Capitolo 2 "Quel bastardo..."
Era passata una settimana da quando Sarah aveva baciato quel ragazzo davanti a tutti. La evitai e non risposi alle sue chiamate: una pausa da lei non mi dispiaceva affatto.
Era sabato sera ed Eric mi aveva detto che quella sera a cena avremmo avuto un ospite, un suo vecchio amico. Io avevo semplicemente annuito ed avevo continuato a scrollare sulla bacheca di instagram: tanto non lo conoscevo, non faceva molta differenza avere un piatto in più al tavolo, per una sera.
Suonarono al campanello.
"Vado io!" esclamai.
Aprii la porta e sorrisi, ingnaro di ciò che il destino aveva in serbo per me.
"Benven-..."
Il cuore iniziò a battermi a mille: quel ragazzo l'avevo già visto. Lui non rispose ed entrò come se fosse stato a casa sua.
"Jason, da quanto tempo!" disse Eric, stringendo il ragazzo in un caloroso abbraccio.
Io me ne stavo ancora vicino alla porta, con aria confusa.
"Jake, questo è Jason. I nostri genitori erano in affari con la compagnia di suo padre. Lui è un vecchio amico."
Lo fissai e sorrisi a denti stretti.
Jason, eh?
Quel nome mi era fin troppo familiare.
La cena fu rumorosa e strana, perché mio fratello non faceva altro che fare battutacce e ridere; mentre il nostro ospite mi lanciava qualche occhiata di tanto in tanto, per poi tornare al suo piatto. Lo fissai e fissai, finché la mia stupida testa non ci arrivò. E quando capii, feci cadere la forchetta sul piatto, interrompendo un discorso di Eric.
"Non mi sento bene, vado in camera mia."
Detto questo mi alzai e salii le scale, sbattendo la porta della mia camera. Mi sedetti a terra, appoggiando la schiena al muro. Era lui non c'erano dubbi. Quel frocio aveva baciato la mia ragazza davanti a tutti, mettendomi in ridicolo e come se non bastasse, era amico di mio fratello.
Non potevo sopportare il fatto che fosse in casa mia, non lo sopportavo. Aprii l'armadio e presi il primo pullover che mi capitò tra le mani, misi il cappuccio della felpa ed uscii dalla stanza.
Arrivato all'ingresso, Eric mi si piazzò davanti.
"Jake dove vai a quest'ora?"
"Ehm.. è sabato sera e non ho voglia di stare a casa."
"Ma abbiamo un ospite."
"Non gradito." risposi, secco.
"Ehi, ma che ti prende? È tutta la sera che ti comporti in modo strano." sussurrò lui, per non farsi sentire.
"Quel bastardo ha baciato la mia ragazza! E non puoi pretendere che io me ne stia a tavola con lui come se niente fosse."
"Ma Jake..."
"Ma niente, Eric! Tu non-..."
La mia frase fu interrotta da Jason, il quale prese la propria giacca e si avvicinò a noi. Io mi sentii in imbarazzo, perché avevo urlato e lui mi aveva sicuramente sentito.
"Scusate, tolgo il disturbo." annunciò.
"Ti riaccompagno a casa?" domandò Eric, con dispiacere e fulminandomi con lo sguardo.
"No, non preoccuparti, ho la macchina."
Eric tornò in cucina, mentre io rimasi sulla soglia della porta.
Jason si avvicinò, sussurrandomi qualcosa all'orecchio: "Non azzardarti mai più a chiamarmi frocio, ragazzino. E se lo vuoi sapere la tua ragazza bacia davvero bene e non solo quello..."
Detto ciò, si allontanò ridendo ed entrò in macchina. Mise in moto ed abbassò il finestrino per mostrarmi il dito medio. Infine se ne andò.
Rimasi immobile per qualche minuto, per assimilare le sue parole ed elaborarle. "E non solo quello? E non solo quello?" Quel bastardo si era anche scopato la mia ragazza?! Forse l'aveva detto per provocarmi, ma una cosa era certa: Jason si era appena aggiudicato il primo posto nella mia lista nera e la guerra, era appena iniziata...
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