CAPITOLO IX.
- Ti ascolto, biondina-chan- affermo. A dir la verità, il sorriso di Iwa-chan mi fa capire che c'è qualcosa di strano... quando lui ha quell'espressione, significa che sta per succedere qualcosa che sa e che lo divertirà parecchio. Ma il suo sguardo è deciso: è una situazione seria. - Mentre eravamo in bagno, io e Iwa-chan stavamo parlando e... devo confessarti una cosa. Ti giuro che non volevo tenertelo nascosto, ma fino alla vostra partita non pensavo vi conosceste e così... non te l'ho mai detto. Mio cugino... è Ushijima Wakatoshi-. Spalanco gli occhi. Biondina-chan è la cugina di Ushiwaka? E chi se l'aspettava! Lui mica è biondo.
- Durante la partita, ho notato che voi due non andavate molto d'accordo e... ho avuto paura a dirtelo. Perciò ieri sono andata a parlare con Ushiwaka. Ricordi che una volta mi avevi detto di esserti pentito di una scelta fatta nella vita? So che ammetterlo dev'essere dura per te ma... sappiamo entrambi che la Seijoh non è la squadra giusta per te. Posso aiutarti ad entrare alla Shiratorizawa: mio cugino ha molta influenza in quella scuola, e con le tue abilità sono certa che diventeresti subito il palleggiatore titolare della squadra. In questo modo, potrai avere un futuro radioso e...-. Sento l'accenno di una risata e mi volto verso Iwa-chan.
- Scusa; continua pure- afferma lui. Mi volto verso la ragazza, che torna a fissarmi con il sorriso in volto.
- Biondina-chan, ti ringrazio per la tua preoccupazione; ma la mia squadra è l'Aoba Joshai. Andarmene non è tra i miei piani- affermo.
- Però... la Shiratorizawa è una squadra molto più prestigiosa e...- insiste.
- Davvero, non c'è problema. Non mi interessa il prestigio in una squadra che non è la mia- affermo. Il suo sorriso inizia a svanire, lasciando spazio a un'espressione furiosa. Si volta di scatto verso Iwa-chan.
- Questa è tutta colpa tua! Ammettilo, è per lui che non vuoi andartene vero? Perchè ti ha plagiato! Ti ha fatto credere di essere qualcuno di importante per lui, che tu fossi essenziale; ma scommetto che è solo perchè così è sicuro di essere tra i titolari, dato che a quanto pare avete tutta questa grande intesa. Non è vero?!- urla. Si ferma e fissa il ragazzo, come se si aspettasse che dica qualcosa. Lui non risponde e lei sembra arrabbiarsi ancora di più.
- Smettila di fissarci e dì qualcosa! O forse non parli perchè ho ragione? Sei solo uno sfruttatore! Non è vero, caro Iwa-c...-.
- Taci-. La ragazza chiude la bocca mentre io mi alzo. La fisso.
- Solo io posso chiamarlo Iwa-chan- affermo, andando verso di lui. Il ragazzo si alza, pronto a seguirmi verso l'uscita.
- Oikawa, se te ne andrai adesso perderai sia la possibilità di diventare il più forte sia me! Vuoi veramente rinunciare a tutto per lui?- urla. Sorrido e mi volto.
- Hai sbagliato a capire, Shirley cara. Il mio tutto non è altri che Iwa-chan; di te e della tua squadretta, non me ne importa niente- affermo, poi torno a camminare. Appena uscito dal locale, Iwa-chan scoppia a ridere. Sorrido.
- Immagino che quando sarà finito il tuo attacco di pazzia mi spiegherai perchè stai ridendo da una decina di minuti buoni- affermo. Lui annuisce, calma il suo attacco e si alza, assumendo un'espressone seria. Inizia a parlare, raccontandomi cos'è successo pochi minuti fa in bagno tra lui e Shirley.
- Mi dispiace, anche se so che non ci tenevi quando lei pensava, immagino non sia bello sapere di essere stato... usato- afferma. Faccio una risatina, poi sorrido e alzo lo sguardo.
- In effetti. Però, se Ushiwaka è arrivato a tanto pur di avermi, immagino di dovermi sentir onorato- affermo.
- Ehm... ecco...- ci voltiamo di scatto, e vedo castana-chan dietro di noi. Abbassa lo sguardo.
- Mi dispiace molto, Oikawa-san. Non avrei mai voluto che Shirley facesse questo, io...-.
- Oh non preoccuparti. La tua amica mi ha fatto ricordare il motivo per cui non voglio una ragazza; mi accontenterò di decine di fan che urlano il mio nome- affermo, sorridendo. Vedo Iwa-chan avvicinarsi a lei.
- Ris, non sei obbligata a rimanere sua amica; sono certo che il tuo fratello capirà. Non bisogna mai stare al fianco di qualcuno se non si è disposti a rischiare tutto... ma per lei non ne vale una pena. Se avrai bisogno, potrai contare su di noi- afferma. Sorrido; per un attimo ho creduto che Iwa-chan potesse essere interessato a lei, però avrei dovuto capirlo che è solo una persona gentile che non vuole che le persone soffrano. - Ti ringrazio, Iwaizumi. Spero che anche voi possiate... rimanere felici per sempre- afferma, prima di rivolgerci un cenno di saluto e tornare dentro.
- Hai fatto la tua buona azione della giornata?- gli chiedo.
- Anche più di una- borbotta lui. Sorrido. - Sapevi come avrei reagito no? Per questo ti veniva da ridere in questo modo- affermo.
- Mi pare ovvio; dopotutto, sono la persona che ti conosce meglio in assoluto- risponde - e so anche cosa intendevi-.
- Con cosa?- gli chiedo.
- Il tuo errore. In terza media, alla Shiratorizawa mancava un punto per vincere: mentre se noi ne avessimo fatto uno, saremmo andati in deuce. Era un punto importante. Io ho ricevuto, ma ero stanco, così hai preferito non alzarmi la palla. Hanno murato l'altro schiacciatore e ci hanno battuti. Non ne hai mai parlato perchè sapevi che mi sarei sentito in colpa per averti fatto pensare di non essere pronto, ma ancora adesso pensi che se l'avessi fatta schiacciare a me li avremmo raggiunti. Non è vero?-. Lo guardo, shockato.
- Iwa-chan. Sei un robot?- gli chiedo, allontanandomi di un passo. La precisione di ciò che ha detto... è incredibile. L'ho sempre avuto al mio fianco, per cui non ci ho mai fatto caso: a quanto mi osservasse, al modo in cui conosce ogni particolare di me, le mie reazioni, i miei pensieri. Sembra quasi che siamo veramente... una cosa sola.
- Tu sicuramente sei un idiota- afferma. Sorrido e torno vicino a lui.
- Andiamo; ti porto a bere. Solo noi due questa volta: solo due fantastici migliori amici. Niente ragazze psicopatiche. D'accordo?-.
- Solo perchè sei appena stato mollato- afferma.
- E dato che è successo per te, ti toccherà offrirmi un bel pò di drink-.
- Hai una bella mano, Iwa-chan-. Lo guardo male.
- Oikawa. Sei ubriaco?- gli chiedo.
- Ho bevuto solo un drink. Sono lucido. Sei tu che hai bevuto- mi risponde.
- Io non sono ubriaco. Leggermente brillo, ma comunque più sano di te- rispondo, incrociando le braccia.
- E comunque, che vuol dire la tua frase?- gli chiedo. Ormai è tardi, siamo tornati a casa... Ma ancora non siamo andati a dormire. Siamo rimasti in soggiorno, sdraiati sul pavimento, a parlare del più e del meno. È bello avere ogni tanto questi momenti di serenità: mi fa sperare che potremmo avere una vita... Normale. Noi due.
- Quando eravamo in palestra. Mi hai preso per mano. Hai davvero una bella stretta. Ogni tanto la sento ancora- confessa. Ma cosa sta dicendo? Oikawa... Non ha mai fatto caso a queste cose.
È vero, ha bevuto solo un drink: non può essere ubriaco. Allora come mai?
- Perché me lo stai dicendo?- gli chiedo. Lui appoggia la testa sulla mia spalla, e devo trattenermi per non sussultare.
- Perché questa sera sono successe tante cose, Iwa-chan. E ho capito... Che non mi sono mai fermato a pensare alla nostra amicizia. Insomma, siamo insieme da anni, però non ho mai fatto davvero caso a quanto sia bello averti al mio fianco- mormora. Serro i pugni: non può... Non lui dirmi queste cose. Lui... Non se n'è accorto. Io si: di quello che nasconde nel suo cuore. Ho bevuto poco, ma l'alcool che ho in corpo è bastato per riuscire ad ammetterlo a me stesso: io lo so. Anche lui sussultava quando ci toccavamo, arrossiva, cercava contatto. Però non lo ammetterà mai: non riesce ad ammetterlo.
- E cosa pensi di noi due, Oikawa?- mi decido a chiedergli.
- Che siamo un duo fantastico- afferma, alzandosi. Si stiracchia leggermente.
- Be', per un po' non avrò ragazze tra i piedi; è un peccato, in un certo senso quella Shirley era simpatica. Be', magari in un'altra vita sarebbe potuta piacermi veramente. Vado a dormire; buonanotte, Iwa-chan-. Mi alzo.
- Cosa intendi con in un'altra vita?- gli chiedo, seguendolo.
- Se fossi stato diverso- afferma, aprendo la porta della sua stanza.
- Diverso come?- lo seguo all'interno. Lui scrolla le spalle.
- Meno fissato con la pallavolo, probabilmente. Non saprei: però, la prossima volta che mi troverò una ragazza, mi assicureró che non se la prenda con te, Iwa-chan- afferma, voltandosi e sorridendo.
- E chi se ne importa... Piuttosto, la prossima volta?-. Vuole già trovarsene un'altra?
- Si, ovvio. Dopotutto, sono pur sempre il grande Oikawa; devo avere una bella ragazza al mio fianco e...-.
Lo afferro per i polsi e lo spingo verso il letto, atterrando sopra di lui.
- Devi smetterla di continuare a mentire!- urlo. Lui sembra sorpreso.
- Iwa-chan... Cosa stai dicendo?-.
- Sai benissimo di cosa parlo idiota!- stringo più forte e lo vedo fare una smorfia di dolore.
- Sei ubriaco- afferma.
- Non abbastanza da non sapere quello che sto facendo- rispondo.
- E cosa staresti facendo?-.
- Ti apro gli occhi-.
- Cosa intendi?-. Scoppio in una risata nervosa e lui abbassa la testa.
- Credi veramente che creda alla storiella che ti piaceva quella ragazza? Ma per favore! Era solo una scusa, lo sai benissimo. Perché tu sei un figo, sei un grande, quindi devi per forza stare con una bella ragazza no? Ma non prendermi per il culo! Cercavi solo di ignorare il fatto che lei non ti piacesse minimamente e di mantenere una parvenza di normalità. Perché ammettere a te stesso di provare quello che provo io era troppo per te vero? Per il ragazzo che cerca di essere perfetto, che deve diventare l'alzatore migliore di tutti, un grande pallavolista e un grande uomo, devono essere tutti trampolini per il tuo lancio giusto? Non puoi mica permetterti di...-.
- Smettila!- urla. Alza di scatto la testa e vedo le lacrime iniziare a scendere dai miei occhi.
- Io odio... Odio quando capisci i miei sentimenti prima di me, Iwa-chan- mormora, continuando a piangere.
- Perché stai piangendo?-.
- Non lo so- sbuffa.
- Sei davvero un idiota, Oikawa- sussurro, avvicinandomi lentamente a lui.
- Se mi odi così tanto perché sei ancora qui?-.
- Perché ti amo idiota- faccio scontrare violentemente le nostre labbra. Questo contatto... Ora che ce l'ho, mi rendo conto di averlo desiderato più di quanto pensassi.
Lui all'inizio sembra stupito, ma poi ricambia il bacio con passione. Il sapore delle sue labbra, la sua lingua a contatto con la mia... È tutto perfetto.
Gli lascio andare i polsi e faccio per staccarmi, ma lui mi porta le mani alla nuca e mi trascina di nuovo verso di lui e riprende a baciarmi.
- Baci bene, per essere la prima volta- mormora. Alzo il sopracciglio.
- Perché tu hai già baciato?-.
- Stavo aspettando te, Iwa-chan- afferma. Sbuffo.
- Mi hai fatto aspettare anche troppo- mormoro, spostando la mano più giù e infilandola sotto i suoi pantaloni. Lo sento ansimare leggermente.
- Iwa-chan... Cosa stai facendo?- mormora, cercando di tornare a respirare normalmente.
- Te la faccio pagare- sussurro, spostandomi più indietro con il corpo. Lentamente, gli sfilo contemporaneamente pantaloni e mutande. Sorrido nel vedere che è eccitato, e sento che anche l'erezione nelle mie mutande si sta facendo sempre più intensa.
- Iwa...- mi abbasso lentamente e inizio a leccarlo intorno, fermando ogni sua protesta. Sorrido quando lo vedo stringere con forza le coperte ed inizio a concentrarmi sul suo membro, alterando ritmi veloci e lenti e le varie zone su cui mi concentro. Lo sento ansimare sempre più forte e ormai anch'io sono quasi al limite.
Mi fermo e torno su di lui.
- Non penserai di poterti fermare ora vero?- sussurra, portandomi le mani sui fianchi e levandomi la maglietta.
- Guarda, i nostri vestiti si completano- sorride e sbuffo.
- No, grazie- affermo, facendolo sollevare leggermente e togliendogli la maglietta. La butta a terra, poi mi porta le mani sul fondoschiena e mi toglie i pantaloni. Mi libero di quelli e anche delle mutande, poi mi chino a baciarlo nuovamente. Lui rimette le mani sul mio sedere, spingendomi leggermente giù e facendo aderire i nostri membri. Geme quando gli prendo il labbro inferiore tra i denti e lo mordicchio leggermente.
- Se continui a fare questo versi mi fai venire voglia di andare fino in fondo- mormoro.
- Noi andiamo sempre fino in fondo, Iwa-chan- sussurra di rimando. Lo aiuto e girarsi.
- Sei sicuro? Pensavo volessi essere tu quello che tira i fili- sussurro, portando le mani sulle sue.
- Non sei mai stato una mia marionetta, Iwa-chan; tu sei il mio asso. E il palleggiatore deve sottomettersi allo schiacciatore, no?- mormora con un sorriso.
- Allora farò in modo di essere il tuo unico schiacciatore- sussurro, poi lo penetro lentamente. Lo sento fare una smorfia di dolore, ma dopo qualche secondo, mentre continuo a muovermi su e giù, stringe il materasso ed inizia ad ansimare. Gli stringo la mano, incrociando le mie dita tra le sue, e mi muovo leggermente più veloce. Aumento sempre di più la velocità e ansimo anch'io mentre lui geme sotto di me, finché entrambi non veniamo quasi contemporaneamente. Esco da dentro di lui e mi lascio cadere di fianco al ragazzo. Lui sta un attimo fermo, poi si volta verso di me e mi abbraccia. Rimaniamo per un po' in silenzio, cercando di riprendere fiato.
- Iwa-chan, la proposta di prima...- mi volto verso di lui e lo fissò negli occhi.
- Stai per uccidere qualcuno, Iwa-chan? Una squadra non può avere solo uno schiacciatore- spalanco gli occhi, sconvolto.
- Sei un idiota!- gli tiro un pugno sul petto. Lui sorride.
- Però ti amo, Iwa-chan- sbuffo.
- Ti amo anch'io, idiota-.
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