CAPITOLO IV.
- D'avvero? Sei riuscito a fissarla?!- chiedo. L'allenatore annuisce.
- Anche se la tua richiesta continua a sembrarmi strana. La Karasuno non è più una squadra forte da anni, e dopo che il grande Ukai se n'è andato non c'è più stato un allenatore... Sicuro di voler scegliere proprio loro per la tua prima partita da capitano?- insiste.
- Il mio caro kohai è lì, per cui non ho molta scelta. Non si preoccupi coach: anche se l'altra squadra dovesse rivelarsi un fallimento, farò in modo di trarne qualche buon insegnamento da capitano. Lei faccia mettere Kegayama come alzatore titolare: al resto penserò io- affermo.
- Voglio fidarmi di te, Oikawa- annuisco, poi torno verso gli altri.
- Bene ragazzi: dividiamoci in squadre da sei. Iwa-chan, Kindaichi, Kumini, voi con me; gli altri scelgano loro- ordino, andando a posizionarmi sottorete nella parte sinistra del campo, seguito dai compagni che ho appena nominato.
L'allenatore Mizoguchi si posiziona di fianco alla rete e suona il fischio d'inizio. Durante la partitella, mi focalizzo principalmente sui due primini: voglio riuscire a sintonizzarmi con loro anche in una situazione di partita. Per questo ho chiesto all'altra squadra di colpire i punti peggiori da ricevere ed ai miei compagni, compreso Iwa-chan, di non fare tutto perfetto come al solito ma cercare di aiutarli ad abituarsi anche alle situazioni più tragiche.
- Kunimi, cerca di correre un po' di più! Altrimenti ti si fiaccheranno le gambe- lo riprendo a fine partita.
- Per il resto, ragionare va bene, ma gli avversari hanno fatto molto punti proprio per le tue indecisioni; cerca di aumentare la velocità della tua mente. Kindaichi, tu invece evita di lanciarti subito sulla palla; non fare solo schiacciate al massimo della forza, pensa anche a quando colpire il pallone e in che direzione spedirlo. Se avete richieste per le alzate comunque, non esitate a farmelo sapere- affermo. Loro annuiscono.
- Molto bene; dopo questa partita, direi che posso affermare quasi con assoluta certezza chi saranno i titolari- annuncia l'allenatore.
Vero, ormai è passato qualche giorno: è il momento di iniziare ad allenare più seriamente i titolari.
Tra cui ovviamente ci siamo io, Iwa-chan ed i due primini.
- Be', in effetti siete migliorati in questa settimana. Ve l'avevo detto che impegnandovi avreste raggiunto vette molto alte- affermo, dirigendomi verso lo spogliatoio.
- Dove vai, Oikawa?- mi chiede Iwa-chan.
- L'allenamento è finito no? Ho un appuntamento- mi volto e guardo Iwa-chan.
- So che dici sempre di no ma... Sei sicuro di non voler venire anche tu?-.
- No, grazie; vado al lavoro- risponde, superandomi. Annuisco. Va in palestra sempre più spesso... Ma d'altronde, io sono sempre fuori, per cui non posso lamentarmi.
Anche se sto cercando di tornare sempre per cena: mi è bastata una serata fuori per capire che la compagnia di Iwa-chan è più piacevole di quanto pensassi, malgrado la sua violenza. Le ragazze sono carine, ma l'intesa che abbiamo è completamente diversa.
- Come preferisci- rispondo, seguendolo verso lo spogliatoio. Ci cambiamo velocemente, poi una volta fuori dalla palestra lui si dirige verso il luogo del suo lavoro, mentre io verso le due ragazze che mi stanno venendo incontro.
- Buonasera ragazze! Siete qui anche oggi?- chiedo, sorridendo.
- È stato un allenamento magnifico, Oikawa- afferma biondina-chan.
- Andiamo a mangiare?- chiedo, e loro annuiscono.
- Non preoccuparti; vedrai che presto Iwa-chan verrà con noi. Oggi sembrava meno deciso del solito- affermo, rivolto a castana-chan. Poi metto un braccio attorno alle spalle dell'altra e ci dirigiamo verso un ristorante qui vicino in cui siamo già stati un paio di volte. Abbiamo finito tardi, e Iwa-chan ha detto che avrebbe lavorato di più... Farò bene a non andare a casa?
Be', tanto se dovessi stare solo è inutile... Almeno qui c'è un po' di compagnia.
- Oh, Oikawa Sama! Bentornato- una cameriera, che se non mi sbaglio è quella che ci ha serviti l'ultima volta, viene verso di noi. Shirley mi stringe leggermente il braccio, guardando l'altra con un certo astio.
- Oh, buonasera. Potrebbe dare a me ed alle mie accompagnatrici il tavolo della scorsa volta?- chiedo. Lei annuisce e inizia a farci strada nel ristorante, fino a condurci ad un tavolino messo abbastanza in un angolo, vicino ad una finestra.
Ci accomodiamo e ci prepariamo per ordinare non appena la ragazza ci porta i menù.
- Cosa vorreste prendere, ragazze?- chiedo.
- Io... Penso andrò a casa. Non mi sento particolarmente bene- mormora castana-chan. Rimango sorpreso dalla sua affermazione.
- Sei sicura?- le chiedo e lei annuisce.
- Ris ha spesso probelmi di mal di testa, penso che lasciarla riposare sia la scelta migliore- interviene biondina-chan. Non mi sfugge lo sguardo che si lanciano mentre la prima si alza.
- Chiedo perdono. Ci vediamo- saluta, prima di allontanarsi.
- Sicura di non voler andare con lei?- chiedo, riportando l'attenzione su Shirley. Lei annuisce.
- Non le farebbe piacere se mi preoccupassi come una mamma. E poi, penso che inizi a sentirsi a disagio ora che la situazione sta diventando... Intima- sussurra, avvicinando leggermente la sua sedia alla mia.
- Mhhh... Vorrà dire che insisterò un po' di più con Iwa-chan- affermo. Faccio cenno alla cameriera di avvicinarsi, e quasi mi dispiace quando, prese le nostre ordinazioni, mi lascia di nuovo solo con Shirley.
- Tu e Iwaizumi siete molto amici vero?- mi chiede. Annuisco.
- Inseparabili da quando eravamo bambini- affermo con un sorriso.
- Sono felice che tu abbia qualcuno a cui tieni in questo modo. Non vorrei essere invadente ma... Avete mai pensato di allontanarvi? Insomma, c'è mai stata una litigata o... Un momento in cui...-.
- Impossibile- blocco la sua domanda in modo un po' troppo aggressivo, così tossisco leggermente e cerco di ammorbidirlo.
- Iwa-chan a volte è un po' permaloso, però lo capisci quando ci tiene a te. Penso che non esista alcuna litigata che potrebbe farci allontanare; sia nella vita che sul campo, abbiamo un'intesa fin troppo potente- affermo.
Ringrazio il fatto che la cameriera ci abbia portato i piatti, interrompendo così la nostra conversazione.
- Tu e Ris invece? Vi conoscete da tanto?-.
- Un paio d'anni; ad entrambe serviva una coinquilina per trasferirci vicino alla scuola, e ci siamo trovate praticamente subito. Lei è una che capisce le situazioni come stanno- cinguetta.
- Capisco...- mormoro, iniziando a mangiare. Non so perché ma... Non ho un bel presentimento. Il mio pensiero va continuamente ad Iwa-chan: stamattina sembrava quasi ansioso. È vero, gli ho alzato meno palloni del solito per dare più spazio ai primini, però...
Faccio un rapido calcolo mentale. Oggi è venerdì: la partita contro la Karasuno è fissata per martedì. Che sia nervoso per quella? No, non penso; non è mai stato particolarmente incline all'ansia pre-partita. E lui non ha mai avuto problemi personali con Kageyama, perciò non può essere neanche questo; che sia preoccupato per me? Ma in realtà io sono tranquillo, dovrebbe saperlo... Magari sta succedendo qualcosa al lavoro e non me ne vuole parlare? Che c'entri suo padre? Oppure...
- Oikawa? Mi stai ascoltando?- la voce di Shirley mi riscuote dai miei pensieri. Mi volto verso di lei.
- Scusa, ero distratto- mormoro.
- Sicuro di stare bene?-. Annuisco.
- Perdonami, devo andare; ho dimenticato che dovevo parlare con Iwa-chan di una cosa. Ci sentiamo- le dico, alzandomi.
- Ma, Oikawa... Aspetta!-. Ignoroi suoi richiami e vado verso la cassa. Pago i piatti ordinati, poi esco dal ristorante e corro verso la palestra.
Sospiro, cercando di calmare il battito accelerato del mio cuore. È passata più di una settimana da quando ho detto di sì all'allenatore, ed ora inizio a sentirmi nervoso. Con la pallavolo non mi è mai successo, probabilmente perché non sono solo in campo, e anche perché lo faccio da quando ero un bambino e ormai mi sono abituato.
Ma anche se è solo una dimostrazione, è la prima volta sostengo un vero incontro si boxe: da bambino mi sono sempre rifiutato.
- Stai bene, Iwaizumi?- annuisco alla domanda dell'allenatore Kenji.
- Pensavo che il tuo amico sarebbe venuto a vederti- commenta.
Serro i pugni: Oikawa non lo vorrebbe. È vero che mi sono ripromesso di provare a smettere di vivere sempre alla sua mercé, ma non posso ancora dirglielo; non sono neanche sicuro che sia proprio quello che voglio.
- È con la sua ragazza- mi limito a rispondere. L'uomo annuisce, poi guarda verso il ring.
- Non ci sei mai salito ufficialmente giusto?- mi chiede.
- Solo con mio padre. Quindi no-.
- Tuo padre è un grande uomo: mi ha salvato la vita più volte con i suoi insegnamenti- commenta. Scrollo le spalle.
- Evidentemente è meglio come uomo che come padre- rispondo. Lui ride.
- Probabilmente voleva solo che suo figlio sapesse affrontare la vita al meglio. Il suo unico sbaglio è stato trattarti come uno dei suoi allievi- commenta. Fosse stato solo quello...
Guardo l'incontro dimostrativo precedente al mio concludersi. Il coach aveva ragione quando ha detto che non è niente di serio: le mosse sono piuttosto lente, e quando fanno qualcosa di leggermente complesso vengono fermati in modo che possano spiegare le tecnica. Inoltre, le poche volte che un colpo va a segno è più un tocco leggero, quindi mi tranquillizzo un po'.
- È il tuo momento- afferma il coach. Mi alzo.
- Chi è il mio sfidante?- gli chiedo.
- Un ragazzo che avevo come allievo quando era bambino. Dopo ha cambiato sport, ma ultimamente viene spesso qui. Magari lo conosci anche, dato che si è dato alla pallavolo-. Aggrotto la fronte, cercando di pensarci. Non mi sembra di conoscere alcun giocatore che fa anche boxe.
- Nell'angolo destro, abbiamo l'aiutante dell'allenatore Kenji: Hajime Iwaizumi!- salgo sul ring e rivolgo un breve cenno di saluto alla folla. Se così la si può definire... È un incontro limitato ai nuovi iscritti o a chi pensa di iscriversi e eventualmente le famiglie dei combattenti, per cui non c'è molta gente.
- Nell'angolo sinistro invece, un ex campione di boxe, che nonostante abbia smesso di gareggiare non ha perso la sua bravura: Shinji Watari!-.
Spalanco gli occhi e mi volto di scatto. Quando vedo il ragazzo salire sul palco, non ho più dubbi: capelli tinti di biondo, aria incazzata... Mi fa saltare i nervi.
È venuto a qualche allenamento, l'anno scorso; ha provato a sfidarmi, e l'ho sempre battuto. Non si trovava bene con la squadra, così ha iniziato a venire un po' quando gli capitava; in questi giorni mi sembrava che qualcuno l'avesse visto nei dintorni della palestra. Che sia qui per cercare un'ennesima vittoria?
- Bene ragazzi; mi raccomando, un incontro leggero e pulito. Pronti... Via!-. Altro che leggero... Watari è scattato appena è partito l'incontro. Vedo il suo pugno arrivarmi incontro velocemente, ma lo schivo e contrattacco con un altro pugno, colpendolo leggermente.
- Iwaizumi ha già messo a segno un colpo! Vediamo velocemente quello che è successo- l'arbitro ci fa cenno di fermarci. Mentre osservo la folla, rapita dalla sua spiegazione, sento una voce stranamente familiare provenire da fuori la palestra. Tendo l'orecchio.
- Io esigo di entrare- spalanco gli occhi: Oikawa?
- Si, l'hai già detto- borbotta un'altra voce. Dev'essere uno di quelli assunti come buttafuori per questa serata.
- Lasciatemi andare: voglio solo vedere se il mio migliore amico è lì dentro-. Che diavolo sta facendo quell'idiota?
- Se non sei un familiare o un aspirante, non posso farti entrare-.
- Voglio solo dare un'occhiata-.
- Non puoi... Hey, fermo!- il volto di Oikawa compare sulla soglia della porta. Ci guardiamo per un attimo negli occhi e sento il mio cuore perdere un battito. Poi qualcuno lo afferra, trascinandolo fuori.
- L'incontro può ricominciare!-. Vedo il pugno arrivare con la coda dell'occhio e lo schivo. Sferro a Kyotani un calcio più potente del necessario, poi mi fiondo giù dal ring.
- Hey, dove stai andando?- urla qualcuno. Lo ignoro e mi faccio velocemente largo tra la folla. Idiota idiota idiota... Perché lo sto facendo? Probabilmente, se n'è andato per la delusione. Però...
Mi fiondo fuori: Oikawa è tenuto fermo contro un muro da due uomini e si sta dimenando nel tentativo di liberarsi; un terzo buttafuori è fermo e cerca di calmarlo a parole, ma non sta funzionando molto bene.
- Ragazzi è con me, lasciatelo- intervengo, avvicinandomi. Il buttafuori deve avermi riconosciuto perché ordina ai suoi amici di lasciarmi andare. Vado verso Oikawa, che ha smesso di muoversi ed è rimasto fermo contro il muro, con la testa china.
- Che ci fai qui?- gli chiedo, fermandomi di fronte a lui.
- Me ne vado- afferma. Fa un passo ma di volta e storce la bocca in una smorfia di dolore. Guardo in basso, e noto che la sua caviglia è leggermente gonfia.
- Merda...- sussurro.
- Riesci a camminare?- gli chiedo.
- Si- fa un altro passo, e un'altra smorfia.
- Fermati- sbuffo, andando davanti a lui. Mi chino leggermente.
- Forza, sali- gli dico, voltando la testa.
- Non torni al tuo incontro?- mi chiede, alzando leggermente la testa.
- E da quando un incontro è più importante di te?- borbotto. Lui arrossisce leggermente e assume un'espressione sorpresa.
- Forza idiota; andiamo a casa- gli dico.
Me lo carico sulle spalle e lui mi mette le braccia attorno al collo per reggersi meglio.
- Sei pesante- mi lamento, ignorando la sensazione che sta crescendo nel mio corpo.
- E tu sei comodo, Iwa-chan- mormora lui, fin troppo vicino al mio orecchio. Spero non abbia rotato il rossore sulle mie guance... Il calore. Si, è solo perché fa caldo. Non è per... Quello che provo.
- Non ti ci abituare-.
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