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39| Lizzie, James & the dispute

Sembrava che Silente e i professori avessero preso davvero sul serio la presenza degli studenti di Durmstrang. Non sapevano per quanto tempo sarebbero rimasti e quindi avevano deciso di trattarli come se in corso ci fosse stata un'elezione e tutti dovessero votare.

Persino alla partita di Quidditch Grifondoro-Serpeverde ai nuovi ragazzi fu concesso un posto speciale. La prima fila dello stadio (di TUTTO lo stadio) era stata interamente riservata a loro e gli studenti che avevano gli striscioni avevano dovuto esporli con la magia.

Lizzie Greenway aveva dato loro una mano in quello. Lei e Lily Evans avevano lanciato un incantesimo combinato per far sì che tutti i "manifesti" fluttuassero e si erano beccate numerosi ringraziamenti.

La partita era terminata con la vittoria dei Serpeverde con oltre sessanta punti di vantaggio sugli avversari e James Potter rosicava tremendamente. Tuttavia strinse comunque la mano alle Serpi, proprio come Liz aveva fatto l'anno precedente.

Erano passate diverse settimane dalla partita di Quidditch e la situazione con quelli di Durmstrang non accennava a migliorare. Certo, non c'erano problemi esistenziali, ma gli studenti di Hogwarts - maschi prevalentemente - non sopportavano la loro presenza. Soprattutto considerando che quasi tutti ci provavano con le streghe inglesi.

Ce n'era uno che si era appiccicato a Lily e non sembrava volersi scollare da lei. A momenti, seguiva la Evans persino in bagno.

Anche in quel caso, ci aveva pensato Liz a risolvere il problema. Si era resa invisibile ed aveva modificato con la magia il modo di parlare del ragazzo. Era riuscita a metterlo in imbarazzo così tanto che questi aveva smesso di importunare la sua amica.

Adrian, invece, con lei era sempre più carino - per quanto limitato. Ovvio, non faceva gesti plateali e soprattutto non le sorrideva mai, ma ogni volta che la incontrava chinava la testa come a dirle Salve mademoiselle.

Avevano anche studiato insieme un paio di volte, lui per i suoi esami e lei giusto perché doveva finire un lavoro prima per Antiche Rune e poi per Aritmanzia.

Ogni secondo che passava le sembrava di essere sempre più lontana da James e doveva accettarlo. Suo padre aveva ragione quando affermava che lei aveva paura. Forse prima o poi avrebbe trovato il coraggio di ammettere la verità ad alta voce.

Il professor Silente aveva annunciato che il 23 dicembre, ossia il giorno prima di lasciare la Scuola per le vacanze di Natale, ci sarebbe stata una festa, organizzata da professori e studenti insieme.

La Sala Grande sarebbe stata praticamente smantellata e sarebbe diventata una prestigiosa pista ampiamente decorata. Il tema prescelto era l'eleganza, quindi i ragazzi si sarebbero dovuti agghindare e presentare come ad una sfilata.

Erano tutti emozionati, dovevano dirlo. Capitava raramente che ci fossero feste approvate dai professori, bisognava godersela al meglio. Soprattutto perché chiunque avrebbe potuto invitare chiunque. Non c'erano regole, tutti potevano partecipare.

Mancavano poco meno di due settimane all'evento ed i ragazzi riuscivano a percepirne l'avvicinarsi sempre di più. Innanzitutto, cominciavano ad esserci lezioni di ballo - aperte a chiunque - e tutto il Castello stava venendo decorato lentamente.

Ogni aula, ogni corridoio, ogni scala... tutto doveva essere perfetto. E si tentava di utilizzare la magia il meno possibile, per rendere l'attesa speciale.

Emily Sharp pareva essersi affezionata così tanto a Liz che non la mollava neanche un momento. Erano rare le occasioni in cui quella ragazzina si staccava dalla strega. Da quando l'Incantatrice si era offerta di darle una mano le cose erano davvero cambiate: la primina non la detestava più, anzi. Appunto, le stava sempre intorno.

La cosa infastidiva James come non mai. Voleva invitare Liz alla festa/ballo, se vogliamo chiamarlo come faceva la professoressa McGranitt, ma Emily le stava appiccicata e rendeva tutto estremamente più complicato.

Se già era difficile parlarle, figuriamoci invitarla.

Il problema era che in quei rari momenti in cui Emily non c'era, ci pensava il suo omone di Durmstrang a compensare. James sperava con tutto sé stesso che non fosse troppo tardi, che non ci avesse già pensato Adrian.

Quella giornata era cominciata molto male per il giovane Grifondoro, ma questi non immaginava che sarebbe finita ancora peggio. Però ci arriveremo progressivamente...

L'aver litigato con Sirius di prima mattina non aveva contribuito a migliorare le cose. Perché avevano discusso? Beh, Black aveva a sua volta discusso con Regulus ed era così nervoso che aveva iniziato a prendersela con Remus. Il lupo mannaro, però, non sembrava intenzionato a mollare la presa e così aveva risposto a tono.

Peter, che stava ancora dormendo, si era svegliato di scatto e si era trovato davanti i suoi due migliori amici che litigavano e stavano per fare a pugni. Così si era alzato di fretta e aveva urlato a James di uscire dal bagno.

Lì erano iniziati i problemi. Perché Sirius non si faceva vedere da nessuna parte ed aveva saltato metà delle lezioni della mattinata. Remus era intrattabile e se ne stava silenzioso al suo posto. L'unica persona con cui aveva parlato era stata Liz, che gli si era seduta accanto.

Poi, tanto per aggiungerne un altra, il suo gufo si era schiantato contro una pianta davanti a casa Potter ed ora Euphemia e Fleamont se ne stavano prendendo cura. Gli avevano spedito una strillettera per avvisarlo utilizzando il loro altro gufo (forse per fargli uno scherzo) e lui per poco non ci aveva rimesso il timpano destro.

Sarebbe stato tutto più bello se la giornata si fosse fermata lì, ma no! No, assolutamente no! Che sarebbe costato a Dio interrompere l'andamento disastroso? Probabilmente tutto.

Subì una clamorosa sconfitta al Club dei Duellanti da parte di Piton. Certo, avrebbe vinto se solo quell'idiota non fosse stato un codardo. Lo aveva colpito con un incantesimo-maledizione ancor prima che il duello avesse il via e lo aveva confuso.

Liz aveva cercato di intervenire ma era stata trattenuta da alcuni Serpeverde. Come se avessero previsto che avrebbe tentato di aiutare il suo amico, le avevano afferrato le mani - fintamente pronti per congratularsi con lei per qualche motivo stupido.

James non si difese nemmeno una volta, subendo tutte le fattura scagliategli contro. Era come se il suo cervello non riuscisse a reagire. Non era da lui.

<<Oh, ma andatevene>> aveva sbottato la Serpeverde allora, togliendo le mani di colpo. Nel suo petto si era accesa una rabbia disastrosa non appena aveva visto James cadere in ginocchio. No, aveva pensato, No, tu non ti inginocchierai di fronte a loro. Non se lo meritano.

<<Greenway>> l'aveva richiamata la McGranitt, ma lei non l'aveva neanche sentita.

<<Ora basta!>> aveva gridato, allargando le braccia. Emily aveva squittito dietro di lei, trasalendo non appena una forte luce azzurra aveva cominciato a scaturire dalle sue mani. Travolse tutti quanti, paralizzando ogni movimento. Non volava più nemmeno una mosca. Nessuno riusciva a reagire, tranne James.

Liz era saltata sulla pedana di corsa, inginocchiandosi accanto all'amico. Lo aveva afferrato per le spalle, scuotendolo delicatamente <<Hey>> gli aveva sussurrato sottovoce <<Hey, stai bene?>>

Non ricevendo risposta, aveva avvicinato la propria mano alla fronte di James, sfiorandola leggermente. Aveva mormorato un incantesimo ed il ragazzo finalmente si era svegliato da un lungo torpore. Il suo stato di confusione era terminato.

Tutti avevano ricominciato a muoversi, anche Severus, che era ancora fermo sulla pedana.

<<Meschino anche per te, Piton>> aveva sibilato Eliza, tirandosi su e porgendo una mano a James. Il ragazzo, ancora un po' stordito, l'aveva afferrata e quasi gliela stritolò. Il suo flusso di potere stava per esplodere di nuovo.

<<Che c'è, Potter, paura di difenderti?>>

James non aveva fatto in tempo a rispondere, poiché la professoressa McGranitt si era accorta di un'enorme ferita sanguinante sul braccio del ragazzo. Lo aveva spedito, allora, da Madame Pomfrey ed Eliza gli era corsa dietro.

<<James>> lo aveva chiamato, cercando di raggiungerlo. Il Grifondoro però aveva accelerato il passo, forse proprio per lasciarla lì <<James, hey! Aspettami dai>>

<<Non ho voglia di parlare>> aveva risposto lui, a bassa voce <<Vattene, Lizzie, dico sul serio>>

<<No, non vado da nessuna parte se prima non mi parli come si deve!>>

James, quindi, che non aveva per niente i nervi saldi, si era girato di scatto e aveva perso la pazienza. Aveva gridato a lei tutto quello che aveva accumulato in quella mattina. Era quello l'evento finale, a quanto sembrava.

Litigare con Eliza.

<<Vuoi lasciarmi in pace per una buona volta? Non ti è mai venuto in mente che forse quando dico che voglio stare da solo, forse VOGLIO DAVVERO SOLO STARE SOLO?!>>

Liz si era fermata, stringendo i pugni ed abbassando la testa <<I-io... io volevo solo...>>

<<Tu volevi, tu volevi, tu volevi. Tu volevi far tutto, Liz. Ma io sono stanco? Sono stanco, va bene? Voglio essere lasciato in pace! Non ho per niente voglia di sentirti, okay? Questo ti è chiaro o devo essere ancora più preciso?>>

La strega, che non si faceva mettere mai i piedi in testa, aveva replicato piuttosto seccata <<La smetti di essere così?>>

<<Così come, sentiamo?!>>

<<Insopportabile!>>

<<Insopportabile?>>

<<Sì, hai sentito bene! Insopportabile! Forse non te ne sei reso conto ma lì dentro Piton ti avrebbe ammazzato. Tu dovresti ringraziarmi e non urlarmi contro! Io non c'entro assolutamente niente!>>

<<Non mi interessa, Eliza. Lo capisci sì o no? Tornatene pure da quel menomato del tuo ragazzo e lasciami in pace!>>

<<Ah quindi è questo il problema!>> aveva ribattuto Liz, annuendo. Ora era furiosa <<Sei geloso di Adrian. Quindi mi tratti di merda perché sei geloso di lui ed incazzato con quel demente di Piton!>>

<<Io NON sono geloso. Non potrebbe interessarmi di meno di quello che fai tu con quell'idiota>>

<<Ah non ti importa?>>

<<Per niente!>>

<<Allora posso anche dirti tranquillamente che andrò alla festa con lui. Non ti causa nessun problema questo?>>

<<Assolutamente nessuno>> ma non era vero. Il suo cuore aveva smesso di battere nel momento stesso in cui Liz aveva pronunciato quelle parole <<Puoi fare quello che vuoi, a me non interessa!>>

<<Allora sai che c'è? Smettila di darmi fastidio ogni volta che sono con lui, smettila di fissarmi e soprattutto smettila di fulminare lui! Perché questo non ti fa sembrare un duro, Potter, ma solo un bambino!>>

<<O forse sei tu la bambina, Eliza, che ti diverti a giocare con le persone come se fossero pupazzi!>>

La strega aveva cercato di mantenere la calma il più possibile. L'ultima cosa che avrebbe voluto fare era staccare la testa a James prima del previsto. Ma sembrava davvero difficile non farlo <<Sai che c'è, James? Forse è per questo che non ti ho detto niente!>>

<<Oh, parli di te e di quel tuo bellimbusto?>> era stata la risposta fredda ed ironica di James, che la fissava malevolo <<Devo ribadirti che non mi importa? Nemmeno un po'. Torna pure a divertirti con lui e non venire a piagnucolare da me quando le cose andranno male>>

<<Sei tu il menomato, James!>> aveva strillato Liz, girando i tacchi e cominciando ad andarsene. Si era fermata solo a metà corridoio per urlargli contro <<Sei uno stupido!>>

E così si arrivava a quel momento, a soli tre giorni dal ballo. James e Lizzie non si parlavano e lui detestava quella situazione.

Era stata solo colpa sua. Era nervoso e lei era stata un bersaglio così facile che non aveva saputo resistere. Si era pentito di ciò che aveva detto nel momento esatto in cui l'aveva vista voltarsi ed andarsene.

Doveva assolutamente trovare un modo per rimediare al danno che aveva combinato!

Quello che Potter non sapeva era che anche Liz si sentiva estremamente in colpa. Seppur non c'entrasse molto, aveva contribuito a gettare benzina sul fuoco.

Non era per niente vero che sarebbe andata alla festa con Adrian, anzi. Aveva rifiutato il suo invito non appena lui gliel'aveva posto, perché sperava ancora, ingrata romantica, che James l'avrebbe invitata.

<<Sta tranquilla>> le sussurrò Marlene, baciandole la guancia e costringendola a sorridere <<Le cose si risolveranno presto!>>

<<Se lo dici tu, Marls...>>

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