Intrusion
Dedico questo capitolo a tutte le ragazze che hanno sempre recensito.
Il vostro supporto è importantissimo per me.
Senza di voi questa storia non sarebbe mai arrivata fino a questo punto.
Questi saranno i capitoli decisivi di questa fan fiction.
Come tutte le storie anche questa sta per terminare.
Non vi aspettate un finale rose e fiori.
Grazie per tutto.
Vi amo.
-hazyce.
Harry fece accomodare i due sconosciuti in salotto, come se fossero amici di vecchia data. Faith appoggiò la moca contenente il caffè in polvere sul fornello, aspettando che la polvere marroncina si trasformasse in liquido marrone.
Harry non si era mai comportato in quel modo con due estranei e questo spinse Faith a volerne sapere di più. Il primo non le avrebbe mai detto la verità e la ragazza capì che per saperne di più di questa faccenda, avrebbe dovuto indagare da sé.
Abbassò la fiammella del fornello e sgattaiolò in camera da letto. Si chiuse lentamente la porta dietro di sé e cominciò a guardare tra le cose del suo ragazzo, cercando di scoprire qualcosa di più. Aprì il primo cassetto della scrivania e si sedette sulla sedia per poi rovistare al suo interno. Era piena di scartoffie, ma non vi era niente d'interessante.
Faith appena sentì dei passi, chiuse la scrivania e si avvicinò al letto matrimoniale, sistemando le varie coperte. Pochi secondi dopo, Harry entrò nella stanza, sorridendole leggermente. Quest'ultimo si avvicinò a lei unendo le loro labbra in un casto bacio.
«Lo sistemeremo dopo il letto. Vieni con me.»
Faith annuì baciandogli la guancia destra. Harry le prese la mano e insieme uscirono da quella stanza. Entrarono in salotto e si sedettero difronte a quei due estranei.
«Non vi ho mai visto da queste parti. Siete nuovi?»
Domandò Harry con un falso sorriso sulle labbra. Stava nascondendo qualcosa e Faith voleva sapere cosa.
Roxanne ispezionò la casa da cima a fondo. Ogni particolare poteva essere utile per mettere in atto il loro piano. Sì, perché la storia del matrimonio era soltanto una balla per infiltrarsi in quella villa ed estorcere qualche informazione.
«Sì. Siamo arrivati a Holmes Chapel per un matrimonio, ma i nostri cellulari non prendono e volevamo chiedermi se potreste prestarci il vostro per fare una telefonata.»
Erano entrati nella dimora del nemico e stavano facendo di tutto per far scoprire la loro identità. Volevano sapere chi erano i The Tigers? Accontentati. Avevano due membri di quella gang difronte a loro. Lo stemma della tigre tatuato sul loro corpo ne era la prova.
«Vieni con me.»
Sorrise Faith al ragazzo beccandosi un'occhiataccia da parte di Harry, che lei fece finta di non notare. Dylan si alzò dal divano porgendole la mano, ma prima che lei potesse stringerla e presentarsi, Harry si mise in mezzo.
«Harry, Harry Styles. Il suo ragazzo.»
Calcò bene le ultime parole e Faith lo fulminò con lo sguardo. Dopo la notte passata insieme, non avrebbe più dovuto essere geloso di altri ragazzi, lei era sua. Erano destinati da sempre a stare insieme, ma lo avevano capito un po' troppo tardi. Si strinsero la mano, forse un po' troppo forte, poiché Dylan si accovacciò sul pavimento.
Faith calpestò il piede al suo ragazzo per poi sorridergli amaramente. Lui imprecò a bassa voce per poi saltellare con un piede per la sala, scaturendo la risata di tutti i presenti. Harry li fulminò tutti e Faith girò lo sguardo verso Dylan, sorridendo leggermente.
«Scusalo. E' solo un po' troppo geloso.»
«Lo sarei anch'io se fossi fidanzato con uno splendore come te.»
Harry strinse i pugni, cercando in tutti i modi di trattenere quel briciolo di calma che gli era rimasto. Faith era sua e nessuno doveva provarci con lei, ma se le sue supposizioni erano giuste, presto si sarebbe liberato di lui e della sua amichetta. Faith sorrise leggermente.
«Seguimi.»
Dylan la seguì nell'ingresso e quando Faith gli indicò il telefono di casa, lui la ringraziò per poi comporre il numero. La ragazza ritornò da Harry, baciandogli la guancia, per calmarlo.
«Ti amo.»
Gli sussurrò Faith, cercando di non farsi sentire da nessuno. Harry prese il viso della ragazza tra le mani, baciandole le labbra con passione, fottendosene alla grande di Roxanne che in quel momento guardava la scena con disgusto.
Roxanne Parker odiava l'amore. Da quando il suo ex fidanzato la lasciò in malo modo, nella sua vita il sesso diventò la sua valvola di sfogo. Ogni sera si divertiva, andando in discoteca e rubando la verginità a quei pochi ragazzi vergini che trovava. Li torturava, li manipolava per poi fotterli e ritornare alla sua solita routine. Adorava essere un membro dei The Tigers, amava avere il coltello dalla parte del manico, amava sottomettere, amava vedere le persone soffrire.
Dylan ritornò pochi minuti dopo guardando Roxanne con un sorriso a trentadue denti. Roxanne annuì alzandosi dal divano per poi affiancarlo.
«Grazie per la chiamata. Noi adesso andiamo.»
*
Dopo aver chiuso la porta d'ingresso, Harry sbatté Faith contro il muro. Le baciò il collo, succhiando e leccando una parte di pelle scoperta. La ragazza gemette dal piacere aggrappando le sue gambe intorno al bacino del ragazzo godendosi al massimo quel momento.
Il suono del campanello li fece sbuffare e Harry con riluttanza la poggiò sul pavimento stampandole un casto bacio sulle labbra.
«Ti amo, piccola.»
«Ti amo anch'io, gelosone.»
Harry alzò un sopracciglio, per poi scuotere la testa e sorridere. Un sorriso con tanto di fossette. Faith si sedette sul divano prendendo tra le mani il suo cellulare. Non sentiva Evelyn da quattro mesi e la sua migliore amica le mancava tantissimo. Per Harry la cosa migliore per non metterla in pericolo - ancora una volta - era allontanarsi da lei, ma Faith decise di telefonarle.
*
Evelyn guardava in televisione il solito cartone animato mattutino. Il dottore le aveva concesso il permesso di tornare a scuola il giorno dopo e la ragazza non vedeva l'ora di rivedere la sua migliore amica. Il cellulare iniziò a squillare e quando Evelyn lo prese, una lacrima rigò il suo volto. Era lei. Accettò la chiamata.
«Fammi parlare Eve. Scusa per tutto, scusa per essermi allontanata da te. A tutto questo c'è una spiegazione, però. Se ti hanno pugnalata la colpa è stata solo mia. Per colpa mia, ci sei andata tu di mezzo. Non sai quanto mi dispiace. Lo so che sei arrabbiata con me per non esserti stata accanto, ma volevo che tu stessi al sicuro. Avrei dovuto chiamarti tanto tempo fa, ma credevo veramente che senza di me saresti stata bene. Scusa Evelyn, scusa. Ti voglio bene.»
«Ti vorrei urlare le migliori parolacce e bestemmie in questo momento, ma non ce la faccio. Sei la mia migliore amica da due anni e credimi che senza di te, sono stata malissimo. Aspetto questo giorno da quattro mesi e finalmente - anche se tramite un cellulare - sei qui a parlare con la sottoscritta. Non è stata colpa tua. Mi sei mancata tantissimo Faith. Mi è mancato stare con te e parlare di tutto. Mi dispiace tanto per tua madre. Ti voglio bene anch'io.»
Evelyn cominciò a piangere di gioia. Le mancava passare le giornate a spettegolare sulle cheerleader della scuola, le mancava passare le serata in sua compagna. Dall'altro lato del cellulare si sentì qualcuno singhiozzare e capì che anche Faith - come lei - stava piangendo.
«Io domani torno a scuola. Ci sono tante cose che ti vorrei dire, ma non tramite un cellulare.»
«Cercherò di convincere Harry per domani. Ho tanto da dirti anch'io.»
Rimasero ancora qualche minuto in linea a parlare di quante cose fossero cambiate in quattro mesi, per poi riattaccare. Evelyn mandò un messaggio a Lucas dicendogli che domani avrebbe rivisto Faith e la cosa la rendeva felice.
*
Le stelle illuminavano il cielo blu notte e Faith uscì dal bagno indossando soltanto un pantaloncino stretto e una maglietta di Harry. Quest'ultimo e tutti gli altri non erano in casa, per via di alcuni affari e alcune consegne. Il ragazzo dai capelli ricci, prima di uscire da casa, si raccomandò molte volte con Faith, tanto che tutte quelle raccomandazioni la fece sentire una bambina.
"Non aprire a nessuno, chiama se succede qualcosa, non uscire da casa, comportati bene e non fare di testa tua."
Il rumore di una porta aprirsi la fece sobbalzare. Con un sorriso sulle labbra Faith scese le scale, credendo che Harry fosse tornato, ma trovò solo la porta aperta, di Harry e gli altri nessuna traccia. Chiuse la porta a chiave per poi guardarsi intorno, ritornando a salire le scale.
Sarà stato il vento, pensò.
Mentre saliva le scale, qualcuno la prese per le spalle sbattendola contro il muro. Una mano poggiata sulle sue labbra smorsò le sue urla e Faith cercò di dimenarsi da quella forte presa. Le lacrime scorrevano sul suo viso e la ragazza sbatté le palpebre cercando di focalizzare con lo sguardo la figura davanti a lei. Due altri ragazzi entrarono dalla porta principale e Faith colse quel momento di distrazione per tirare un calcio sotto i gioielli di famiglia al ragazzo, per poi scappare in camera da letto e chiudersi a chiave. Afferrò il suo cellulare da sopra il comodino e frettolosamente compose il numero di Harry.
"Rispondi Harry, per favore rispondi." Pensò Faith.
Nel momento in cui Harry rispose, la porta si aprì di scatto e tre ragazzi vi entrarono dentro. Faith urlò e uno dei tre le prese il cellulare buttandolo dall'altra parte della stanza. Ogni passo avanti dei tre ragazzi ne era uno all'indietro della ragazza. Quello in mezzo li superò entrambi bloccando il corpo della ragazza tra
lui e il muro. Per lei non c'era scappo.
Si guardarono per qualche secondo, finché Faith non afferrò il passamontagna da sopra la testa del ragazzo, sfilandoglielo dal capo. Sgranò gli occhi e la bocca per lo stupore. Difronte a lei c'era il ragazzo di quella mattina, ma prima che lei potesse parlare, Dylan la prese per capelli, facendola urlare e dimenare per il dolore. La scaraventò sul pavimento e Faith cercò di gattonare per prendere il cellulare. Riuscì a prenderlo e scoprì che Harry era ancora in linea che urlava qualcosa d'incompressibile alle sue orecchie. Un piede però le schiacciò la mano facendole emettere un urlo che fece preoccupare Harry più del dovuto.
Ricominciò a piangere e a urlare non appena il piede di Dylan fece pressione sulla sua mano. Faith lasciò il cellulare e il ragazzo alzò il piede. Faith prese la sua mano, massaggiando leggermente la parte ormai rossastra. Il dolore aumentò e Faith strinse gli occhi. Con una mano cercò di alzarsi e dopo aver spinto i tre ragazzi, uscì dalla stanza. Roxanne la seguì per poi spingerla dalle scale.
Faith urlò e cadde dalle scale, tutto quello che vide, fu una porta spalancarsi, un'imprecazione e poi il buio.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro