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Capitolo 7: Sette Tazze di Tè

Era scappato.

Ive sbuffò, aveva lanciato di nuovo quella polvere strana ed era scappato. C'era stato un tossicchiare generale e quando il fumo di era dissolto Tonks era andata ad aiutare Testerweel a rialzarsi. Aveva provato a fargli qualche domanda, ma lui non voleva collaborare, aveva balbettato tremando risposte in monosillabi ed era sgusciato via con una scusa.

«Accidenti» sbuffò Tonks, sventolandosi una mano davanti la faccia per scacciare il fumo «Alla riunione di sta sera Malocchio ce la farà pagare per questo»

In effetti la reazione di Moody non fu molto tranquilla.

«Ve lo siete fatto sfuggire, di nuovo

Grugnì appoggiandosi in avanti sul tavolino da salotto della Tana. La sua voce risuonò in un silenzio piuttosto imbarazzante. Tutti gli sguardi si posarono curiosi sulle due ragazze,in piedi davanti al tavolino, di fronte a Moody. Non c'era nemmeno Silente, notò Ive, che avrebbe potuto alleviare quella sfuriata. Rimase a testa bassa, facendo di tutto per non incontrare lo sguardo del rinomato Auror, la vergogna che le gorgogliava sotto la pelle. Tonks invece prese la sgridata in tutt'altro modo e si mise a discutere animatamente con Malocchio.

«Si»

Tonks sbuffò, mentre chiudeva gli occhi e si passava una mano tra l'attaccatura del naso e l'inizio delle sopracciglia. Non era da lei, di solito quando discuteva (e con Ive era capitato spesso in quei mesi di convivenza, quindi poteva definirsi esperta in materia) era incredibilmente testarda, ti parlava sopra, e tirava fuori tutte le scuse possibili. Ma ormai Ive aveva iniziato a non stupirsi del comportamento così poco-Tonks di Tonks in quelle ultime settimane.

«Ce lo avevate in pugno e ve lo siete fatte sfuggire... Qual è» disse Malocchio tra i denti «la prima regola di una copertura?»

Tonks sospirò «Era un'emergenza» disse con aria stanca «Dovevamo intervenire e-»

«Qual è la prima regola?»

«Mai far saltare la copertura» sbuffò Tonks «Però la situazione stava diventando critica. Non potevamo fargli ammazzare quel tipo, poteva esserci utile, potevamo tirargli fuori qualche informazione su Connor.»

«Beh non mi pare l'abbiate fatto.» sentenziò Moody asettico «È scappato. Ha gettato quel fumo come diversivo e vi ha seminate piuttosto facilmente. Ah e per la cronaca avreste dovuto prevederlo dato che era già la seconda volta che usava questo trucco»

«Come ti pare» Tonks scosse la testa per scrollarsi la frangia dal viso. «Molly, se non ti dispiace vado a prendere un bicchiere d'acqua»

«Figurati cara, ma non serve che ti alzi, accio

«No, tranquilla. Me lo vado a prendere alla babbana, preferisco. Così prendo anche un po' d'aria»

Si lanciò un'occhiata dietro, talmente veloce che Ive non riuscì a capire a chi dei presenti fosse rivolta, e si avviò nel corridoio.

«Che ragazzina» commentò Moody «Lupin tu che ci dici?»

Ive spostò lo sguardo sul suo ex-professore di Difesa contro le Arti Oscure. Lupin non rispose a Malocchio, aveva lo sguardo perso nella direzione in cui Tonks stava piano piano sparendo.

«Eh?»

Fece quando si accorse di essere stato chiamato.

«Cosa hai ricavato dall'ultimo periodo di spionaggio tra i licantropi?»

Mentre Lupin raccontava, continuando a lanciare occhiate verso la cucina, George, seduto accanto a Ive, la colpì piano con la spalla.

«L'avete combinata grossa»

Lei roteò gli occhi e rispose con una leggera gomitata.

«Non sono le paternali di Moody che mi fanno paura, piuttosto... sono io che vivendoci insieme ho una percezione distorta o Tonks è davvero strana?»

«Uh? In effetti si, ma credevo che fosse la stanchezza del momento»

«No, è così da un po'»

«Hai provato a parlarle?»

«Troppe volte, svia l'argomento»

Lui alzò le spalle.

«Non è da lei»

«Per niente»

...

La Tana cominciò piano piano a svuotarsi dalle undici, quando Malocchio decretò conclusa la riunione. La signora Weasley sembrò subito notare la stanchezza di Tonks, e le offrì una tazza di tè. Tonks non sembrava proprio convinta, ma lei la preparò prima che avesse il tempo di rifiutare. Anche Malocchio accettò volentieri una tisana calda e rimase lì una decina di minuti a chiacchierare di affari del Ministero con il signor Weasley. Ive dal soggiorno, dove era appollaiata sul divano con Tamsin, Fred e George, sentì i due maghi avviarsi verso l'uscio.

«Ah mi ha scritto Silente poco fa» diceva Moody «È andato a prendere Potter, dovrebbe arrivare qui domani»

Nel frattempo dalla cucina, arrivò la signora Weasley, con un vassoio di biscotti.

«Grazie mamma!»

Esclamarono insieme i gemelli, allungando subito le mani.

«Che maleducati, fatene prendere prima agli ospiti» Li rimproverò lei mentre appoggiava il vassoio sul tavolino del soggiorno, cercando di evitare i vari articoli di giornate impilati in un angolo. «Sembra che non mangiate da secoli! Ma che dico, probabilmente non mangiate davvero da secoli, visto che da soli non siete in grado nemmeno di scaldare una fetta di pane! Ah quanto mi dispiace che ti ritrovi a vivere con questi due sciagurati, Tamsin caro!»

I gemelli rotearono gli occhi, mentre Tamsin e Ive trattenevano una risata.

«Sempre molto gentile mamma»

«Ti vogliamo bene anche noi»

Seguì una sessione di domande e risposte madre-figli in cui Ive si sentì decisamente di troppo e si accostò un po' di più a Tamsin per chiacchierare sottovoce con lui. Poi Fred annunciò che era ora che anche loro tornassero a casa. I tre ragazzi abitavano insieme, Tamsin le aveva raccontato che nel frattempo che aspettava di poter aprire una sua libreria si era trovato un posto al Ghirigoro e i gemelli gli avevano offerto ospitalità.

«Ci accompagni?»

Le chiese Tamsin e Ive annuì. Non ne aveva particolarmente voglia, era stanca, parecchio stanca, cominciava a sentire la pesantezza della giornata sulle spalle e l'ultima cosa che desiderava era stare ancora in compagnia, ma magari Molly con un'altra tazza di tè e qualche biscotto particolarmente buono dei suoi riusciva a convincere Tonks a dire qualcosa sul perché stava così. Si alzò faticosamente dal divano e li seguì fuori dalla porta.

I tre ragazzi camminavano avanti e lei subito alle loro spalle, chiacchieravano di qualcosa, ma Ive non li ascoltava, aveva il cervello scarico e riusciva a mala pena a bruciare le energie necessarie a camminare, seguire pure una conversazione era fuori discussione. E poi era troppo persa a ripensare agli strani sguardi tra Tonks e Lupin.

«Non è vero, Ive?»

Alzò la testa, sentendosi chiamare, e sbatté un paio di volte le palpebre.

«Eh?»

«Ecco appunto»

Fred roteò gli occhi.

«Cosa?»

«Stava dimostrando a Tamsin che non ci stavi ascoltando e che poteva insultarti quanto voleva»

Rispose George e Ive sbuffò.

«Quanto ancora manca per arrivare al punto di smaterializzazione?»

Chiese poi Ive. Cominciava a sentirsi uno zombie.

«In realtà siamo arrivati» Tamsin si era fermato poco più avanti e si era voltato verso di loro. «Siamo abbastanza lontani»

Lanciò un'occhiata alla silhouette della Tana, il cui tetto rosso spiccava nel buio della notte, riflettendo la luce tenue della Luna.

«Bene» sorrise Fred «Allora ci vediamo in giro»

Salutò Ive con una stretta di mano.

«Sicura di voler tornare da sola?»

Le chiese invece Tamsin e Ive annuì.

«Me la caverò» strascicò lei con un mezzo sorriso «Lancerò un grido se dovessi essere attaccata da qualche gnomo da giardino»

«Ti accompagno per un pezzo»

George, silenzioso e a testa bassa da quando si erano fermati, si era avvicinato a lei.

«E poi torni indietro da solo? Non preoccuparti, vado da sola»

Lui scosse la testa.

«Devo parlarti un attimo»

Ive sospirò. E ora doveva rinunciare anche a quei dieci minuti di solitudine. Ripresero il sentiero verso la Tana, se sentiero si poteva chiamare. In realtà stavano camminando in mezzo ad alte piante, simili a fili d'erba troppo cresciuti, spostandole con le mani per farsi strada. L'unica somiglianza con un sentiero era data dal fatto che ci erano passati tante volte che i fusti delle piante ormai si inclinavano quasi da soli per farli passare. George non diceva nulla. Ive gli lanciò un'occhiata. Probabilmente aveva solo bisogno che iniziasse lei la conversazione, che gli chiedesse "Ehi, cosa dovevi dirmi?", ma lei non lo fece. Non aveva voglia di parlare, era così piacevole camminare con solo il fruscio delle piante e il rumore della terra sotto i loro piedi, senza dover pensare a cosa dire.

Alla fine rimasero in silenzio fino alla fine del campo. Sbucarono fuori, nell'aria notturna, a poche decine di metri dalla Tana.

«Io torno dagli altri»

Disse George e lei non ribatté.

«Ciao»

Disse semplicemente, e entrambi si avviarono nelle rispettive direzioni.

...

Quando rientrò nel salotto della Tana al tavolo, accanto a Tonks e Molly, c'era un'altra persona.

«Oh, bentornata» la signora Weasley si alzò subito e si affrettò verso la cucina «Ti preparo una tazza di tè»

«Potter» sorrise Ive. Si avvicinò a grandi passi dal corridoio d'ingresso, sbottonandosi il mantello, e diede a Harry una pacca sulla spalla in segno di saluto. Poi prese posto nella sedia accanto a lui e afferrò uno degli ultimi biscotti nel piatto al centro del tavolo. «Anche quest'anno sopravvivi ai Babbani.»

«Lestrange, adesso prova a dirlo fingendo di non esserne dispiaciuta.»

Ribatté lui e lei sbuffò un altro sorriso.

«Avevo sentito che non saresti arrivato prima di domani mattina»

«Credo che ci abbiamo messo meno di quanto Silente si aspettasse per convincere Lumacorno» scrollò le spalle lui. «E poi è tipo l'una, quindi in teoria è già domani»

Ive lanciò un'occhiata all'orologio, per abitudine, anche se sapeva perfettamente che non vi avrebbe trovato l'ora, perché i Weasley non si smentivano mai, e nemmeno l'orologio riuscivano ad avere normale... Nel corso degli anni la sua opinione e il suo rapporto con la famiglia erano mutati parecchio, ma su una cosa era ancora d'accordo con la sé stessa quindicenne, erano decisamente stran- ehm particolari.

«Luma-chi?»

Chiese aggrottando la fronte.

«Il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Credo. Cioè, un vecchio professore che insegnava quando i miei genitori andavano ad Hogwarts. Silente mi ha portato da lui perché pensava che potessi convincerlo a riprendersi il lavoro e beh pensava bene, ovviamente»

«Merlino, quanto sono contenta di non dover più sopportare nuovi professori di Difesa Contro le Arti Oscure...» sospirò e poi guardò Harry con un'alzata di sopracciglia «Beh, buona fortuna. Anche se peggio dell'anno scorso non credo possa andare. Probabilmente neanche il Signore Oscuro in persona sarebbe peggio...»

Harry accennò un sorriso. Prima che il silenzio potesse farsi imbarazzante la Signora Weasley tornò dalla cucina con una tazza fumante in mano.

«Ecco a te, cara»

«Grazie»

Mentre sorseggiava il tè si accorse che Tonks, invece, aveva appena terminato di bere la sua tazza e la fissava impaziente, le dita che picchiettavano ritmicamente sul tavolo.

«Ne vuoi un'altra tazza Tonks»

«No grazie» Parlò velocemente, quasi non lasciando a Molly il tempo di finire la frase. Non vedeva l'ora di andarsene, probabilmente per andare ad accucciarsi sul divano fino alla mattina successiva, ormai Ive aveva imparato a riconoscere la fretta nel suo sguardo, perché era esattamente la stessa che esprimeva ogni singola volta che uscivano, ovunque andassero, oppure quando Ive provava a parlarle e a cercare di capire cosa avesse. «Direi che le sette che ho già bevuto sono più che sufficienti»

Non appena Ive bevve l'ultimo sorso, senza che avesse nemmeno il tempo di posare la tazza, Tonks si spinse con le mani contro il tavolo e si allontanò con la sedia, con uno stridente rumore di legno contro le mattonelle del pavimento.

«Noi dobbiamo andare» disse, spolverandosi la gonna «Si è fatto tardi»

E sparì nell'ingresso a recuperare il suo mantello dall'attaccapanni. Ive rivolse lo sguardo a Molly, che ricambiò preoccupata.

«Ha qualcosa che non va?»

Harry interruppe il silenzio.

«Sì» Ive gli lanciò un'occhiata «Ma non abbiamo idea di cosa. Ha detto niente?»

Chiese poi alla signora Weasley, che scosse la testa.

«Non dice niente» disse «Sette figli adolescenti e non sono riuscita a cavarle niente»

«Non fartene una colpa» sospirò Ive. Si alzò in piedi e prese l'ultimo biscotto. «Io che ci vivo insieme non sono - »

«Ive!»

«Arrivo» si riallacciò il mantello e sorrise alla signora Weasley «Grazie di tutto, vedrò se riesco a farla parlar. Arrivederci. Potter, mi auguro di trovarti vivo anche la prossima volta»

Entrambi la salutarono, mentre lei attraversava il corridoio d'ingresso, preparandosi ad affrontare Tonks. Non che ci fosse qualcosa da temere, Tonks non era aggressiva e tantomeno spaventosa, ma era incredibilmente testarda, e questo richiedeva, forse, da parte sua una forza d'animo ancora più grande.

...
Buonasssera (buonanotte? Non lo so)

Comincio a pensare che non riuscirò mai a ricordarmi di aggiornare in tempo rip x-x

Che ve ne pare del capitolo? Un poco poco incentrato su Tonks e molto di più su Ive, ma mi piace un acco far incastrare queste sottotrame della storia originale con la storia di Ive e farle combaciare (e comunque si rimedia nel prossimo capitolo dove ci saranno grandi colpi di scena)

Detto questo, buonanotte a tutti

Bye

Boskowj

Uiiii mi piace troppo che il capitolo sette si chiami "sette tazze di tè" giuro che non era programmata la calza e ho buttato un numero a caso

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