Capitolo 9: Processo a un Soggetto Pericoloso
«Paura?»
Ive sbuffò. Quell'Auror, Yeaker, già non lo sopportava. Aveva continuato a stuzzicarla da quando l'aveva tirata fuori dalla cella in cui l'avevano tenuta la settimana precedente, ai livelli più bassi del Ministero della Magia.
«No»
Rispose, mentre superavano un gruppetto di maghi in un corridoio stretto e dal soffitto alto.
«Allora è vero quello che si dice sui Serpeverde»
«Cosa?»
«Che sono stupidi quanto i Grifondoro» la stretta di Yeaker si fece più salda sui suoi avambracci, legati dietro la schiena da un incantesimo, e la sua testa apparve sopra la spalla di Ive, a sussurrarle all'orecchio «Insomma, stai per essere messa sotto processo, senza un avvocato, con una testimoni e prove incontestabili della tua colpevolezza»
Ive in realtà neanche sapeva di cosa la stessero accusando di preciso, ma aveva una mezza il idea del perché si trovasse lì. Sapeva che il Ministero si era trovato parecchi impicci con il ritorno ufficiale di Voldemort, e di certo arrestare una che faceva di cognome Lestrange avrebbe fatto scalpore, e avrebbe dato ai maghi l'impressione di star facendo qualcosa per combattere la minaccia. Tuttavia in quei giorni Ive non aveva visto nessuno girare con edizioni della Gazzetta del Profeta che riportavano uno sua fotto sotto un grande titolo accalappia-lettori in prima pagina, ma si era fatta un'idea anche su questo. Più tardi la notizia del suo arresto sarebbe stata diffusa, più tardi anche Silente lo sarebbe venuto a sapere, meno sarebbero state le possibilità dell'anziano preside di Hogwarts di interferire, e al Ministero invece prima o dopo non cambiava niente, in ogni caso avevano tolto dalla circolazione 'la pericolosa figlia dei ben noti criminali latitanti, Bellatrix e Rodulphus Lestrange, tra i più fedeli servitori di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato'. Un piano perfetto per tutti, insomma, tranne che per Ive, che si ritrovava a dover affrontare questo ridicolo processo. Sperava solo che Tonks avesse dato l'allarme quando era arrivata davanti alla porta di casa e non l'aveva trovata, e che l'Ordine riuscisse a rintracciarla.
Si fermarono in un piccolo atrio a pianta circolare, con le pareti nere lucide e il soffitto ancora più alto del corridoio. Quel posto le ricordava vagamente la strada che avevano fatto per raggiungere l'Ufficio Misteri, appena pochi mesi prima. Yeaker rimase dietro di lei, ad appena pochi centimetri di distanza. E Ive gli pestò un piede. Per nessun motivo in particolare, se non per il fatto che le stava davvero parecchio antipatico. E perché le aveva appena detto che era stupida come un Grifondoro e non poteva assolutamente accettarlo.
Non l'avesse mai fatto. Yeaker l'afferrò con violenza per le spalle e in meno di un secondo Ive si ritrovò schiacciata con la schiena contro il muro e una bacchetta puntata alla gola. Yeaker era di fronte a lei e la inchiodava con uno sguardo deciso e la mascella contratta. Un paio di maghi che passavano in un corridoio lì accanto sobbalzarono e si voltarono a guardarli per qualche secondo. Ive sbuffò un sorrisino divertito e lui rispose con sospiro e alzò gli occhi al cielo.
«Credevo stessi provando a scappare»
Disse abbassando lo sguardo.
«Si lo avevo notato» Ive storse il naso in un'espressione derisoria, per un attimo le sembrò di tornare a quando prendeva in giro qualche idiota che la infastidiva a scuola «Ma neanche una Serpeverde come me è così stupida da tentare la fuga senza bacchetta in un angolino sotterraneo del Ministero pieno zeppo di Auror. Era solo una piccola vendetta. Non credevo che l'avresti presa così sul serio»
Yeaker si raddrizzò, indossando una faccia fiera e professionale.
«Un bravo Auror pensa sempre al peggio e lo previene»
«E chi sarebbe il brao Auror in questione?» fece finta di guardarsi intorno «Tu?»
«Guarda che io ero il primo della mia classe all'addestramento Auror, ed anche il più giovane. Dicono che prima o poi avrò la direzione dell'Ufficio»
«Ah si? E mandano il primo della classe a fare da balia ad una ragazzina che hanno arrestato tanto per salvarsi la faccia?»
«Guarda che sei considerata un soggetto pericoloso tanto che -»
«E sono onorata di tale titolo»
«... hanno deciso di affidare il caso che ti riguarda a Hawkins, che è un pezzo grosso dell'Ufficio Auror»
«Il tizio pelato che si veste male? E perché non l'avevo mai sentito nominare?»
«Oh andiamo, ma che ne sai tu, insulsa ragazzina, di Auror!»
«Ehm... ti ricordo che io lavoro con gente come Malocchio Moody»
«Si, un burbero decrepito paranoico, che vede minacce ovunque»
«Un burbero decrepito paranoico che ha fatto fuori più maghi oscuri di quanti tu soltanto ne conosca e probabilmente ne conoscerai in vita tua. E poi com'è che hai detto? "Un bravo Auror pensa sempre al peggio e lo previene"»
Ive aveva come la sensazione che nemmeno Yeaker apprezzasse più tanto la sua compagnia. Per fortuna furono interrotti: una porta si aprì, cigolando, e si affacciò l'altro Auror, Hawkins, con il suo testone pelato e la sua camicia color troll. Lanciò un'occhiataccia a Ive e fece un cenno con la testa al ragazzo.
«Scorta la sospettata dentro»
Gli disse in tono pragmatico e sparì di nuovo all'interno.
«Si, signore»
Disse Yeaker in tono più che ironico, quando fu certo che Hawkins non poteva sentirlo.
«Uh... il primo della classe e futuro capo dell'Ufficio Auror si fa comandare a bacchetta»
Fece invece Ive in tono derisorio. Yeaker non rispose, le lanciò un'occhiataccia, l'afferrò per un braccio e la strattonò verso la porta. Dentro la stanza era pieno di gente. Una cinquantina di maghi in divisa color prugna se ne stavano appollaiati su una struttura di legno a gradoni, appoggiata alla parete opposta rispetto all'entrata. Al centro, seduta a una cattedra occupata da pile ordinate di pergamene e boccette di inchiostro allineate lungo il bordo, c'era una strega di mezza età la cui espressione suggeriva che stesse pensando qualcosa tipo "Togliamoci di mezzo anche quest'altra faccenda e poi si può tornare a casa a leggere riviste di gossip". Subito dietro, la testa che sbucava accanto a quella di lei, c'era quello che Ive riconobbe come il nuovo Capo dell'Ufficio Auror, Leanna Johnson, che aveva preso il posto di Scrimgeour dopo che lui era diventato Ministro della Magia. Era una tipa a posto, almeno Ive credeva, sua figlia, Angelina Johnson era al suo stesso anno ad Hogwarts, e nonostante la rivalità dovuta al fatto che Angelina fosse nella squadra di Quidditch di Grifondoro non c'erano mai stati problemi. Non che Ive sperava che quello avrebbe potuto giocare a suo favore, sapeva benissimo che tutto quel processo era solo una formalità da concludere in fretta e che nella testa del Ministero lei era già chiusa ad Azkaban.
La giudice diede un colpetto ad una campanella e i maghi del Wizengamot seduti sui gradoni smisero di chiacchierare fra loro. Quelli che stavano in piedi in giro presero posto, e altri che non indossavano la divisa del tribunale lasciarono la stanza. Anche Hawkins stava andando a sedersi, accanto alla Johnson rivolgendole un cenno rispettoso. Così, quando la porta venne richiusa, in piedi c'era solo Ive, accompagnata da Yeaker. Lui la trascinò al centro della stanza e la fece sedere su una grossa sedia in legno grezzo. Poi le bloccò i polsi a delle manette di ferro scuro attaccate ai braccioli.
«Addirittura»
Borbottò lei.
«Te l'ho detto» ribatté lui chiudendo il meccanismo a sinistra «Sei considerata un soggetto pericoloso. Altrimenti perché credi che avrebbero scomodato il Wizengamot per una ragazzina?» fiì di chiudere anche a destra e poi estrasse la bacchetta, sussurrò qualcosa a voce così bassa che Ive nemmeno sentì, nonostante fosse abbastanza vicino. «E cerca di non fare altri scherzi come quello di prima»
Disse poi. Ive ghignò.
«Che c'è? Il primo della classe ha paura di fare una brutta figura davanti al Capo dell'Ufficio?»
Ancora una volta lui non rispose e le scivolò di lato. Ive lo osservò posizionarsi a pochi passi dalla sedia, seminascosto dalle ombre della stanza. Poi la giudice diede di nuovo un colpetto alla campanella e dovette voltarsi.
«Quarto processo a Mago Oscuro del giorno 24 agosto.» esordì la donna. Si mise un paio di piccoli occhiali sul naso e sfogliò le pagine di documenti che aveva davanti a sé sulla cattedra «L'imputata, Ive Lestrange, a seguito di accurate indagini svolte da inviati dell'Ufficio Auror, è accusata di collaborazione con Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, con una serie di aggravanti dovuti allo svolgimenti di attività illecite in suo favore» proprio come Ive aveva immaginato, pensò. La rabbia le risalì lungo lo stomaco, ma rimase in silenzio. «Chiamo al banco Leanna Johnson, Capo dell'Ufficio Auror, per specificare i termini dell'accusa e le prove a carico dell'imputata»
La signora Johnson si schiarì la gola, e diede anche lei un'occhiata a dei fogli che teneva in mano.
«Negli ultimi due mesi l'Ufficio Auror ha portato avanti un'indagine accurata sulla signorina Lestrange e sui suoi crimini. In particolare il co-Dirigente del Sottodipartimento di Infiltraggio e Spionaggio, l' Auror Robert Hawkins, si è occupato di seguire e documentare le attività illecite svolte dalla signorina Lestrange nel sopra citato periodo di tempo. Abbiamo motivo di ritenere l'imputata un soggetto pericoloso, incline alla violenza, che svolge attività di persecuzione che spesso sfociano in situazioni di pericolo dei civili. Nella giornata di oggi abbiamo inoltre ricevuto una testimonianza importante, che lega in maniera inequivocabile la signorina Lestrange a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Secondo questa testimonianza la signorina Lestrange avrebbe avuto una parte nella messa in atto di un piano segreto, due anni fa, durante lo svolgimento dei Torneo Tremaghi, con lo scopo di restituire a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato la sua forma umana e il potere che perse alla fine della Prima Guerra Magica»
E quello come accidenti facevano a saperlo? Ive andò nel panico, aggrottò le sopracciglia e il suo sguardo vagò per la stanza mentre nella sua testa cercava qualche appiglio. Ma era lì, sola, se non per quell'Auror insopportabile fermo con le braccia incrociate dietro di lei.
«Bene. Ora che l'Ufficio Auror ha esposto i capi d'accusa, signorina Lestrange, vuole dire qualcosa?»
Ive sapeva che le avrebbero fatto quella domanda, che l'avrebbero illusa di avere una possibilità per difendersi. E sapeva che era, appunto, solo un illusione. Che qualsiasi cosa avrebbe detto il Ministero aveva già deciso quale sarebbe stato l'esito di quel processo. Quindi aveva programmato di non dire niente, di ascoltare le accuse, mordersi la lingua sentendo le baggianate che elencavano sul suo conto se necessario, e accettare la sua sorte. Ma non aveva programmato che il Ministero sapesse tutte quelle cose. E adesso voleva sapere come fosse possibile.
«Buongiorno, signora. O buonasera, mi perdoni ma ho passato l'intera settimana qui sotto al buio e non ho idea di che ore siano.» iniziò, parlando lentamente «In realtà si, vorrei dire qualcosa. Chiedere qualcosa, anzi. Il Capo dell'Ufficio Auror ha accennato a una testimonianza. Mi piacerebbe conoscerne la fonte.»
La giudice roteò gli occhi annoiata.
«Signora Johnson»
«La nostra fonte è una persona interna al Ministero della Magia, e allo stesso Ufficio Auror, in cui abbiamo ragione di riporre grande fiducia e perciò la sua testimonianza può essere ritenuta più che attendibile. Questa persona è Ellen Jones, Amministratrice dell'Ufficio Auror»
Gli occhi di Ive scattarono verso la donna che si stava alzando alla destra di Hawkins. Come diavolo aveva fatto a non riconoscerla? Ellen Jones, la madre del suo ormai ex-amico Benjamin Jones, la guardò con sguardo cadente ma sicuro sotto la frangia bionda, il mento alto e la schiena dritta.
«Buongiorno, giudice LeChantes» disse, e le labbra tinte di bordeaux scoprirono leggermente i denti in un sorriso rivolto alla giudice. Poi si fece seria e indurì la mandibola «Vi riporterò i fatti così come li sono venuti a sapere da mio figlio Benjamin appena poche ore fa» la sua voce era come Ive la ricordava, era ferma e stabile, ma la signora Jones non urlava, riusciva comunque a parlare melodiosa. «Due anni fa mio figlio e la signorina Lestrange frequentavano il sesto anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e la Scuola ospitava il prestigioso Torneo Tremaghi, evento di importanza cruciale nella gestione dei rapporti con i ministeri magici esteri. Fu allora che Barty Crouch Jr., noto Mangiamorte della cerchia più intima del Signore Oscuro, penetrato a Hogwarts nelle vesti di Alastor Moody, contattò la signorina Lestrange e la reclutò per assisterlo nello svolgimento del suo piano per riportare in vita l'Oscuro Signore. La signorina Lestrange si trovava nel luogo il cui sono stati portati Harry Potter e Cedric Diggory, era stata mandata lì per controllare che tutto fosse a posto, e poi tornare in dietro e riferire tutto a Barty Crouch Jr. E, naturalmente, per ricevere il Marchio Nero, che ha avuto il buon senso di nascondere subito dopo.» Ellen rifilò a Ive un'occhiata di traverso. «Ma che, se lo desiderate giudice, posso mostrarvi con un semplice incantesimo»
«Procedi, Ellen»
Si limitò ad annuire la giudice, con il tono di chi sta recitando un copione che non lo entusiasma troppo.
«Bene. Alex, ragazzo, per favore, libera il braccio sinistro della signorina Lestrange» disse la signora Jones, la voce musicale persino nel dare ordini «E, mi raccomando, rimani più vicino, certo non vogliamo che la signorina Lestrange si lanci in qualche disperato tentativo di fuga. Oh, perdonami cara Leanna, non avevo intenzione di recarti offesa prendendo il comando anche in tua presenza»
«Non preoccuparti, Ellen»
Nel frattempo Yeaker si era riavvicinato a Ive e si era inginocchiato accanto al bracciolo sinistro della sedia.
«Alex?» fece lei «Non mi pare tanto un nome da grande capo. Piuttosto da ragazzino idiota»
Lui sbuffò mentre mormorava una serie di incantesimi.
«Procederai a stuzzicarmi ancora a lungo?» sussurrò, a denti abbastanza stretti perché nessuno riuscisse a notare che le stava parlando «La tua non è esattamente la posizione di chi può mettersi a pensare a stupidaggini del genere. Dovresti concentrarti sulla tua difesa, o altrimenti essere disperata per la sorte che ti toccherà.»
Ive ridacchiò.
«A dire il vero stuzzicarti mi distrae dalla mia sventura»
«Non puoi considerarla sventura se sei stata tu stessa a provocarla»
«Ti darei ragione ma poi il mio orgoglio rimarrebbe profondamente ferito. E se c'è una cosa che noi Serpeverde abbiamo in comune con i Grifondoro non è la stupidità, ma che ci teniamo al nostro orgoglio.»
Intanto Yeaker aveva sbloccato il meccanismo accanto al polso sinistro di Ive, e ora lei poteva muovere liberamente i braccio. Ellen scese lentamente i gradini che la separavano da terra (prima stava seduta al secondo livello della struttura in legno), ma non si avvicinò al centro della stanza.
«Alex, sollevale la manica, per favore»
Ordinò ancora Ellen, e Yeaker afferrò il polso di Ive con una mano e con l'altra l'orlo del mantello. Ive guardò la stoffa scivolarle lungo l'avambraccio, rivelando la pelle bianca. Ellen non lo pronunciò nemmeno l'incantesimo, come se ci fosse stato il bisogno di ribadire ancora quanto fosse potente usando un incantesimo non verbale. Ive avrebbe voluto poter dire di essere rimasta impassibile, di essere stata forte e di non aver battuto ciglio e di aver sbattuto in faccia a tutto il Wizengamot quanto fosse tosta la sua di faccia. Ma i peli subito le si rizzarono e una scossa elettrica le attraversò tutto il corpo e la costrinse a chiudere forte gli occhi. Sentì una penna infuocata disegnarle sinuose spire di serpente sul braccio, e a mano a mano che passava si lasciava dietro una scia di dolore lacerante. Quando l'ultimo tratto fu tracciato, quando rimase solo lo strascico di quel bruciore, Ive aprì gli occhi e sotto il suo sguardo, al posto del candore della sua carnagione c'era un freddo disegno di teschio vuoto, e un serpente d'inchiostro scuro che strisciava tra le sue cavità.
Ive prese coraggio, e alzò gli occhi sul tribunale davanti a sé. Avevano tutti un'espressione poco più che disinteressata, Ellen Jones accennava un sorriso soddisfatto.
«Come volevasi dimostrare, la qui presente signorina Lestrange porta sul braccio il Marchio Nero simbolo del Signore Oscuro, il premio conferitole dal Signore Oscuro stesso per aver portato a termine la sua missione. Un premio che la signorina Lestrange ricevette quella stessa notte, della prova conclusiva del Torneo Tremaghi, del ritorno di Voldemort e dell'assassinio dello studente del sesto anno di Hogwarts Cedric Diggory, altro crimine di cui l'imputata è complice. Un posto d'onore all'interno della sua cerchia ristretta, proprio tra i suoi cari genitori, Bellatrix e Rodulphus Lestrange, come in una particolare cruenta foto di famiglia.» si scostò la frangia da davanti agli occhi con un gesto del capo e guardò la giudice «Giudice LeChantes, direi di aver servito una testimonianza tale da poter dichiarare la signorina Lestrange colpevole oltre ogni dubbio...»
La giudice sbatté le palpebre un paio di volte e diede un finto colpetto di tosse.
«Ehm, certo...» si risistemò gli occhiali sul naso «Signorina Lestrange, desidera fornire una qualche prova o testimonianza a contrastare le accuse?»
Ancora una volta Ive aveva ascoltato in silenzio. Ma quel silenzio non sarebbe durato a lungo; se doveva finire ad Azkaban, voleva fare il più casino possibile prima. Ghignò.
«Solo io...» disse alzando la testa, a voce alta, in modo da zittire alcuni maghi del Wizengamot che si erano messi a bisbigliare «Solo io vedo l'evidente contraddizione in tutto ciò?»
La giudice assottigliò lo sguardo.
«Signorina Lestrange, sta forse cercando di negare l'evidenza delle prove forniteci dalla signora Jones? In tal caso è pregata di fornirci a sua volta una prova o una testimonianza di ciò altrimenti eviti di farci perdere tempo con inutili tentativi di farsi scagionare»
«Oh no, assolutamente non mi permetterei mai» Ive sorrise, tirò fuori uno di quei sorrisi grandi e aperti, con i denti in bella vista e una scintilla nello sguardo «Non sono solita mentire e, sa, tutto quello che la signora Jones ha detto è vero. Merlino, non tutto, in realtà, c'erano delle imprecisioni, ma sono dettagli che credo di poter etichettare come trascurabili ai fini di ciò che vorrei dire. Vede signora, ciò che trovo profondamente strano è qualcosa che non ha a che fare con me o con le mie azioni passate, o con le prove che la signora Jones fornisce di esse. La cosa che trovo strana, anche buffa in un certo senso, è che la signora Jones si trova qui oggi, a portare testimonianze e prove a favore dell'accusa di essere una Mangiamorte che grava sulle mie spalle, ma poi in realtà ella stessa è una Mangiamorte.»
Oh si, l'aveva fatto. E il risultato fu quello che si aspettava. Ellen Jones era una delle figure più rispettate del Ministero della Magia, persino il suo capo sembrava intimorito da lei, la lasciava prendere il comando e la guardava svolgere il suo compito con ammirazione. E Ive l'aveva appena accusata di essere una spia di Voldemort.
I maghi del Wizengamot presero a sussurrare tra loro e la giudice si accigliò. Ellen non fece una piega, come Ive si aspettava.
«Si rende conto dell'oltraggio da lei appena formulato con quest'accusa, signorina Lestrange?»
«Oltraggio?» fece Ive, mettendo su un'espressione da ragazzina sprovveduta «Io ho semplicemente riferito la verità»
Ellen sbuffò una risatina amara.
«Oh andiamo.» disse, senza perdere sicurezza «È solo una ragazzina. Una ragazzina astuta e molto pericolosa, ma sempre una ragazzina. E ragazzini quando non sanno come difendersi sparano accuse senza senso»
«Accuse senza senso, Ellen?» intervenne subito Ive, provocandola. Puntò lo sguardo su di lei e Ellen ricambiò, aggrottando la fronte, per la prima volta accennando a un vago timore. Aveva capito cosa Ive stava facendo, tutti la rispettavano al Ministero, ma le voci sarebbero girate e spesso le voci hanno la meglio su qualsiasi fiducia, e avrebbero smesso di raccontarle certe cose per sicurezza, e piano piano Ellen avrebbe avuto sempre meno potere. «Se le mie accuse sono senza senso allora spiegami: come mai ti riferisci a lui chiamandolo come fanno tutti i suoi seguaci, Signore Oscuro»
Ora c'era silenzio, ma Ive percepiva la tensione degli sguardi che i maghi e le streghe si lanciavano.
«Mi pare un po' debole come accusa»
«Lo è» intervenne la signora Johnson «Ma ci tengo comunque a dare una spiegazione, giudice LeChantes, per mettere a tacere ogni dubbio. Ellen ha avuto uno dei compiti più difficili e pericolosi durante la prima Guerra Magica e ha adempito ad esso eccellentemente uscendo viva da situazioni in cui molti altri avevano fallito, e dimostrando la sua indiscutibile fedeltà al Ministero e all'ordine degli Auror. È stata una spia per conto del Ministero all'interno della cerchia di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e ha dovuto adattarsi allo stile di vita e al modo di parlare dei Mangiamorte per rendere efficace la sua copertura. Questo è sufficiente a risolvere i suoi dubbi signorina Lestrange?»
Ive sbuffò un sorriso. Certo come no, la prima Guerra Magica è finita quindici anni fa e lei ancora ha l'abitudine?
«Oh non ho dubbi che la signora Jones fosse una spia.» disse piano «Così come non ho dubbi sul fatto che lo sia tutt'ora. Sa, signora Johnson, credo che però si sia confusa in quell'altra parte... com'è che era? "Per conto del Ministero". Non credi anche tu, Ellen? Prima hai detto che è stato Benjamin, tuo figlio, a raccontarti tutto, perché io l'avevo raccontato a lui in quanto mio migliore amico» ridacchiò, una nota amara e una derisoria nel suo tono «Io a Benji non avevo raccontato proprio niente. Sei brava a mentire, Ellen, però suvvia di' la verità. Non eri presente quella notte, nel cimitero, perché era una mossa troppo affrettata presentarsi, non potevi rischiare che il tuo nome e la tua fama al Ministero venissero contaminati da voci screditanti. Però questa storia te l'ha raccontata lui stesso, vero? Il tuo caro Signore Oscuro, la prima volta che ti sei presentata con la coda tra le gambe da lui, quando hai capito che era tornato sul serio e che più avresti fatto ritardo più pesante sarebbe stata la tua punizione. E lui ti ha affidato un compito, no? Liberarti della ragazzina che si era unita a lui e poi lo aveva tradito. E tu non sei una che punta la bacchetta alla testa e scaglia una Maledizione Senza Perdono, tu sei più subdola e quindi hai-»
«Basta così» la giudice LeChantes diede un paio di colpetti sulla cattedra con la mano «Questi discorsi non sono pertinenti alla questione discussa oggi in in quest'aula, perciò la invito a tacere signorina Lestrange. Se tutti gli interventi sono conclusi, siamo pronti a pronunciare la sentenza. In virtù della testimonianza di Ellen Jones, della schiacciante prova rappresentata dal marcio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, e di tutte le documentate azioni sotto copertura condotte dall'Auror Hawkins e dal suo assistente Yeaker, la mia proposta è una condanna alla reclusione ad Azkaban fino a contrario ordine. Chi è favorevole a tale condanna?»
C'è bisogno di dirlo? Tutte le mani della giuria si sollevarono. Che pagliacciata, quando hanno programmano questa roba nemmeno si sono preoccupati di renderla realistica e raccomandarsi che qualcuno votasse in mia difesa...
Il Wizengamot venne congedato e tutti si alzarono e il rumore dei passi e dei vari maghi che chiaccheravano fra loro riempì la stanza scura. Dopo un cenno della signora Johnson, Yeaker si riavvicinò a Ive e le liberò anche l'altra mano dalla manetta della sedia, soltanto per poi legarle nuovamente i polsi dietro la schiena.
«Hai la lingua lunga»
Le bisbigliò, provocatorio, mentre la scortava verso la porta. Fuori li accolse un addetto del Ministero incaricato di fare la guardia alla porta. Si sono proprio impegnati per far sì che la notizia del mio arresto non si diffonda prima che io sia ad Azkaban e loro siano sicuri che Silente non possa aiutarmi.
«Non mi piacciono le ingiustizie, almeno non quelle che mi riguardano.» Yeaker la trascinò per infiniti corridoio rivestiti di piastrelle nere lucide, finché arrivarono alla cella dove Ive era stata per tutta la settimana precedente. «Credevo di dover andare ad Azkaban»
Disse confusa.
«Potevo sorvolare finché era solo il fatto che non avessi paura, ma addirittura avere fretta di andare ad Azkaban mi pare esagerato, Lingua di Serpe» aprì la cella con nonchalance e le diede una spintarella dentro «Comunque verrà a prenderti qualcuno appositamente incaricato. Insieme a un paio di Dissennatori»
«Addirittura»
«Te l'ho detto, te l'ho ripetuto, e te lo ripeterò ancora: sei considerata un soggetto altamente pericoloso, Lingua di Serpe»
«Com'è che mi hai chiamata?»
«Lingua di Serpe»
«Ecco, non farlo più»
Yeaker fece un sorrisino storto.
«Beh allora ci si vede in giro, Lingua di Serpe»
Ive assottigliò gli occhi, mentre lui faceva per andarsene, mantenendo tuttavia la testa girata verso di lei per provocarla con lo sguardo.
«Sono molto dispiaciuta che non sarai tu stesso a scortarmi ad Azkaban, mi sarebbe piaciuto pestarti anche l'altro piede»
...
Adoro troppo sto capitolo uwu non vedevo l'ora di pubblicarlo.
(Mado' se solo penso che devo rimettermi a scrivere adesso se voglio continuare ad aggiornare una volta a settimana 💀🫠)
Non l'ho riletto ma sicuramente ci sarà uno switch assurdo rispetto a quelli prima perché quelli li avevo scritti quasi tutti l'hanno scorso questo no (me li ricordo bene l'ho scritto tipo a Natale ed ho dovuto distribuirmelo per una settimana perché mi rompevo le scatole a scrivere tutte quelle robe giuridiche. Però mi gasano troppo tutto quei battibecchi con Yeaker – a proposito tenetelo bene a mente lui– e Ive bad bitch che manda in crisi il ministero)
E nienteh
Alla prossima settimana. (Se tutto va bene)
Bye
bosko~
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