🌲Capitolo 9🌲
Quello che volevo era farmi un amico. Consideravo quel lupo come l'unico amico sano che potessi mai avere, non ritenendo tali anche gli altri come i Cullen e Bella.
Jacob in cambio sembrava diverso da loro e mi portava gioia, però sentivo ancora quella sensazione di vuoto e incompleto che provai sin dal giorno in cui arrivai in quel posto anormale.
Il lupo finì di mangiare mentre io mi riavvolgevo in pensieri profondi e cupi e si mise ad ululare verso il cielo.
La sua eleganza era allucinante ed il pelo era così morbido che avrei voluto scaraventarmi su di lui e accoccolarmici contro.
Mi sedetti mantenendo ancora la distanza da lui. Il pavimento fresco contrastava con la temperatura di quella notte e mi sentivo rilassata, guardando allungo l'animale che si era impossessato del mio giardino.
"Ti piace introdurti nelle proprietà degli altri come se ti appartenessero?", gli parlai come se potesse davvero capirmi. Sentendo la mia voce incrociò quegli occhi d'oro con i miei e muoveva le orecchie tentando di capirmi.
Mi sembrò già tanto come sforzo da parte di una creatura selvaggia.
"Sei un bel lupo, vorrei potessi parlare però. Mi terresti compagnia nei momenti di solitudine", continuai guardandolo con dolcezza.
Lui fece piccoli versi dolci che coprivano il suo aspetto pericoloso, inclinai la testa appoggiandola alla mano per accomodarmi meglio e lui quasi copiandomi inclinò il capo a sua volta.
Soffiai una risata sfuggente e sorrisi.
"Sei un lupo molto intelligente sai?", lui adagiato sull'erba mi ascoltava curioso. "Forse diventeremo buoni amici un giorno, e con un'pò di fortuna ti farai accarezzare", dissi alzandomi per rientrare.
Lui si alzò su quattro zampe e quando io rientrai in casa, notai che era sparito. La speranza di rivederlo ogni sera stava occupando maggior parte dei miei pensieri e non mi dispiaceva.
Il giorno dopo mi alzai tranquillamente sapendo che non avrei dovuto fare troppi sforzi, come Carlisle ebbe detto.
Mi sentivo troppo pigra per cambiarmi e volli rimanere in pigiama poi sentì il campanello suonare e aprendo la porta mi ritrovai Bella davanti.
"Hey, tutto bene?", chiesi ancora assonnata.
"Sì, volevo vedere come stavi", disse lei sorridendo con malinconia.
"Sto bene, grazie a Carlisle. Ma non dovresti essere a scuola ora?", chiesi poi voltandomi per guardare l'orologio sulla parete.
"In realtà ho finito le lezioni. Credo che tu abbia dormito parecchio", aggiunse lei ridendo.
"Sì, ero stanca e sinceramente mi serviva una bella dormita", dissi toccandomi la faccia per fare sparire l'espressione stanca.
"Io ed Edward volevamo andare al cinema ed ho pensato di invitarti. Magari farti uscire ti farà bene", ripensai alla raccomandazione di Carlisle e poi all'offerta di Bella.
"Se rifiuto cosa succede?", dissi alzando un sopracciglio. "Ti prenderò a forza", rispose lei sorridente.
"Vabene", sbuffai, "vuoi andarci ora?", continuai.
"Ma certo, forza vai a vestirti", impose lei rispingendomi in casa e chiudendo la porta al posto mio.
Sbattei le ciglia leggermente scioccata e poi risalì al piano superiore per vestirmi. Non avevo nemmeno voglia di camminare, tanto meno vestirmi e uscire. (La pigrizia è un grosso problema credetemi).
Mi vestì e uscì di casa sbadigliando.
"Finalmente, ci hai messo un'eternità!", esclamò la mora dai capelli lunghi. Vidi Edward adagiarsi a lei e con mia sorpresa, anche Jacob.
"Non avevi detto che eravate solo tu ed Edward?", dissi.
"Se non mi vuoi me ne vado", rispose Jake indicando la moto dietro di lui.
Edward assunse un ghigno fastidioso, odiava Jacob così tanto?
"No no, non era quello che intendevo...", cercai di rimediare alle cavolate che mi uscivamo di bocca inconsciamente.
"È solo che non ti ho sentito arrivare con la moto, vieni anche tu al cinema?", chiesi più attentamente stavolta.
"Ero venuto per tenerti compagnia ma visto che andate a divertirvi vengo anche io", sorrise maliziosamente ed io feci una faccia schifata.
"Qualcuno dovrà pur proteggerti no?", stava facendo il grandioso e avrei voluto schiaffeggiarlo ma mi limitai a roteare gli occhi.
"A te la scelta, vieni con noi in macchina o con la moto?", chiese Bella.
Avrei voluto evitare le macchine per un'pò, soprattutto se guidate da un Cullen, perciò scelsi Jacob rendendolo fiero di sé. Più di quanto già fosse ovviamente.
"Se ha preferito me c'è un motivo", disse lui orgoglioso riferendosi ad Edward. Lui fece una smorfia e si voltò andando verso l'auto con Bella.
In poco tempo arrivammo tutti davanti al cinema e dopo aver parcheggiato arrivammo a dover scegliere il film da vedere.
"Uh, c'è l'imbarazzo della scelta", dissi guardando le varie copertine colorate sulla parete.
"Io sono indecisa, voi cosa vorreste vedere?", aggiunse Bella strofinandosi il mento. "Qualcosa che non contenga sbaciucchiamenti perfavore", sbuffò Jacob assumendo l'aria del solito maschio deficiente.
"Non ti consideravo così insopportabile", dissi senza guardarlo, cercando ancora di scegliere un film.
"Potremmo votare ed il film con più voti sarà quello che vedremo", disse Edward intelligentemente.
Io guardai Jake e dissi "Ecco chi è intelligente e neutro...", lo feci apposta per infastidirlo così avrebbe smesso di fare l'idiota.
"Chi vota per l'horror?", dissi vedendo che Bella e Jake alzarono entrambi la mano. "Allora per il film d'azione?", stavolta fummo io ed Edward a votare.
"Per il film romantico invece?", nessuno di noi votò, non che non mi piacesse perché di solito li adoro i film romantici. Ma in quel momento avrei voluto guardare qualcos'altro.
"Ne manca uno. Chi vota per il film storico?", fummo in tre a votare, io, Bella ed Edward. Mentre Jake rimase lì con le mani nelle tasche impassibile.
Sbuffò, "Vada per il film storico allora", fu deciso.
Prendemmo i biglietti ed entrando nella sala ci sedemmo.
Io e Bella ci trovavamo fra i ragazzi, Jacob accanto a me ed Edward accanto a Bella. Di per sé non era affatto un cattivo film, parlava di guerre fra gladiatori nell'antica Roma.
Il bello? Trattava azione, romanticismo e cultura storica in un unico film. Di Horror non c'è n'era molto ma credo che tutti e 4 fummo soddisfatti ugualmente.
Durante una delle scene tra il gladiatore e la donna amata, notai Edward appoggiare il braccio attorno alle spalle di Bella facendola avvicinare e poggiare la testa su di lui.
Fu estremamente carino vedere una cosa così nella vita reale. E sicuramente fa un effetto diverso dal vederlo in televisione, guardai Jacob assorbito dal film e notai che entrambi appoggiavamo le mani ai braccioli dei sedili.
C'era una distanza minuscola fra le nostre mani, e se mi concentravo riuscivo a sentire il nostro calore attingersi.
Non volevo fare la guastafeste così tolsi la mano appoggiandola sul mio ginocchio come se nulla fosse.
Ma suppongo che lui se ne sia accorto perché mi guardò l'istante dopo.
Finsi di non notarlo e proseguì con il film. Finché non dovetti alzarmi e andare in bagno. "Dove vai?", chiese il ragazzo dagli occhi scuri con curiosità. "Ti interessa tanto?", dissi facendogli capire tutto con uno sguardo. "Scusa, vuoi che ti accompagni ?", propose ancora.
"Ce la faccio da sola, grazie", me ne andai uscendo dalla sala con tranquillità.
Una volta fatto, decisi di rimanere seduta sulle scale accanto al bagno e presi il cellulare controllando i messaggi. Trovai una chiamata persa di mia madre, mi si illuminarono gli occhi sapendo che era lei e la richiamai subito attendendo che rispondesse.
"Pronto?", sentì la sua voce tramite il cellulare e il cuore saltò un battito dalla gioia.
"Mamma sono io", dissi commuovendomi da sola.
"Oh cara, come stai?", ancora ammaliata dalla sua voce mi venne da piangere e non potei fermarlo.
"Perché piangi tesoro? È successo qualcosa?", si stava preoccupando e raccogliendo le forze la rassicurai con voce tremolante.
"N-no mamma, è solo che...mi manchi tanto", le dissi rendendomi fragile.
"Oh tesoro anche tu e tua sorella ci mancate. Mi dispiace che hai dovuto sopportare così tanto trasferendoti in un nuovo paese, una nuova scuola e soprattutto da sola", la sentivo esprimere il suo dispiacere e mi rendeva felice sapere che a differenza di molti altri genitori occupati, lei e papà tenessero davvero a noi.
"So quanto lavorate tu e papà per renderci felici ma a volte ci mancate tanto", le dissi ancora con voce tremolante.
"Lo so Sage, ma anche noi sentiamo la vostra mancanza e con un'pò di fortuna riusciremo a rivedervi tra poco", la sua notizia mi stava sconvolgendo.
"D-davvero?", dissi entusiasta.
"Sì, dovrete aspettare un altro mesetto e se lavoriamo duramente ci procureremo qualche giorno libero per Natale. Così lo festeggeremo insieme come una famiglia"
"Non vedo l'ora mamma, lo hai già detto a Steph?", chiesi asciugandomi le lacrime con felicità.
"Non ancora, aspetterò stasera quando avrà un'pò di tempo libero dal college e glielo dirò", ero così felice che avrei baciato il telefono come se fosse stata la mamma.
"Ora devo andare tesoro...", disse lei intenta a terminare la chiamata.
"Saluta papà e ogni tanto chiamami, quando puoi", aggiunsi sperando che lei non avesse riattaccato.
"Ma certo, ti voglio bene Sage", aggiunse. "Anche io ti voglio bene mamma", dissi a mia volta chiudendo poi la chiamata ed il cellulare per rimanere a pensare.
Jacob apparse da dietro il muro e mi si parò davanti. "Stavi origliando?", lo approcciai asciugandomi le lacrime.
"Scusa ma non ho potuto fare a meno di sentire", disse lui tristemente.
"Posso?", chiese di sedersi accanto a me e con un gesto glielo permisi.
"Stai bene?", mi guardò nel modo più carino che sia mai esistito.
"Sì, ora sì", risposi sorridendogli.
"A volte può sembrare difficile senza i genitori...", sembrava stesse parlando seriamente e lo guardai sorpresa.
"Ma spesso è meglio senza", forse non intendeva fare il simpatico ma mi fece ridere lo stesso. Perché ho immaginato ragazzini che si lamentano della costante presenza dei loro genitori nella loro vita e la paragonai a quelli come me che invece si lamentano per la loro scarsa presenza.
"Intendo davvero...", continuò lui cominciando a ridere.
"Poi se si intromettono troppo diventano seccanti e non puoi più divertirti!", risi di cuore e stavolta asciugai lacrime di gioia invece che di tristezza.
"Grazie per avermi fatta ridere", dissi poi calmandomi.
"È a questo che servono gli amici", disse poi lui guardandomi e prendendomi la mano nella sua.
Aspirai forse troppa aria nei polmoni perché mi sembrò di non respirare per qualche secondo, finché mi ripresi piano e avvolsi le dita alle sue.
Mi sorrise gentilmente, "vuoi tornare a vedere il film sui gladiatori?", propose ricordandomi di Bella ed Edward ancora nella sala.
"Andiamo", dissi poi alzandomi assieme a lui e ritornando ai nostri posti sotto gli occhi ammaliati dei nostri due amici, che osservavano le nostre mani intrecciate come alieni.
Ero più serena e la mano di Jake non mi lasciò per tutta la durata del film, il che mi emozionò molto.
La differenza di grandezza fra le nostre mani era chiara come il sole, ma era così carino da parte sua supportarmi come meglio sapeva.
Era certo che stessi provando molto di più che solo amicizia per quel ragazzo.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro