Capitolo 49 "Perfect?"
Jake's Point of View:
Mi stiracchiai e sbadigliai, alzandomi dal letto. Era la prima notte che dormivo nella nuova casa. Okay, diciamo che non avevo chiuso occhio a causa di Jason. Avevamo fatto l'amore fino allo sfinimento e ora, alle sette del mattino di mercoledì, sentivo il disperato bisogno di un caffè.
Indossai i primi boxer che trovai e scesi le scale, andando in cucina.
Mentre il caffè veniva preparato dalla macchinetta ed io aspettavo, sentii delle mani afferrarmi i fianchi.
"Buongiorno." sussurrò lui.
"Buongiorno." risposi, sbadigliando.
"Dormito bene?" continuò.
Ridacchiai, riempiendo due tazze di caffè e porgendogliene una.
"Dovresti chiedermi se ho dormito."
Lui rise e mi lasciò un veloce bacio a stampo, per poi andare a sedersi al tavolo che si trovava nel centro della cucina. Io feci lo stesso ed iniziai a sorseggiare la bevanda calda, guardandolo di tanto.
"Stavo pensando...potremmo organizzare un cena con i ragazzi qui a casa nostra. Una specie di inaugurazione..."
Appoggiai la tazza sul tavolo e sorrisi.
"Ottima idea. Quando pensi di farla?"
"Pensavo...domani. Venerdì c'è il ballo di fine anno e sai che probabilmente saremo ubriachi fradici. Inoltre, sabato, avremo un bel dopo sbronza."
"Domani?"
"Pensi sia troppo improvviso?"
Sorrisi e scossi la testa.
"È perfetto, tesoro. Senti, facciamo la spesa oggi o domani dopo scuola?"
Lui mi guardò con sguardo colpevole e si morse il labbro inferiore.
"In realtà ho già degli impegni per oggi e domani pomeriggio. Potresti pensarci tu? Magari ti fai aiutare da Daniel."
"Okay, nessun problema."
Sembravamo già una coppietta sposata e ciò mi rendeva felice. La nuova casa era solo un ulteriore conferma del nostro amore e una vincita su suo padre e tutti quelli che avevano sempre tentato di ostacolarci.
"Ora prepariamoci, tra venti minuti dobbiamo partire o faremo tardi a scuola." disse lui.
Sorrisi ed annuii. Era tutto così perfetto... Forse troppo.
-
Jake's Point of View:
Era giovedì sera. La cena era iniziata da una decina minuti. Teo aveva chiesto se poteva invitare anche Robert, un suo vecchio amico tornato da poco a Londra. Inoltre avevo invitato Alana, che a sua volta aveva portato suo cugino Jamie. Eravamo in molti, sì, ma non mi dava affatto fastidio. Ero felice di poter condividere una bella serata con dei buoni amici. Cassie, invece, non si fece viva.
Guardai un po' tutti e sorrisi. Daniel e Sarah avevano appena riso ad una battuta di Robert, che nonostante i capelli blu e i tatuaggi, era un tipo davvero okay e simpatico. Spostai lo sguardo su Jamie e notai che non faceva altro che lanciare occhiate fuggitive a Robert. Sorrisi e presi un boccone di cibo dal mio piatto: chissà cosa c'era tra i due.
"Jamie, hai già deciso che scuola frequenterai?" chiesi, attirando l'attenzione di tutti.
"La vecchia scuola di mia cugina Alana. Lei dice che è una buona scuola e con gente a posto."
"Allora ci vedremo spesso, dato che a me manca ancora un anno."
Jamie sorrise e bevve un sorso d'acqua. Notai che tutti lo stavano fissando: forse si sentiva in imbarazzo o a disagio.
"Ragazzi, la smettete di guardarlo in quel modo? Lo intimidite!" li ripresi.
Gli altri ricominciarono a chiacchierare tra di loro e Jamie mi sorrise, mimando un 'grazie' con la bocca.
Jamie's Point of View:
Dopo cena ci spostammo in sala, per bere un caffè e chiacchierare. Io me ne stavo in piedi vicino alla finestra, con la schiena al muro e una tazza di caffè in mano. Non avevo idea di cosa fare o dire, mi sentivo in imbarazzo in mezzo a tutta quella gente sconosciuta. E come se ciò non bastasse, c'era Robert. Fanculo, ma come c'ero finito in quella situazione assurda? Perché mi ero lasciato trascinare a quella cena da Alana?
Improvvisamente, due ragazze si avvicinarono a me, con dei sorrisetti strani stampati in faccia. La rossa si mise alla mia destra, la bionda alla mia sinistra.
"Ehi Jamie, che ci fai qui, tutto solo?" chiese la prima.
"N-Non so come comportarmi, in realtà. Non conosco nessuno."
"Non devi essere timido, sentiti libero. Io sono Helen, lei è Sarah." intervenne la bionda.
Sorrisi e guardai il pancione di Sarah.
"Vuoi toccarlo?" chiese quest'ultima.
Arrossii ed abbassai lo sguardo. Lei afferrò una mia mano e l'appoggiò sul pancione. Dopo un po' d'esitazione l'accarezzai, per poi sorridere.
"Maschio o femmina?" chiesi.
"Non lo so, voglio scoprirlo quando nascerà."
Dopo qualche istante di silenzio, Helen parlò.
"Quanti anni hai?"
"Diciassette, compiuti da poco."
"Sembri davvero tenero per avere diciassette anni." ridacchiò, pizzicandomi gioiosamente una guancia.
Abbassai lo sguardo e strinsi i pugni. No, era sbagliato. Non ero affatto tenero. Il mio aspetto ingannava, Robert aveva ragione: ero solo un angelo con un segreto oscuro.
"Scusate, non mi sento bene, vado a prendere un po' d'aria..."
Loro mi guardarono confuse ed io mi allontanai, ignorando lo sguardo delle due ragazze. Salii al piano di sopra ed entrai in bagno. Mi guardai allo specchio e scossi la testa. Scappare non mi sarebbe servito a niente, Robert aveva ragione.
Improvvisamente, sentii la porta aprirsi e chiudersi subito dopo. Incrociai lo sguardo di Robert nello specchio e sospirai, appoggiando le mani ai lati del lavandino.
"Cosa vuoi?" chiesi, infastidito dalla sua presenza.
Lui si avvicinò e si accostò alle mie spalle. Abbassai lo sguardo e sbuffai, per poi voltarmi e guardarlo.
"Cosa v-..."
Robert catturò le mie labbra in un bacio poco casto, interrompendo la mia frase. Io mugolai, sorpreso da quell'assalto, cercando di spingerlo. Robert bloccò i miei polsi dietro la schiena e si staccò dalle mie labbra, sorridendo malizioso.
"Che c'è Jamie? Non è ciò che ti piace? Se la memoria non mi inganna, ti piace essere in trappola."
Mi dimenai, senza ottenere niente e lo fulminai con lo sguardo.
"Lasciami andare, stronzo! Perché parli come se mi conoscessi?!"
"Oh, credimi, ti conosco molto, troppo bene..." mormorò con voce roca, avvicinandosi al mio volto.
Lasciò un bacio sul mio collo e mi liberò.
"Mi eri sempre piaciuto, Jamie. Quel bastardo non ti meritava, ma tu hai preferito lui, non è così? E anche quando ti ha sputtanato davanti a tutta la scuola, hai continuato ad andargli dietro. Non te n'è fregato niente di me, hai semplicemente ignorato i miei sentimenti. Anche quando tutti ti ridevano alle spalle e ti trattavano come una puttana, io c'ero. Ma non hai mai pensato di darmi una possibilità, mai. Ed io ci ho sofferto, Jamie. Questi tatuaggi ed i capelli tinti non fanno di me un duro. Sono umano e tu mi hai trattato di merda, ammettilo."
Sentii gli occhi inumidirmi, ma feci di tutto per non cedere. Non davanti a lui.
"Ho cercato di perdonarti, ma non riesco proprio a dimenticare." concluse, facendo spallucce.
Sul suo volto, poi, comparve un sorrisetto, che mi fece rabbrividire. Si fece da parte ed io lo guardai per un po', prima di camminare verso la porta.
Improvvisamente, la sua voce riempì il silenzio della stanza.
"Ti ordino di fermarti e di inginocchiarti a terra, Jamie."
Sentii un brivido di piacere percorrermi la schiena ed in pochi istanti il perverso meccanismo del mio cervello riprese a funzionare. Mi bloccai e mi inginocchiai a terra.
Spazio me:
Per chi non ha letto la nota nei capitoli precedenti:
Leggendo i commenti ho notato che molti sono confusi. Allora, Robert e Jamie sono nuovi personaggi, di cui tratterò meglio anche nel terzo libro. Robert è un amico di Teo, arrivato nel capitolo 46 ("Addio?"). Jamie, il cugino di Alana (personaggio del primo libro, era una cameriera del Regency, ma poi ha deciso di partire), ha avuto problemi (li approfondirò nei prossimi capitoli) nella vecchia scuola e ha deciso di trasferirsi a Londra. Jamie e Robert andavano nella stessa scuola in America, ecco perché si conoscono.
Spero di aver risposto alle vostre domande.
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