83.2| The throne of the Enchantress
Dall'ultima volta che Eliza Greenway aveva visto la sua famiglia era passato circa un mese ed anche luglio era agli sgoccioli.
Più il tempo passava e meno lei sembrava attaccata alla sua vecchia vita, quella fatta di risate, di amore, di amicizia. La Eliza che era stata ad Hogwarts fino a quel momento non era per nulla paragonabile a ciò che stava diventando.
L'adrenalina le scorreva nel sangue, rendendola molto più viva di quanto non fosse mai stata. Ne era attratta, era come se quella fosse la sua droga, non riusciva a staccarsi da quel senso di pace.
Man mano che andava avanti con l'addestramento, anche il suo abbigliamento cambiava. I colori vivaci che indossava prima si erano spenti ed erano diventati estremamente scuri.
Era totalmente diversa.
E a Nimue quello non sembrava dispiacere più di tanto.
Per la testa della giovane strega che aveva il compito di addestrare non c'erano più quei pensieri che la tenevano in gabbia. Ora era libera ed era diventata ancora più potente.
La dama del lago si era divertita moltissimo quando Eliza le aveva chiesto di scagliarle contro la creatura più forte che conoscesse. Ci aveva dovuto pensare su per un attimo e poi aveva liberato la bestia degli abissi, che abitava nelle profondità del lago e proteggeva l'ecosistema. Eliza l'aveva sconfitta soltanto con un colpo, simbolo dell'enorme maturazione a livello di forza.
<<Sei stata brava, giovane strega>> le aveva detto Nimue <<Soprattutto perché non sei mai caduta nell'inganno del futuro. Hai già potuto provare sulla tua pelle cosa significa incorrere nelle visioni provocate da queste acque. E sei riuscita ad evitarle. Stai imparando a controllare ciò che vuoi ti raggiunga>>
<<Mi sono schermata contro l'ambiente prima di tutto>> aveva risposto Liz, accennando appena ad un sorrisetto <<Stai perdendo colpi, Nimue. Le tue creature non riescono più a farmi niente>>
<<Al contrario>> le aveva detto l'altra, ghignando divertita <<Significa proprio che invece non sto sbagliando>>
Ed avevano continuato il loro allenamento ininterrottamente.
Liz ormai aveva le braccia completamente ferite e le sue vene diventavano nere come il carbone non appena incominciava a lanciare un incantesimo, ma, al contrario delle altre volte, non provava dolore. Anzi. La magia le riusciva ancora più naturale.
Nimue aveva scelto di farle un altro regalo, allora. Visto il suo passare continuamente il tempo a Dozmary Pool, la dama del lago aveva creato con la propria magia un trono d'oro, piuttosto stretto ma alto almeno cinquanta centimetri più di Eliza stessa.
<<Coraggio>> le aveva detto quando l'Incantatrice l'aveva visto <<Siediti, questo è per te>>
Lei aveva sorriso mestamente e si era accomodata. I capelli ormai biondi scuri le ricadevano lisci sulle spalle e gli occhi gelidi lasciavano trasparire tutto il suo orgoglio. Poggiò le mani sui braccioli laterali e fissò Nimue <<Il trono dell'Incantatrice, eh?>>
<<Puoi giurarci>>
<<Sto cercando di capire se tutto ciò è una presa in giro>>
<<No>> aveva spiegato Nimue, chinando leggermente la testa - proprio come davanti ad una regina <<Ma visto che non sarai mai regina di un popolo, ho pensato che forse avrebbe fatto piacere al tuo ego essere regina di questo lago>>
<<Pensavo fossi tu la regina di questo lago...>>
<<Ed infatti continuo ad esserlo. Ma chi ha detto che non ci possono essere due sovrane?>>
L'affermazione di Nimue era stata quella che l'aveva costretta a sorridere veramente per la prima volta da settimane <<Sei stata più mia amica tu che tutti gli altri. Non mi hai mai nascosto niente, in tutto questo tempo sei sempre stata sincera con me>>
<<Credo di averti già detto che sei speciale, Eliza Greenway. Ma non solo come elemento magico, anche come persona. Ci sono pochi esseri umani geniali e brillanti quanto te e soprattutto con un cuore come il tuo. Sarebbe un peccato sprecare tutto quello che hai da offrire, non credi?>>
<<Che cosa stai cercando di dirmi con questo?>>
<<Che il tuo destino non è quello di regina, ma tantomeno quello di essere dimenticata. Per far sì che il tuo destino si compia, c'è bisogno che tu non ti chiuda in te stessa>>
<<Dovrei...>>
<<Dovresti incominciare a pensare che, forse, avere degli amici non è così male>>
<<Io ho te come amica, mi basta questo!>> aveva sentenziato Liz <<Possiamo chiudere l'argomento? Ne riparleremo più avanti>>
Ma ogni volta che Nimue tirava fuori l'argomento amici, Eliza quasi impazziva. Il cuore le faceva così male che più di una volta Liz credette di star per morire. Comunque sia, resistette e andò avanti con la scoperta dell'Antica Religione.
Ora, il suo cervello pullulava di informazioni antiche più della Terra stessa, informazioni che nessuno, eccetto gli ultimi discendenti dell'Antica Religione, conoscevano. E si sentiva maledettamente bene.
Più sedeva sul suo trono e più era convinta di appartenere a quella parte di mondo. Il pensiero di non tornare ad Hogwarts, di diventare sacerdotessa dell'Antica Religione la stuzzicava incredibilmente.
Era il primo agosto, il giorno del compleanno di Marlene, quando Nimue affidò un compito ad Eliza <<Ascolta>> le disse <<Devi recuperare una cosa per me>>
<<Che cosa?>>
<<Poche famiglie posseggono oggetti risalenti al periodo d'oro dell'Antica Religione e per far sì che la sapienza passata si consolidi in te ho bisogno di una coppa. Una coppa che veniva chiamata della vita. Si raccontava che chiunque bevesse da essa un sorso delle acque di questo lago avrebbe acquisito la conoscenza suprema>>
<<Dove si trova?>>
<<Penso che in cuor tuo tu sappia già la risposta...>>
<<No>> Eliza scosse il capo, realizzando perfettamente <<Prenditela, Nimue, io dai Potter non ci vado. Oggi è anche... no, non posso>>
<<E così rifiuti di aiutarmi? Dopo tutto quello che ti ho aiutato a migliorare? Dopo che ti ho accolto e addestrata?>>
<<E va bene>> acconsentì la strega, sospirando <<Non posso recuperarla con la magia?>> tentò, speranzosa.
<<No, la Coppa della Vita si farà prendere da te soltanto se la meriterai. Mi raccomando, giovane strega, è importante che tu la prenda>> affermò Nimue, seria.
<<E se non la prendo? Se non ci riesco?>>
<<Tutto il lavoro che abbiamo fatto sarà stato vano>>
<<Ho capito, ho capito>> borbottò Liz, annuendo <<Vado a prenderla>>
<<E ricordati quello che ti ho insegnato riguardo le tue iridi. Hai imparato come controllare il loro cambiamento, regolalo. Non lasciare che gli altri vedano il tuo marchio, il fatto che si colorino va bene fino ad un certo punto! Se vuoi cogliere qualcuno di sorpresa, nascondi l'azzurro>>
<<Hai intenzione di ripetere tutte le lezioni che abbiamo fatto?>>
<<No, mi sto solo affidando al tuo buon senso>>
<<Allora affidati e basta. So perfettamente ciò che devo fare>>
Eliza non pensava che rivedere casa Potter avrebbe fatto così male. Riusciva a sentire le risate provenienti dal piano superiore anche dall'esterno, probabilmente grazie al super-udito che Nimue era riuscita a farle sviluppare.
Doveva tanto alla dama del lago. Che senza pretendere nulla in cambio l'aveva accolta in quel dì di giugno e l'aveva aiutata.
I Potter non erano a conoscenza di possedere la Coppa della Vita, per certo. Nimue le aveva spiegato che gli oggetti dell'Antica Religione si occultavano fino a quando un degno cercatore non li avesse trovati. Ora toccava a lei e doveva fare del suo meglio, assolutamente.
Con l'orribile sensazione del cuore che le martellava nel petto, Eliza si ritrovò a bussare a casa Potter.
Quando Euphemia le aprì, per poco non ebbe una sincope. James le aveva più o meno raccontato cosa fosse successo tra lui e Lizzie e vederla lì fu una grande sorpresa per la donna.
<<Sei qui per Marlene, tesoro? Oh adesso te la chiamo, sarà felicissima di vederti! Non ha fatto altro che parlare di te in questi giorni e...>>
<<No>> la interruppe subito Liz <<Non sono venuta qui per loro>> mormorò <<Per nessuno di loro>> rettificò <<Ma mi serve il tuo aiuto, piuttosto>>
<<Il mio aiuto? Ti è successo qualcosa di male, Lizzie?>>
<<Eliza, se non ti dispiace>> la corresse piano la ragazza <<Sono venuta in contatto direttamente con l'Antica Religione, Euphemia. E mi serve la Coppa della Vita, cosa che tu e Fleamont possedete. Purtroppo per me, non ho idea di in che forma essa si sia manifestata ma è importante che io la prenda. E per questo sono qui a chiederti il permesso>>
La donna si irrigidì subito, turbata di fronte al modo in cui la Serpeverde parlava. Non sembrava più neppure quella ragazza giovane e bella da togliere il fiato che lei aveva conosciuto anni prima. Nonostante quello, non poteva negarle un aiuto <<Certo che ti do il permesso, Eliza>>
La strega fece un cenno con il capo, che doveva somigliare ad un ringraziamento e cominciò a guardarsi intorno.
Nimue le aveva spiegato che la Coppa avrebbe reagito al suo potere, ora però il problema era individuarla tra le migliaia di cose che i Potter possedevano.
<<Sai com'è fatta questa Coppa? Così ti aiuto a cercare>> si offrì Euphemia, cercando di essere gentile.
<<No, ripeto, purtroppo non lo so. Mi è stato spiegato che reagirà al potere dell'Antica Religione che scorre nelle mie vene, ma azionarla spetterà a me>> dichiarò Liz, utilizzando la propria magia per aprire gli sportelli del pensile e i vari cassetti in modo da non mettere niente in disordine.
Euphemia si rese conto con stupore di come la strega non avesse nemmeno schioccato le dita. Normalmente, prima di lanciare un incantesimo, Liz faceva quel gesto. Oppure i suoi occhi diventavano azzurri. In quel caso non successe né una cosa né l'altra.
<<Euphemia, qual è l'oggetto più antico che possedete?>> improvvisamente la strega si voltò <<Non antico in senso letterale, ma... vecchio. Qualcosa di così vecchio e brutto che probabilmente hai sempre pensato che fosse inutile tenere ma che in realtà non hai mai buttato via>>
<<Beh>> la donna ci pensò su <<C'è un calice, in realtà. Ci è stato regalato non appena ci siamo trasferiti qui appena sposati, Fleamont dice che una vecchietta ce lo ha dato come augurio per il futuro. È in pietra ma è spaccato lungo tutti i bordi e probabilmente entro due anni sarà crollato a pezzi>>
Eliza accennò un sorriso beffardo <<Tipico dell'Antica Religione>> commentò <<Dov'è questo calice ora?>>
<<Non ne ho idea, mi spiace. L'ultima volta che l'ho visto è stato minimo due anni fa, subito dopo Natale. È stato qualche giorno dopo che festeggiaste tutti insieme, scambiandovi i regali>>
<<Sono stata qui centinaia di volte...>> rifletté la ragazza, portandosi una mano al mento e ragionando <<Possibile che non sia mai entrata in contatto con la Coppa della Vita? Ci deve essere un trucco, senza dubbio. Che tu l'abbia vista perché io sono stata qui...?>>
Troppo impegnata a pensare, Eliza non fece caso al rumore di passi che si avvicinava. Se ne accorse soltanto quando percepì una sensazione familiare, quella di quegli occhi che la fissavano.
Drizzò la schiena e si costrinse a restare calma.
James era esattamente dietro di lei e la sua attenzione era focalizzata sulla ragazza, senza parlare. Sembrava essere completamente paralizzato. Sicuramente quel giorno si aspettava di tutto, ma non di rivedere Liz. E soprattutto non in quel modo.
Perché quella non era Liz. Con i capelli diversi, con il trucco sul viso e la matita nera a delinearle finemente gli occhi accentuati dal potere. Quella non era la ragazza che tutti avevano potuto conoscere ed amare.
<<Liz...>>
Euphemia intervenne subito, poggiando una mano sulla spalla della ragazza <<Eliza, ascolta. Mi è venuta un'idea riguardo alla Coppa, vado a vedere se ho ragione. Tu, intanto, fa quello che devi fare. Metti a soqquadro tutto, se dovesse essere necessario. Va bene?>>
<<Sì, grazie>> rispose Liz, annuendo ed osservando la donna sparire.
James era ancora lì <<Che ti è successo?>> le chiese, e in quelle parole traspariva tutto il suo dolore. Il cuore spezzato.
<<Sono andata avanti>>
<<Dove sei stata per tutto questo tempo? Sono venuto a cercarti, così tante volte, ma né tuo padre né Aimee mi hanno detto niente. Ero preoccupato per te, accidenti! Ci hai anche tolto il potere dai cristalli!>>
<<Non sono affari tuoi>> ribadì lei <<Io e te non stiamo più insieme>>
<<Sì, me lo ricordo. E continuo a non capire il motivo della tua scelta>>
<<Oh non cominciare anche tu. Mi è bastata Aimee a farmi la predica>> sbuffò acidamente l'Incantatrice e solo in quel momento James notò tutte le cicatrici sulle braccia della ragazza, che si intravedevano quando le maniche della giacca di pelle che indossava si tiravano su.
<<No...>> sussurrò piano, scuotendo la testa come a volersi togliere dalla mente quell'immagine <<Che cos'hai fatto, Lizzie?>>
<<Ho scelto il potere>> chiarì lei, fieramente <<Ho scelto di diventare ancora più potente. La mia magia non è mai stata così forte come ora>>
<<Il tuo corpo non resisterà a lungo...>>
<<Credi davvero che mi importi qualcosa?>> fece Liz, con lo sguardo che sembrava ghiaccio puro. Le sue labbra si stirarono in un sorriso gelido e quasi maligno <<Il potere è mio, mio e soltanto mio. Sto per ricevere la sapienza eterna, non mi interessa nient'altro>>
<<Marlene è disperata. Ha cercato di contattarti in tutti i modi... perché non vai a parlarle?>>
<<Perché dovrei? Non sono mica io a non essermi fidata di quella che era la mia migliore amica. O sbaglio?>> la replica così veloce della ragazza lasciò James senza parole. Un tempo lei non avrebbe esitato a correre da Marlene.
<<Sei cambiata>>
<<L'hai già detto>>
<<Mi manca la Liz che conoscevo>>
<<È morta nel momento stesso in cui ha capito che l'amore l'ha tenuta sempre un passo indietro. Quando ha realizzato che concentrandosi su cose inutili e superflue come le relazioni e l'amicizia ha smesso di perseguire il suo obiettivo>> affermò seria, poi il suo tono cambiò <<Torna dai tuoi amici>>
<<Sono anche i tuoi>>
<<Lo erano>>
James dovette stringere i pugni con forza per restare calmo <<Che cosa stai cercando?>>
<<Niente che ti riguardi>>
Liz tornò a concentrarsi sulla sua ricerca e allungò una mano davanti a sé. Una folata di vento spalancò tutto quello che poteva spalancare ma della Coppa non c'era traccia.
<<È casa mia quella che stai esplorando. Mi riguarda eccome>>
Quando Liz si voltò di colpo verso di lui e piantò lo sguardo nel suo, James provò una sensazione di freddo più forte di qualsiasi tormenta invernale <<Vuoi così tanto farti gli affari miei? Bene, allora tornatene dai tuoi amici e spera con tutto te stesso che non decida di cancellarti dalla mente tutto quello che sai su di me>>
Nonostante stesse tremando a causa di tutto quel gelo che sentiva nelle ossa, il mago rimase comunque accorto. Conosceva perfettamente il linguaggio del corpo della ragazza, l'aveva studiato per così tanto tempo che lei ormai non aveva segreti per lui <<Ti fa paura stare qui, non è vero?>>
<<Paura? Oh cielo, di male in peggio, Potter>> lo schernì lei, ma James sapeva di aver colpito il bersaglio.
<<Hai paura di stare qui, sì. È proprio così. Lo vedo. Temi che trovarti nello stesso posto con noi possa farti ricordare quant'era bello conoscerci. Quanto era bello essere nostra amica. Temi che possa riportarti indietro, a quella che eri prima di andare da Nimue!>>
<<Lo sai, allora...>>
<<L'ho capito. Ti conosco troppo bene, ormai>>
Eliza stava per ribattere, quando capì.
<<Ma certo>> esclamò, la lampadina della sua mente si accese di colpo <<Nimue aveva ragione. La Coppa si farà prendere soltanto se la meriterò>>
<<Ma di che stai...>>
Fai ciò che più ti terrorizza, dimostra il coraggio che possiedi.
E per quanto Liz fosse restia, sapeva di dover andare avanti. Così afferrò James per il colletto della camicia che indossava e lo baciò. Un milione di scariche esplosive la percossero ma lei scelse di ignorarle.
In pochi istanti un calice, esattamente come Euphemia l'aveva descritto, comparve sul tavolo del soggiorno. La signora Potter si fece viva subito dopo, così come gli altri ragazzi, incuriositi dal fatto che James non avesse ancora fatto ritorno. Spalancarono tutti la bocca di fronte alla presenza di Liz, ma più che altro lo fecero per quell'oggetto, che emanava un'energia assurda.
<<Eccolo>> sussurrò Liz, bramosa. Sorrise, ancora di più senz'anima, e si avvicinò al calice. Le sue dita sfiorarono appena la pietra rovinata che il calice, alto più o meno venti centimetri, si librò in volo.
Un alone dorato lo avvolse e in pochi istanti questi era scomparso. Al suo posto, c'era una Coppa lucente. La Coppa della Vita, dorata e ampiamente decorata.
Lentamente scese tra le mani di Liz, che la fissava come se quella fosse la sua unica ragione di vita.
<<Finalmente è mia>>
<<Liz...>> mormorò Marlene, incredula. Non aveva mai visto quello sguardo in Liz, né quel tipo di comportamento. Né tantomeno quel genere di abbigliamento, così stretto e cupo persino per una come lei.
James afferrò la spalla della ragazza ma si trovò costretto a lasciarla andare quando una scossa lo percosse. Accidenti, borbottò mentalmente, che diamine le è successo in questi mesi?!
<<Adesso sì>> continuava a ripetere <<Non ho più bisogno né di Hogwarts, né di nessun altro. La sapienza eterna è mia!>>
Una scarica di potere partì da lei, avvolgendo tutto ciò che la circondava e paralizzando ogni singolo movimento dei presenti. Euphemia in particolare era terrorizzata. Gli Incantatori erano molto, molto rari, ma nessuno aveva mai raggiunto il livello di potere di Liz.
<<NO>> le urlò James, fermandola dallo smaterializzarsi <<Tu non vuoi questo!>>
<<Che ne sai tu di cosa voglio io? Eh? Credete tutti di conoscermi, ma voi non sapete niente. La vera me è questa, quella che ha fame di potere, quella che ha sete di conoscenza. Nessuno di voi capisce e capirà mai. Il mio potere... è l'unica cosa che non mi abbandonerà mai!>> ribatté lei e la terra prese a tremare al suono della sua voce.
Lanciò uno sguardo a Remus, soltanto a lui, per assicurarsi che stesse bene e, non appena l'ebbe appurato, alzò la Coppa verso il soffitto. Altro potere si generò da lei, le vene delle sue braccia divennero totalmente nere - costringendo Lily a cacciare un grido per lo spavento.
<<Nimue!>> fece Liz a gran voce <<La coppa è nostra>>
<<No!>>
Ma Liz era già sparita.
Ad aspettarla sulle rive di Dozmary Pool c'era la dama del lago, fiera ed orgogliosa. La Serpeverde le porse la coppa e Nimue la immerse in acqua, passandogliela con fare glorioso.
Liz bevve e subito il suo cervello incominciò a riempirsi di nozioni su nozioni. Il sapore della conoscenza era qualcosa che non aveva mai davvero assaporato, ma in quel momento decise che sarebbe per sempre stato il suo gusto preferito.
Nimue osservava la scena con gioia. Sapeva di aver portato a termine il suo lavoro e non avrebbe potuto sperare in allieva migliore.
<<Coraggio>> la invitò, innalzando il trono della strega dalle acque con un semplice gesto della mano <<Accomodati, mia cara regina, il potere assoluto ti aspetta>>
Eliza Greenway non esitò a sedersi.
Con la consapevolezza di essere appena diventata la creatura più forte dell'intero universo.
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