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Capitolo 6: Teorie sui Lupi Mannari

Quel pomeriggio, durante la lezione di Artimazia, una ragazzina di Serpeverde di cui Ive non ricordava il nome venne a chiamarla per dirle che Draco era in infermeria a causa di un "piccolo incidente" avvenuto durante la lezione di Cura delle Creature Magiche.

"Cosa avrà combinato quella sottospecie di professore"

si disse Ive pensando a quale creatura mortale potesse aver portato il guardiacaccia a lezione. In fretta raggiunse l'infermeria. Draco era su uno dei letti più infondo alla stanza e Madama Chips gli stava avvolgendo una fasciatura attorno al braccio.

«Santo Salazar, Draco! Ma che è successo?»

«Tutta colpa di quello stupido canarino troppo cresciuto!»

esclamò il ragazzo

«Cosa?!»

Ive non capiva

«Lo zotico ha portato a lezione un Ippogrifo!»

rispose il ragazzo

«Un Ippogrifo?»

Draco annuì e cominciò a raccontare di come l'animale avesse reagito al suo insulto. Ive passò il resto dell'ora in infermeria, poi cominciò a correre tra gli studenti nei corridoi in cerca di Benji per la questione di cui avevano discusso quella mattina. Non guardava nemmeno dove andava, era persa nei suoi pensieri ed era troppo curiosa di sapere se i suoi sospetti fossero fondati. Era così presa che, per poco, non si accorse di essere andata a sbattere contro qualcuno.

«Scusa...»

borbottò distratta tentando di andarsene, ma una voce la bloccò

«Ehi Lestrange» la chiamò il gemello Weasley contro il quale era andata a sbattere «Per la ricerca, va bene domani pomeriggio subito dopo la fine delle lezioni, tanto abbiamo l'ultima ora in comune, così sono certo che non mi darai buca»

esclamò il rosso andandosene senza darle il tempo di rispondere. Ive sospirò alzando gli occhi al cielo e riprese a cercare il suo amico. Benjamin la aspettava in biblioteca, seduto ad uno dei tavoli vicino le finestre mentre leggeva un libro.

«Ciao Ben»

lo salutò sedendosi accanto a lui

«Finalmente sei arrivata!»

« si scusa, Draco ha avuto un piccolo incidente con un Ippogrifo a lezione di Cura delle Creature Magiche»

Benjamin la guardò interrogativo e lei gli fece cenno di lasciar perdere

«Vabbè, cosa volevi chiedermi?»

«Oggi Pansy, a colazione, ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere. Ha detto che sembra che Lupin sia stato aggredito da un branco di lupi mannari... e se invece lui FOSSE un lupo mannaro?»

«E' alquanto improbabile che Silente abbia assunto un lupo mannaro come professore...»

«Ma perfavore! Silente è capace di tutto!»

«Silenzio!»

trillò l'anziana bibliotecaria, interrompendo i due.

«E poi» abbassò la voce Ive «ci sono tutti i sintomi: sembra cinquant'anni più vecchio, ha un'aria terribilmente malata ed è pieno di tagli ovunque!»

spiegò la ragazza

«potrebbe essere, ma non non ne sono sicuro »

borbottò l'amico in risposta

« Cosa ti servirebbe per esserne sicuro?»

«beh, la prova che scompare durante luna piena o che prende una pozione antilupo »

«Ok, quindi se riesco a fornirti qualche prova che lui scompare o prende qualche pozione nelle notti di luna piena puoi dimostrare che è un lupo mannaro?»

domandò Ive

«Ho detto silenzio!»

ripeté la bibliotecaria facendo alzare alla ragazza gli occhi al cielo

« In tal caso si...»

«Ok allora farò il possibile per scoprirlo!»

«Perché ti interessa tanto?»

«Non si capisce che non lo sopporto? Ti rendi conto che per colpa sua domani dovrò dovrò passare tutto il pomeriggio con Weasley!»

«E cosa c'è di male?»

domandò Benjamin, guadagnandosi un'occhiataccia dall'amica. Ma prima che Ive potesse rispondere, una terza voce si intromise nella conversazione

«Già Lestrange, cosa c'è di male?»

chiese una testa rossa comparendo accanto a quella del suo gemello. Ive alzò gli occhi al cielo, chiudendo il libro che aveva usato per informarsi sui lupi mannari e alzandosi dalla sedia per dirigersi verso il bancone della bibliotecaria.

«Signora, prendo questo»

disse all'anziana donna porgendole il libro, lei annuì rigida e lasciò uscire la serpeverde. Ive si diresse subito in Sala Comune, per fare i compiti dato che quella sera aveva la punizione con la McGranitt e non aveva nessunissima voglia di restare sveglia a studiare fino alle tre del mattino.

Quando scese in Sala Grande cercò con lo sguardo i suoi due amici, li individuò e si sedette accanto a loro

«Eccoti Ive, ma dov'eri finita?»

esclamò Edward vedendola arrivare

«Stavo studiando..»

rispose vaga

«Che sei diventata una secchiona pure te?! Non ci bastava Ben?!»

sbottò il moro guadagnandosi un'occhiataccia da Benjamin

«Cosa? No! Più tardi ho la punizione...»

«Ah... giusto, con la gatta raggrinzita giusto?»

«Già»

«Mi pareva strano...»

bisbigliò Edward

«Cosa?»

«Che usassi il tuo tempo libero per studiare e non per giocare a Quidditch!»

rispose

«Scemo!»

esclamò lei dandogli una pacca dietro al collo.

...

Finita la cena la Serpeverde si diresse verso lo studio della McGranitt.

Bussò ripetutamente alla porta di legno scuro ma non le rispose nessuno. Dopo qualche minuto la professoressa arrivò dietro di lei, facendole quasi prendere un infarto.

«Buona sera, professoressa...»

borbottò leggermente scorbutica

«Buona sera signorina Lestrange, ora le spiego in cosa consisterà  la sua punizione. Oggi la professoressa Sprite ha svolto un'interessantissima lezione sui Bobotuberi e...»

«E devo pulire i residui del loro pus nelle serre, ho capito»

«Esatto, troverà tutto l'occorrente nell'armadietto accanto alla cattedra. Buon lavoro.»

detto questo la professoressa entrò nel suo studio mentre Ive si avviava all'uscita.

Giunta alle serre Ive cominciò il suo lavoro.

Che schifo!

pensò mentre puliva un po' del pus dal tavolo. All'improvviso sentì un miagolio. Si sporse per vedere oltre la grossa lastra di legno.

«Tetra!»

esclamò vedendo la sua gatta bianca strusciarsi con fare felino contro la gamba del tavolo.

«Che ci fai tu qui?»

la gatta non rispose

ovviamente, è un gatto come fa a risponderti?

a passo lento si allontanò dal tavolo, poi corse come una freccia fuori dalla serra. Ive la seguì. Tetra raggiunse un altro gatto, rosso che Ive aveva già visto da qualche parte.

«Il gatto della Sanguemarcio..»

si disse. I due felini correvano verso il Platano Picchiatore. Ai piedi dell'albero li aspettava un cane nero enorme, tanto grande da somigliare un orso. I rami dell'albero cominciarono a muoversi, come sempre quando era infastidito.

Ive era abbastanza vicina, tanto che per un secondo temesse che un grosso ramo stesse per colpirla, chiuse gli occhi preparandosi a ricevere la botta... ma questo non accadde, tirò su le palpebre per capire cosa stesse succedendo. Vide Tetra accanto al tronco dell'albero che teneva la zampa premuta su un nodo del legno. Poi si guardò intorno: i rami del Platano Picchiatore erano completamente immobili.

Osservò meglio i tre animali, ora si stavano infilando in quello che sembrava un passaggio, situato tra le radici dell'albero. Corse verso di loro e si tuffo nel tunnel prima che il Platano ritornasse alla normalità. Ive avanzò a quattro zampe nel passaggio, per poi scivolare lungo una china di terra. Proseguì a camminare lungo il tunnel fino a quando non vide una luce flebile provenire da una piccola apertura. In quel momento Ive rimpianse che la McGranitt le avesse sequestrato la bacchetta per tutta la durata della punizione. Si affacciò sulla piccola apertura, per capire dove fosse.

Quel che vide fu una stanza molto disordinata ricoperta da un velo di polvere, la carta da parati che stava abbandonando pian piano il suo posto e il pavimento coperto di macchie. I mobili non erano da meno, tutti distrutti come se la stanza avesse appena ospitato un branco di Draghi arrabbiati e le finestre erano chiuse da tavole inchiodate.

Dopo essere entrata Ive constatò che la stanza era deserta. Alla sua destra, però, c'era una porta aperta. Attraversò lentamente la stanza, cercando di capire dove fosse. Osservò attentamente una sedia senza una gamba, uno specchio in frantumi ricoperti da sangue che sembrava stare lì dalla nascita di mago Merlino, poi una cassettiera alla quale i cassetti erano stati tolti e una mensola di legno alla quale era stato tolto uno dei due sostegni che adesso penzolava da un lato. Poi il suo sguardo cadde sulle finestre e un'idea balenò nella sua mente

Sono nella Stamberga Strillante...

Si disse, poi varcò la soglia della porta. Su uno splendido letto a baldacchino dalle cortine polverose era distesa Tetra insieme al gatto della Granger. La spessa patina di polvere sul pavimento era interrotta talvolta dalle piccole impronte dei due gatti. Poi Ive vide qualcosa che non si sarebbe aspettata: tra le tante impronte di zampe feline, scorse quella di un piede... un piede umano.

«Che ci fai tu qui?»

gracchiò una voce rauca, che aveva l'aria di non essere utilizzata da tempo. Furono le ultime parole che Ive sentì, prima che qualcuno la afferrasse per le spalle e la sbattesse con violenza contro il muro, facendola svenire.

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Hola Malandrini! So che non aggiorno molto spesso, a volte nemmeno una volta a settimana ma (purtroppo, aggiungerei) la scuola esiste anche per me e essendo in terza media devo anche preparare l'esame. Non avete idea di quanto mi piacerebbe passare ogni ora del giorno a scrivere, ma non posso 😐. Spero di riuscire ad aggiornare presto anche perché per il prossimo capitolo ho un mare di idee e sarà un capitolo divertente ma anche molto profondo... almeno credo... perché non ho ancora cominciato a scriverlo. Adesso butto giù tutte queste idee che mi frullano nel cervello prima di perdere l'ispirazione.

bye

_silvia

...

-___- 

^ that's esattamente me in this moment.

Rileggere gli spazi autrice è forse ancora più cringe che rileggere i capitoli.

bye

_lasilviadel2023

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