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Appenai li chiamai e spiegai loro cosa era successo, Letty e Mark scesero. Cercai di spiegare. <<Letty, io... >>, mi interruppe subito: << Sono tua madre, non una tua amica! Quante volte ti devo dire di chiamarmi mamma? >>. Aveva ragione, avevo da sempre questa strana abitudine e non riuscivo a togliermela di dosso. << Sì sì, scusa>>, borbottai. << Stavo dicendo, mamma,>> ripresi, enfatizzando la parola. Mia madre alzò gli occhi al cielo. << Volevo venire a chiamarvi quando ho visto Jamie in quello stato, ma lui mi ha detto di non farlo. Mi ha detto di svegliare lui.>>
Con il mento indicai Lance, che immediatamente assunse un'aria da colpevole e si mise a fissare interessato le assi del pavimento. A quelle parole Letty raggiunse il centro della stanza e si piazzò davanti al ragazzo. Dovette alzare la testa per cercare di guardarlo negli occhi. Infatti mia madre era, certo bellissima, con quegli occhi azzurro cielo e gli ondulati capelli biondi e setosi che di solito teneva raccolti in una vaporosa treccia, ma era sempre stata bassa. Ma questo non le impediva di incutere timore a chi incrociava il suo sguardo. Quando Lance si accorse di averla di fronte a sé saggiamente non alzò lo sguardo, ma non servì a niente, perché Letty gli prese il mento e gli spostò la testa in modo che la guardasse. Lui trasalì ma fu abbastanza coraggioso da sostenere l'occhiata di lei. << Allora, Lance, perché mio figlio avrebbe preferito chiamare te invece dei suoi genitori?>> chiese quest'ultima. <<Bé, ecco, non saprei. Questo non lo dovrebbe chiedere direttamente a suo figlio?>> ribatté l'altro. Mia madre lo guardò per un attimo, poi si rivolse a mio fratello. James stava meglio ed era accasciato sul sofà in una posa teatrale, tanto per sdrammatizzare la situazione.
Letty incominciò con l'interrogatorio, interrotta ogni tanto da piccoli interventi di mio padre, seguiti dalle immancabili occhiatacce di lei.
Dopo un po', forse preso dal dovere di proteggere un suo coetaneo, si mise in mezzo anche l'ultimo arrivato, stroncando definitivamente i tentativi di Mark di partecipare alla conversazione. Sfortunatamente Jamie non si ricordava molto della sera precedente, il che fece infuriare ancora di più mia madre.
Dopo un bel battibecco fra i tre (Lance, anche essendo nuovo in famiglia, si dimostrò già al loro livello), si giunse alla conclusione di chiamare il dottore. Si era fatta mattina, così il signor Leight, il medico di famiglia, non tardò ad arrivare.
Mi annoiavo a stare lì mentre Leight visitava io fratello, così decisi di andare a fare una passeggiata all'aria aperta, per poi tornare a sentire la diagnosi. Anche Lance ebbe la stessa idea, credo, perché appena il dottore arrivò lui balzò in piedi blaterando qualcosa a proposito di alcune commissioni che aveva da fare. Erano tutti troppo concentrati su Jamie e nessuno tranne me si accorse dell'uscita di scena del ragazzo. Mio fratello, infatti, pur stralunato, era molto contento di avere un pubblico, quindi si stava esibendo in strazianti lamenti finti al novantacinque percento ma che facevano sbiancare Letty. Sospirai roteando gli occhi ed uscii.
Mi incamminai verso la città lungo il mio sentiero preferito: quello che passava più vicino al mare. Ad un certo punto mi fermai, inspirando l'aria fresca mischiata al tipico odore dell'acqua salata e guardai l'orizzonte. Il sole appena sorto era di un magnifico arancio-giallo, perfetto su un cielo dalle tenui sfumature dell'azzurro mattutino. Dopo cinque minuti di contemplazione del panorama mi incamminai verso la città.
Mi ero appena addentrata nella prima strada con grandi case, tipiche del posto, che vidi due facce conosciute, ma mai viste prima insieme.
Lydia O'Connor stava guardando in estasi l'angelico viso di... Lance?!
"Toh, ci mancava questa!!", pensai "Lo sapevo che era uno sbruffone! I maschi sono tutti uguali!"
Lance sorrideva in direzione di Lydia, ma la sua attenzione non era rivolta a lei. Aveva come lo sguardo altrove, mentre l'altra continuava a blaterare.
Feci immediatamente dietrofront: non avevo nessuna voglia di incontrarli. Ma ci misi troppo a svoltare l'angolo, perché sentii dei passi dietro di me e una voce, quella voce, che chiamava il mio nome. Feci finta di non avere sentito ma non servì a niente.
Lance mi tirò la mano facendo sì che mi voltassi, ma la strattonò in modo troppo forte e finii per sbattergli sul petto. << Che maniere sono queste! Cosa c'è?>> strillai, in un modo evidentemente buffo perché egli camuffò malamente una risata con dei colpi di tosse. << Calma, calma. Volevo solo essere certo che il tuo cuoricino stesse bene dopo la piccola avventura di questa notte.>> rispose lui, avvicinando il suo viso al mio e facendo un occhiolino. Rimasi per un attimo inebriata dal suo profumo di erba fresca mista alla lavanda, poi mi riscossi.
Mi allontanai e ribattei: << Non è stato chissà che, ho fatto cose peggiori che nascondermi dai miei genitori sotto alle coperte di mio fratello di notte>> sbuffai, cercando di assumere un'aria da dura. Non ci cascò. << A sì? E dimmi, temeraria damigella, quali altre peggiori imprese hai affrontato?>> mi prese in giro lui. Misi il broncio. <<Non sono affari suoi>> mugugnai, poco convincente. Poi girai i tacchi, decisa a tirarmi fuori da quella situazione imbarazzante.
Cambiai argomento. << Tu invece dimmi, vedo che hai fatto conoscenza della signorina O'Connor. Cosa facevi lì con quell'oca?>> domandai sprezzante. << Bene, vedo che finalmente siamo passati al tu!>> Mi maledissi mentalmente. << Comunque vedo che siete grandi amiche! come ti chiama lei, "pollastrella"?>> scherzò. "Che idiota" dissi fra me e me. << Non cambiare discorso. Non hai risposto alla mia domanda.>> gli ricordai, fingendo di aver ignorato la frecciatina e rassegnandomi a dagli del tu. << Oh, scusa, certo. L'avevo adocchiata già ieri. Oca quanto vuoi, ma devi ammettere che è veramente di bell'aspetto.>> rispose, ammiccando. "Ovviamente, come ho fatto a non pensarci, che scema!" . Capelli color del miele, che le ricadono sulle spalle in graziosi boccoli. Occhi azzurri, pelle bianca come il latte. Lydia era veramente una bella ragazza, ma bisognava conoscerla a fondo prima di dirlo con sicurezza.
<< Quindi a te interessa solo la bellezza nelle donne? Sei un uomo molto profondo Lance...>> mi resi conto che non sapevo il suo cognome. Lui intuì. <<Mitchell. Comunque, non è vero. Mi piacciono le donne di bell'aspetto e con buone qualità, ma mi accontento anche di quelle che possiedono solo il primo.>>
<< E io in quale genere di donna sarei contemplata?>> chiesi senza pensare. "Questa potevi risparmiartela eh." mi dissi. << Vedo che ti sta a cuore la mia opinione.>> sorrise compiaciuto.
Perché l'avevo detto?
<< No, solo.... Ah, lascia stare>> mi arresi. Intanto Lance diventò ancora più raggiante. << Mi dispiace cara, ma dovrai aspettare per saperlo>>. "'Cara' adesso! Bah."
<< Che ne dici se ci avviamo verso casa?>> propose. Finalmente qualcosa di sensato che gli usciva dalla bocca. <<Volentieri>> risposi soddisfatta dell' offerta e sollevata, non sentendomi più obbligata a continuare la conversazione.
Inaspettatamente Lance mi offrì il braccio, ma io, volendo mantenere quel poco di dignità che mi era rimasto, girai la testa dall'altra parte.
Non parlammo più durante il tragitto, ma mi accorsi più volte, grazie ai brividi lungo la schiena, delle occhiatine che mi rivolgeva di tanto in tanto. Ma io non le ricambiai.
_Spazio autrice_
Ciao! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se è così, mettete una stellina!
Ho scritto un po' di fretta, quindi se trovate degli errori non esitate a segnalarmeli!
Ultimamente non ho molta ispirazione per questa storia, così credo che la lascerò in pausa per un po' di tempo. Invece ho un'idea che da tempo mi frulla in testa e che vorrei mettere a punto, ma che purtroppo non posso applicare a questo racconto. Con questo voglio dirvi che inizierò una nuova storia!
Per questa qui, se avete delle idee su nuovi personaggi o cose simili, scriveteli qui sotto e io le prenderò in considerazione per continuare. Ovviamente se utilizzerò un vostro consiglio, alla fine di quel capitolo troverete di sicuro il vostro nome.
Tanti baci_
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