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CAPITOLO VIII.

- Bene. Siete tutti pronti?- chiedo, voltandomi verso gli altri. Loro annuiscono e il mio sguardo si posa su Iwa-chan.
Dopo l'incontro con suo padre, si è licenziato dalla palestra ed ha iniziato a fare da allenatore privato di pallavolo. Nonostante ci vedessimo come al solito, abbiamo parlato poco ultimamente. Però... La sensazione della mia mano stretta nella sua non mi ha ancora lasciato. Quel gesto è stato completamente inaspettato, e anche se mi ha lasciato appena usciti dalla palestra mi sento come se avessi voluto che non smettesse mai.
Ora però non posso pensarci: tra pochi minuti avremo la nostra prima partita del torneo, e sono tutti carichi al massimo, per cui non posso essere da me. Karasuno, Shiratorizawa e tutte le altre squadre che si metteranno contro di noi... Le sconfiggeremo. Arriveremo ai nazionali.                                                          - Mi fido di voi, ragazzi. Arriviamo insieme ai nazionali!-.                   
Lo pensavo davvero, quando ho detto queste parole. Abbiamo battuto la Karasuno, anche se è stata una battaglia difficile... ma poi abbiamo perso. La partita contro la Shiratorizawa... è stata terribile. Per un attimo ho creduto che ce l'avremmo fatta: ho usato tutti gli schemi a mia disposizione, i miei giocatori erano al massimo e la nostra intesa perfetta. Allora... perchè non è bastato?                  Tiro un pugno contro la parete, cercando di scaricare la frustrazione. Sono passati due giorni, eppure ancora non sono riuscito a calmarmi. A capire. Forse mia madre aveva ragione: forse la colpa è mia. Se l'Aoba Josai avesse avuto un altro alzatore, che usa schemi e giocatori differenti... forse sarebbero riusciti a vincere.                                                              - La smetti di compatirti?- alzo di scatto la testa: non mi ero accorto che Iwa-chan è entrato nella stanza.                                    - Cosa intendi?- gli chiedo.                            - Punto primo: il muro non ti ha fatto niente di male. Punto secondo: stai pensando a tutti gli errori fatti in partita vero?-. Sospiro.                                                - Penso che negarlo sia inutile- mormoro e lui annuisce.                   
- Ma cos'altro potrei fare?! Non riesco... a scrollarmi di dosso questo senso di sconfitta- sento le lacrime accumularsi nuovamente agli angoli dei miei occhi, ma le ricaccio indietro con forza.                - Guarda che lo capisco. Anch'io... continuo a rivedere quelle immagini davanti agli occhi. I punti che non ho fatto, le schiacciate deboli, le ricezioni sporche... è tutto nella mia mente. Però continuare a torturarsi in questo modo non serve a niente- afferma.                        - E cos'altro dovrei fare? Il coach ci ha fatto prendere una pausa dagli allenamenti e sono troppo triste per concentrarmi sui compiti. Tra l'altro il mio cuginetto è in gita, per cui fino a lunedì non avrà bisogno di un babysitter. Non mi rimane altro nella vita- mi lamento.                                                            - Dovrei sentirmi offeso dalla tua affermazione?- mi chiede.           
- Lo sai che sei sempre nel mio cuore, Iwa-chan- rispondo con un sorriso. Lui sbuffa e distoglie lo sguardo.                         - Non è questo che intendo. Hai dimenticato quello che ti avevo detto un paio di settimane prima del torneo?-. Cerco di ritrovare l'evento di cui sta parlando nella mia memoria. Ultimamente mi sono concentrato così tanto sulla pallavolo che i sono dimenticato di tutto il resto: è anche da un pò che non esco con biondina-chan...  - Avevi detto che saresti uscito con me e le ragazze-chan!- esclamo, saltando in piedi.                                                                  - Potresti almeno sforzarti di ricordarti i loro nomi...- borbotta, poi sospira - però si, se servirà a farti uscire dalla tua stanza, accetterò di uscire con voi- afferma poi. Sorrido.                                       - Iwa-chan, sei veramente il migliore! Avviso subito Shirley della nostra imminente uscita. Intanto, dobbiamo prepararci: dovrai...-.                                      - Frena un attimo. Verrò con te, ma ciò non significa che mi vestirò come un damerino o come un idiota: i miei soliti vestiti andranno benissimo- afferma. Sospiro.                                                     
- Immagino di non poter pretendere altro per il momento... va bene, allora vai a prepararti. Su, forza- lo spingo leggermente fuori dalla stanza, nonostante le sue proteste. Chiudo la porta, poi mando un messaggio a biondina-chan e mi cambio, indossando qualcosa di adatto per una serata in qualche locale scelto dalla ragazza.            Una volta soddisfatto del risultato, esco dalla mia camera e trovo Iwa-chan sul divano a guardare qualcosa sul cellulare. Sospiro: ha indossato veramente dei semplici jeans ed una maglietta... ma dopotutto, è proprio da Iwa-chan.              - Cosa guardi?- gli chiedo, sbirciando da sopra la sua spalla. Noto che ha aperti i risultati dei nazionali, così gli sfilo il telefono dalle mani.                                        - Hey!- esclama, voltandosi e guardandomi male.                                 
- Non ti permetto di deprimerti prima della nostra prima uscita a quattro- affermo. Mi guarda male.                             - Non definirla mai più uscita a quattro- afferma, alzandomi.           
- Quindi, dove si va?- mi chiede.                  - In un posto qui vicino; le ragazze ci aspettano lì- rispondo mentre esco di casa. Lui mi segue, anche se la sua espressione non è molto convinta. Rimane in silenzio mentre iniziamo a camminare.                                                      - Stai bene, Iwa-chan?- gli chiedo - non è che sei nervoso per l'appuntamento?-. Lui sbuffa.                                                        - Ti ripeto che non è un appuntamento. E comunque no: stavo pensando a mio padre- rimango sorpreso dalla sua risposta.         
- Come mai?- per un attimo si fa largo in me la paura che potrebbe accettare la sua proposta, ma la ricaccio subito indietro. Guardo per un attimo la mia mano: Iwa-chan non mi abbandonerebbe mai.                                                                    - Mi sembra solo strano che si sia arreso così facilmente- risponde.                              - Temi possa tentare nuovamente di convincerti?- gli chiedo.         
- Non mi sono mai preoccupato troppo di cosa facesse mio padre, ma il suo sguardo non mi piaceva-.                              - Magari l'hai spaventato e non ci riproverà- dico - a proposito... non ti ho ancora ringraziato per avermi salvato. Quello schiaffo mi avrebbe fatto girare la testa, probabilmente- commento.               - Sono io a doverti ringraziare, Oikawa- rimango sorpreso dalla sua affermazione.                                                  - Ma io...- fin'ora non abbiamo parlato di quello che è successo, ci siamo concentrati di più sulla pallavolo: ma pensavo fosse chiaro che sono io a dover ringraziare lui. Quindi perchè lo sta facendo? 
- Non sono mai riuscito a rispondere a mio padre, prima d'ora. È ovvio che non ti avrei mai lasciato per suo volere, però... probabilmente se tu non fossi intervenuto non avrei mai reagito in quel modo- mormora - per cui... ti ringrazio-. Sorrido e gli metto un braccio attorno alle spalle.                                           - Lo sai che ti proteggerò sempre, Iwa-chan- affermo, poi mi stacco.                - Siamo arrivati. Hey ragazze!- esclamo, notando biondina-chan e castana-chan fuori dal locale. La prima mi viene subito incontro, sorridendo. Mi volto verso Iwa-chan.                                       
- Preparati per una delle serate migliori della tua vita!-.

Questo posto è una noia mortale. Davvero, come fanno le persone a divertirsi qui? Fa caldo, c'è tanta gente, la musica alta non permette di parlare e...  ma quella tipa è nuda? Non riesco neanche a capirlo, le luci sono odiose.      - Questo posto è l'inferno- dichiaro. Sento Ris ridacchiare alla mia affermazione.      - Non è così male. Anche se preferirei ci fossero meno persone- commenta. Annuisco e sposto lo sguardo sulla coppietta davanti a noi. Mi viene da ridere pensando che Oikawa fa quel sorriso gentile con tutti... e Shirley pensa di essere speciale. È vero, è la prima con cui esce, ma non noto segnali che indichino che la cosa durerà ancora a lungo... almeno, non in modo piacevole.    - Vado in bagno- affermo, alzandomi. Ho bisogno di prendere un pò d'aria, ma ho perso di vista la porta principale, per cui non ho molta altra scelta.                              Una volta entrato, noto con piacere che non c'è nessuno: almeno potrò stare da solo per un attimo. Mi avvicino al lavandino e mi sciacquo la faccia: fa veramente troppo caldo qui dentro. Come fa Oikawa a rimanere sano di mente? Ah no aspetta... non lo è mai stato.                                                                  Sento la porta aprirsi, così chiudo l'acqua e mi preparo ad uscire nuovamente, lasciando il posto ad un altro sventurato in cerca di un pò di riposo. Quando mi volto però, trovo Shirley davanti a me. Ecco un altro motivo per odiare questo posto... i box con i water sono separati, ma la zona con i lavandini è in comune. Non c'è proprio privacy qui dentro...         - Va tutto bene?- le chiedo, notando che rimane ferma di fronte alla porta, con lo sguardo chino.                                                  - Stai tornando da Oikawa?- mi chiede.      - L'idea era quella- rispondo. La vedo sorridere ed alzare lo sguardo.                    - Salutalo bene, perchè sarà l'ultima volta che lo vedrai-. Penso che il caldo le abbia appena dato alla testa.                                    - Cosa intendi?- le chiedo.                              - Voglio farti una domanda, caro Iwa-chan. Ti chiama così giusto? Bene... secondo te, di chi si fida di più Oikawa?-. Eppure non mi sembrava avesse bevuto.  - Penso che entrambi abbiamo rapporti diversi con lui- rispondo, cercando di sondare il terreno. Dove sta cercando di andare a parare?                                            - E a chi pensi crederebbe, se fossimo uno contro l'altro?-. Sbuffo: sta iniziando a spazientirmi.                                                - Non mi sembra che sia mai successo, quindi non la ritengo una cosa importante- la verità è che so benissimo la risposta. Ma non gliela dirò.                    - Allora lascia che ti dica una cosa- fa qualche passo verso di me. 
- Tra poco, farò ad Oikawa una proposta che non potrà rifiutare. Sai, siamo diventati piuttosto uniti ultimamente. È stata una fortuna che tu non sia venuto alla maggior parte delle nostre uscite, perchè non sai che mi ha confessato che teme di avere fatto una scelta sbagliata nella sua vita. E anche se non ha specificato quale, sono certa che si tratti di quella di seguirti in quella squadra senza futuro. Se andasse a giocare con mio cugino invece... potrebbe arrivare in cima- afferma.                             
- Tuo cugino?- chiedo, confuso. Lei annuisce.                                         
- La Shiratorizawa è la squadra giusta per lui. E non ti permetterò di essere d'intralcio alla sua carriera- afferma. La Shiratorizawa?   
- Non dirmi che... sei la cugina di Ushiwaka?-. Lei annuisce con aria soddisfatta. Mi trattengo dal ridere.            - Quindi ti saresti avvicinata a lui solo per conto di tuo cugino?- le chiedo, cercando di mantenere un tono sorpreso.                             
- Esatto: quando ha saputo che sarei andata all'Aoba Josai mi ha chiesto di tenere d'occhio il suo rivale... bè, non aveva specificato in che modo, quindi ne ho approfittato per divertirmi un pò- afferma, leccandosi le labbra.                      - E tu cosa ci guadagni?- le chiedo. Lei allarga le braccia.                   
- La fama, ovviamente. Essere la ragazza del palleggiatore più in gamba del Giappone mi porterà ad essere conosciuta da tutte... anche se invidiata da qualche fan troppo oppressiva. Per questo ho dovuto dirne quattro a quelle ochette che sono venute a vedere i suoi allenamenti. E in caso un giorno la sua fama dovesse decadere... bè, potrò lasciarlo e vantarmi di essere stata colei che ha piantato in asso il grande Oikawa!- esclama. Non ho mai avuto così tanta voglia di tirare un pugno ad una ragazza... o di scoppiare a riderle in faccia. Devo ancora decidere. Certo, sono incazzato perchè ha giocato con i sentimenti di Oikawa ma... sono anche perfettamente conscio del fatto che i sentimenti che prova per lei non sono neanche la metà di quanto questa ragazzina stia dicendo.                                  - Quindi adesso cosa intendi fare?- le chiedo.                                           
- Semplice: farò ad Oikawa la mia proposta. E quando tu proverai a convincerlo che non è la scelta giusta e che io sono una bugiarda, non farai altro che spingerlo tra le mie braccia. Per questo ti ho rivelato tutto quanto-. Sorrido.                                             
- Quindi pensi che andrà così eh?- mormoro, andando verso di lei. Mi fermo al suo fianco.                                                    - Allora vai. Rivela pure ad Oikawa il tuo grande piano. Vedremo a chi crederà- sussurro, per poi lasciare la stanza. Quella ragazza... è veramente una stupida. Vuole la verità? Eccola: Oikawa crederebbe a me anche se gli dicessi che lei è una strega di novant'anni che adesca giovani ingenui per poter ringiovanire. Non c'è alcuna possibilità che mi abbandoni per seguire il suo piano.                                                                - Oh Iwa-chan, sei tornato! Pensavamo ti fossi disperso. Biondina-chan è anche venuta a cercarti- esclama Oikawa, vedendomi tornare.                                        - Ho notato- borbotto, sedendomi al mio posto. Ris mi fissa per qualche secondo mentre Shirley torna a sedersi di fianco al ragazzo.                                                        - Lo sai...- mormora. Annuisco e lei abbassa la testa.                           
- Mi dispiace. Se non l'avessi aiutata, mio fratello sarebbe stato cacciato dalla squadra e...-.                                                    - Oh non devi preoccuparti- affermo. Lei si volta di scatto, sorpresa.                            - Cosa vorresti dire?- mi chiede. Sorrido.  - La tua finta amica ha fatto male i suoi conti- affermo, mentre Shirley si volta verso di noi. Sorride, poi alza leggermente la voce.                                      - Oikawa, devo dirti una cosa molto importante- afferma. Ci siamo: questo è il momento della verità. Io mi fido di te, Oikawa: ti conosco meglio di chiunque altro. Perciò... dimostrami che faccio bene a riporre ogni giorno il mio cuore nelle tue mani.

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