Passarono giorni prima che mi decisi a parlare con Sarah. Dopo la fine delle lezioni andai a casa sua.
Rimasi immobile per un po', riflettendo su ciò che stavo per fare. Poi bussai, attendendo con il cuore in gola e finalmente venne ad aprirmi lei stessa.

“Jake, che ci fai qui?”

Entrai senza rispondere.

“Dobbiamo parlare...”

“Non credo sia il momen-...”

La sua frase fu interrotta dalla comparsa di un ragazzo mezzo nudo, che uscì dalla sua camera da letto.
Lo squadrai, lanciandogli un'occhiataccia, poi volsi lo sguardo verso lei.

“Sarah dove sono gli... asciugamani?” chiese quel tipo, sbiancando appena nel vedermi.

“Jake io...” tentò lei.

“Sai, mi sono stancato di essere tradito e di dover dividere la mia ragazza con mezza scuola.” sputai acido.

Lei mi guardò sorpresa e con le lacrime agli occhi.

“Che intendi dire? Lui è il primo con cui ti... hai capito.”

“Ah sì? E Jason allora? Lui non lo conti perché è gay?”

“Cosa...?”

“Sarah basta mentirmi, cazzo! E tu!” indicai il ragazzo che stava assistendo alla scena. “Se non te ne vai subito giuro che ti prendo a calci in culo!”

Lui capì che non scherzavo ed afferrò i propri vestiti sparsi qua e là, per poi uscire.

“Non mi sono fatta Jason. Cioè, lui mi dava delle ripetizioni private a casa sua. Delle vere ripetizioni, se te lo stai chiedendo. Un giorno l'ho baciato e volevo andare oltre, ma lui mi ha fermata, perché sa che sono fidanzata con te. Credimi non abbiamo fatto niente, non so che altro dire...”

Quindi oltre che davanti a tutta la scuola, quella troia l'aveva baciato anche in privato.

“Non devi più giustificarti, è finita. ”

“Jake ti prego, io non-...” 

Un singhiozzo interruppe la sua frase. Appoggiò le mani sulle mie guance e mi guardò intensamente negli occhi, per poi baciarmi. Faceva male sapere che la persona alla quale avevo dato tutto me stesso e la mia prima volta, non si era fatta scrupoli a scopare con un altro. Il dolore provocato dalla consapevolezza che lei aveva giocato con me come si fa con una marionetta, mi trafiggeva il cuore.
Strinsi i suoi polsi e li abbassai lentamente, per poi guardarla dritta negli occhi.

“Sarah, è finita.”

Uscii da quella casa, come se la mia pelle bruciasse solo a respirare la sua stessa aria. Mi ricordai del primo bacio che ci eravamo dati nel portico, della prima volta che avevamo fatto l'amore in quella casa, il modo in cui lei aveva ridacchiato dopo essere venuta insieme a me ed aveva sussurrato "ti amo" ancora con il respiro spezzato. Ripensai al primo giorno che la vidi, a come mi innamorai dei suoi occhi appena incontrarono i miei.

È finita.

Quelle parole mi avrebbero tormentato per molto tempo, ma quella ragazza aveva spezzato il mio cuore e continuare a tentare di salvare una relazione così tossica era inutile.

Dopo essermi ripreso decisi di andare da Jason, il quale mi accolse senza maglietta e con i capelli un po' arruffati. Mi lanciò un'occhiata veloce, per poi guardarsi intorno.

“Ragazzino, che ci fai qui?” chiese, evidentemente irritato.

“Sei un bastardo, ma almeno ora so che non ti sei scopato Sarah.”

“Sì, ma ora stavo scopando con un mio amichetto e tu mi hai interrotto, quindi se non ti dispiace...” detto questo, mi sbatté la porta in faccia.

Una strana sensazione mi pervase il petto e delle lacrime iniziarono a scorrere lungo le mie guance. Ero confuso.
Corsi, corsi fino allo sfinimento ed arrivato a casa cercai Eric. Non c'era. Andai in cucina per prendere una birra, ma mi bloccai leggendo un post it sul frigorifero.

Jake, mamma e papà mi hanno chiesto di raggiungere Mercy (sorella maggiore di Jake ed Eric) a New York, per concludere un affare importante con un cliente. Lo so, mancano pochi giorni a Natale... SCUSA. Ci faremo perdonare. Ti ho lasciato dei soldi nel comodino della mia camera.
-Eric

Iniziai a piangere disperatamente, tanto nessuno poteva sentirmi. L'alcool anestetizzò il dolore emotivo per qualche ora, ma ciò non cambiava nulla. Il giorno dopo mi sarei svegliato con il mal di testa e la mia relazione con Sarah sarebbe rimasta distrutta.
Era finita.