Capitolo 4
Non ero abituata alle feste dei collegiali, ne a nessun altro tipo di festa in effetti. L'atmosfera era la solita, ma ero stata invitata da l'unica amica che avevo in città, quindi non ero nella posizione per fare commenti sgradevoli sulla puzza di ascelle sudate che aleggiava nell'aria. Darcy e io ci conoscevamo da piccole, lei era sempre stata la più amata a scuola, la più desiderata fra tutte noi e veniva scelta per prima ogni volta che in palestra formavamo le squadre per giocare a pallacanestro. Io ero esattamente l'opposto eppure c'eravamo sempre capite. Lei sembrava una vera principessa con i suoi boccoli biondi e il sorriso bianchissimo, io ero più Pocahontas. Mi piaceva passare del tempo con lei perché me stessa le bastava, a differenza di tutti gli altri che mi volevano sempre più magra, più bella, più divertente..
<<E quindi che hai fatto questi due anni tra le montagne?>> chiese lei, urlando un po' per sovrastare la musica.
<<Non ho pascolato le pecore, se è questo che vuoi sapere.>> risi <<Sono stata tranquilla, ho pensato tanto ma qui vivere è decisamente più divertente.>>
<<Tuo padre come sta?>>
<<Lui sembra tranquillo, ma devo sistemare le cose con mio fratello Jonas.>>
<<Lui sa che sei tornata?>>
<<Probabilmente no.>>
<<Allora va da lui, no?! Guarda un po' lì.>> mi indicò il palcoscenico improvvisato in quella sala cupa che a stento riusciva a contenere qualche ragazzino ubriaco e un tavolo pieno di roba colorata da bere.
<<Ma quello è..>> restai quasi a bocca aperta vedendolo così da vicino. <<Jonas..>> sorrisi.
<<Canterà fra qualche minuto.>> mi spiegò sorridendomi <<Perché non vai a parlare con lui?>>
<<Dici che devo?>> il cuore iniziò a battermi all'impazzata. Vederlo su Facebook non era esattamente la stessa cosa e l'agitazione prese il sopravvento subito.
<<Vai.>> mi disse dolcemente, spingendomi leggermente in avanti per incitarmi.
La guardai mentre un tizio stava quasi cadendo su di me e le sorrisi, anche divertita.
Mi girai piano, come se il tempo rallentasse insieme a me e lo guardai da lontano.
Non avevo motivo di essere così agitata forse, ma lo ero e questo mi stava divorando.
Aveva fatto allungare i capelli e quel giubbotto di pelle gli stava davvero benissimo. Adesso capivo il ragionamento di Mattia, aveva davvero un'aria da cattivo ragazzo.
<<Marion! Che ci fai qui?>> sentii una mano afferrare il mio polso fra la folla.
Quando mi girai verso quello che sembrava una specie di urlo confuso, mi ritrovai proprio Mattia e il suo bellissimo sorriso davanti.
<<Ci incontriamo spesso!>> gli dissi sorridendo.
<<Se devo essere sincero non mi immaginavo di vederti in un posto come questo.>> mi urlò all'orecchio, corrucciando le sopracciglia per via della band di mio fratello che aveva iniziato a suonare. <<Usciamo fuori?>> urlò ancora e io annuii, lì non avremmo potuto parlare.
Una volta fuori le mie orecchie mi ringraziarono.
<<Allora, sei venuta con Jonas?>> mi chiese lui sedendosi su un muretto, seguito da me.
<<No. A dire il vero sono qui con un'amica.>>
Senza nemmeno riuscire a controllare l'agitazione, iniziai a pensare al fatto che se lui era lì probabilmente voleva parlare con Jonas e di conseguenza stava per scoprire che avevo mentito.
<<Senti..>> dissi, ma mi bloccò.
<<Jonas non ha voluto parlare con me.>>
<<Perché?>> corrucciai le sopracciglia.
<<Ha detto che sono troppo "bravo" per entrare a far parte degli UltraKappa e mi ha liquidato all'istante.>> fece una smorfia di disgusto <<Ma che significa?>>
<<Beh, forse è meglio così.>>
<<Meglio così? No Marion!>> disse scuotendo la testa più e più volte. <<Io ho bisogno di entrare in quel gruppo.>>
<<Mattia, tu non hai bisogno proprio di niente.>> esclamai un po' bruscamente.<< Ma davvero essere popolare a scuola ti importa così tanto? Cosa ci guadagni?>>
<<Devo ripetertelo? Ci guadagno lo stesso rispetto che dimostrano a tuo fratello e si, è di questo che ho bisogno.>>
<<È commovente!>> sentimmo poi. <<Jonas Martin, idolatrato da un moccioso appena arrivato al campus.>>
Era Noel Roman, l'altro capobanda della Lincoln. Era cambiato, ma ricordavo la sua voce.
Lo guardai bene per qualche istante, non mi piacque nemmeno per uno di questi. Il suo sguardo era cupo, proprio come la sensazione che provavo io nel vedere i suoi lividi sulle mani. Non mi piaceva.
<<Noel Roman!>> esclamò Mattia, senza enfasi. <<Questo è territorio di Jonas, che ci fai qui?>>
Noel scoppiò a ridere, trattenendo il sorriso sulle sue labbra.
<<Territorio di Jonas? Pensi di trovarti in uno stupido film di mafia? Qui ci sono persone che ogni giorno combattono per qualcosa. Vuoi il rispetto che portano al tuo amato Jonas? Allora trovati qualcosa per cui combattere! E se non ti andrà bene nemmeno in quel caso...>> rise ancora <<Gli SSKing saranno felici di prendersi cura di te.>>
<<Tu vorresti prendermi con te? Negli SSKing?>> gli chiese lui, allibito quanto me.
<<Perché no?>> si avvicinò a noi e io iniziai ad agitarmi. <<Che hai principessa?>> mi accarezzò il viso <<Sembri spaventata.>>
<<Toglimi le mani di dosso.>> sussurrai senza guardarlo in faccia.
<<Non dovresti essere qui se non vuoi che io, o qualcun altro, ti metta le mani addosso. Sai, il rispetto di cui parla tanto il tuo amico è proprio questo. Chi viene in questi posti sa che deve darci qualsiasi cosa noi vogliamo.>>
Lo guardai stavolta, truce. Non mi sarei mai fatta toccare e soprattutto non gli avrei mai permesso di parlarmi in questo modo.
<<Hey, adesso smettila Noel!>> prese posizione Mattia.
Noel girò lentamente il capo verso di lui. <<Come scusa?>>
<<Allontanati da lei!>> non si fece intimidire.
<<Dammi una buona motivazione per cui dovrei allontanarmi da questa perla.>>
<<Perché è roba mia e non me ne starò qui zitto mentre tu le parli in questo modo.>>
Lo guardammo entrambi col sorriso sulle labbra. Io per le parole che aveva usato nei miei confronti, lui per la soddisfazione credo.
<<Hai visto?>> disse allontanandosi da me. <<Ti ho dato un motivo per combattere!>>
<<Stai dicendo che lo hai fatto apposta?>> urlai io.
<<Si piccola Marion. Odio tuo fratello, ma non toccherei mai la sua dolce sorellina.>> assunse un'espressione ebete in viso <<Anche se praticamente non vi parlate da quando quel coglione di Scott non ha saputo accettare le corna.>> scrollò le spalle e poi diede un colpetto leggero sul petto di Mattia. <<Come hai detto di chiamarti?>> gli chiese.
Lui, che stava guardando me, non si girò verso Noel ma gli rispose.
<<Mattia Graham.>> corrucciò le sopracciglia, mentre Roman andava via ridacchiando.
Spazio autrice:
Ciaooooooo❤️❤️ Scusate per l'attesa ma sono stata davvero AVVOLTA da mille cose e non ho avuto tempo per scrivere. Comunque da oggi riprendono gli appuntamenti con Abeav, tutti i giorni alle 18:00.
Grazie mille, sempre.
Vi ricordo che se volete rimanere aggiornate su questa e altre storie c'è sia la pagina ufficiale di Amore, bugie e altre verità su Facebook.
Sia il mio profilo Instagram: Serena.str
Un bacio grande grande a tutti. ❤️
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro