Capitolo 6
MATTIA'S POV:
Pensai tutta la notte all'offerta di Noel e alle parole di Jonas.
Non riuscivo a capire se fossero parole di rabbia repressa o semplice verità detta ad uno stupido che voleva entrare a far parte della sua confraternita.
L'appuntamento al capannone degli SSKing era alle dieci ed io mi ero svegliato troppo presto quel giorno, così scesi dal letto con gli occhi semiaperti e mi buttai sotto il getto freddo della doccia. Questo mi aiutava ogni mattina a partire.
Pensavo anche a Marion e alle bugie che magari solo ingenuamente mi aveva inculcato e sentivo solo una gran voglia di saperne di più. A mente lucida capii di non averle nemmeno dato la possibilità di essere sincera, a prescindere da quella che era la nostra discussione.
Mi sarebbe piaciuto potermi fidare di lei perché mi faceva stare davvero bene. Sentivo, quando ero insieme a lei, che non importavano i bulli a scuola, mia madre che per vivere batteva in autostrada o mi padre che era uscito a comprare le sigarette dieci anni fa, c'eravamo solo io, i miei stupidi sogni e lei.
Improvvisamente sentii una tremenda voglia di parlare con lei, di raccontarle di Noel e della sua proposta, ma non feci in tempo a vestirmi che ero già in ritardo. Sapevo bene a cosa andavo in contro ed era per questo che tenevo un coltellino nella tasca posteriore dei jeans, ma ero sicuro della mia scelta perché confidavo in quello che Noel mi aveva detto per convincermi. Jonas avrebbe davvero tentato di fermarmi? Lo speravo, ci speravo sul serio.
MARION'S POV:
<<Buongiorno papà.>> dissi sedendomi sul bancone della cucina.
<<Ciao tesoro. Ti sei divertita ieri sera?>>
<<Diciamo.>> risposi con una smorfia. <<Ho visto Jonas. Suonava lì.>>
<<Ah davvero? E lui ti ha vista?>>
<<No, credo di no.>>
<<Mi sembra strano che tu non sia andata da lui. Insomma, avevi tutte quelle idee sul riunire la famiglia..>>
<<Ho avuto altre cose da fare e comunque non era il posto adatto per parlare con lui. Credo che andrò al campus oggi.>>
<<Quindi non hai abbandonato l'idea di parlare con lui.>>
<<Assolutamente no.>>
Papà fece una smorfia ma non obiettò, per lui era una guerra persa in partenza.
MATTIA'S POV:
Quel capannone era un bel posto dove riunire una confraternita, questo lo dovevo ammettere, ma non capivo perché era situato in mezzo al bosco. Poco lontano dal campus, ma ben nascosto.
<<Sei venuto!>> udii alle mie spalle.
Era Noel con due dei suoi uomini che vi avvicinavano a me.
<<Certo.>> risposi io, contento di non essere in ritardo.
<<Sei in ritardo.>> disse poi lui.
<<Ma sei arrivato adesso.>>
<<Non importa, tu devi essere qui ad orario.>> borbottò superandomi e facendomi segno di entrare. <<Benvenuto nella nostra umile dimora. Mentre Jonas e la sua stupida banda di conigli si incontrano nei parchi, io ho creato tutto questo.>> allargò le braccia a mo di maestosità.
In effetti era proprio un bel posto. C'erano quadri appesi ai muri, divani in eco pelle neri e anche un tavolo da biliardo.
<<Ci sarebbe altro da vedere, ma non sei ancora un membro ufficiale.>> sbuffò. <<Allora!>> intonò facendomi sobbalzare. <<A che conclusione sei arrivato?>>
Mi avvicinai alla poltrona dove lui era seduto e mi accomodai su uno dei divani.
<<Voglio farlo, ma prima vorrei sapere che cosa hai in mente per me.>>
<<Tutto riporta al sacrificio eh?>> rise. <<Una cosa semplice.>> scrollò le spalle.
<<Del tipo?>> chiesi un po' spazientito.
<<Voglio che uccidi un cinghiale.>> disse con aria soddisfatta.
<<Un..cinghiale? Scusa, dove lo trovo un cinghiale?>>
<<Tranquillo, so già dove mandarti.>> si alzò e iniziò a camminare per la stanza. <<Vedi Mattia, una volta entrato qui dentro, come immagino che già saprai, non puoi sperare di tirarti indietro. I miei uomini hanno fatto cose ben peggiori di questa per entrare nella mia confraternita e di conseguenza io ho dato loro fiducia e lealtà. Ho bisogno di sapere che posso fidarmi di te.>>
<<E il discorso di Jonas? Mentivi?>>
<<No. Sono sicuro che quello stupido proverà a portarti via quando scoprirà che sei entrato nel mio gruppo, però mentivo su una cosa. Non voglio solo un sacrificio, voglio costringerlo ad arrendersi e a sottomettersi a me.>>
<<Non ha motivo di arrendersi per me. Non mi conosce nemmeno!>>
<<Lo so, lo so ma la sua dolce sorellina si è presa una bella cotta per te e sono sicuro che lei influenzi non poco suo fratello, soprattutto dopo quello che le ha fatto passare.>>
<<Di cosa stai parlando? Lei parla benissimo di suo fratello.>>
Noel scoppiò in una fragorosa risata, poi mi osservò bene.
<<Non te lo ha raccontato?>>
<<Non siamo qui per questo.>> cercai di cambiare discorso.
<<Oh no, ma tu devi sapere. Sei il mio nuovo pupillo adesso e devo iniziare a raccontarti un po' di cose.>> si sedette di nuovo e io restai sempre lì, come una statua. <<La piccola Marion aveva solo undici anni quando è successo. Lei non si aspettava una cosa del genere e invece...>>
<<Parla! Non tergiversare.>>
<<Un tempo un tipo di nome Scott faceva parte degli UltraKappa. Le cose fra loro e noi andavano più o meno bene quindi passavamo del tempo insieme e cercavamo di sfruttare al meglio il nostro potere. I ragazzi a scuola iniziavano a fare pazzie per noi e le ragazze non desideravano altro, ma ce n'era una che faceva girare la testa a tutti. Inutile dire che era proprio la ragazza di Scott, il ragazzo in questione. Jonas provava a stare lontano da lei, ma era una tentazione troppo grande per un giovane ragazzo nel pieno della pubertà e così finirono a letto insieme. Non l'avrebbe scoperto nessuno se solo lei non fosse rimasta incinta.>>
<<Non vedo cosa abbia a che fare con Marion questa storia..>>
<<Scott era arrabbiatissimo. Voleva uccidere Jonas e fargli provare tutto il dolore che stava provando lui in quel momento per quella poco di buono che l'aveva tradito col suo capo e quindi andò a casa sua. Lì trovò solo la piccola Marion che, conoscendolo già da un po', gli aprì la porta e lo fece accomodare in casa con gentilezza. Lui aspettò dentro casa per ore, poi si spazientì e decise di rendergli il favore violentando la sua piccola sorellina.>>
Restai imbambolato a quelle parole. Marion non mi aveva raccontato questa brutta faccenda perché le faceva male e io ero solo riuscito a darle della bugiarda.
<<Non è finita qui.>> disse ancora Noel. <<Dopo la portò in strada, prese la tanica di benzina che aveva preso per Jonas e là versò in casa, bruciando tutto e lasciando Marion lì da sola a piangere.>>
<<Che figlio di puttana! Dopo Jonas lo ha ucciso, giusto?>>
<<Avrebbe dovuto. Avrebbe dovuto.>>
<<È a piede libero?>>
<<Assolutamente si. Non si sa in quale stato ma si. Sinceramente nemmeno io avrei mai fatto una cosa così scandalosa.>>
Iniziò a farmi male la testa. Volevo uccidere quel figlio di puttana e non capivo perché Jonas invece non l'aveva fatto.
<<Adesso devo andare.>> dissi poi alzandomi.
<<Stasera.>> urlò Noel. <<A mezzanotte.>>
<<Ci sarò.>> dissi correndo via.
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