The rapture and the anger of Harry
And if I could have just one wish
I'd have you by my side
(Miley Cyrus - stay.)
Faith.
Incredula rilessi il messaggio mille volte cercando di formulare qualche frase con un senso compiuto nel mio cervello. Mi voltai e vidi una figura oltrepassare il cancello. Afferrai la mano a Evelyn che mi guardò con area confusa.
«Evelyn corri!» urlai.
«Perché?» domandò confusa.
«Evelyn cazzo corri!» urlai strattonandola.
Il nostro inseguitore correva dietro di noi e l'unico posto sicuro era la scuola. Non dovevo mettere in pericolo la mia migliore amica, non me lo sarei mai perdonata se l'avessero presa per colpa mia. A un tratto vidi Abbie impugnare un coltello dal suo giubbotto e lanciarlo sull'addome di Evelyn che cadde a terra sanguinante.
«Evelyn!»
Urlai, ma prima che potessi raggiungerla Abbie, imbevve un fazzoletto con del cloroformio e me lo strinse sulla bocca.
«Scusa cugina.» disse prima che perdessi i sensi.
Evelyn.
Stavano portando Faith in un furgoncino bianco e la persona che la teneva stretta a sé era sua cugina Abbie. Iniziai a piangere e prendendo saldamente il manico del coltello cercai di estrarlo. Urlai dal dolore.
«Aiuto!» strillai con tutto il fiato che avevo in corpo.
Continuai a urlare, finché non svenni. Era arrivata la mia ora e non volevo morire giovane.
*
«Si è svegliata finalmente signorina.» disse con tranquillità la dottoressa che lavorava nell'infermeria della scuola.
Tutta questa tranquillità da dove la prende? La mia migliore amica era stata rapita e in più rischiavo la vita per la puttana della cugina. Al pensiero che Faith adesso si trovi in mani sbagliate, le lacrime rigarono le mie gote. Cercai di alzarmi per andare a parlare con Harry, ma non riuscivo a muovermi.
«Non si muovi signorina.» disse l'infermiera. «Dovrà stare in riposo almeno per tre settimane, per sua fortuna, il coltello non ha lesionato organi vitali.» continuò. «Com'è stata accoltellata?»
«Mi vada a chiamare Harry Styles per favore.» sussurrai non avendo nemmeno la forza di parlare.
La dottoressa mi guardò confusa per poi scuotere la testa in senso di negazione. Avrei perso la pazienza tra pochi secondi.
«Vada a chiamarmi Harry Styles porca puttana!» urlai. «E' urgente.»
«Si calmi signorina o la ferita si riaprirà.» disse.
«Non me ne fotte un cazzo della ferita in questo momento lo vuole capire?» strillai. «Glielo ripeto per un'ultima volta: mi vada a chiamare Harry Styles.» scandì bene le ultime parole.
La donna non se lo fece ripetere due volte e uscì a passo veloce dalla porta. Presi il cellulare e controllai i messaggi.
0 messaggi.
1 chiamata persa: Lucas.
Non riuscivo a capire come si potesse rapire una ragazza, per giunta la propria cugina. Quella stronza di Abbie me l'avrebbe pagata, ma prima avrei dovuto parlarne con Harry. La porta si spalancò e la sua alta figura varcò quella soglia con tranquillità. Non sarebbe stato così per molto ancora.
«Arriviamo al sodo, non mi va di parlare.» disse infastidito. «Dov'è Faith?» continuò controllando il suo cellulare.
«Dobbiamo parlare di questo.» dissi tirando la testa all'indietro prima che lacrime prendessero il sopravvento su di me.
«Parla.» disse ritornando serio.
«Faith è stata rapita.» dissi scoppiando a piangere.
HARRY.
Afferrai il vaso da sopra la mensola e lo scagliai sul pavimento. Tristezza, rabbia erano gli unici sentimenti che sentivo nel profondo del mio cuore. Evelyn era terrorizzata ed io ero furioso. Se Miller le avesse soltanto sfiorato un capello, l'avrei ucciso con le mie stesse mani.
«Com'è successo?» dissi sedendomi sulla sedia accanto al letto cercando di calmarmi.
«Stavamo fuori da scuola e...» disse asciugandosi le lacrime.
Aspetta, fuori da scuola? Le avevo detto di non uscire senza di me o i ragazzi, ma neanche per un cazzo. Da un orecchio le entrava e dall'altro le usciva e odiavo quando disubbidivano ai miei ordini.
«Le devo fare il culo rosso per farle capire chi è che comanda qui?» urlai. «E tu non hai fatto niente per negarglielo?» continuai.
«Se gliel'avessi impedito, sarebbe uscita lo stesso!» urlai mantenendo il suo sguardo.
«Continua.» dissi.
Mi spiegò per filo e per segno come l'avevano presa, soffermandosi soltanto per riprendere fiato. Abbie Smith, fidanzata di Francis Miller, nonché cugino di James Davis. James, James, James. Ero sicuro che in questa storia centrasse lui, anche se il lavoro sporco lo stava facendo Francis. Dovevo parlare con i ragazzi e fare una visitina al mio caro amico Shon.
«Chiamo i ragazzi.» dissi alzandomi dalla sedia e uscire da quella porta.
Dan, Alan e Aaron sarebbero ritornati domani. Presi il mio cellulare dalla tasca dei pantaloni e composi il numero di Alex. Avrebbe avuto un bel po' da fare con il computer.
«Alex quando finisci quel lavoretto torna al nascondiglio... porta il computer.» dissi riagganciandogli il cellulare in faccia.
Suonò l'ultima campanella e questo voleva dire la fine delle lezioni per oggi. Chiusi l'anta del mio armadietto e aspettai che i ragazzi uscissero dalle aule. Mi vennero incontro e - come il solito - mi diedero una pacca sulla spalla.
«Cos'è successo amico?» domandò Niall. «Ti vedo... nervoso.» aggiunse.
«Quel figlio di puttana di Francis ha rapito Faith!» urlai tirando un pugno all'armadietto creandone un buco.
Tutti gli studenti si girarono verso di noi. Odiavo essere sotto l'attenzione di tutti.
«Cosa cazzo avete da guardare?» sbottai. «Fatevi i cazzi vostri o vi prendo tutti a calci in culo!» continuai.
«Harry calmati!» mi disse Zayn. «La salveremo.»
Louis mi passò una sigaretta e me la portai alla bocca accendendola con l'accendino. Sbloccai la mia auto con il pulsante automatico, ma prima che vi potessi entrare, fui interrotto dallo squillo del mio cellulare. Numero primato. Salii in macchina e premetti il pulsante verde da sopra lo schermo.
«Caro Styles.» disse James, la sua voce l'avrei riconosciuta tra mille. «Lo sai che la tua ragazza quando dorme è uno splendore?»
«Prova a toccarla con un solo dito e ti spacco la faccia!» dissi stringendo la presa sul volante.
Misi in moto per scaricare la tensione e feci retromarcia per dirigermi al nostro nascondiglio fuori città.
«Vado a divertirmi un po' con lei.» disse.
«Prova a farle male e ti troverai un proiettile al cuore.» dissi.
«Prima devi trovarmi non credi?» domandò ironico. «La farò urlare dal piacere più di quanto possa fare tu.» continuò ridendo maleficamente e chiudendomi il cellulare in faccia subito dopo.
Adesso si che si poteva considerare morto.
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