Capitolo 10
MARION'S POV:
Quel bacio fu tremendamente bello quanto inaspettato.
Fu difficile abbandonare le sue labbra che tanto avevo sognato, ma ad un certo punto dovetti farlo.
<<Beh, ecco, insomma..>> balbettò dopo, diventando rosso in viso.
Io sorrisi, guardandolo mentre provava a far finta che quello che era successo non stava imbarazzando nessuno dei due.
<<Questo sarebbe successo prima o poi.>> provai a dirlo senza ridere, ma non ci riuscii.
<<Già.>> rise anche lui. <<Adesso torno al dormitorio, si è fatto tardi.>>
<<D'accordo. Ci vediamo domani?>>
<<Si. Sicuramente si.>> mi sorrise dolcemente e mi stampò un dolce bacio, poi andò via senza aggiungere altro.
Sentivo il cuore scoppiarmi nel petto.
MATTIA'S POV:
Mi svegliai col sorriso sulle labbra quella mattina di Ottobre.
Adoravo il modo in cui si erano messe le cose con Marion e, perché no, anche con Jonas. Eravamo rimasti che ci saremmo sentiti e anche visti qualche volta ma forse avrei potuto ottenere anche di più.
Non potevo e non volevo mettermi fra lui e sua sorella ma volevo saperne di più anche su questo Scott.
In classe la noia fu anormale quel giorno, così chiesi di poter uscire.
I corridoi erano vuoti ed io potevo sentire le mille voci in sottofondo che provenivano dai tre piani della Lincoln. Quella scuola non era così male dopotutto.
Mia mamma mi aveva mandato qui perché non voleva avermi tra i piedi, ma a me andava benissimo visto che godevo del privilegio di essere autonomo in tutto e per tutto. Lo ero anche a casa mia, ma almeno qui nessuno sapeva che mia madre è una prostituta.
La sua vita non mi sarebbe più riguardata.
<<Graham!>> mi sentii chiamare, ma voltandomi non vidi nessuno. <<Che fai? Mi ignori?>> quando mi voltai di nuovo trovai Noel, intento a guardarmi con una sigaretta accesa nella bocca.
<<Noel, non ti avevo visto.>>
<<Già..>> disse avvicinandosi a me. <<Sai mi hai proprio deluso ieri sera..>>
<<M-mi dispiace.>> indietreggiai, ma lui avanzò.
<<Perché ti allontani? Non ho intenzione di farti del male quindi fermati. O per lo meno non voglio fartene fisicamente.>>
<<Che intendi dire?>> feci come mi aveva detto e aprii bene le orecchie.
<<Ieri sera stavo passeggiando per smaltire la rabbia che tu e il tuo nuovo amico mi avete causato e sono finito, per purissimo caso, nel vialetto dei Martin. Adesso, io non sono un tipo fisionomista quindi non riconosco subito le persone, ma ho pensato per un attimo che fossi tu il tipo che stava baciando la piccola Marion sul muretto del giardino.>>
<<Cosa? Sei forse impazzito?>>
<<Già, l'ho pensato anche io. Mi sono detto "Sono pazzo!", così ho scattato una foto.>>
Deglutii, non sapendo che altro dire.
<<Ok, ne ho scattata più di una e le ho date in mano ai miei uomini. Adesso ho due strade da prendere: posso dir loro di tappezzare la scuola con queste foto, in modo da far vedere a Jonas che non ha trovato solo un amico ma anche un cognato oppure posso dir loro di strapparle in modo tale da non far sapere a nessuno quello che è successo e tu fai quel sacrificio.>>
<<Noel non puoi fare una cosa del genere. Io vorrei dire a Jonas di Marion, ma lui non sa nemmeno che è in citt...>> mi bloccai di colpo. Questo non avrei dovuto dirlo.
Noel scoppiò in una fragorosa risata dopo aver ascoltato bene le mie parole.
<<Sai, credo di aver appena cambiato idea.>>
<<Su cosa?>>
<<Sul sacrificio. Perché farti fare soltanto una cosa quando potrei ottenere ciò che voglio?>>
<<Per te è tutto un gioco non è vero?>>
<<No.>> si fece serio. <<E proprio perché non lo è ho deciso di rendere la tua inutile vita un inferno. Noel Roman detta leggi e quando le persone si permettono di violarle e di non ubbidire, si incazza tremendamente fino ad ucciderli.>> si avvicinò così tanto per dire queste semplici parole che sentii la paura crescere ad ogni sillaba. Metteva soggezione e lo sapeva, sfruttava il suo poter per gli scopi sbagliati. Lui non era un leader, ma un teppista.
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