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Parte IX

NdA

Questa volta le note le metto a inizio capitolo.

Grazie per essere arrivati fin qui, davvero.

Questo è l'ultimo capitolo della fanfiction: è stata molto dura scriverlo, ho cancellato e ricancellato spesso intere frasi e devo ammettere che non sono nemmeno del tutto soddisfatta del risultato. Tuttavia, spero che a voi piaccia.

Colgo l'occasione per ringraziare di cuore ognuno di voi silenziosi lettori. Grazie davvero.

A presto,

Blue

Domenica 7 Marzo

(9:00) Oh John ti prego non dirmi che hai davvero intenzione di festeggiare l'addio al celibato! SH
(19:02) Mike ha tanto insistito, non potevo dirgli di no. Tu piuttosto, non dovevi passare la sera con tuo fratello? JW
(19:03) Ancora non capisco perché hai scelto lui come testimone di nozze. SH
(19:04) È merito suo se domani ci sposiamo, non potevo scegliere qualcun altro, e poi è sempre un mio amico. JW
(19:05) Mh, forse hai ragione. SH
(19:06) Comunque hai evitato la domanda. JW

(19:10) Sherlock ... JW

(19:15) Sherlock, dimmi che sei da tuo fratello. Non costringermi a venirti a prendere. JW

(19:17) Ti hanno battuto sul tempo. Ormai sono già in una volante di polizia seduto davanti con una confezione di ciambelle sulle gambe. SH
(19:18) Sia benedetto Greg Lestrade! JW
(19:19) Non capisco perché continui a farsi chiamare Greg, non è mica sotto copertura! SH
(19:20) Sherlock, è il tuo testimone di nozze e non sai il suo nome. Davvero pensi che si chiami solo Lestrade? JW
(19:21) Ovviamente no! Avrà anche un cognome, sicuramente! SH
(19:22) Seriamente ... Seriamente tu pensi che "Lestrade" sia un nome? JW

(19:24) Doveva avere dei genitori molto strani, certo, ma dopotutto io non posso biasimarlo: mio fratello si chiama Mycroft. Non ho mai sentito nome peggiore di questo. SH

(19:26) Un giorno dobbiamo parlare di questa cosa, davvero. Ora devo chiudere, sono il festeggiato non posso stare tutto il tempo a telefono. Nemmeno se parlo con il mio quasi marito! JW
(19:27) Non voglio stare con Mycroft. Sai che potrebbe uccidermi. SH
(19:28) Non scherzare su queste cose. Non avrebbe accettato di sposarci se volesse ucciderti e poi ti vuole bene. JW
(19:29) Non sto scherzando! John Watson, ricordati che se domani non mi vedrai sarà colpa tua. SH

(20:45) John ... io te l'avevo detto che questa sera sarebbe successo qualcosa di strano. SH
(20:46) Ma tu non mi hai voluto ascoltare. SH
(20:47) Fai sempre di testa tua. SH

(20:49) Cosa succede? Mi devo preoccupare? JW
(20:50) È impazzito. SH
(20:51) Sherlock ... JW
(20:52) Devi chiamare un'ambulanza. Davvero. Magari ha fumato troppo e, sai com'è Mycroft, lui non regge tanto il fumo. SH
(20:53) Sherlock, per l'amor del cielo, dimmi cosa succede? JW

(20:55) Sherlock? JW

(20:58) Ha detto che mi vuole bene. SH

(21:01)Sherlock ... Io ... Giuro che se non ti amassi ti strozzerei. Chiudi il telefono e non fare l'idiota! JW

(21:05) [Da Impiccione] Sherlock, per favore, esci dal bagno e torna di qua. Non fare il ragazzino. MH

(21:09) [A Impiccione Mycroft] Io ... Arrivo. SH

Lunedì 8 Marzo

(06:50) John ... SH

(06:55) John, voglio tornare a casa. Di a mio fratello di lasciarmi venire a casa. SH

(07:00) No. JW
(07:01) Uffa ... SH

(07:03) John. SH
(07:04) John. SH
(07:05) John ... SH

(07:07) John! SH
(07:08) Sherlock, ho detto di no. JW

(07:10) Allora vieni tu. SH

(07:12) No. JW
(07:13) Ma dai! SH
(07:14) È la tradizione! JW

(07:16) Da quando prestiamo attenzione alle tradizioni? SH
(07:17) Io da sempre, tu non so ... JW
(07:18) John ... SH
(07:19) Sherlock, smettila, ci vediamo tra 3 ore! JW
(07:20) 2 ore e 40 minuti. SH

(07:26) Comunque la tradizione dice che una donna e un uomo non devono vedersi prima del matrimonio perché porta sfortuna. Ora, permettimi di essere in disaccordo con questa cosa:
1: La sfortuna non esiste, per tanto io non ci credo.
2: Non siamo un uomo e una donna.
Ora vieni qui. SH

(07:28) Innanzitutto è una conversazione troppo difficile da fare a quest'ora del mattino, poi, per favore, fammelo come regalo di nozze. Staremo insieme per tutta la luna di miele. Staremo talmente tanto insieme che mi chiederai di starti meno appiccicato. JW
(07:29) Dubito che potrei mai chiederti una cosa del genere. Comunque, ok. SH

(09:50) Dove sei? SH
(09:51) Ti prego, è già imbarazzante entrare in sala per ultimo. Non farmi fare il tragitto con il cellulare in mano, voglio guardarti negli occhi. JW
(09:52) Anche io voglio che mi guardi negli occhi. SH

(09:55) L'hai presa, vero? JW
(09:56) Non preoccuparti, Bill penserà a tutto. SH

[REC]

* Il mormorio eccitato degli invitati che riempie l'ambiente si ferma improvvisamente lasciando il posto alle prime note di una dolce melodia al violino.
La prima immagine che abbiamo è di un uomo alto, vestito elegante, con tanti capelli neri ricci e ribelli. Sono almente scuri che sembra quasi di essere in uno di quei vecchi film per quanto sono in contrasto con la sua pelle lattea, perlacea. Ad attirare l'attenzione non sono però i capelli, il suo bel viso o la mancanza di cravatta. Ciò che incuriosisce, e su cui la telecamera va uno zoom, sono i suoi occhi: due iridi chiarissime, luminose. Ha uno sguardo che si potrebbe definire innamorato e contento, trasmette felicità e tranquillità. La luce che brilla in quegli occhi color ghiaccio, oggi di un azzurro più caldo rispetto agli altri giorni, non ha nulla a che fare con quella che proviene dalle grandi finestre che illuminano la sala.

Socchiude appena gli occhi per via di un sorriso che gli schiude le labbra e la cinepresa si sposta. Mostra velocemente le poche persone presenti fino ad arrivare alla porta, grande ed elegante. Si vedono volti felici, sorridenti, altri già un po' commossi.

La musica del violino, appositamente composta per quel giorno, accompagna i passi grandi ma lenti di un altro uomo: capelli biondo cenere, completo elegante, non è tanto alto ma ha una corporatura robusta. Anche i suoi occhi azzurri e vivaci, trasmettono amore e felicità. Proprio come il suo volto stravolto da un sorriso.

Mentre John Watson cammina, con le guance leggermente rosse per l'emozione e l'imbarazzo, la telecamera si sofferma sul volto di un'anziana donna con i capelli marroni tinti e grandi occhi scuri pieni di lacrime. Sebbene nulla sia ancora veramente iniziato, si soffia il naso con poca eleganza e sussurra alla ragazza seduta vicino a lei "Che caro ragazzo! Oh i miei ragazzi!". Lei l'ha sempre saputo che prima o poi quei due sarebbero finiti insieme, l'aveva capito dalla prima volta che li aveva visti entrare insieme nel suo appartamento.
La giovane donna seduta alla sua sinistra ha lunghi capelli ramati che le ricadono dolcemente sulle spalle. Ha un grande sorriso sul volto. È felice per i suoi amici: finalmente entrambi hanno ottenuto quello che meritavano o, per lo meno secondo lei, che soprattutto uno meritava. Negli anni, aveva visto soffrire Sherlock così tanto, che ora non può fare a meno di sorridere sapendo che finalmente ha trovato la serenità che tanto sognava. Nonostante tutto questo però, ad un occhio attento, si può notare come lo sguardo di Molly Hooper abbia un ché di malinconico. La malinconia: unica silenziosa portavoce di sogni infranti e vecchi ricordi felici. Non può fare a meno di pensare che magari in un altro universo, in circostanze diverse, in un ambiente diverso, utilizzando le giuste frasi, ci sarebbe potuta essere lei al posto di John Watson. Ha sempre avuto un debole per il detective. In ogni caso, quel giorno non può non essere felice per i suoi amici.
Con un sorriso intenerito si gira verso Miss Houdson, che continua a singhiozzare frasi sconnesse per la commozione, e le mette un braccio attorno alle spalle stringendola a sé.

Poco più indietro, un'altra donna con lunghi capelli biondi e mossi, sorride felice. I grandi occhi blu sono inconfondibili: sebbene stanchi e contornati da occhiaie scure a causa dell'astinenza da alcool, sono uguali a quelli di John e anch'essi trasmettono una profonda gioia. Lei sa tutto quello che ha passato il suo dolce fratellino. Si merita tutto questo e lei vuole esserci per lui. Questa volta non ha intenzione di rovinare tutto come ha fatto con sua moglie, vuole che John viva la sua vita felice e spensierato e vuole essere al suo fianco. Sobria questa volta.

La cinepresa si sposta nuovamente su John, accompagnando gli ultimi passi dell'ex soldato militare verso il suo compagno.

La ripresa non indugia troppo sull'ampio sorriso che stravolge i volti dei due ragazzi, ma li supera soffermandosi con curiosità sull'uomo che di lì a poco officerà la cerimonia. È bravo a nascondere la felicità che lo pervade, o per lo meno è bravo con gli uomini, infatti non riesce ad ingannare la telecamera, troppo impegnato a guardare dolcemente il testimone accanto a suo fratello. È un uomo con capelli corti e brizzolati. Ha le mani unite dietro la schiena e fa respiri profondi per cercare di mantenere il controllo sulle sue emozioni. Non sembra, ma il suo Greg Lestrade è un uomo molto sensibile. Lo sguardo di Mycroft è intenso, innamorato direbbe qualcuno. Brilla di quell'amore che sa di conquista. Anche lui ha sempre sofferto per la mancanza d'affetto, anche se non lo ha mai dato a vedere. Forse, pensa il più grande degli Holmes, piacerebbe anche a lui celebrare il suo amore come sta facendo Sherlock. È rapido il pensiero che passa nelle iridi chiare ma troppo lento per non essere letto.

La cerimonia comincia, le parole di rito vengono dette, i sospiri degli invitati risuonano in armonia con la melodia del violino, come se fosse stata composta apposta per creare quell'atmosfera.

–Lo voglio–

Quando le due fatidiche parole vengono pronunciate, la donna con i capelli bianchi seduta in prima fila si lascia sopraffare da un singhiozzo a lungo trattenuto, stringendosi al braccio del marito. Il suo piccolo bambino è felice adesso, finalmente. Il bacio che ne segue è accolto da applausi e sorrisi. Le persone che li amano sono contenti.

La telecamera passa velocemente in rassegna i volti di tutti gli ospiti, compresi i due testimoni: Mike Stamford per uno, Greg Lestrade, ora impegnato a stringere la mano del suo compagno Mycroft, per l'altro.

Ritornando verso la porta della sala si sofferma sull'ombra di una colonna. Le labbra rosso sangue piegate in un sorriso soddisfatto e allo stesso tempo triste fanno da protagoniste sul bel volto della donna. Dopotutto lei e Molly Hooper sono più simili di quanto pensano. Irene Adler si nasconde abilmente dalla vista di tutti, non vuole che si sappia che è lì. Purtroppo però non può impedire alla telecamera di notare la sua presenza. Con un ultimo sguardo ai neosposi, la bella donna si volta per uscire silenziosa com'era arrivata, elegante nel suo vestito nero così poco adatto ad un matrimonio, sparendo nell'ombra accompagnata dall'eco dei tacchi delle sue scarpe alte.

Sherlock Holmes e John Watson, ora per mano e finalmente felici, percorrono la sala fino alla porta,dove la luce accecante del giorno li inghiotte facendoli diventare solo due sagome scure. Un ultimo suono si diffonde nella sala prima che le porte si chiudono. *

[LOW BATTERY]

(12:01) Ti amo. SH

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