo sguardo.

- Poco.- ammise - Pensi che possa succedere qualcosa di grave in quella base?-

- Penso solo che non voglio chiudermi in un bunker con delle persone armate se prima non sono sicuro che sia la cosa migliore da fare.- rispose - Per questo volevo discuterne.-

Un versaccio simile a una pernacchia risuonò nella stanza. Tutti si voltarono verso la sua fonte, vedendo Ernie che, vicino alla porta, li guardava tutti con aria stizzita, ancora infagottato nel suo giaccone nero.

- Ma andiamo!- sbottò - Discutere di cosa? L'esercito è operativo e può proteggerci! Cosa sperate, che venga la croce rossa?-

- Stiamo solo parlando, Ernie.- disse Jessie.

- Parlare ci cosa?- esclamò, iniziando a gesticolare - E poi, chi sei tu? Che esperienza hai? Cos'è che ti fa sentire in diritto di darci ordini? Guardati! Sei un ragazzino! Per poco quel mostro là fuori non sbranava te e quei tuoi amichetti, se non avessimo sacrificato l'ultimo fumogeno per...-

- Ernie, stai diventando rosso.- disse Alex, alzandosi in piedi - E comunque, nessuno sta dando ordini a nessuno. Jessie ha espresso il suo punto di vista, mi ha chiesto un parere e ha spiegato cos'è che lo preoccupa. Ora lui, Paul e io parleremo un po' della situazione, poi ne parleremo con voi e decideremo tutti insieme. Ma adesso vattene di là e cerca di rilassarti, o giuro su dio che ti prendo a calci fino all'alba.-

Ernie gli lanciò un'occhiata rovente ma non disse altro, voltandosi con rabbia e uscendo dalla porta, furioso. Lucas lo seguì con lo sguardo, voltandosi poi verso Alex.

- Vuoi che lo tenga d'occhio?-

- No, lascialo sbollire.- disse lui - Ora andate di là tutti quanti, pensate un po' a quello che volete fare. Noi arriviamo.-

Lui e Carol annuirono insieme, prendendo Amy e uscendo con lei. Jessie si voltò verso Madison, che lo guardava fisso.

- Cosa?- chiese.

- Veniamo con te.- disse - Qualsiasi cosa tu voglia fare, non ci separeremo.-

- Puoi parlare per te, non per Kevin.-

- Ma è d'accordo. Vero che sei d'accordo?- chiese, dandogli una gomitata.

- Ohu!- esclamò lui, scansandosi - Io... beh, credo di sì.-

- Come "credo"?-

- Parlatene con calma.- sospirò Jessie, indicandogli la porta prima che potessero mettersi a discutere davanti a lui.

Mentre i due amici uscivano parlando tra loro, Day rimase ferma dov'era, guardandolo fisso a sua volta.

- Anche tu vuoi giurare la tua imperitura fedeltà?-

- No.- sbuffò lei, roteando gli occhi - Volevo ricordarti che ho altri programmi... sto con voi solo per avere un passaggio.-

- Lo so, tranquilla.- rispose - Prometto che andremo via presto... ma devi tenere presente che potrebbero non esserci più. Hai sentito Brown, hanno evacuato i centri abitati più piccoli. Forse li hanno già portati via...-

Si trattenne all'ultimo dall'aggiungere un inopportuno "o peggio", ma rimase ugualmente nell'aria. Day parve rendersene conto, ma non disse niente e scosse la testa.

- In quel caso vedremo. Però grazie, Jessie. È bello che ti preoccupi.-

Gli diede un buffetto sul braccio e si allontanò a sua volta, lasciando finalmente soli lui, Paul e Alex.

***

Chiusa la comunicazione, il viaggio riprese con un'atmosfera molto più leggera, più speranzosa: sentire altre persone ancora vive e non ostili, scoprendo inoltre che una di queste era proprio Jessie, l'uomo che aveva forse salvato la vita a ognuno dei membri di quel gruppo solo fornendo qualche dritta a Ben, aveva avuto un effetto tonificante su tutti. Persino Brown si stava concedendo una piccola smorfia che poteva quasi passare per un sorriso, mentre guardava il paesaggio desolante fuori dal finestrino.

- Dici che verranno?- chiese Lincoln, rivolgendosi a Ben.

- Non so.- rispose lui - Jessie non si fida molto dell'autorità, adesso. Mi ha detto di andarci cauto, ha paura che i militari possano instaurare una sorta di regime armato per imporre calma e obbedienza.-

- Non è un'ipotesi improbabile.- ammise Brown - Senza un capo riconosciuto siamo vulnerabili. Potrebbe anche succedere.-

- E se così fosse? Voi che fareste?- chiese Ben.

- Vedremo.- disse il Maggiore - Ma su una cosa Puckett aveva ragione, se ci pensi: non siamo più soldati, non nel senso che intendevamo prima. L'importante è rimanere vivi, e se quel che vedrò non mi piacerà, non ne farò parte.-

- Amen, signore.- commentò Nelson.

Ben annuì, tornando ad adocchiare la colonna di fumo che avevano già avuto modo di notare poco prima: in lontananza riusciva a scorgere alcuni bagliori fiammeggianti, segno evidente che c'era un incendio laggiù.

- Pensate che sia importante?- chiese.

Brown guardò in quella stessa direzione, stringendosi nelle spalle.

- Non lo so, ma è verso Crow Agency. Nelson, metti il naso fuori e vedi se riesci a capire di che si tratta col binocolo. Nel caso lo aggiriamo.-

Il soldato si arrampicò sulla mitragliatrice senza rispondere, prendendo il binocolo.

- Elicottero.- disse - Uno dei nostri, da trasporto. Non so da quanto, ma è precipitato e sta ancora bruciando. Forse per via del carburante.-

- Superstiti?-

- Se c'erano, non ne ho visti. Possiamo passare a dare un'occhiata.-

- Quanto dobbiamo deviare?-

- Poco. Credo andasse nella nostra stessa direzione. Il carburante dovrebbe bastare.-

- Va bene. Manteniamo direzione e velocità, ma tenete pronte le armi. Contate le munizioni, dobbiamo sprecarne il meno possibile. Un'occhiata veloce, se troviamo qualcosa di utile lo carichiamo, sennò andiamo via. Se possibile evitiamo di combattere.-

Tutti, incluso Ben, fecero un cenno affermativo, senza replicare.

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