Capitolo 19: La Testa di Porco
«Non hai intenzione di dirmi dove stiamo andando, vero?»
Chiese Tamsin mentre si avviavano lungo la stradina acciottolata che conduceva ad Hogsmeade. Ive si strinse nel mantello pesante che indossava. Faceva così freddo che si era dovuta infilare anche cappello e sciarpa, mentre il suo amico sembrava stare bene con un semplice giacchetto (che tra l'altro aveva lasciato aperto).
«Ma come fai a non avere freddo? Io sto congelando!» Si voltò verso di lui ignorando la domanda. Tamsin sbuffò e si avvicinò alla Serpeverde, le mise un braccio attorno alle spalle e la trascinò verso di se, facendola quasi inciampare in un arbusto. «Aiuto!»
Esclamò aggrappandosi al braccio dell'amico per non rovinare a terra.
«Quindi... dove stiamo andando?»
«Smetti di chiedermelo?»
«Se tu mi rispondi io non te lo chiedo più»
«Non voglio risponderti, ok?»
«No, dimmi dove stiamo andando!»
«Aspetta e vedrai!»
«No voglio aspettare! E cosa centra il mio odio per la Umbridge?»
«Lascia perdere Tamsin, capirai quando arriveremo!»
«Ma io non voglio aspettare che arriviamo!»
«Sei proprio un bambino Tamsin!»
Sbuffò Ive accellerando il passo.
«E dai! Non tenermi sulle spine!»
Si stavano dirigendo alla Testa di Porco, un locale che affacciava su una traversa in fondo alla strada, dopo l'ufficio postale. Alla fine Harry aveva accettato la proposta di Hermione e si era deciso a insegnare Difesa Contro le Arti Oscure a chi avrebbe voluto. Hermione aveva scelto lo squallido pub perché era meno affollato dei Tre Manici di Scopa e sarebbe stato più difficile essere visti. Ive e Tamsin continuarono a discutere per il resto del tragitto mentre Summer li guardava ridendo.
La Testa di Porco era un locale abbastanza squallido già dall'esterno e Ive avrebbe preferito mille volte non entrare.
«Cosa andiamo a fare qua dentro?» chiese ancora Tamsin «È disgustoso!»
«Hermione ha detto di incontrarci qui»
disse Ive semplicemente, senza rendersi conto che probabilmente l'amico era rimasto stupito.
«Granger?» Ive annuì «Ma io credevo che tu...?»
«Cammina e non fiatare»
sibilò la ragazza tra i denti mentre salutava impercettibilmente un uomo completamente bendato che riempiva un paio di bicchieri. Ive percorse rapidamente il pub con lo sguardo, in cerca dei tre Grifondoro.
«Ma chi stai cercando?»
Ive gli fece ancora segno di stare zitto. Harry Hermione e Ron erano seduti ad un tavolo poco più in là e ordinavano qualcosa ad un barista con lunghi capelli grigi e una barba da fare invidia a Silente.
«Ciao ragazzi!»
Salutò accomodandosi accanto ad Hermione, seguita subito da Summer. Tamsin rimase in piedi al lato del tavolo osservando stupito la scena.
«Ma cosa...? Io credo di essermi perso qualcosa... da quando voi...? Sono confuso!»
«Siediti idiota»
alzò gli occhi al cielo Ive trascinandolo nel posto vicino a Harry.
«Wow che onore!» esclamò il Tassorosso «Sono seduto di fianco a Potter il Pazzo!»
Ive gli avrebbe senz'altro tirato una gomitata, o anche un pungo, se solo fosse stata abbastanza vicina. Ma il suo amico era seduto dall'altra parte de tavolo e dovette limitarsi a sbattersi una mano sulla fronte.
«Ehm... piacere...»
Balbettò Harry imbarazzato mentre Tamsin scoppiava a ridere. Era una persona parecchio esuberante e spesso le sue battute venivano fraintese, ma probabilmente era proprio per quello che la Serpeverde si trovava bene con lui, per quel suo essere "troppo" in tutte quelle cose nelle quali lei era "niente".
«Scusa, molti Tassorosso ti chiamano così...» fece un sorriso che Ive avrebbe potuto considerare sexy, se non avesse considerato Tamsin come il fratello che non aveva mai avuto «Onorato di conoscerla signor Potter, io sono Tamsin»
«Harry...»
borbottò il Grifondoro stringendo la mano che Tamsin gli porgeva. Probabilmente aveva preso sul serio quella che era solo una scenetta per far ridere.
«Lascialo perdere Harry» intervenne Ive «Sta solo scherzando, è un'idiota!»
«Oh... ehm, io... so di essere stato scortese solo che...»
«Non sopporti tutte le dicerie su di te? Comprensibile.»
Harry annuì.
«Tu sei il...»
«Il migliore amico di Cedric, si» terminò per lui Tamsin, abbassando lo sguardo «E di quella scema la»
aggiunse sorridente indicando Ive con il capo.
«Ehy, guarda che ti sento!»
«Ah volete smetterla?» li rimproverò Hermione «Sono arrivati gli altri!»
La porta del locale si era spalancata rivelando il grande fascio di luce che irradiava il sole freddo di fine ottobre. Quelle che Hermione aveva definito un paio di persone quando avevano deciso il tutto, si rivelarono essere di più di un paio, parecchie di più. Alcuni Grifondoro di cui Ive riconobbe solo Neville Paciock (per un motivo abbastanza ovvio) e alcune giocatrici della squadra di Grifondoro. Poi un gruppetto di Corvonero composto principalmente da ragazze starnazzanti. Ive si voltò con occhi e bocca spalancati pronta a gridare in faccia a Hermione dopo aver riconosciuto Cho Chang che era a capo del gruppetto con i suoi capelli maledettamente lisci e perfettamente pari e il suo visino da angelo. La Grifondoro le rispose con uno sguardo implorante e Ive sospirò trattenendo l'istinto omicida verso la Corvonero. C'erano anche alcuni Tassorosso e a chiudere la fila Ginny con i gemelli. La Serpeverde fremette un attimo quando incontrò lo sguardo di George, ma si ricompose subito comunicando con gli occhi a Summer che andava tutto bene. Aveva raccontato solo a lei ciò che era successo.
Fred ordinò le Burrobirre per tutti mentre gli altri si avvicinavano al tavolo e Harry continuava borbottare qualcosa (probabilmente minacce di una morte dolorosa) all'orecchio di Hermione.
«Ciao, Harry»
Salutò Neville Paciock sedendosi. Ma Harry non rispose, troppo rimbambito dal sorriso che Cho le aveva rivolto prima di sedersi accanto a Tamsin.
«Ciao»
rispose Ive al posto suo, ricevendo in cambio solo un'occhiata spaventata da Neville e poteva immaginare il perché. Tutti presero posto, anche Luna Lovegood con il solito sguardo perso nel vuoto e l'espressione di chi sta vivendo in un mondo parallelo, poi il chiacchiericcio cessò.
«Ehm...» disse Hermione, con la voce resa leggermente troppo acuta dal nervoso «Bene, ehm... ciao»
Ive si sbatté una mano sulla fronte.
«Allora!» intervenne «Penso che voi tutti sappiate perché siamo qui... Non possiamo continuare così, quel rospo rosa non ci sta insegnando nulla!»
Lanciò occhiatacce a chiunque si fosse lasciato sfuggire una risata per quell'espressione, specialmente a Tamsin.
«Ehm... esatto» procedette Hermione «Perciò Harry ha avuto l'idea...» il moro le lanciò uno sguardo di rimprovero «Cioè, io ho avuto l'idea, che sarebbe stato meglio per chi voleva imparare la Difesa Contro le Arti Oscure, e intendo impararla veramente. Perché dubito che con quella robaccia della Umbridge riusciremo a difenderci sul serio...»
«Però vuoi anche superare l'esame di Difesa Contro le Arti Oscure ai G.U.F.O.?»
chiese un Corvonero
«Certo, e ovviamente fare in modo che per esempio Ive Fred e George possano prendere i loro M.A.G.O.» rispose Hermione «Ma ancora di più voglio essere ben addestrata nella Difesa, perché... perché...» prese un grosso respiro «Perché Lord Voldemort è tornato»
Un prevedibile sussultò da parte di tutti, qualcuno si rovescio anche la proprio Burrobirra a dosso.
«Io avrei una domanda!» si fece avanti una delle amiche della Chang «Da quando voi...» indicò i tre Grifondoro «... e lei...» indicò Ive «...Andate d'accordo? Voglio dire fino all'anno scorso...»
«Non sono affari tuoi!» la interruppe la Serpeverde a denti stretti «Non è per questo che siamo qui»
Ridiede la parola a Hermione, cercando di ignorare lo sguardo infastidito di Cho.
«Beh... il progetto è questo» proseguì la riccia «Se volete unirvi a noi, dobbiamo decidere come...»
«Dove sono le prove che Tu-Sai-Chi è tornato?»
chiese un ragazzo biondo che, se Ive non sbagliava, giocava nella squadra di Tassorosso. Perse un attimo la lucidità, riportata per poco al ricordo di Cedric.
«Silente lo crede...»
«Silente crede a lui, cioè!»
Ron stava per ribattere ma Ive lo bloccò con un gesto.
«Stammi bene a sentire, mio caro...?»
«Zacharias Smith»*
si presentò il ragazzo.
«Bene, Zacharias. Fossi in te crederei ciecamente alle parole di Harry, perché mai dovrebbe mentire su una cosa così seria?» Disse con un tono piuttosto ironico, quello che si usa parlando con i bambini, con i pazzi, o con gli animali «Però se ti serve una conferma, ok! Io ti confermo che è la verità, Voldemort...» un altro sussulto «...è tornato!»
«Chi sei tu per confermarlo? Anche tu credi a lui!»
«Ma il cervello lo usi o ce l'hai solo per riempire il cranio?» chiese retorica Ive «Secondo te avrei creduto a quello che era praticamente il mio più grande nemico per il gusto di farlo?» alzò un sopracciglio «Se ti sto dicendo che Voldemort è veramente tornato è perché...»
Perché c'ero anch'io.
Avrebbe voluto dire.
Perché sono rimasta a guardare mentre Codaliscia uccideva la persona più importante della mia vita. Perché ero lì e non ho fatto niente per salvarlo.
Ma non poteva dirlo. Lanciò uno sguardo ad Hermione, sperando nella capacità che la Grifondoro aveva di inventarsi scuse sul momento.
«Cedric era un mago abile e coraggioso e Ive lo conosceva, forse più di chiunque altro...»
Buttò lì la riccia.
«Esatto» l'appoggiò Ive «Cedric non si sarebbe lasciato uccidere da uno degli stupidi ostacoli che c'erano in quel labirinto! E poi...»
Una presa le attanagliò lo stomaco e le mancò il respiro. Harry intervenne.
«Silente ha raccontato a tutti cosa è successo, alla fine dell'anno scorso. Se non hai creduto a lui, non crederai a me o a Ive e io non ho intenzione di passare il pomeriggio a convincerti»
«Silente ha detto solo che Diggory era stato ucciso e che tu hai riportato il suo corpo a Hogwarts. Non ci ha detto nessun particolare su come è stato ucciso»
A quel punto Ive si alzò con uno scatto, sbattendo una mano sul tavolo
«Come vuoi che sia stato ucciso?» esclamò con le lacrime che minacciavano di uscire «Com'è che si uccide una persona? Vediamo un po' se indovini!»
Si sentì tirare per le braccia da Hermione e Summer che la riportarono sulla panca. Le ringraziò mentalmente perché se non l'avessero fatto probabilmente avrebbe dato a Zacharias una dimostrazione pratica di come si uccide una persona. Sentiva gli occhi di Tamsin a dosso ma non si voltò a verso di lui perché sapeva che avrebbe incontrato uno sguardo che diceva "poi parliamo". Era sicura non avesse creduto alla storia del "Cedric era un abile mago" e una pesante ansia l'avvolse appesantendole il petto, avrebbe dovuto dirgli la verità.
«Non voglio parlare di Cedric Diggory» Harry prese in mano la situazione «Quindi se siete qui per questo, potete anche andarvene»
Dopo che nessuno di mosse, nemmeno Zacharias Smith, Hermione riprese a spiegare ma venne interrotta da una ragazzina di Tassorosso.
«È vero che sai evocare un Patronus?»
Chiese a Harry. E seguì una lunga discussione su tutte le imprese del corvino, mentre lui cercava di dare il merito alla fortuna.
«Stai cercando di svincolare?»
Zacharias alzò un sopracciglio
«Ho un'idea» intervenne Ron «Perché non chiudi un po' quella bocca?»
Ive in quel momento gli avrebbe costruito una statua. Aveva uno sguardo assassino puntato sul Tassorosso.
«Beh, siamo qui per imparare da lui e ci sta dicendo che non sa fare niente!»
si giustificò Zacharias.
«Non ha detto questo!»
ringhiò Fred.
«Vuoi che ti puliamo le orecchie?»
domandò George tirando fuori uno strano aggeggio, probabilmente preso da Zonko. Ive non avrebbe voluto essere al posto di Zacharias.
«O anche le altri parti del corpo»
proseguì Fred. Zacharias tacque incrociando le braccia al petto spavaldo, ma Ive poté notare il suo sguardo leggermente preoccupato che fissava lo strano aggeggio.
«Bene» riprese Hermione «Andiamo avanti... il punto è: siamo tutti d'accordo, vogliamo prendere lezioni da Harry?» Ci fu un mormorio d'assenso, mentre Zacharias rimaneva con le braccia incrociate. «Ok, la domanda successiva è con c le frequenza ci incontriamo. Non credo che abbia senso far braccia e non disse nulla, forse perché era troppo occupato a meno di una volta alla settimana... »
« Un momento » obiettò Angelina Johnson, il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro. « Dobbiamo assicurarci che non interferisca con i nostri allenamenti di Quidditch»
« Giusto » disse la Chang, « nemmeno con i nostri ».
«Nemmeno con i nostri»
Aggiunse Zacharias. Hermione voltò automaticamente lo sguardo verso Ive, immaginandosi forse che avrebbe chiesto che le lezioni non interferissero nemmeno con gli allenamenti di Serpeverde. Ma la mora aveva lasciato la squadra di Quidditch, anche se non l'aveva mai comunicato ufficialmente al capitano, ovvero Edward. Era sicura che lui l'avrebbe cacciata comunque e almeno si era risparmiata una scenata pubblica.
«Eh?» chiese Ive a Hermione notando che la fissava «Per me non c'è problema, io non sono più nella squadra»
«Ah giusto» intervenne Zacharias «Tu e quel vanitoso del tuo amico avete litigato»
Ive venne trattenuta da Summer, alla sua sinistra, quando aveva ormai puntato la bacchetta contro il Tassorosso.
«Apri ancora quella bocca per parlare dei fatti che non ti riguardano e presto non sarai più in grado di muovere nemmeno un muscolo!»
Lo minacciò.
«Ok ok» Hermione cercò di far calmare le acque «Sono sicura che troveremo un giorno che vada bene per tutti»
Procedettero per altre due minuti, Hermione ebbe una piccola discussione con Luna che insisteva sull'esistenza dell'esercito di Eliopodi (spiriti di fuoco, completamente inventati da lei e da quello svitato di suo padre) appartenenti al Ministro. Dopodiché la Grifondoro aveva tirato fuori una pergamena su cui avevano scritto tutti i loro nomi (qualcuno più esitante di altri).
Alla fine di tutti Ive uscì dalla Testa di Porco sbucando sulla strada principale di Hogsmeade, consapevole che Tamsin l'aveva seguita e che le stava per chiedere spiegazioni.
☻☻☻
*questo tizio ha lo stesso cognome di Edward ma non sono assolutamente imparentati
Hollaaaaaaa
Niente non ho voglia di scrivere uno spazio autrice sensato, perciò boh.
bye
_silvia
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