Capitolo 24: Al San Mungo
Il vento gelido di dicembre le soffiava i capelli scuri davanti al viso, mentre Ive cercava di portare il suo baule fuori dall'Hogwarts Express senza uscirne morta. Le tornarono in mente tutte quelle volte in cui aveva chiesto ad Edward di portarle per lei e un sorriso involontario le comparve sul volto. Si obbligò a scacciare quei pensieri.
«Ei vedi di sbrigarti!» ringhiò una voce alle sue spalle «Che non ci sei solo tu che devi scendere»
Ive si ricordò uno dei detti Babbani che citava sempre il Signor Weasley aveva qualcosa a che fare con un diavolo ma non ricordava le parole esatte.
«Calmati Smith.» ribatté acida voltandosi «Sai non tutti abbiamo la fortuna di essere dei giocatori di Quidditch pieni di muscoli che non farebbero fatica nemmeno a sollevare un Troll»
Le sue labbra si erano incurvate nel sorriso più falso che avesse mai rivolto ad Edward Smith, poi si voltò riafferrando il baule.
«Beh fino a prova contraria sei tu che te ne sei andata»
Obbiettò il moro con un sussurro ma Ive lo sentì lo stesso e tornò a guardarlo.
«Come se non mi avresti cacciata lo stesso!»
Lui assottigliò lo sguardo e la Serpeverde sbuffò allontanandosi definitivamente.
Edward rimase a fissarla mentre attraversava la folla, diretta verso la barriera. Aveva ancora quel passo sicuro che l'aveva sempre caratterizzata, anche dopo tutto ciò che le era successo. A volte Edward la invidiava. Sembrava che non le importasse niente di quello che accadeva intorno a lei, nonostante soffrisse costantemente (e Edward lo sapeva che soffriva) riusciva ad apparire sicura di se e quasi a spaventare gli altri. Il modo in cui gli aveva risposto nonostante il solo vedere il viso del suo ex migliore amico la faceva star male. Edward non sapeva nemmeno perché lo stava facendo, perché aveva dovuto litigare con lei. "Secondo il Signore Oscuro non è la giusta compagnia, non ci si deve fidare di lei" parole che suo padre aveva detto dopo avergli raccontato ciò che era successo l'anno precedente. E allora Edward aveva pensato a quanto incoerente fosse il Signore Oscuro. Prima le affidava praticamente la sua vita, rendendola complice di un piano importantissimo e poi... e poi diceva che non c'era da fidarsi. Avrebbe voluto essere accanto a lei in quel momento, consolarla per la morte di Cedric come faceva Tamsin. Sarebbe voluto essere lui a fare battute stupide per tirarle su il morale, ad abbracciarla quando piangeva... Ma era rimasto bloccato in una cosa più grande di lui.
Era strano per la prima volta non dover aspettare i Malfoy rannicchiata in un angolino, ferma a osservare tutte le famigliole felici che chiedevano ai loro figli come andasse la vita scolastica e che spiegavano il programma delle vacanze natalizie o estive. Quella volta Ive semplicemente si diresse verso la barriera per tornare alla stazione Babbana di King's Cross. Sorrise a un mendicante che se ne stava seduto con la schiena appoggiata su un muro poco più avanti, sperando vivamente che non l'avesse vista sbucare praticamente dal nulla con un grosso baule. Avrebbe preso un taxi per arrivare a Grimmauld Place. Si era parecchio esercitata nell'usare i soldi babbani per non fare la figura dell'idiota in situazioni come quella.
Il numero 12 giaceva inerme in quella strada affollata, ignorato da tutti i Babbani che giravano per la piazza. La casa da fuori appariva austera con la porta scura e la facciata di pietra grigia. Dalla finestra al primo piano poteva scorgere la camera che lei stessa occupava, decorata da decine di poster di Serpeverde perché un tempo era appartenuta a Regulus Black, il fratello di Sirius. Si avvicinò alla porta e bussò piano, per non svegliare il ritratto della Signora Black nell'ingresso. La porta si aprì e mai si sarebbe aspettata di trovarsi davanti le due chiome rosse dei gemelli Weasley. Avevano l'aria di chi si era appena alzato dal letto, con i capelli scompigliati e gli occhi semichiusi.
«Cosa ci fate voi qui?»
fu la prima cosa che disse, senza nemmeno salutarli.
«Entra così ti spieghiamo meglio.»
rispose Fred mentre George le faceva un cenno con la testa verso il corridoio che portava alla cucina. Seduti al tavolo c'erano Sirius e la Signora Weasley, si guardò intorno cercando con lo sguardo Harry e Ron, sapeva già che non avrebbe trovato Hermione perché l'aveva vista sparire fuori dalla stazione con i suoi genitori e doveva averle accennato che sarebbe andata a sciare qualche giorno prima.
«Ma che succede?»
chiese.
...
«Fatemi capire...» Ive non poteva credere a quello che le avevano appena raccontato «Il signor Weasley è stato aggredito da un enorme serpente e Harry lo ha sognato e ha avvertito Silente che vi ha fatto venire qui ieri notte»
Era la decima volta che lo ripeteva e ogni volta la trovava una cosa sempre più surreale. Tutti i presenti annuirono. Ive tirò un sospiro. Tutto suonava sempre più strano.
«Si, ti chiederei il favore di vestirti come i Babbani» la signora Weasley fece un sorriso mesto «Nel pomeriggio andremo al San Mungo a trovare Arthur, dobbiamo solo aspettare che arrivino da Hogwarts i bauli dei ragazzi e di Ginny»
Ive annuì. Prese il baule, adagiato in un angolo della cucina e si diresse al piano di sopra facendolo levitare per le scale con la magia (forse avrebbe potuto farlo anche mentre scendeva dal treno).
La stanza non era cambiata per niente da quando aveva chiuso la porta il primo settembre. I poster di Serpeverde e di alcune squadre di Quidditch piuttosto anonime (che evidentemente andavano di moda vent'anni prima) erano radi sulle pareti scure. C'era uno stendardo verde e grigio sopra la testata del letto, con il serpente simbolo della casa e poi c'era qualche foto di Regulus da giovane con alcuni vecchi amici e anche con quella che allora era la squadra da Serpeverde. Probabilmente lui era un Cercatore dato che sedeva davanti e al centro. Per quanto potesse essere abituale per Ive, lei la trovava piuttosto fredda qualsiasi cosa sembrava gelare lì dentro a partire dal legno scuro dell'armadio e della scrivania fino anche alle minuscole persone in movimento delle foto.
La camera di Sirius era tutto il contrario. Ive ci era entrata in un caldo pomeriggio di metà luglio per annunciargli che Silente aveva convocato una riunione dell'Ordine e la prima cosa che le era saltata all'occhio era la grande quantità di poster foto e persino pezzi stracciati di pergamena che invadevano i quattro muri tanto da non lasciar intravedere nemmeno il colore dell'intonaco. Sembrava quasi (e Ive aveva il sospetto che fosse così) che da ragazzo Sirius volesse, almeno in quella stanza, cancellare ogni traccia della "Serpeverdità" che riempiva il resto della casa (tra la carta da parati verde salvia e le decorazioni in argento a forma di serpente).
Ive sorrise a quel pensiero. Trovava strano il modo in cui Sirius si era distinto dalla sua famiglia. Posò il baule sulla scrivania, era inutile mettere i vestiti nell'armadio per quel poco tempo che sarebbe stata lì. Quando tornò di sotto tutti erano pronti per il pranzo. I bauli arrivavano mentre la signora Weasley serviva il secondo così dopo pranzo anche gli altri poterono prepararsi con felpe e jeans Babbani. Tutti sembravano piuttosto eccitati, tranne Harry.
«Tutto bene?» gli chiese quando lo vide scendere da solo dalle scale che portavano al piano di sopra. Erano solo loro due nel corridoio, visto che gli altri si stavano ancora cambiando e Malocchio e Tonks (che erano stati scelti per accompagnarli) parlavano in cucina con la Signora Weasley e Sirius. Harry annuì «Non ci credo»
ribatté lei, avvicinandosi e mettendogli una mano sulla spalla.
«Non ho niente ok?»
Alzò leggermente la voce spostandosi.
«Nervosetto oggi, eh?»
ridacchiò allora lei, guadagnandosi l'ennesima occhiataccia. In pochi minuti tutti erano pronti nell'ingresso, Malocchio a capo del gruppo. Salutarono Sirius, che ovviamente non sarebbe andato con loro, e si avviarono per le strade di Londra. Ive era stata una volta al San Mungo: Draco da piccolo aveva fatto saltare in aria uno scaffale pieno di strane pozioni di Lucius mentre giocava con la sua scopa finta. Però quella volta ci erano arrivati con la Materializzazione Congiunta quindi non sapeva quanto ci avrebbero messo.
Durante il tragitto Tonks non fece che importunare Harry con domande sul suo sogno. A volte Ive si chiedeva come fosse possibile che quella fosse sua cugina, con tutta quell'energia e quella chiacchiera. Non a caso erano state smistate in due Case completamente diverse. Ive invece parlò soprattuto di Quidditch con Fred e George.
«Eccoci»
Esclamò burbero Malocchio quando furono giunti davanti a quello che tutti i Babbani vedevano come un negozio di nome "Purge & Dowse Ltd", perennemente chiuso, ma che per i maghi era l'Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche. Tonks spiegò velocemente ad uno dei manichini scheggiati nella vetrina perché erano lì. Poi afferrò per i gomiti Ginny e la Signora Weasley e le trascinò dentro attraverso la porta incastrata in un muro di mattoni rossi. Subito dopo Ive entrò con i gemelli, lasciandosi dietro Harry il suo amico e Malocchio. Una volta attraversata la porta si trovarono in un'ampia sala d'aspetto con alcuni cestini riempiti di vecchie copie del "Settimanale delle Streghe" e della "Gazzetta del Profeta" accanto a traballanti sedie occupate da maghi e streghe.
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Hooooooooooooooooooooooooooolllllllllllllllllllllllllllllllllllllllaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!
IMPORTANTEEEEEEE: leggete la storia di @_Ly_Black_ (mia sorella). È ambientata nell'era dei Malandrini:
Mentre scrivevo questo capitolo dal sogno di Harry mi sono venuti in mente i sogni di Ive e mi sono improvvisamente ricordata che quella di farle fare dei sogni non è stata una mia idea.
Praticamente nei primi periodi che scrivevo questa storia la mettevo anche su instagram e mi scambiavo consigli con un'altra page di Harry Potter che scriveva immagina. Ed è stata lei a consigliarmi questi sogni. Poi quando ho ricominciato a riscrivere la storia (la versione originale era abbastanza improponibile chiedete a @_Checca_Cullen_ ) non sapevo più come rinserire i sogni e mi sono scervellata per giorni interi quest'estate per inventare una ragione plausibile che quadrasse anche con la storia originale della Rowling (sopratutto con le date ho fatto un casino).
La ragione di questi sogni è un po' il "grande colpo di scena" di questa storia anche se mi è sorto qualche dubbio quando l'ho spoilerato a mia sorella (che sta leggendo questa storia) e la sua faccia era tipo "ok e allora?". Quindi boh... per me era una cosa che metteva completamente a soqquadro la storia perché è una scoperta che riguarda uno dei punti fondamentali della storia e che quindi cambierà completamente il punto di Ive di vedere non dico il mondo ma di vedere la sua posizione all'interno della guerra magica. Vi anticipo solo che questo "grande colpo di scena" avrà a che fare con la ragazza bionda e il ragazzo sotto il cappuccio presentati all'inizio di questo libro. Non aggiungo altro, scoprirete tutto un po' nel finale di questa storia un po' nel libro che corrisponde ai Doni della Morte.
Comunque, che ne pensate?
spero vi piaccia anche se è parecchio lungo e magari potrebbe risultare pesante.
bye
_silvia
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