Capitolo 9 "Le sue braccia"
Erano delle braccia forti, calde.
"Chi sei?"
A questa domanda, lo sconosciuto rafforzò l'abbraccio.
"Coglione, chi vuoi che sia?"
Nonostante lo odiassi, in quel momento la sua voce mi rassicurò.
"Andiamo a casa, non voglio ammalarmi a causa tua."
Mi tirò su e mi strinse la mano destra.
"Non se ne parla!" mi lamentai.
In risposta lui rafforzò la presa, ignorandomi bellamente e così, mano nella mano, camminammo verso la sua macchina.
"Ma bagneremo i sedili..." mormorai.
"Fanculo i sedili, sali in macchina ragazzino. Sto congelando."
Mise in moto ed accese il riscaldamento.
"Guarda te se mi tocca fare anche il babysitter." borbottò, prima di iniziare a guidare.
Arrivati a casa mia, lui aprì la porta ed io lo guardai perplesso.
"Rimani qui stasera?"
"È Natale e non sei l'unico che si sente solo."
"I tuoi genitori?" domandai.
Sospirò.
"Fuori per lavoro."
Infondo eravamo simili: soli. Andai in bagno e tolsi i vestiti. La porta si spalancò di colpo, facendomi sobbalzare.
"Aspetta, esco... " dissi, leggermente imbarazzato.
Lui sfilò la propria maglietta e mi guardò.
"Ti vergogni?"
Arrossii.
"No..."
Si spogliò completamente ed entrò nella doccia, mentre io lavai le mani con l'acqua calda del lavandino. La tendina della doccia si aprì.
"Che fai, non entri?"
Cosa dovevo fare? Se ne stava lì, nudo, davanti a me e mi stava osservando con quello sguardo provocatorio. Morsi il mio labbro inferiore ed entrai, senza riflettere. Che stava succedendo?
Richiuse la tendina ed appoggiò le mani al muro, intrappolandomi tra sé e la parete. Che stavo facendo? Poi prese il sapone ed iniziò a massaggiarmi i capelli, continuando a leccarsi le labbra di tanto in tanto.
"Che stiamo facendo?" chiesi.
Sorrise malizioso e toccò le mie labbra con i pollici.
"Niente, solo un bagno caldo, per risparmiare acqua." sussurrò con voce calda.
Certo, tutto regolare: due ragazzi che si facevano la doccia, insieme. Ma chi volevo prendere per il culo, eh? Quella situazione era tutt'altro che normale.
Uscimmo ed io mi vestii velocemente, poi andai in cucina. Iniziai a cucinare e lui mi raggiunse. Mi abbracciò da dietro, sfiorando il mio collo con le labbra. Dei brividi percorsero la mia schiena ed io la arcuai, socchiudendo gli occhi.
"Che fai?" chiese.
"Cucino... t-tu?"
Sentivo la sua presenza premere sul mio fondoschiena.
"Ti osservo."
Mi girai di scatto e lo guardai, appoggiando le mani sul suo petto.
"Devo farti una domanda..." mi stavo scavando la fossa da solo.
"Sì?"
"Cosa si prova a baciare un ragazzo?" mi ero appena seppellito nella fossa che avevo scavato.
Mi afferrò il volto e ficcò letteralmente la sua lingua nella mia bocca, prima velocemente, poi con più dolcezza. Io appoggiai le mani sulla sua schiena, iniziando ad accarezzarlo da sotto la maglietta e graffiando di tanto in tanto. Mi stavo baciando con Jason, con un ragazzo che non sopportavo. Allora perché il gusto delle sua labbra era così dolce, ma soprattutto, perché mi stava facendo mugolare di piacere?
Ero stato convinto di essere etero per tutta la mia vita, poi spuntava un ragazzo dagli occhi belli dal nulla e la mia testa iniziava a giocarmi brutti scherzi.
Mi staccai per qualche secondo per riprendere fiato, ma lui si impossessò nuovamente delle mie labbra, stavolta mordendole appena e leccando. Non riuscii a trattenere un gemito a causa di una sua mano che andò ad afferrare il mio fondoschiena. Oh santo cielo, cosa? Continuammo per un tempo che sembrò un'infinità, poi lui si staccò sorridendo soddisfatto. Stronzo.
Avevamo il fiatone ed ero sicuro che le mie labbra fossero arrossate a causa della foga di quel bacio.
"Vado a dormire." disse.
Salì le scale e sentii una porta sbattere. Mi toccai le labbra e mi accigliai, ancora frastornato da ciò che era appena successo.
Andai in camera mia e Jason era lì, nel mio letto. Mi misi sotto le coperte e lui mi strinse da dietro. Non feci domande, lo lasciai fare.
Era la notte di Natale ed io la passai tra le sue braccia, le sue calde braccia. Cosa mi stava succedendo?
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