Capitolo 7 "Old sunsets"
Jake's Point of View:
Non chiusi occhio per tutta la notte. Mi alzai dal divano e andai in cucina. Preparai del caffè e mi piazzai davanti alla finestra aperta, iniziando a sorseggiarlo lentamente e guardando il sole che stava sorgendo. Mi leccai le labbra e sentii di nuovo il sapore delle labbra di Jason. Scossi la testa e appoggiai la tazza vuota nel lavandino. Incrociai le braccia e diedi un'ultima occhiata fuori dalla finestra, prima di andare a sedermi sul divano. Iniziai a pensare a come passare il weekend. Eric e Mercy erano partiti per lavoro e sarebbe stati fuori per una settimana intera.
Sospirai rumorosamente e tirai il capo completamente all'indietro, tanto da poter vedere la porta della cucina a pochi metri da me. Chiusi gli occhi.
-
Sobbalzai leggermente e aprii gli occhi di scatto. Il suono del campanello mi svegliò: mi ero addormentato seduto sul divano. Mi alzai e iniziai a massaggiarmi il collo, perché mi faceva tremendamente male. Aprii la porta.
"Uhm..."
"Ehi Jake."
Cassie era davanti a me: indossava una larga felpa grigia e dei leggins neri. Non era da lei quell'abbigliamento.
"Ehi Cass, che succede?"
"Oggi c'è il falò, sono venuta a prenderti."
Ero ancora un po' assonnato.
"Ma che ore sono?" chiesi.
Prese il telefono e guardò lo schermo per qualche istante, per poi rispondere.
"Le 17:30, perché?"
"Oh, ho dormito così tanto?"
Ridacchiò leggermente poi mi prese per un braccio.
"No, non ci vengo al falò." dissi.
"Non fare storie."
La scostai delicatamente.
"Scusa, ma non mi sento bene." mentii.
"Dai, non essere così..."
"Così come?"
Alzai un sopracciglio. Dalla sua bocca uscì solo un lungo sospiro.
"Okay, ci vediamo Cass."
Feci per chiudere la porta, ma lei la bloccò.
"Mi sentirei sola senza di te, okay?!" sbottò.
I suoi occhi si inumidirono e gli angoli della sua bocca erano all'ingiù.
"Cassie?"
Le accarezzai una guancia, poi l'abbracciai. La sua testa era appoggiata al mio petto e le sue lacrime avevano iniziato a bagnare la mia maglietta.
"Che succede? Qual'è il problema?"
"Daniel! Quello stupido di Daniel!" esclamò, alzando lo sguardo.
"Che ha combinato stavolta?"
"Sembra avere la testa in un altro mondo, non mi ascolta, non parla più con me, sembra che io sia invisibile per lui."
Rimasi a bocca aperta per un po'.
"Questo non è da lui. Cioè, sì, ha sempre la testa fra le nuvole, ma non fino a questo punto."
"Lo so e mi preoccupa."
L'abbracciai nuovamente e le accarezzai la schiena.
"Non preoccuparti, forse è un momento difficile. Proverò a parlargli."
"T-tu?"
Sembrava sorpresa.
"Sì, io. Sono il suo migliore... amico."
Mi sentii strano quando pronunciai quelle due parole, perché la realtà era ben diversa: sembravamo più conoscenti che amici.
Sorrise e mi diede un bacio sulla guancia.
"Grazie, andiamo?" chiese speranzosa.
Annuii incrociando le braccia e facendo un mezzo sorriso.
"Mi cambio e arrivo."
Salii e andai in camera. Mentre mi stavo mettendo la maglietta davanti allo specchio, ebbi mille ripensamenti.
"Ci vado solo per Cassie, solo per lei." ripetei più volte, prima di scendere.
Lei era ancora davanti alla porta e stava scrivendo un messaggio. Appena mi vide mise il telefono in tasca e sorrise.
"Sarà una bella serata, non pensi?"
Annuii poco convinto: a me sarebbe bastato sopravvivere.
-
Teo's Point of View:
Dopo aver passato la giornata a guardare film, io e Jason decidemmo di prepararci per andare al falò. Dopo essermi vestito andai in cucina per aspettarlo.
Quando sentii dei passi dalle scale e lo vidi entrare in cucina, mi alzai dalla sedia.
"Era ora! Sei peggio di una ragazza!"
"Ehi, non darmi della ragazza!" esclamò, avvicinandosi e passandosi una mano tra i capelli.
"Non darmi della ragazza." bofonchiai per poi scoppiare a ridere.
Mi fulminò con lo sguardo e incrociò le braccia.
"Stronzo."
"Anch'io ti amo tanto tesoro."
Lo abbracciai, ma lui rimase rigido come una roccia.
"Non pensarci nemmeno, un abbraccio non basta." disse, trattenendo le risate.
Cercava sempre di sembrare il duro della situazione, ma con me non funzionava mai.
Lo strinsi ancora più forte e a quel punto lui smise di tenere le braccia incrociate e appoggiò le mani al mio petto.
"Ehi, così n-non respiro..."
Lo lasciai e scoppiammo a ridere.
"Senti Teo, mi sono sempre chiesto..."
"Mmm?"
"Perché all'inizio mi sembravi una persona normale?"
Scoppiò a ridere nuovamente e io scossi la testa.
"Sì ah ah ah, anche tu sembravi 'normale' all'inizio."
Sorrisi e lo guardai.
"Mi piacciono le persone strane." se ne uscì.
"Ehi, no non funzionerebbe. Sono come tuo fratello non posso piacerti."
"Ma dai, che hai capito?!" chiese, sbuffando.
Sentii il telefono vibrare nella mia tasca. Era un messaggio da parte di Cassie.
Messaggio da "Cassie🌻":
Jake viene, dato che io so come parlare alle persone e comunque è l'ultima volta che rimedio ai vostri casini, perché lo sai bene che avreste dovuto invitarlo subito. Di' a Jason di stargli lontano per non causare problemi. A dopo Teo xx.
"Chi è?" chiese.
"Cassie."
"Che ti ha scritto?"
"Niente, tranquillo."
Coprii lo schermo del telefono con la mano.
"Ehi, che mi nascondi?"
Mi prese il telefono dalle mani e allungò un braccio verso di me per tenermi lontano. Cercai di avvicinarmi ma avevo paura di fargli male, quindi lasciai che leggesse.
"Oh..."
Quella fu l'unica cosa che uscì dalla sua blocca. Mi diede il telefono e andò verso la porta d'ingresso.
"Jason, tutto okay?"
Lo seguii e aprii la porta, uscendo. Salimmo in macchina e lui fece un lungo sospiro.
"Sì."
Forzò un sorriso e appoggiò la testa al finestrino.
Misi in moto e iniziai a guidare.
"Sei sicuro di star bene?" chiesi nuovamente.
"Ho detto-...!" iniziò con un tono di voce troppo alto.
Fece un lungo sospiro e finì la frase.
"Ho detto che sto bene." concluse.
"Dai, ci divertiremo." dissi per tranquillizzarlo.
"Mmh."
Scossi la testa e tornai a guardare la strada.
Comprammo vari alcolici e ci dirigemmo verso un lago abbastanza isolato, a venti minuti da Londra: ci eravamo dati appuntamento là. Quando arrivammo, parcheggiai e diedi un'ultima occhiata a Jason: sembrava davvero turbato.
Mi guardai intorno e vidi la macchina di Cassie parcheggiata a pochi metri dalla mia. Iniziai a cercarla con lo sguardo e la vidi seduta alla fine del molo, con Jake.
"Ehi ragazzi!" li chiamai.
Si voltarono contemporaneamente e si alzarono. Jason era andato ad appoggiare le buste nel posto in cui avremmo acceso il fuoco.
"Ehi Teo!"
Cassie venne ad abbracciarmi e si avvicinò al mio orecchio.
"Spero che tu abbia letto il messaggio e che abbia detto a Jason di stare lontano da Jake." sussurrò.
"Sì, lo sa ma..."
Non mi fece finire e si staccò, sorridendo.
"Bene, andiamo ad accendere il fuoco mentre aspettiamo gli altri."
"Okay." annuii.
Andò da Jason e iniziò ad aiutarlo. Guardai Jake che stava con lo sguardo basso e si stava tormentando le mani.
"Cucciolo, come va?"
Gli arruffai i capelli. Mi guardò, alzando un sopracciglio.
"Cucciolo? Teo, cosa?"
"Sei così minuto e tenero, sei un cucciolo."
Ridacchiai a lui alzò le spalle.
"O-okay." disse.
"Ma non hai risposto alla mia domanda."
"Che?"
"Come stai?"
Si girò verso Jason e Cassie che stavano sistemando la legna, poi tornò a guardarmi.
"È tutto okay, grazie."
Mise il cappuccio e andò a sedersi di nuovo in fondo al molo.
Misi le mani in tasca e guardai prima Jason e poi Jake. Dovevo rimettere le cose a posto. Non sopportavo quella situazione e dovevo fare qualcosa per cambiarla.
-
Jake's Point of View:
Iniziai a guardare l'acqua del lago: era abbastanza pulita ma sarebbe stata gelata in quel periodo dell'anno. Mi portai le ginocchia al petto e vi appoggiai il volto. Per qualche istante percepii un sensazione piacevole, una specie di pace interiore, finché il silenzio non fu interrotto dal rumore di una macchina. Mi girai, rimanendo seduto: vidi Tomas, Sarah e Helen. Si unirono al gruppo e iniziarono a ridere e a scherzare tutti insieme. Dopo qualche istante arrivarono Daniel e Blane. Parcheggiarono le loro moto accanto alle macchine. Appena li vidi sgranai gli occhi: che ci facevano insieme? Si erano sempre odiati. Mi girai nuovamente e notai che il sole stava tramontando.
Rimasi così per un paio di minuti, finché una mano non si appoggiò sulla mia spalla destra. Sobbalzai e mi alzai di scatto, perdendo l'equilibrio e rischiando di cadere in acqua. Delle forti braccia mi bloccarono per il petto e mi tirarono indietro.
"Cazzo!" esclamai.
Mi girai e vidi Daniel.
"Jake, vuoi uccidermi? Mi hai fatto prendere uno spavento assurdo..."
"No, tu vuoi uccidermi."
Mi toccai il petto, poi presi una sua mano e ce l'appoggiai.
"No, dico io, mi vuoi far morire d'infarto a diciassette anni?" chiesi, col respiro ancora affannato per lo spavento.
Ci guardammo per qualche istante, poi scoppiamo a ridere.
"Ero venuto per chiederti che ci facevi qua, tutto solo."
"Niente, guardavo il..." iniziai, girandomi. "...tramonto."
Ormai il sole non si vedeva più.
"Dai andiamo, giovane poeta amante dei tramonti."
"Mmm?"
"Niente, niente."
Sorrise e alzò gli occhi al cielo come stesse ricordando qualcosa.
"A che pensi?"
"Ricordi quando siamo andati a vedere l'alba tutti insieme, prima del ballo scolastico?"
Annuii.
"Pensavo...quello è stato un bel momento, uno di quelli che bisognerebbe vivere tutti i giorni. Tutto qui."
Tornai con la mente a quel giorno e sorrisi.
"Sì, hai ragione."
Arrivammo dagli altri. Il fuoco era già acceso e c'erano delle buste con diversi alcolici dentro.
L'attenzione di tutti si spostò su di me.
"Che avete da guardare?" chiesi, mettendomi le mani in tasca.
"Sei molto bello oggi, tutto qua." disse Helen, in tono ironico.
Scossi la testa e mi sedetti a terra, con le gambe incrociate.
"Grazie." risposi.
Lei ridacchiò e torno alla sua bottiglia di birra. Presi una bottiglia di vodka e ne versai un po' in un bicchiere di plastica. Bevvi tutto d'un fiato e ne presi un altro.
"Vacci piano." disse Blane, avvicinandosi a me.
Lo guardai con la coda dell'occhio e continuai a bere.
"Ehi, hai sentito ciò che ti ho detto?"
Feci un mezzo sorrisetto e lo guardai.
"Fanculo." mi limitai a rispondergli.
Prese il mio quarto bicchiere e butto la vodka che ci avevo versato, a terra.
"Ma che cazzo?!"
Mi alzai di scatto e attirai di nuovo l'attenzione di tutti, facendo calare il silenzio.
"Ragazzi, è tutto okay?" chiese Sarah, alzandosi e mettendo una mano sulla mia spalla destra.
Guardai Jason che fino a quel momento era stato in disparte, poi lei.
"Vado a fare una camminata."
Mi allontanai e iniziai a camminare. Era buio e il sentiero era illuminato solo dalla luce che emanava la luna. Camminavo a pochi passi dalla riva, cercando di far attenzione a dove mettevo i piedi. Mi voltai per qualche istante, continuando a camminare, e notai che non si vedeva più la luce del falò. Quando tornai a guardare davanti a me, caddi a terra, inciampando su un masso che stava in mezzo al sentiero. Aprii gli occhi e vidi il cielo che sembrava immenso. Sentivo solo il rumore del mio respiro e il battito del mio cuore. Tentai di muovere la gamba destra, ma sentii un dolore lancinante alla caviglia. Fui preso dal panico: ero solo, in un luogo isolato, di notte e non potevo muovermi.
Strinsi i denti e tentai di alzarmi lentamente, ma caddi di nuovo a terra, graffiandomi la guancia con un ramoscello.
Quando sentii qualcuno avvicinarsi da dietro, il mio cuore prese a battere all'impazzata. I passi erano sempre più veloci e decisi. Chiusi gli occhi e presi fiato, pronto ad urlare.
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