Capitolo 15: Ricordi
«Com'è andata la prima settimana di scuola?»
le chiese Hermione sedendosi per terra e appoggiando la schiena contro uno degli alberi in cui era racchiuso quel piccolo spiazzo. Ci avevano messo tempo per potersi incontrare... e ormai era venerdì sera e il sole stava tramontando dietro il castello. Avevano dovuto trovare un posto in cui poter chiacchierare inosservati, perché sarebbero stati guai se qualcuno (soprattutto Edward) avesse visto Ive con i tre Grifondoro. Non doveva diffondersi la notizia perché se fosse arrivata a Voldemort probabilmente Ive sarebbe stata costretta a nascondersi per il resto della sua vita o lui l'avrebbe uccisa. Così avevano deciso di rifugiarsi lì, tra il limitare delle Foresta Proibita e la rive Est del Lago Nero, in quell'angolo di prato nascosto da una decina di alberi di tasso.
«diciamo bene... forse sarebbe stato meglio se non avessi litigato con Ed e Ben... ma comunque bene. Sono veramente felice che ci sia Tamsin.»
«Dev'essere davvero un ottimo amico se ha deciso di farsi bocciare per restarti accanto» commentò Hermione «Insomma, anche lui ha sofferto tanto dopo giugno scorso e avere la forza di non abbattersi e di tirare su di morale anche te non è una cosa da tutti»
Ive annuì
«A volte mi stupisce» disse immersa nei suoi pensieri. «A voi invece?»
chiese poi.
«Emioune fta imfpazdendo fercopa Ftedeceorfe»
spiegò Ronald ingozzandosi con una fetta di crostata che era appoggiata su una coperta in mezzo ai quattro, assieme alle altre cose che avevano sgraffignato dalle cucine. Ive fece una faccia schifata.
«Potresti anche evitare di parlare con la bocca piena, Ronald...»
obbiettò storcendo il naso per un po' di marmellata che colava dalla bocca del rosso.
«E tu potresti evitare di chiamarmi Ronald!» sbottò lui in risposta «È incredibilmente fastidioso!»
«Preferisci Bilius? O Weasley? Perché per me non è un problema tornare a chiamarti come prima, a meno che tu non voglia confonderti con i tuoi fratelli...»
«Senti» finalmente aveva ingoiato la crostata «Già odio il nome che mi hanno scelto senza che tu mi ricordi quanto faccia schifo... chiamami Ron»
arraffò un'altra fetta di crostata. Ive alzò gli occhi al cielo.
«Cosa dicevi?»
chiese prima che potesse ricominciare a mangiare.
«Ah, si... Hermione sta impazzendo per colpa di Fred e George...»
Si voltò verso Hermione, che sbuffò infastidita.
«È per via del loro negozio di scherzi, stanno usando quelli del primo anno come cavie»
intervenne Harry.
«Oh è assolutamente indecente!»
esclamò la Grifondoro
«Beh... puniscili!»
ribatté Ive.
«Non posso, a quanto pare quella roba non è pericolosa ne contro le regole»
«Ma lasciali fare...»
borbottò Ron.
«Oh andiamo! Sei anche tu un prefetto dovresti stare dalla mia parte!»
«A parte questo?»
chiese Ive quando Harry le lanciò uno sguardo come se volesse implorarla di interrompere quella discussione.
«Harry ha una cotta per quella Corvonero... come si chiama...» per un momento Ive pensò che si riferisse a Luna Lovegood e le prese un colpo «Quella della squadra di Quidditch... Cho Chang... non so se hai presente quella che è andata al Ballo con-oh...ohhhhh...ohhhhhhhhhhh»
Ive sbatté le palpebre un paio di volte, incredula
«Si ho presente» si voltò verso il moro che era seduto dalla parte opposta «Fai sul serio Harry? La Chang?»
chiese spalancando gli occhi.
«Beh... io...»
«Come può piacerti quella...»
Ma Hermione non la lasciò finire
«Oh, andiamo!» sbuffò «Dovresti superare il rancore per...»
«Per il fatto che Cedric mi abbia rimpiazzata con lei?»
terminò la frase la Serpeverde spostando lo sguardo su di lei.
«Che colpa ne ha Cho!»
«A lei piaceva!»
«E come avrebbe potuto non piacerle? Nel senso... non posso credere che sto per dirlo... Cedric era uno dei ragazzi più carini della scuola, a chi non sarebbe piaciuto stare con lui?»
Tutti la guardarono stupiti. Ron, che si era teso in avanti per afferrare una terza fetta di crostata, rimase immobile paralizzato dalla sorpresa. Harry aveva un'espressione indecifrabile. E Ive non sapeva si essere stupefatta o arrabbiarsi con Hermione per quel commento.
«Beh... a me continua a non piacere...» borbottò Ron «Harry dovrai trovarti una meglio, che non tifa per i Tornados magari...»
«La Chang tifa per i Tornados?» esclamò Ive «Oddio Harry, no! Non potevi prenderti una cotta per qualcuno che tifasse per i Cannoni di Chudley...»
«Ti piacciono i Cannoni di Chudley?»
chiese Ron sorpreso
«Ovviamente, i migliori»
Si batterono il cinque, mentre Hermione alzava gli occhi al cielo.
«Che c'è? Il Quidditch è una cosa seria!»
ribatté il rosso.
«Oh santo cielo! Non si può odiare una persona perché tifa una squadra di Quidditch diversa dalla tua!»
«Io non la odio per il Quidditch, io la odio e basta. Il fatto che tifi i Tornados è solo un motivo in più» Hermione era piccata, sembrava voler dire altro ma si arrese «A proposito di Quidditch, poco fa sono finite le selezioni della squadra di Grifondoro. Come è andata Harry? Avete un nuovo portiere?»
«Oh io non c'ero alle selezioni... ero in punizione»
«In punizione? La prima settimana di scuola? Chi ti ha messo in punizione... ah no, aspetta, non dirmelo! Il rospo?» Harry annuì. «Che ti fa fare?»
«Niente di che... scrivere delle frasi...»
disse evasivo abbassando lo sguardo. Ive vide Ron lanciargli un'occhiata severa. Era strano attribuire a lui questo gesto, non era proprio il tipo da occhiate severe.
«No!» esclamò Harry. «Ron, NO!
Ive lo guardò interrogativa, ma capì che probabilmente non era dal Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto che avrebbe avuto risposte così spostò lo sguardo verso il rosso.
«Oh dai Harry!» esclamò quest'ultimo «Prima o poi dovrai dire loro la verità!»
«Perché?» chiese Hermione «Ci hai mentito sulle punizioni con la Umbridge?»
«Non è che vi ho mentito...» mormorò lui «Ho solo evitato di dirgli i dettagli»
Prima che Ive o Hermione potessero fare domande Ron afferrò Harry dal polso sinistro e mostrò il dorso della mano alle due ragazze. Era tutto arrossato con una cicatrice ancora fresca che Ive notò con orrore avere la forma di una scritta: non devo dire bugie. Hermione cacciò un urlo. Ron le tappò la bocca.
«Shhh... che se c'è qualcuno ci sentono»
La Serpeverde si incuriosì quando vide Hermione... arrossire? Dato che gli altri non avevano notato nulla decise di aspettare di essere sola con lei per parlarne.
«È crudele! E rivoltante!» esclamò la Grifondoro «Quella non deve permettersi, dobbiamo andare da...»
«Nessuno»
la interruppe Harry
«Ma Harry... McGranitt deve sapere, Silente, l'Ordine...»
Ive scosse la testa.
«No, Hermione.» disse «Ha ragione, non servirebbe a niente che lo sapessero. Sono sicura che la Umbridge è capace di dare l'ordine di licenziare chiunque la contraddica e poi l'Ordine ha cose più serie da fare, capisci no?»
lei annuì, raccogliendo la borsa.
«Sarà meglio tornare alla Torre...»
sbadigliò.
...
La mattina seguente Ive fu buttata giù dal letto da Charlotte, con la scusa che doveva aiutarla a scegliere cosa mettersi. La ragazza dai capelli verdi, infatti, affermava di dover distrarre Benjamin dalla sua ossessione per la Umbridge e di aver bisogno di un outfit più seducente per l'impresa («Credo che tra un po' mi tradirà con quell'orrendo rospo rosa» aveva commentato buttando nel baule una maglietta enorme di una qualche band Babbana alla quale era appassionata) Alla fine optò per una gonna bordeaux prestatagli da Ive e una sua felpa bianca. Charlotte raccontò che aveva convinto il biondo ad andare con lei alla Stamberga Strillante per pomeriggio "romantico".
«Il mio primo bacio con Cedric è stato alla Stamberga Strillante...»
rammentò Ive mentre un velo di malinconia la avvolgeva. Charlotte, che stava raccogliendo, alcune paia di pantaloni da per terra, alzò la testa. Aveva uno sguardo preoccupato, come se si aspettasse che Ive stesse per scoppiare a piangere. Ma non era affatto questo quello che Ive provava. I ricordi da accarezzavano dolcemente, come nel "La Piccola Strega e Il Lago di Cristallo" la piccola Demetry viene accarezzata dalla brezza fresca del lago mattutino. Cercava di concentrarsi più su quello che aveva vissuto con Cedric, a tutte le emozioni che aveva provato con lui. Cercava di dimenticare il fatto che quelle emozioni non avrebbe potuto più provarle perché lui non c'era più.
A volte se si concentrava riusciva quasi a vederlo davanti a se, a sentire il suo dolce profumo e a percepire il contatto con la sua pelle morbida e calda. Ricordava ogni dettaglio di quel primo bacio... la corsa fino alla Stamberga Strillante... il formicolio nello stomaco, come se un centinaio di snasi vi stessero giocando dentro... e le sue labbra, quelle in cui Ive aveva trovato il paradiso per talmente tanto tempo che sentiva un terribile vuoto a non averle più. Ricordava tutto così bene che si stupiva fosse tutto solo un ricordo. Era come vedere quelle immagini muoversi dentro una fotografia...
...«Facciamo una gara?» aveva proposto quel giorno, durante la loro prima uscita ufficiale ad Hogsmeade «Che tipo di gara?» aveva chiesto Cedric «Chi arriva per ultimo nella Stamberga offre le Burrobirre dopo, ci stai?» «Ok» il Tassorosso aveva annuito e nemmeno il tempo di ribattere che aveva già iniziato a correre «Comincia a preparare i Galeoni!» le aveva gridato, voltandosi verso di lei che invece non era ancora partita «Ehy! Ma così non è giusto!» aveva esclamato la Serpeverde cercando di raggiungerlo, invano. «La vita non è giusta!» aveva ribattuto infine lui sparendo dal campo visivo di Ive. Poi Ive si era ritrovata a cercarlo nella vecchia casa abbandonata, non si era spaventata dello scherzo che Cedric le aveva fatto giustificandosi con un «Sul serio Diggory? Pensavi di spaventare con questi scherzi banali una che è cresciuta nell'inferno? Sei davvero così prevedibile Diggory?!» era stato in quel momento che Cedric le si era avvicinato e le aveva alzato il mento con due dita, si erano guardati negli occhi e Ive aveva potuto cogliere ogni dettaglio dorato di quegli occhi nocciola che l'avevano sempre affascinata, a causa della vicinanza. Sentivano l'uno il cuore dell'altro battere e poi... altro che snasi, adesso nel suo stomaco c'erano una decina di draghi. Poi la mano di Cedric da sotto il mento era scivolata sulla guancia dove aveva iniziato a disegnare piccoli cerchi provocando una serie di brividi alla Serpeverde. Poi Cedric si era fatto ancora più vicino e col naso aveva sfiorato quello di Ive e poi la guancia ormai in fiamme. La ragazza lo aveva sentito scivolare di lato con la testa, in una sorta di strano abbraccio. Sentiva il suo fiato sul collo... lui si era allontanato quanto bastava per tornare a guardarlo negli occhi e poi... come se avesse letto nelle mente di Ive che il suo unico desiderio era di baciarlo, si riavvicinò e fece scontrare le loro labbra...
«Ive?» quando tornò alla realtà, Charlotte la stava ancora fissando preoccupata anche se era più vicina «Tutto ok?»
Ive sorrise annuendo.
«Si, sto alla grande» disse sospirando «Sbrigati. Hai un prefetto da conquistare, o sbaglio?»
Charlotte sorrise a sua volta e si sistemò i capelli verdi in ampie onde sulle spalle.
«Allora ci vediamo più tardi, a cena...?»
«Beh io vado con Tamsin ai Tre Manici di Scopa... magari ci incontriamo lì...»
Si salutarono e Ive si mise a sedere sul letto, fissando la cravatta della divisa che aveva appena raccolto da per terra, dove era mischiata assieme ad altri indumenti che avevano tirato fuori con Charlotte. Era pronta ad affrontare quella giornata con il buon umore lasciatole dal ricordo di quel bacio...
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Hoooooollllllaaaaa!
Ecco il nuovo capitolo! Dopo una piccola chiacchierata con suoi amici Grifondoro Ive riporta indietro ricordi che risalgono a due anni prima (e per me risalgono maggio/giugno scorso)
La fiaba menzionata è completamente inventata da me (titolo buttato completamente a caso.)
Per prima cosa volevo un po' spiegarvi il significato di tutti questi flashback che ho inserito in questa nuova storia. Quelli dell'inizio erano per spiegare un po' la conclusione che non avevo spiegato bene alla fine del precedente. Quello di questo capitolo invece ha un significato più particolare, diciamo che mi manca descrivere la figura di Cedric perciò voglio renderlo presente anche se è morto. Voglio che si capisca che Cedric continua ad essere importante non solo per Ive ma per la storia stessa. Cedric in questa storia è fondamentale e ha portato a vari avvenimenti che si riveleranno molto importanti più in là, o che si sono già rivelati importanti (ad esempio l'incontro con Tamsin che è importante dopo i litigi con Ed e Ben, o l'incontro con Thomas che si rivelerà fondamentale nel prossimo libro) Perciò io volevo che Cedric lasciasse un ombra incancellabile e continuerò a riinserirlo anche più in là attraverso i ricordi di Ive, attraverso lettere e sfumature della realtà che lo ricordano. (per esempio il profumo dell'aria al lago nero o Ive che si siede sotto un albero).
Se volete conoscere delle curiosità in più sulla mia storia ( come l'origine dei nomi dei personaggi da me inventati o il percorso che ha portato alla loro creazione o tutte queste varie particolarità) vi consiglio di seguire il mio account instagram dedicato a questa storia (lo trovate infondo alla mia bio)
Poi volevo ricordarvi che se riesco a scrivere un altro capitolo entro un orario decente (tipo entro le undici) metterò anche quello per "festeggiare" diciamo il compleanno di questo account. Mi aspetto tanti commenti su questo capitolo come regalo.
bye
_silvia
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