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Capitolo 12: Sporca Mezzosangue

Era dal funerale di Cedric che non la vedeva. Con i suoi capelli neri e lucidi e gli occhi chiari e brillanti.

«Summer?»

chiese incredula. Non l'aveva mai vista piangere. Neanche per Cedric, dopo la sua morte la Corvonero era semplicemente stata... triste. E invece era proprio lei che piangeva, rannicchiata all'angolino di un sedile, contro la parete dello scompartimento.

«Cosa vuoi? Insultarmi anche tu?»

sbottò tra le lacrime, mettendosi seduta bene.

Ive aggrottò la fronte e scosse la testa.

«No! Cosa... perché dovrei insultarti?»

«Forse perché sono una sporca Mezzosangue? Oppure una stupida! Il tuo amico me li ha affibbiati entrambi ma io preferisco il secondo, perché solo una stupida come me poteva fidarsi di un tale idiota!»

«Aspetta! Il mio amico chi?» bastò uno sguardo per capire chi «Edward?! Lui ti...?»

«Si, mi ha lasciata... ma era solo questione di tempo no? Era scontato che lo facesse, perché come a tutte voi maledette Serpi gli importa più del sangue che di qualsiasi altra cosa! Non vi importa se una persona ha dei sentimenti, finché nelle sue vene scorre il sangue Babbano sono delle nullità vero? Come tu con Cedric! Tu l'hai ucciso fregandotene di quello che lui provava per te!»

Ma quanta gente ancora sapeva che lei aveva collaborato con Voldemort?

«Tu... come...?»

«Edward aveva cominciato a insultarti» rispose lei con voce roca «E io ti ho difesa» scosse la testa, fece un sorriso amaro mentre le lacrime continuavano a scendere copiose sul suo volto «Poi mi ha raccontato tutto e ho capito che sei un mostro e che difendendoti avevo commesso un errore.»

«Senti Sum...» prese un grosso respiro e si sedette accanto a lei « Io so che è tutta colpa mia se Cedric è morto... però ti giuro su quello che vuoi che io non volevo. Io non ho mai voluto prendermi gioco di lui, io lo amavo e ancora lo amo. Sarà sempre così, perché Cedric aveva quel qualcosa che nessun altro ha mai avuto, aveva quella capacità di farmi sentire bene , nervosa e balbettante, ma bene. Non troverò mai nessuno come lui. Nessuno potrà mei colmare il vuoto che Cedric ha lasciato. Ti prego Sum, credimi. Posso aver fatto tutti gli sbagli del mondo, ma di certo non ho usato Cedric. Di certo non lo volevo morto.»

Summer abbassò lo sguardo. Rimase qualche secondo in silenzio.

«Sai Cedric parlava sempre con noi della luce nei tuoi occhi quando eravate insieme...» disse poi torturandosi le mani «diceva che era qualcosa di magnifico, che lo faceva sentire bene, diceva che era da quello che capiva che tu eri sincera, che lo amavi veramente... così quando Edward mi ha raccontato tutto ho pensato che Cedric si sbagliasse, che quella luce fosse un'altra cosa. Però ora mi rendo conto che aveva ragione. Che ha fatto bene a fidarsi di te, anche se per me ed Edward non vale la stessa cosa»

«Si ma la cosa è diversa» Ive cercò di buttarla sul ridere «Edward è un idiota!»

Summer scoppiò in una risata interrotta dai singhiozzi. Poi tornò seria.

«Anche tu hai litigato con lui?» Ive annuì «L'avevo previsto... da come parlava di te»

«Ha iniziato con la scusa che non gli avevo scritto durante l'estate e poi ha tirato fuori tutto il resto»

spiegò

«Perché non gli hai scritto?»

chiese la Corvonero inarcando le sopracciglia. Ive sospirò, si alzò e chiuse la porta dello scompartimento assicurandosi che non ci fosse nessuno.

«Se te lo dico, prometti di non raccontarlo a nessuno?» le chiese e lei annuì « Vedi a giugno, dopo morte di Cedric... io mi sentivo in colpa. Allora ho chiesto aiuto a Silente e lui mi ha offerto un posto nell'Ordine della Fenice.»

«Nel cosa?»

«L'Ordine della fenice» ripeté Ive «Era un gruppo di maghi che combattevano Voldemort...» Summer rabbrividì a quel nome «...quindici anni fa e che ora sono tornati a combatterlo.»

«Wow!» esclamò la Corvonero « e tu sei in questo Ordine?»

Ive annuì.

«Per ora però non ho fatto tanto, nessuno si fidava di me fino a qualche settimana fa. Poi ho... beh... ho 'fatto pace' diciamo con Harry e...»

«Cosa!? Tu e Potter?» sembrava esterrefatta, ma Ive non poteva darle torto «Questa si che è una cosa che non mi sarei mai immaginata! Ive Lestrange e Harry Potter amici!»

«Si, ma...» le fece segno di abbassare la voce «Non deve saperlo nessuno»

Summer mimò di cucirsi la bocca.

...

Il resto del viaggio Ive lo passò con Summer a parlare con la compagnia di qualche dolce del carrello. Una volta che il treno si fu fermato alla stazione di Hogsmeade scesero e corsero verso le carrozze trainate dai Thestral. Salirono a bordo della prima che trovarono libera. Ive stava cercando di far sedere Tetra quando vide la chioma cespugliosa di Hermione entrare al seguito di Grattastinchi.

«Ciao...! Ehm...» alla vista di Summer incupì il tono, fingendosi contrariata «Ciao... Lestrange... possiamo..?»

«Non preoccuparti, Hermione. Sum sa tutto»

ridacchiò mentre Hermione faceva spuntare un grande sorriso.

«Oh... ok, piacere io sono...»

«Hermione Granger, lo so» sorrise Summer «E loro sono Harry Potter, Ronald e Ginny Weasley..» aggiunse vedendo i tre entrare «... e, ah! Ciao Luna!»

Era la ragazza che stava leggendo il Cavillo prima.

«Ehy Summer e...»

«Ive» si presentò la Serpeverde «Piacere»

«Oh, si. Lo sapevo. Tu eri la ragazza di Cedric Diggory, quella che era sulla Gazzetta del Profeta!»

«Già, quella che gli aveva scagliato la maledizione per costringerlo a fidanzarsi con le... ci credi anche tu...»

«No, no! Io non credo a quello che dice la Gazzetta, nemmeno mio padre. Per questo ha deciso di avere un giornale tutto suo»

Disse Luna agitando Il Cavillo.

«Ehm... Ive?» chiese Harry dopo qualche minuto, lei alzò lo sguardo «Tu sai dirmi cosa sono questi strani cavalli che trainano la carrozza?»

«Harry non c'è niente traina la carrozza» sbottò Ronald «Te l'ho già detto!»

«Invece si che c'è qualcosa » ribatté Ive «Thestral»

«Ma certo!» esclamò Hermione «i Thestral possono essere visti solo da chi ha visto la morte1»

«Esatto»

Annuì Ive.

«Quindi anche tu li vedi...?» chiese ancora Harry «Dopo...»

«Oh, ma io li vedevo già da prima. Da quando sono arrivata qui»

«Chi hai visto morire.. a parte...?»

Sta volta era Ginny.

«Ah non ne ho idea. Probabilmente qualcuno che è stato uccido da quella megera di mia madre»

ironizzò la Serpeverde. Ronald rise.

«Quasi quasi sembri Sirius»

commentò. Tutti gli scoccarono un'occhiataccia facendo cenno verso le due Corvonero. Luna per fortuna era troppo occupata a fissare con espressione sognante qualcosa fuori dal finestrino, ma Summer aveva sentito tutto.

«Chi?» domandò scioccata. «Sir...?»

«Poi ti spiego...»

le mormorò Ive all'orecchio. Poi ci fu qualche altro minuto di silenzio.

«L'avete vista tutti la Caporal?» chiese poi Ginny, riferendosi all'insegnante che aveva sostituito Hagrid l'anno precedente «Che ci fa di nuovo qui? Hagrid non può essersene andato!»

«Ne sarei felice» disse Luna «Non è un bravo insegnante, no?»

«Si, invece!»

Ribatterono Harry Ronald e Ginny.

«Emh.... si, è molto bravo»

aggiunse Hermione tossicchiando quando gli altri tre le lanciarono un'occhiataccia.

«Beh... noi di Corvonero pensiamo che sia un po'...»

Summer stava cercando una parola che non offendesse Hagrid.

«...Ridicolo»

finì per lei Luna.

«Allora avete un pessimo senso dell'umorismo!»

sbottò Ronald. Mentre le ruote sotto di loro scricchiolavano sopra le foglie autunnali, tutti restarono in silenzio, offesi. Tranne luna, che non parve turbata dal comportamento di Ronald, lo guardava disinteressata. Poi la carrozza arrivò a destinazione, superato il cancello che delimitava il territorio di Hogwarts si fermò sotto i gradini di pietra che conducevano all'entrata.

«Usciamo prima io e Summer» disse sbrigativa Ive a Harry «Voi aspettate un po', per non destare sospetti...e ehm, Luna, se gentilmente potresti non dire in giro che noi...»

«Tranquilla» mormorò, di nuovo con lo sguardo sul Cavillo «Il vostro segreto è al sicuro»

Ive e Summer scesero dalla carrozza seguite da Tetra. Sopra di loro il castello si stagliava alto e potente, la torre di Astronomia era ben distinguibile dato che era la più alta seguita di Grifondoro e quella di Corvonero. Le finestre con il telaio in metallo lavorato a forma di ghirigori lasciavano a malapena intravedere le aule e gli uffici degli insegnanti. E poi in cima alle scale, che le due ragazze stavano salendo, il portone di quercia.

Arrivarono in Sala Grande e dovettero separarsi, Summer corse verso il tavolo di Corvonero mentre Ive raggiungeva quello di Serpeverde. Gli studenti chiacchieravano come al solito, ma Ive no. Quell'anno non aveva nessuno con cui parlare, Edward e Benjamin erano seduti dall'altra parte del tavolo. Il prima le lanciò un'occhiataccia mentre il secondo la guardava rassegnato.

Spostò lo sguardo al tavolo dove sedevano gli insegnanti. Notò subito l'assenza di Hagrid (non era una cosa che passava inosservata). Silente era come suo solito seduto al centro del tavolo sul suo seggio dorato, aveva indosso una veste e un cappello viola scuro con tante stelline argentate. Subito accanto a lui c'era una donna all'apparenza tozza con un paio di mani grosse e le dita incastrate in spessi anelli d'argento. Sulla sua faccia da rospo, pallida con occhi gonfi e sporgenti, comparve un vomitevole sorriso mentre parlava con Silente. Era già abbastanza brutta senza che contribuissero i suoi vestiti: un'orrendo cerchietto rosa sbiadito infilato precisamente tra i capelli corti, color topo, arricciati sulla testa e un cardigan fucsia sopra la veste nera. Era sicuramente la nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure e le era vagamente familiare. Avrebbe voluto chiedere a Benjamin chi fosse ma non aveva voglia di avvicinarsi ad Edward.

Gli altri professori erano al loro posto, tranne la professoressa Caporal che stava entrando in quel momento e la McGranitt che doveva accompagnare i primini. Non dovettero attendere molto perché lo smistamento cominciasse, solo pochi minuti dopo infatti l'insegnate di Trasfigurazione (la materia che Ive odiava di più) entrò seguita da una serie di ragazzini pallidi, c'era chi era emozionato chi preoccupato ma tutti rimasero stupiti quando, dopo che la MacGranitt ebbe posato il Cappello Parlate sopra uno sgabelletto di legno, questo si mise a recitare la sua solita filastrocca

Quand'ero un cappello silente e ancor nuovo,        

e Hogwarts da poco di maghi era un covo, 

i suoi quattro padri, i suoi fondatori 

restavano uniti senza odi o rancori. 

Comune era il loro più grande ideale: 

«Che il nostro sapere sia reso immortale! 

Così edifichiamo, in un solco profondo, l

a scuola di maghi migliore del mondo.

 Restiamo concordi, facciamo una scuola

la nostra sapienza, in fondo, è una sola. 

Insieme affrontiamo quel ch'è da decidere, 

nessun sognerà di poterci dividere ». 

Nessuno è leale quant'eran costoro,

così Serpeverde, così Grifondoro. 

Nessuno è più amico in modo sincero, 

come Tassorosso fu di Corvonero. 

Eppure qualcosa dovette andar storto 

perché il sentimento ben presto fu morto. 

Ebbene a quel tempo io ero presente

e posso narrarvi la storia dolente. 

Parlò Serpeverde: « Sol chi ha sangue puro 

è degno di avere da mago il futuro ». 

Parlò Corvonero: « Del mago l'essenza

è essere il primo per intelligenza»

Parlò Grifondoro: « Bisogna dar saggio 

soltanto di avere enorme coraggio ». 

Parlò Tassorosso: « Ha grande importanza 

che sia rispettata la vera uguaglianza»...

La poesia era lunga e Ive non aveva un grado di sopportazione così alto. Sbuffò reggendosi la testa con una mano. Prese una forchetta e iniziò a disegnare scarabocchi invisibili sul piatto vuoto. Il Cappelli nel frattempo faceva da sfondo ai suoi pensieri con un discorso sull'importanza dell'amicizia anche tra membri di diverse Case.

"Beh in questo non può lamentarsi di me" 

pensò elencandosi mentalmente i vari amici che aveva, praticamente erano più nelle altre case che in Serpeverde! Soprattutto ora che aveva litigato con Edward e Benjamin...

E adesso sentite il Cappello Parlante

di cui conoscete il tema costante:

capisco chi siete e a una Casa vi assegno

a questa mansione è adatto il mio ingegno.

Ma l'anno è speciale e la mia canzone

si spinge un po' oltre l'usata funzione.

Io sono costretto a farvi dividere 

ma che ciò sia giusto non riesco a decidere.

È compito mio, e tutti lo sanno, 

formar quattro gruppi: lo faccio ogni anno.

Ma il loro distacco - e il dubbio è supremo- 

potrebbe causare la fine che temo.

Pensate ai pericoli, i segni leggete,

la Storia ha dei moniti, li conoscerete.

Un grande nemico, esterno e mortale,

potrebbe annientarci, il rischio è reale.

Per batterlo, amici, la strada è una sola:

restiam sempre uniti e salviamo la scuola!

Ho messo in avviso chi a me è stato attento,

adesso procedo con lo Smistamento.

Un applauso scoppiò nella Sala, Ive alzò lo sguardo lasciò andare la forchetta e batté un paio di volte le mani distrattamente. La McGranitt aprì la pergamena che aveva in mano e prese a leggere i nomi dei primini in ordine alfabetico.

«Abercombie, Euan»

un ragazzino tremante dalla paura si avvicinò e si mise in testa il cappello.

«Grifondoro!»

tutto il tavolo rosso-oro applaudì mentre Abercombie si sedeva. Dopo fu il turno di Jennifer Allen, che divenne una Tassorosso, Dalia Bennett, che finì in Corvonero poi un'altra Grifondoro un paio di Tassorosso, prima che Ella Clarke venisse smistata in Serpeverde. Solo allora Ive sollevò lo sguardo dalle decorazioni dorate del piatto e si degnò di guardare la sua nuova compagna di Casa. Che poi lo sarebbe stata solo per un anno, quindi non aveva tutta questa importanza. Un'altra decina di Corvonero (cinque maschi e tre femmine) undici Serpeverde un paio di Grifondoro e cinque Tassorosso dopo, lo Smistamento era finito. Silente si alzò, tranquillo come sempre.

«Ai nuovi arrivati» disse con la sua voce potente e il solito sorriso rassicurante «benvenuti! Ai nostri vecchi amici... ben tornati! C'è un tempo per i discorsi, ma non è questo perciò... Dateci dentro!»

Con lo scoppio di una risata e di un applauso i piatti si riempirono e la forchetta che Ive aveva posato dentro al suo venne sommersa dalle leccornie che il banchetto d'inizio anno offriva. Cercò di tirarla fuori, ma non avrebbe comunque mangiato. Mentre tutti attorno a lei si abbuffavano (tralasciando Megan che mangiava a piccoli bocconi guardando male i compagni, Charlotte in particolare) Ive si lasciò andare contro lo schienale della panca fissando il calice d'oro davanti a se. Prese un sorso di succo di zucca, ma anche quello sembrava avere un sapore terribile. Perché non riusciva a dimenticare tutto, anche solo per quella sera, non pensare per una sera ai suoi problemi? Come facevano gli altri, perché anche gli studenti che stavano festeggiando avevano dei problemi ma non sembrava.Quando il banchetto terminò, Ive non perse tempo e corse spedita verso la Sala Comune. Purtroppo per lei gli unici a sapere la parola d'ordine erano i prefetti e il caposcuola, perciò dovette aspettare l'arrivo di Draco e Pansy che accompagnavano i primini. 

«Magnus Sirpus»

Scandì bene il biondo, in modo che i ragazzini al suo seguito capissero. Ive ne approfittò e sgusciò su per le scale del dormitorio femminile.

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Hollllaaaa!

Come va?

Alla fine era Summer nello scompartimento! Come pensate che andrà a finire tra lei e Edward?

Che ve ne pare del capitolo? A me personalmente non piace, credo che i capitoli che raccontano dei banchetti siano noiosi da scrivere e anche da leggere (se c'è una cosa che odio è ricopiare le filastrocche le cappello).

bye

_silvia

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