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The pact

It was a thousand and one and a million to two

Time to go down in flames and I’m taking you

Closer to the edge.

(Thirty seconds to mars -  Closer to the edge.)

In salone era calato il più totale silenzio. La tensione era palpabile, ma la ragazza dai lunghi capelli castani era decisa a sapere la verità. Harry difronte a lei, con fare nervoso, si passò una mano tra i suoi folti ricci. Doveva o no dirle la verità?

«Harry dimmi la verità. E’ di mia madre che state parlando.»

Faith sentì gli occhi pizzicare e Harry non volendo vederla in quelle condizioni si avvicinò al suo esile corpo, ma un suo passo avanti, ne valeva uno all’indietro di Faith. In un rapporto la cosa fondamentale era essere sinceri con il proprio partner, ma a quanto pare Harry non lo voleva proprio capire.

«Ci sono cose che non puoi sapere. Faccio questo per proteggerti.»

«Te ne parlerò quando sarà il momento Faith. Adesso va in camera.»

Faith uscì dalla stanza sbattendo la porta per poi uscire per prendere aria in terrazza. Il vento freddo le faceva accapponare la pelle, ma a costo di prendersi l’influenza sarebbe rimasta fuori all’aperto. Si sedette su una delle tante sdraio e tirò su con il naso. I suoi occhi erano gonfi e rossi e da essi non uscivano più lacrime. Erano terminate.

Si alzò dalla sdraio e si sporse verso la ringhiera. Il destino le aveva giocato un brutto tiro e le aveva portato via prima Abbie e adesso sua madre. Prese un respiro profondo e si sedette sulla ringhiera lasciando che i piedi penzolassero nel vuoto. Alzò lo sguardo al cielo e quando vide la luna piena sorrise debolmente. Le ricordava tanto le serate passate con sua cugina a guardare le stelle.

E quando gli anziani dicevano che la fascia di età più bella fosse l’infanzia, era la verità. Quanto vorrebbe anche lei una vita senza sofferenza, quanto avrebbe voluto avere un’infanzia rose e fiori. La sua vita era un completo disastro e il suo sguardò si fermò sotto di lei.

Era alto.

Troppo alto.

Il vuoto sotto di lei.

“Il destino ha il suo modo complicato di scagliarti qualcosa davanti che non ti saresti mai aspettato.”

«Faith ma che cazzo stai facendo?»

La voce di Harry la fece sobbalzare e sarebbe caduta nel vuoto se quest’ultimo non l’avesse presa in tempo. Le afferrò il braccio e l’aiuto a scendere.

«Mi spieghi che cazzo stavi facendo? Potevi ucciderti Cristo!»

Sbottò Harry e per un attimo ebbe paura del suo stesso ragazzo, ma poi si ricompose riprendendo la sua maschera di freddezza e continuare con la sua commedia. Strattonò il suo braccio dalla forte presa di Harry e si appoggiò alla ringhiera.

Al ragazzo dai capelli ricci le venne una strana voglia di prenderla a schiaffi, ma si trattene, sapendo che questo avrebbe rovinato soltanto la loro relazione. Sospirò mettendosi accanto a lei per prenderle la mano e baciarne il dorso.

«Dimmi la verità Harry, per favore.»

Gli disse Faith singhiozzando. Si sentì tradita in quel momento. Era sua madre la persona di cui stavano parlando prima in salotto e lei doveva sapere la verità.

«Ti dirò tutto quando sarà il momento giusto, promesso.»

Quattro mesi dopo.

Da quattro mesi Evelyn non tornava a scuola e ogni giorno non perdeva la speranza che Faith rispondesse alle sue chiamate. Lucas era accanto a lei e sussurrava parole confortanti nel suo orecchio. Non riusciva a vedere la sua ragazza in quelle condizioni.

In quattro mesi molte cose tra il loro rapporto erano cambiate. La loro non era più una semplice amicizia, il loro era amore.

Il dottore le aveva espressamente vietato qualunque tipo di movimento per almeno altre due settimane. La ferita all’addome era risultata al team del Dottor. Archibald molto profonda e per quest’inconveniente non partecipava alle attività scolastiche da almeno quattro mesi.

Tra due settimane sarebbe ritornata in quell’edificio e avrebbe rivisto dopo quattro mesi la sua migliore amica.

Aveva tanto da raccontarle.

Il ricordo di quando scoprì che la casa della Signora Evans era esplosa e del suo corpo non vi erano stati ritrovati i resti, le formò un groppo in gola. Da quanto si diceva in giro, il nonno di Faith aveva preferito celebrare il funerale nella città Natale della donna, ma a quanto pare Faith non prese parte a quell’evento.

Sapeva che la ragazza odiava i funerali e quando lo venne a sapere, non si stupì più di tanto. Lucas le aveva raccontato che al funerale della morta, tutto il vicinato era presente.

«Ti amo Lucas.»

«Ti amo anch’io Evelyn.»

  

*

Faith era seduta sulla sdraio bianca e maneggiava da qualche minuto il suo cellulare tra le mani.

Quattro mesi che sua madre non era più nel regno dei vivi.

Quattro mesi che il rapporto tra lei e Harry era cambiato.

Quattro mesi che si sentiva completamente sola, vuota.

Quattro mesi che non parlava ne con Evelyn ne con Lucas.

Harry glielo aveva proibito e lei non sapeva nemmeno il perché di quella sua decisione.

La vita in quella grande villa era una noia mortale.

Harry, per il suo bene, le aveva proibito di uscire.

«Faith!»

E quando si parla del diavolo, ne spuntano le corna.

«Dimmi Harry.»

Il riccio si avvicinò a lei e la strinse in un abbraccio baciando ogni parte del suo viso per poi soffermarsi sulle sue labbra. Quelle labbra che in quattro mesi non toccava più come la prima volta. Quelle labbra che gli erano mancate tanto da farlo impazzire.

 «Ti amo piccola. Scusa per questi quattro mesi. Scusami per non averti calcolato abbastanza, ma la tua protezione viene prima di qualunque cosa. Ti amo. Ti amo. Ti amo. »

Attaccò le sue labbra su quelle della ragazza. Questa volta fu un bacio più urgente ma pieno di sentimento. Si staccarono soltanto per prendere un po’ d’aria per poi ricominciare a baciarsi.

Faith attaccò le sue mani dietro al collo del ragazzo e unì – ancora una volta – le sue labbra su quelle del ragazzo. Allacciò le sue labbra dietro al bacino del ragazzo e si lasciò trasportare da quel bacio. Lei voleva di più e Harry sembrò capirlo. Si sentiva pronta e sicura con lui. Voleva lasciarsi alle spalle l’esperienza vissuta in quella stanza sola in compagnia di James.

Harry l’avrebbe protetta da qualsiasi cosa e Faith lo sapeva.

«Sei sicura di quello che vuoi fare?»

«Ti amo e voglio essere completamente tua. Voglio lasciarmi alle spalle questi quattro mesi di sofferenza e vivere al meglio la nostra relazione. Ti amo più della mia stessa vita.»

Harry sorrise a trentadue denti mostrando le sue due adorabili fossette. Nessuno li poteva separare. Nemmeno il destino. Il destino li aveva legati tramite un filo rosso. Quest’ultimo non potrà mai essere tagliato o spezzato da nessuno: il legame che simboleggia è forte, niente e nessuno potrà metterlo alla prova.

«Dovrai aspettare questa sera piccola. Adesso devi correre a prepararti.»

Faith lo guardò con confusione non capendo che volesse dire.

«Dobbiamo andare a una cena importante tra meno di cinque ore.»

«Mi accompagneresti a casa?»

Harry la guardò con confusione, ma poi annuì. Le afferrò la mano e dopo aver preso le chiavi della sua Ranger Rover, salì in auto per andare nella vecchia dimora di Faith. Harry accese la radio e Avril Lavigne iniziò a cantare sulle note della sua nuova canzone.

Harry parcheggiò l’auto sotto casa della ragazza e dopo averle aperto lo sportello del passeggero, entrò in casa. Salirono le scale e Faith entrò nella sua camera seguito da Harry.

Spinse il riccio verso il letto e la ragazza aprì il suo armadio tirandone fuori i vari vestiti che aveva lasciato lì. Prese una minigonna nera e la buttò sul letto insieme a una maglietta bianca a righe grigie di cui le maniche le arrivavano a metà braccio.

Prese un vestito con il corpetto bianco brillantato e si girò verso Harry.

«Questo vestito o quelli?»

La ragazza indicò prima l’abito bianco e poi i vestiti che aveva lanciato sul letto. Harry guardò entrambi, ma poi scelse il secondo. Faith sorrise e poi sotto lo sguardo di Harry aprì la scarpiera prendendo le scarpe bianche con il tacco.

«Come ho fatto a dimenticarmi di tutto questo?»

Borbottò tra sé e sé la ragazza prendendo infine la piastra per attorcigliare i capelli. Infilò tutto nella borsa, tranne la scatola che conteneva le scarpe.

«Andiamo?»

Le domandò Harry prendendole la mano. Faith annuì e insieme ritornarono alla villa fuori città.

*

Faith attorcigliò l’ultima ciocca di capelli e dopo aver indossato i tacchi, si truccò leggermente, passando del rossetto rosso fuoco sulle labbra. Spruzzò del profumo intorno al suo collo e prendendo la sua pochette, scese le scale stando attenta a non cadere.

Harry era seduto a guardare uno stupido programma che trasmetteva in televisione, finché non sentì il tacchettio dei tacchi. Sbottonò i primi tre bottoni della sua camicia bianca, da cui s’intravedevano le due rondini tatuate sul petto.

Rimase a bocca aperta quando vide la sua ragazza scendere e camminare verso di lui. Le sorrise e la prese per un fianco baciandola sulle labbra. In casa erano soli, poiché gli altri ragazzi erano usciti da casa per andare a prendere le rispettive ragazze.

In quei quattro mesi anche Zayn si era trovato una fidanzata. Stava con Perrie soltanto per dimenticare Faith, ma senza riuscirsi. La bionda sospettava qualcosa. Con lei non si comportava da ragazzo, ma più da scopamico. Lei lo amava, ma credeva che Zayn non ricambiasse quel sentimento.

Liam era fidanzato da un anno con Danielle, una ragazza conosciuta a una caffetteria. Ma lei non sapeva di quello che faceva veramente il ragazzo nella vita, le ha rifilato la bugia di frequentare un corso di medicina. Non erano soltanto fidanzati, ma anche migliori amici.

Niall era fidanzato con Cassie, una ragazza che frequentava il suo stesso corso di matematica. Lei a confronto delle altre due sapeva la verità. Niall le aveva messo una guardia del corpo per proteggerla.

Louis era fidanzato da qualche anno con Bonnie, una ragazza che incontrò per puro caso fuori dalla biblioteca. Louis si trovava lì per restituire un libro alla bibliotecaria e nel tragitto si scontrarono. Credete nel colpo di fulmine? Il loro fu amore a prima vista. Bonnie non sapeva la verità, non voleva metterla in pericolo. Meno sapeva, più facile sarebbe stato per lui tenerla al sicuro.

*

I The Tigers erano pronti per agire. Avevano calcolato tutto nei minimi dettagli e questa volta non avrebbero fallito nel loro intento: il loro obiettivo era uccidere le ragazze della banda di Styles, compresa la sua amata Faith.

Presero una balestra a testa e poggiarono le sacche contenenti le frecce nel cofano della loro auto. Il cielo era coperto dalla luna piena e da qualche stella. Perfetto. Serata perfetta per un bagno di sangue.

Se avessero ucciso le ragazze, loro sarebbero diventati deboli e innocui. Già si pregustavano la loro vittoria.

Nascosero le auto nel bosco che affacciava difronte al balcone del ristorante e aspettarono il momento giusto per colpire.

*

Harry e Faith erano in auto da ormai un buon quarto d’ora. Le loro mani erano intrecciate e Zara Larsson cantava il suo nuovo singolo alla radio. Faith non capiva ancora il motivo di quella strana cena e Harry non accennava a dargli nemmeno un indizio.

Parcheggiò l’auto e dopo aver spento il suo motore, aiutò la sua ragazza a scendere da quel veicolo. Le mise una mano sul fianco avvicinandola a sé. Non voleva che nessuno guardasse ciò che era suo.

«Sei bellissima con questo vestito, ma vorrei tanto vederti senza.»

Faith avvampò a quelle parole tirando un pugno sulla spalla del suo ragazzo che incominciò a ridere di gusto. Le diede un bacio sulla guancia per poi prenderle la mano e baciarne il dorso.

Tante auto erano parcheggiate nel parcheggio e Harry strinse ancora di più la presa sul fianco di Faith.

«Sta sempre accanto a me Faith, capito?»

Faith annuì e quando vide Louis avvicinarsi con affianco a sé una ragazza sorrise leggermente. Almeno non sarebbe stata sola.

«Harry sono arrivati. Faith ti presento Bonnie, la mia fidanzata.» fece una pausa. «Bonnie ti presento Faith, la ragazza di Harry.»

Bonnie tese una mano verso Faith che la accettò sorridendole. La prima era vestita con un vestitino bianco alla francese con un cinturino rosso legato in vita. Era veramente bellissima.

«Faith dobbiamo andare.»

Faith annuì e insieme a Bonnie, Louis e Harry s’incamminò verso il resto del gruppo. Dal lontano Faith riuscì a scorgere Liam, Niall e Zayn e le loro rispettive ragazze. Ma non erano i soli ad essere presenti. Intorno a loro c’erano diversi gruppi di ragazzi a lei sconosciuti. Alcuni avevano portato le proprie ragazze, altri no.

«Styles! Da quanto tempo e vedo che finalmente ti sei trovato una ragazza.»

Un ragazzo dalla corporatura abbastanza robusta strinse la mano a Harry per poi sorridere a Faith che ricambiò dolcemente il sorriso.

«Tu devi essere Faith. Si parla tanto di te dalle nostre parti. Sei meglio di come ti hanno descritto.»

Harry s’irrigidì a quelle parole. Se voleva rimorchiarla, lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani. Lo avrebbe distrutto altro che socio di affari.

«Da un po’ che non ci vediamo, ma faremo meglio a entrare non credi?»

Clyde annuì e dopo aver salutato gli altri membri di tutte le bande amiche, entrarono all’interno del ristorante. Dal nome che il ristorante prendeva, Faith pensava che fosse francese, ma dal menu scoprì che era un semplice ristorante inglese. Uno dei più lussuosi, per giunta.

Una ventina di tavoli erano sistemati per tutta la stanza. Soltanto quella sera – escludendo i ragazzi – conobbe una trentina di persone. Molti accompagnati dalle loro compagne, altri invece erano soli. Molti di quei ragazzi erano anche abbastanza carini, ma lei aveva soltanto occhi per il suo ragazzo.

Harry ogni tanto le dava qualche attenzione, ma il più delle volte era troppo occupato a parlare di qualche affare per capire che la sua ragazza non si sentiva a suo agio. Faith scrutò tutte le persone sedute intorno a quel tavolo. Molte ragazze abbassavano lo sguardo quando incontravano il suo e Faith non ne capiva il motivo.

«Con chi abbiamo a che fare Styles, allora?»

Domando Clyde. Harry lo fulminò con lo sguardo e il ragazzo dai capelli ramati annuì.

«Dovremmo parlare di affari. Potreste lasciarci fare una chiacchierata tra uomini?»

Faith annuì per poi lasciare un bacio casto sulle labbra di Harry e alzarsi, accompagnata da quasi tutte le ragazze. Afferrò la sua pochette per poi uscire in terrazza accompagnata da Bonnie. Si appoggiò con i gomiti sulla ringhiera, tirando della nicotina della sua sigaretta.

Assottigliò gli occhi cercando di focalizzare per bene quella figura che si muoveva tra gli alberi.

“Sarà un’animale.” pensò Faith.

«Scusa hai una sigaretta?»

La ragazza aprì la sua pochette e prendendo il suo pacchetto di sigarette ne estrasse una per poi darla alla ragazza dai capelli biondi. A loro si aggiunsero altre ragazze ma Faith rimase per la maggior parte del tempo in silenzio, finché una lucetta rossa non colpì la sua attenzione. Chiuse gli occhi a due fessure cercando di capire che cosa stesse succedendo.

«A terra! Tutte a terra!»

Urlò. Una freccia fu lanciata da una balestra che andò a colpire il cameriere che in quel momento serviva delle ordinazioni al loro tavolo. Sentirono un tonfo e il rumore di un vassoio cadere al suolo.

Harry si alzò dalla sedia per andare dalla sua ragazza. Non badò molto al cameriere steso a terra senza vita.

«Sono qui quei figli di puttana!»

Esclamò Luke uscendo dal ristorante impugnando la sua pistola, pronto a sparare. Alcuni della sua banda lo seguirono, mentre altri andarono dalle proprie ragazze.

Un’altra freccia fu lanciata conficcandosi contro il muro. Un foglio era attaccato a essa e Harry lo prese senza troppi indugi. Afferrò la sua pistola dalla cintura dei suoi pantaloni e premette il grilletto sparando al vuoto. Dopo aver aiutato la sua ragazza ad alzarsi, la stritolò in un abbraccio.

«Come stai piccola?»

«U-una luce…la freccia…lo sparo…la luce rossa.»

«Che cosa stai cercando di dirmi?»

«H-Ho visto qualcosa dietro quell’albero.»

Lo sguardo di Harry slittò da Faith al bosco che sottostava sotto di loro. Indicò a Luke gli alberi e il ragazzo annuì, correndo in quella direzione. Faith poggiò la testa sul petto di Harry e si lasciò coccolare dal battito del suo cuore.

«Cos’è successo?»

Domandò Liam. Danielle tra le sue braccia piangeva. Faith le prese con titubanza una mano stringendola leggermente.

«Non piangere. Sorridi.»

Le disse confortandola. Entrarono all’interno del ristorante nel momento in cui Clayton stava mettendo il corpo senza vita in un sacco. Faith si avvicinò di più a Harry che la strinse a sé. Deglutì cercando di non vomitare.

*

Si sedettero intorno al tavolo. Clyde sbatté un pugno contro il tavolo per il nervoso. Quei figli di puttana l’avrebbero pagata.

«Qui la cosa è più seria di quanto crediamo! Quei figli di puttana l’hanno passata liscia e li dobbiamo distruggere. Io e la mia banda saremo dei vostri Styles.»

«Anche noi saremo dei vostri. Ma se non sappiamo la loro identità, come possiamo attaccare?»

«Quei figli di puttana non hanno capito ancora con chi hanno a che fare! Se avrebbero avuto le palle di affrontarci veramente, a quest’ora sarebbero in questa stanza pronti a fare una sparatoria.»

Disse Harry. Dal suo tono di voce, Faith intuì che non stava scherzando. Lei non voleva che lui partecipasse a una sparatoria, ma sapeva che se lo avrebbe detto al ragazzo, avrebbe litigato un’altra volta e per il momento stette zitta per non complicare le cose.

Tra le varie bande quella sera ci fu una serie di patti e dopo aver pagato la consumazione in quel ristorante, si salutarono concordando che si sarebbero sentiti per telefono per maggiori dettagli. I ragazzi quella sera avevano deciso di rimanere con le proprie fidanzate per spiegar loro quello che stava succedendo.

«Non vedo l’ora di toglierti questa gonna, piccola.»

Le sussurrò Harry aprendole la portiera ma Faith prima di entrare all’interno dell’auto gli diede un leggero pugno sull’addome che lo fece ridere. Adorava sentire la sua risata. Adorava tutto di lui.

Questa volta per ritornare a casa, Harry prese uno scorciatoia.

Dopo essere entrata la sua Ranger Rover nell’immenso garage, Harry prese la sua ragazza a mo’ di sposa. Attaccò le sue labbra su quelle di Faith e da un bacio casto si trasformò in un bacio pieno d’amore. Entrarono in casa dal retro e quando arrivarono in cucina, delicatamente, la fece scendere dalle sue braccia.

«Vai in camera da letto. Io ti raggiungo dopo.»

Faith annuì e salì le scale. Harry si avvicinò al frigorifero e dopo aver aperto la prima anta prese la bottiglia d’acqua versandone il contenuto in un bicchiere di plastica. Lo bevve tutto d’un sorso e solo in quel momento si ricordò del foglio che aveva trovato attaccato alle freccia. Lo estrasse dai suoi pantaloni e lo aprì leggendone il contenuto.

“Vi distruggeremo e uccideremo le persone più importanti della vostra vita. Se credete che ci siamo arresi, questo è solo l’inizio. –The Tigers.”

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