Evelyn, cigarette, anonymous
How did I ever let you go?
(Katy Perry- Thinking of you)
Faith.
Non sarei andata a vivere con lui e tutti gli altri né oggi né mai. Stavo bene a casa mia, senza nessuno che mi possa dettare regole.
«No Harry, non se ne parla.» dissi con un tono di voce flebile.
«Non è una proposta questa, ma un ordine.» disse. «Non sei al sicuro a casa tua.» aggiunse.
«Starò al sicuro a casa mia, non ti preoccupare.» dissi prendendo la borsa.
«Faith cazzo, tu verrai da me, vuoi o no.» disse diventando di colpo serio.
La vibrazione del mio cellulare ci distrasse dalla nostra discussione. Prese il mio cellulare, ma prima che potessi aprire i due messaggi per leggerne il contenuto, il riccio, me lo tolse dalle mani.
Da: Anonimo.
Fatti trovare a fini lezioni fuori da scuola, verrò a prenderti. x
Da: Anonimo.
Stasera ti troverai nel mio letto, ti scoperò fino allo sfinimento e saluta per un’ultima volta il tuo caro Styles. x
Adesso si che avevo veramente paura, mi tremavano le gambe. Mi lanciò un’occhiata veloce e stringendomi a lui mormorò un “figlio di puttana”.
«Non ti succederà niente, te lo prometto.» mi consolò Harry.
Mi diede un dolce bacio sulle labbra per rassicurarmi, ma non ci riuscì. Non ho mai avuto così paura come oggi. Paura di esser violentata per la seconda volta e di non riuscire ad arrivare a domani. Non posso piangere sul latte versato, dovevo essere forte.
«Non uscire mai sola da scuola, sta sempre con uno di noi.» mi rammentò aiutandomi ad alzare.
Annuii. Uscimmo dal bagno con disinvoltura come se non fosse successo niente e dopo preso i libri dell’ora successiva dal mio armadietto, mi accompagnò in classe stampandomi un fugace bacio sulle labbra per poi smarrirsi tra la grande folla che girava a destra e a sinistra per trovare la propria classe.
Entrai in classe e – come il solito – mi sedetti tra i banchi dell’ultima fila aspettando che arrivasse la mia migliore amica. Erano pochissimi i giorni in cui frequentavamo qualche lezione insieme e questa era una di queste. Presi gli auricolari dalla borsa e ascoltai un po’ di musica, finché non mi arrivò l’ennesimo messaggio della giornata ma questa volta da parte di Harry.
Da: Harry.
Stai attenta e se ti arrivano messaggi, avvertimi, amore. x
A: Harry.
Starò attenta, promesso. x
Entrò la mia migliore amica che corse da me con un sorriso a trentadue denti. Mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia sul livido che vi aveva lasciato il riccio. Forzai un sorriso e lei si sedette accanto a me. Dovevo sfogarmi con qualcuno e lei era l’unica di cui io mi fidavo.
«Dopo ti devo parlare.» dissi.
«Di cosa?» mi domandò confusa.
«Mi prometti che non lo dirai a nessuno?» le chiesi guardandola dritta negli occhi.
Lei annuì e mi strinse la mano.
«Saltiamo quest’ora?» mi domandò.
«Va bene ma prima mando un messaggio a Harry.» dissi prendendo il cellulare e componendo il messaggio.
«Non avevi litigato con lui?» mi chiese stranita.
«Dopo ti spiego.» dissi alzandomi dalla sedia e prendendo la borsa.
Ci allontanammo dall’aula e la portai nella scala anti- incendio ormai deserto. Controllai che non ci fosse nessuno che conoscesse Harry e mi sedetti in un angolo più appartato sperando che nessuno possa sentire la nostra conversazione.
«Dimmi tutto.» disse sorridendo.
«Leggi.» dissi porgendole il cellulare.
Lei un po’ titubante lo prese e fece scorrere i ricevuti guardandomi sconvolta. I suoi occhi erano lucidi e le lacrime iniziarono a bagnarle le gote.
«Chi cazzo è questo stronzo?» mi domandò asciugandosi velocemente le lacrime.
«Non lo so.» dissi sconvolta.
«Stai tranquilla, tutto questo passerà.» disse abbracciandomi, ma con le sue parole non sembrò nemmeno convincere se stessa.
Scoppiai a piangere. Dovevo pensare positivo, ma non ci riuscivo. Il trucco ormai è andato, ma in quel momento era l’ultimo dei miei pensieri. Dovevo prendere un po’ d’aria aperta per calmarmi, non potevo restare chiusa lì. Al diavolo l'anonimo che si nasconde dietro ad un cellulare, al diavolo tutti.
«Chi è stato qui?» disse indicando la mia guancia ormai scoperta dal trucco.
Abbassai lo sguardo pensando alla scuola che le potevo dire, ma no, non sarei sincera con Evelyn e non potevo rovinare la nostra amicizia in un momento come quello.
«Harry…» sussurrai in modo che non mi potesse sentire.
La sua espressione cambiò radicalmente. Era incazzata nera e sinceramente non potevo non biasimarla, ma restò in silenzio.
«Usciamo?» domandai rompendo quel silenzio.
«Non con quel coglione in circolazione.» rispose.
«Mi sono rotta di rimanere qui.» sbottai prendendo lo zaino. «Se non vuoi, ci vado sola, non è un problema.»
Lei sospirò e si alzò, ma prima di uscire dovetti passare un attimo dal bagno per rifarmi il trucco. Se mi avessero visto gli amici di Harry, sicuramente, mi avrebbero fermato, ma ne avevo bisogno. Non sarei riuscita stare dentro un minuto di più.
Ci sedemmo al nostro solito albero e presi – come il solito – dalla mia sacca un pacchetto di sigarette. Ne estrassi una posandomela sulle labbra prima di accendermela. Incominciai a fare anelli di fumo per alleviare la tensione, fallendo nella mia impresa.
09:50. Tra venti minuti sarebbe suonata la terza ora. E fra tre ore avrei salutato casa mia e sarei entrata in un altro inferno, dove uscire, non mi sarà permesso. Che merda oh!
«Fammi fare un tiro ah!» ruppe il silenzio Evelyn.
Le passai la sigaretta e se la posò sulle labbra creando un perfetto anello di fumo. Erano rare le volte la cui si vedeva fumare. Non era una ragazza che fumava o si drogava, ma non era neanche una ragazza casa e chiesa.
«La signorina Bennet che fuma?» ironizzai ridendo.
«Fanculo.» sbottò facendo un ultimo tirò per poi passarmela.
Un messaggio, Anonimo.
Da: Anonimo.
Sei bellissima anche quando fumi. Ho deciso: vengo a prenderti adesso. x
#Spazio autrice
lo so, lo so. Scusate il piccolo ritardo, mi farò perdonare pubblicando un altro capitolo in giornata :)
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