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Capitolo 18: Forse non Avevo Voglia di Parlarti

Edward alzò contrariato lo sguardo dalla lettera di suo padre. Non sopportava più quella situazione. Osservò Benjamin, al suo fianco, che invece ne sembrava entusiasta. Guardava la Umbridge con un'ammirazione innata, sembrava davvero che ne fosse innamorato. Edward quella megera la sopportava appena. Con quella voce sdolcinata e insopportabilmente acuta, e tuto il rosa con cui si vestiva e adornava. Ma era costretto a fingere di essere d'accordo con lei "Perché nessuno deve sapere cosa è successo" diceva suo padre nella lettera. Ma Edward pensava che di quel segreto non glie ne fregava niente, che per mantenerlo aveva fatto cose che non si sarebbe mai sognato di fare. Aveva perso...

Sbuffò lasciando cadere la lettera tutta accartocciata in tasca. Deglutì guardando un punto inesistente davanti a sé. La mano, tremante, usci piano dalla tasca e afferrò con una presa leggera il calice argentato pieno di succo di zucca. Contro il pallore della pelle, quasi da vampiro, un taglio ancora fresco spiccava rossastro sul fianco del pollice. Si era rifiutato di farselo curare da Madama Chips. Certo odiava l'idea che quella ragazzina fosse riuscita a fargli del male però... quella era probabilmente l'unica cosa che gli rimaneva della sua migliore amica. 

Quell'amica che proprio in quel momento lo stava osservando, seduta pochi posti più in la, con sguardo indagatore. Sentendosi osservato il moro alzò lo sguardo e lei lo abbassò subito, fingendosi interessata alla nuova collezione di abiti di Madama McClan esposta nella Gazzetta del Profeta.

«Che abbiamo ora?»

Chiese a Charlotte, con cui ormai aveva sviluppato un bel rapporto.

«Trasfigurazione» Ive tirò un sospiro, il fatto di non dover sopportare le grida stridule della Umbridge in prima ora era un gran sollievo. E poi aveva ormai spendo definitivamente il suo odio per la Trasfigurazione (che forse era più per la professoressa che per quella materia in se) anche se era piuttosto strano, dopo un'estate passata a discutere da pari a pari, doverla considerare una professoressa. «Poi pozioni, Erbologia e io ho Cura delle Creature Magiche, credo che per te invece sia ora libera...»

Ive annuì iniziando ad alzarsi dato che era quasi ora. I corridoi erano come al solito affollati e Ive nemmeno si accorse che qualcuno l'aveva fatta inciampare. Finì per andare a sbattere contro qualcun altro. Cadde a terra in mezzo ai piedi dei suoi compagni che continuavano a camminare.

«Odio la gente»

borbottò cercando di non lasciarsi calpestare via la borsa.

«Nervosetta stamattina?»

Afferrò la mano tesa verso di lei e e si tirò su, ritrovandosi di fronte un sorridente Fred Weasley. 

«Ciao» 

esclamò salutando i due gemelli.

«Ti va se ti accompagnamo a Trasfigurazione? Tanto abbiamo buco»

chiese sempre Fred, George non aveva detto una parola a parte il sommesso "Hey" come saluto. Ive si guardò intorno, Charlotte l'aveva abandonata.

«Ok... and-»

fu interrotta proprio da George.

«No...»

«Cosa?»

esclamarono in contemporanea gli altri due.

«Devo parlare di una cosa con mio fratello. Da soli»

L'altro rosso stava per ribattere ma Ive lo precedette.

«E ti aspetti che io ci creda?» Esclamò piccata «Cosa ti prende?»

«Niente, cosa dovrei avere?» 

borbottò lui. Ive sbuffò esasperata, la folla stava iniziando a diradarsi e finalmente potevano parlare senza dover sovrastare il chiacchiericcio di altri studenti.

«Oh andiamo! Prima mi giravi sempre intorno! Non facevi altro che rompermi le scatole, invece dall'inizio dell'anno non mi hai nemmeno rivolto la parola!»

«Beh forse non avevo voglia di parlarti!» ribatté irritato il Grifondoro, e Ive percepì una strana fitta allo stomaco «E sinceramente non ne ho nemmeno ora...»

terminò la frase con un bisbiglio. Si voltò e prese a camminare nervoso, sotto lo sguardo rassegnato del fratello. Ive si riprese in fretta dalla sorpresa, ma soprattutto dal dolore, che quelle parole le avevano provocato e scattò in avanti riuscendo ad afferrarlo per un braccio.

«La smetti di scappare» implorò cercando di mantenere un tono apparentemente severo, quando in realtà stava reprimendo le lacrime «Cosa ti ho fatto?»

"Niente"

Avrebbe voluto dire George. Lei non aveva fatto niente, lei era fantastica. Aveva addirittura deciso di essere sua amica. 

"Sono io il problema"

Si disse, era lui che non riusciva a sopportare l'idea di essere amici. Odiava tutto questo e Fred gli aveva ripetuto più volte che standole alla larga non avrebbe risolto niente, non avrebbe smesso di provare qualcosa per lei. Avrebbe solo peggiorato le cose, avrebbe sofferto di più. E George sapeva che suo fratello aveva ragione, ma non voleva ammetterlo.

«Cosa hai fatto? Me lo stai davvero chiedendo?» esclamò buttando fuori tutta la sua rabbia «Mi prendi in giro praticamente da quando ci conosciamo!»

«Beh non mi sembra che ti sia mai importato!»

sbottò a quel punto la Serpeverde.

«Si ma...» la sicurezza e la rabbia svanirono e una strana smorfia comparve sul volto del ragazzo, un'espressione che Ive non credeva di avergli mai visto addosso «Tu non capisci! Tu non sai cosa vuol dire essere... essere ignorati quando...» si bloccò mentre un singhiozzo rompeva il suo respiro. George Weasley stava piangendo «Non puoi saperlo perché non ci sei mai passata!»

«Ma di che stai parlando?»

chiese Ive con le sopracciglia aggrottate, si voltò verso Fred cercando risposte (Immaginava che i due sapessero tutto l'uno dell'altro) ma lui abbassò lo sguardo. George aveva lanciato la testa all'indietro e sbatteva le palpebre, come per ricacciare indietro le lacrime che ormai scendevano copiose sul suo volto, invano. Si avvicinò lentamente a lui, faceva paura. Era così insolito, così strano. Sembrava quasi innaturale vedere il suo viso, sempre contratto dal ghigno furbo "alla Weasley", scosso dal pianto. 

«Tu non sai...» sembrava stesse per soffocare, pronunciava ogni parola con affanno, ma sembrava non volersi tenere più niente dentro «Arrrrghhh...!»

Quello che successe dopo rimase impresso nella memoria di Ive come un confusionario uragano di avvenimenti e sensazioni. Una raffica di cose tutte troppo veloci per avere anche solo il tempo di realizzarle. Si sentì mancare il respiro, non vedeva più cosa aveva davanti e le sembrò di essere immersa nell'acqua e di galleggiare senza avere niente sotto i piedi. Aveva come perso il controllo dei suoi sensi, perso ogni contatto col mondo esterno. Il tutto per quanto? Mezzo secondo? Mezzo secondo che le era sembrato un'eternità.

Poi aveva riaperto gli occhi e si era ritrovata davanti, a pochi centimetri di distanza, lo sguardo scuro e nocciolato di George. Subito dopo si era accorta che le mani del rosso erano sulle sue guance e che attiravano a sé il suo viso, mentre le loro labbra si scontravano. 

Spalancò gli occhi e si irrigidì, facendo un passo indietro (che per poco non la fece cadere dalla rampa di scale che portava al quarto piano). Guardò George come se avesse appena visto un gigante entrare in una boccetta d'inchiostro. Il rosso aveva abbassato lo sguardo e tutta quella rabbia, quella sicurezza, quel fare frenetico erano spariti.  Ive si sistemò la borsa in spalla.

«Sono in ritardo per Trasfigurazione»

Mormorò ancora sotto shock e scomparve giù per le scale.

...

«Oh andiamo!» esclamò Harry spalancando le braccia «Stai anche tu dalla sua parte?»

Ive sbuffò.

«Ma è un'idea perfetta! Come fai a non capirlo Harry?» gli rispose «Tu sei l'unico che può insegnarci!»

«E sicuramente sei meglio della rospa»

aggiunse Ron.

«Ma io non sono capace di insegnare!» ribatté Harry «Io non sono bravo in Difesa Contro le Arti Oscure! Quella era tutta fortuna! Avevo paura, ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente e mi è andata bene!»

«Harry!» insistette Hermione «Non si sconfigge Voldemort con "la prima cosa che ti viene". Fidati, tu sei quello che ci serve!»

«Si ma io non sono sopravvissuto perché sono bravo, perché Cedric era molto più bravo di me! E guarda un po', è morto!»

A quelle parole tutti si zittirono, gli sguardi fissi su Ive. Ogni volta che nominavano il suo ragazzo, la Serpeverde aveva come la sensazione che per gli altri lei diventasse una bomba in procinto di esplodere.

«Ne sono perfettamente consapevole»

disse solamente, con tono distaccato. Si voltò di spalle le braccia incrociate al petto e sbatté le palpebre un paio di volte per non scoppiare a piangere. Sentì la mano di Harry posasi sulla sua spalla.

«Ive... ehm... io» disse impacciato «...Scusami... mi sono...»

«È tutto a posto» sorrise lei tornando a guardare i tre Grifondoro «Io credo seriamente che tu possa essere un bravo insegnate»

Aggiunse prendendolo per le spalle e guardandolo negli occhi (si dovette abbassare leggermente). 

«Si ma io...» si guardò intorno, come se cercasse le parole giuste nei tronchi nodosi degli alberi o nelle foglie dei cespugli.«Non posso... tu devi fare i M.A.G.O.! E dovresti superali con le cose che io ti insegno?»

«Beh mi insegneresti più tu di quanto fa la Umbridge con i suoi stupidi capitoletti e queste maledette scritte sulle mani!» disse alzando lievemente il braccio destro, mostrando la scritta "non devo essere arrogante con i miei superiori" che aveva sul dorso, diventata permanente dopo quasi una settimana di punizione. «A proposito di Umbridge... devo andare, per fortuna è l'ultimo giorno... almeno spero.»

◊◊◊◊◊◊

Hooooooolllllllaaaaaaaaaa!

Un po' tardi per pubblicare, lo so, ma ho finito i compiti mezz'ora fa e mi andava di scrivere, così ho finito questo capitolo che tanto mancava poco (solo la parte con il Golden Trio)

Che ne pensate del "pov" di Edward e George? (in realtà non sono dei pov, non mi piace definirli così, e poi la mia narrazione è in terza persona quindi non c'è nessun pov ho solo espresso i pensieri di altri personaggi) 

QUale segreto nasconderà Edward? Fidatevi è meno esilarante di quanto immaginate.

Ive e George faranno pace?

Che ne pensate del bacio? Li shippate? Ivorge o Georgive?

E a proposito di ship, per la ship tra Ive è Cedric preferite Cedrive o Ivedric? Perché io e mia sorella siamo in continua discussione.

Spero che il capitolo vi piaccia (questa frase è diventata una routine ahahha)

bye

_silvia

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