Quando il bambino aprì di nuovo gli occhi, vide che era dentro quella che sembrava una camera.

Il soffitto era di un tranquillizzante arancione chiaro, le pareti erano rivestite da una carta da parati, quest' ultima composta da un' arancione più scuro e rosa pesca.

Il bambino era steso sopra un soffice letto, le coperte profumavano di cannella e cioccolata.

Cercò di scendere dal letto, ma appena si mosse sentì un fortissimo mal di testa.

Sentì qualcuno avvicinarsi, e subito Frisk chiuse gli occhi, fingendo di dormire.

La porta si aprì, e il bambino sentì una voce femminile sospirare. Dopo ciò, chiunque fosse la persona che l' aveva aiutato prima si avvicinò, e iniziò a sussurrare:
"Bambino mio... grazie al cielo ti ho trovato in tempo... avrai visto delle radici attaccarti e una voce dirti cose strane... ma adesso stai bene..." Disse infine. All' improvviso Frisk sentì la sua testa appesantirsi, poi si addormentò sul serio.

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Il giorno dopo, Frisk si risvegliò, sentendosi finalmente riposato. Si alzò dal letto (la luce era accesa) e uscì dalla camera, ritrovandosi così nel corridoio. Sentì uno screpitio, e si avviò in soggiorno. Su una poltrona vicino al camino era seduta una giovane donna, i suoi capelli biondo platino cadevano dolcemente sulle sue spalle, gli occhi viola scuro stavano leggendo un libro che la donna teneva in grembo. Indossava una lunga veste viola, tranne per le maniche bianche e un strani simbolo al centro.

Il simbolo mostrava un cerchio viola, e fra di esso erano presenti due ali, una azzurra e una rossa. Sotto c' erano tre triangoli bianchi.

La donna alzò lo sguardo e vide Frisk, poi lei disse: "Ben sveglio, bambino mio! Hai dormito bene?"

Frisk provò un piacevole calore invadergli il corpo. Non sapeva come, ma poteva dire con certezza che quella signora era diversa dal fiore-Stand che lui aveva incontrato prima.
Il bambino sentiva anche che quel posto poteva chiamarlo "casa".
La donna si ricordò di una cosa, poi disse al bambino: "Il mio nome è Toriel, dammi pure del tu se vuoi!"

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Era passato un mese da quando Frisk era caduto e aveva incontrato Toriel.

Il bambino si era ripreso completamente, e lui aveva stretto un legame talmente forte con la donna, che lui iniziò a chiamarla "mamma".

Però, nel suo intimo, sapeva che doveva mantenere la promessa fatta a Speedwagon, ma allo stesso tempo voleva rimanere con Toriel. Che cosa doveva fare?

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Un giorno, Frisk si fece coraggio e andò da Toriel.

"Come faccio a uscire da qui?" Chiese il bambino.

Toriel alzò gli occhi dal libro che stava leggendo, poi gli chiese confusa: "In che senso?"
Frisk le rispose: "Voglio uscire da qui, come faccio?"
La donna appoggiò il libro sulla mensola del camino, guardò confusa il bambino e gli disse: "Esci dal soggiorno, gira a destra e..." La donna si interruppe, scuotendo la testa. Poi si alzò e disse al bambino: "Devo fare una cosa, puoi aspettarmi qui?"

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La donna era davanti a un' enorme architrave viola, sopra era presente il simbolo del "Delta Rune" (lo stesso sulla sua maglia).

Nel silenzio tombale che regnava il corridoio, Toriel prese parola: "Desideri così tanto andartene? Puoi farlo, ma prima..."

La donna si voltò, all' improvviso fece un caldo soffocante.
"...Devi combattere contro di me."
Frisk guardò dritta negli occhi la donna, lui non stava tenendo gli occhiali.

Ciocche di capelli di Toriel iniziarono a fluttuare, spinte da un vento caldo.

"Io sono Toriel. Guardiana delle Rovine e Portatrice dello Stand Heartchace. Tu come figlio dei Joestar dovresti sopravvivere a ciò che incontrerai più avanti. Ma non hai nè uno Stand nè un' abilità Magica. Quindi, che farai?"

Frisk strinse le cordicelle del suo zaino, sentiva grandi gocce di sudore scendergli dalla schiena.

Si mise in posizione.

"COMBATTERÒ!" Urlò lui.

La donna guardò il bambino, e con voce completamente priva di emozione, disse semplicemente: "Molto bene, preparati."